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“Somm Is The Future”, nasce il nuovo progetto del sommelier professionista Paolo Porfidio

Nasce il nuovo progetto del Sommelier Professionista Paolo Porfidio

Chi è Paolo Porfidio per cominciare? Head Sommelier di Terrazza Gallia, coordinatore Aspi Milano e provincia, Cavaliere dello Champagne dal 2023, Miglior sommelier d’Italia 2023 per identità golose, Miglior sommelier under 30 per Gambero Rosso nel 2020, Co-Founder e Curatore di Wine List Italia(www.winelistitalia.com) , Enologo e produttore di vino in Chianti, Paolo è prima di tutto un comunicatore che ama in modo smisurato il vino e che giorno dopo giorno si mette in gioco per portare avanti il messaggio che i Sommelier rappresentano una figura importantissima nella comunicazione e che i giovani devono essere introdotti al mondo del vino in un modo nuovo, facile, fresco e divertente.

Il Nuovo progetto SOMM IS THE FUTURE nasce dalla volontà di ridare dignità alla figura del Sommelier, dal riposizionarla al centro del mondo vino, radunando sotto un unica bandiera tutti i Sommelier delle diverse associazioni facendo gruppo e creando sinergia perché il vino è universale e viene spontaneo chiedersi perché la sommellerie dovrebbe essere diversa!?

Ecco perché nascerà un nuovo manifesto basato sulla comunicazione del vino di qualità e ogni Sommelier professionista che avrà ideali e pensieri simili si potrà ritenere da subito parte del gruppo e potrà mettere competenza e passione per portare avanti questo progetto.

SOMM IS THE FUTURE nasce dal profondo, non ambisce alla visibilità, vuole essere un concetto, un progetto di comunicazione. Il testo nasce dal confronto con tanti professionisti ed invita a dare il meglio di sé e a capire non chi siamo ma cosa possiamo diventare: figure empatiche, narratori di cultura, persone che interpretano l’evoluzione del mondo vino rendendolo semplice a tutti i clienti che hanno la curiosità di approfondire il significato del calice davanti a loro.

I primi passi sono stati mossi già al Vinitaly 2025 dove molti Sommelier si sono avvicinati a Paolo condividendo il suo intento e come segno di appartenenza gli è stato regalato un braccialetto nero con SOMM IS THE FUTURE scritto in bianco, semplice ma efficace e distintivo come il progetto che rappresenta. Tutti sono invitati a farne parte se si sentono in linea con le idee e i contenuti che questo movimento esalta e sponsorizza.

Il Futuro è alle porte e bisogna costruirlo insieme, il ruolo della Sommellerie sarà sempre più centrale e dovrà mediare su più livelli e con diverse culture facendo da tramite tra produttori, consumatori e giovani che si avvicineranno al pianeta vino. L’importante sarà fare molto focus sulla comunicazione per dar voce a questo mondo e non lasciarlo muto e senza modo di raccontarsi. Queste sono alcune riflessioni di Paolo che devono farci pensare a come questo progetto probabilmente era proprio quello di cui avevamo bisogno.

Parlando con Porfidio ragioniamo sul fatto che si arriva da un periodo dove sembra esserci sempre più carenza di professionisti e dove la realtà della cucina viene raccontata slegata da quella che è la presenza e la narrazione in sala dei Sommelier. Quest’ultimi esaltano i piatti con abbinamenti basati su territorialità, complessità strutturale della pietanza, tendenze dolci o acide, rendendo i paring

cibo-vino esaltanti e indimenticabili. Ecco perché bisogna valorizzare queste persone, creare riconoscimenti per chi ci mette studio e amore in questo lavoro, retribuire giustamente una cultura che viene messa a disposizione giornalmente dei clienti per appassionarli.

SOMM IS THE FUTURE si ripromette col suo lavoro di dare lustro a chi se lo merita e di cambiare la visione di chi si approccia a un Sommelier pensando che sia una figura solo elitaria. Il vino è per tutti e per me va raccontato, comunicato e goduto al meglio indipendentemente dal costo e dal luogo dove si beve, aggiunge Paolo.

Ci sono state ultimamente tante cose che stanno provando a mettere in difficoltà il mondo del vino, partendo da una nuova normativa sul codice stradale che è stata mal comunicata ed erroneamente gestita dai mezzi di comunicazione che non ha fatto altro che terrorizzare i cittadini inutilmente…a questo si uniscono le difficoltà che si hanno nel rendere interessante per le nuove generazioni il mondo vino.

I superalcolici sono forse meglio del vino? Non vogliamo dare giudizi ma spesso vengono proposti con pubblicità accattivanti e resi disponibili in tutti i luoghi, venduti anche di scarsa qualità e in primis ai giovani.

Questo dovrebbe far riflettere e invogliarci a dare un’alternativa a questi ragazzi rendendo il vino un sostituto a bevande ben peggiori e con quantità di alcool ben più elevato, raccontando tutto il processo che c’è dietro, la storia di tante famiglie e addirittura di diverse zone d’Italia che è proprio grazie all’uva che provvedono al loro sostentamento, il valore storico di un calice e l’importanza del bere con moderazione ricercando la qualità invece della quantità.

Ringrazio Paolo Porfidio per la sua disponibilità e per aver dato il via a un movimento nuovo che sicuramente rivoluzionerà il mondo della sommellerie e che ci fa piacere sia già visto bene anche all’estero vista l’adesione anche di sommelier stranieri!!

Potete trovare altre informazioni sulla pagina instagram “sommisthefuture”

Di seguito alcuni dei sommelier della grande ristorazione italiana che hanno già aderito al movimento (elenco in aggiornamento):

Enrico Maglio (Enoteca Perlage), Marco De Signoribus(Gabbiano 3.0), Salvatore Matarazzo (Re Santi e Leoni), Marco Spini (Ba Restaurant Milano), Cristian Russomanno (Wicky’s), Devis Castello (Tenuta Montemagno), Marika Giacoppo(A’Riccione Milano), Dennis Cereda (RAW Restaurant), Luca Falconi (Trattoria Falconi), Mario Ippoliti (Ristorante Sadler), Cristian Alfredo Carias Ardon (Hotel Park Hyatt Milano), Salvatore Maresca (Josè restaurant), Alessandro Limongelli (Hotel Passalacqua), Davide Saglietti (Osteria contemporanea), Anastasia Ivana Capraro (Castel Fine Dining Restaurant Hotel Castel), Marianna Romano (Hotel Borgo Santandrea), Matteo Di Lernia (Seta MO Milano), Tommaso Tresoldi (Trex), Rosario Sorbello (Donna Carmela Resort), Domenico Sardella (Cantina Piemontese), Manuele Pirovano (Ristorante D’O e Ristorante Olmo), Marco Masè (Hotel Bertelli – ristorante Il Gallo Cedrone), Antonio Di Mora (Ristorante Quadri Bistrot), Daniela Strola(Ristorante Trattoria Zappatori), Giovanni Annunziata (Ristorante Ribot), Cristina Francesca Pinciroli (Anima Milano), Angelo Di Costanzo (Grand Hotel Victoria Concept&Spa, Menaggio, Lake Como), Lorenzo Cioni (Borgo San Jacopo Ristorante), Luca

Giuliano Salvigni (Ristorante Villa Naj), Simone Munzillo (Le Trabe), Bianca Modonesi (Osteria degli Assonica), Matteo Zanni, Sebastiano Aiello, Davide D’Alterio (Tenuta Fratini), Roberto Franceschini (Ristorante Romano a Viareggio), Andrea Armas(Ristorante Saporium Firenze), Mauro Antonio Donatiello (Ristorante La Buca – Cesenatico), Diego Guidi Magenes (Antica Osteria Magenes), Matteo Cino (Mandarin Oriental SavoyZürich), Fabio Malaspina (Cantina Hic et Nunc), Renato Gaudioso (Ristorante Bottega Lucia), Silvia Angelozzi (Bellariva Enoteca Bistrot), Federica Radice (Due Colombe), Beatrice Ruzzon(Macelleria Damini & Affini), Alessandra Veronesi (AVU SA Luxury Wines), Veronica Ravizzola (Ristorante Dama Hotel relais Castello San Gaudenzio), Egon Perathoner (Ristorante Anna Stuben), Andrea Gionchetti (Ristorante Qafiz), Andrea Gaito(Sine By Di Pinto), Antonio Gilli (Ristorante Malga Panna), Marius Dumitru (Ristorante Ma. Ri. Na), Konstantinos Stavroulakis (Hotel Pitrizza).

Articolo a cura di:

Sommelier Merati Luca

Alessandro Salvano, nuova visione di Langa

Cambiamento = Sostituzione o avvicendamento che riguarda in tutto o in parte la sostanza o l’aspetto di qualcosa o di qualcuno.

E’ proprio la parola cambiamento che mi guida tra le meravigliose colline di Langa e mentre seguo le strade che si affacciano sulle vigne in una giornata soleggiata con un cielo terso e sereno, mi ritrovo davanti alla cantina di Alessandro Salvano. L’accoglienza è un po’ fredda e distaccata tipica di chi spesso è stato giudicato e probabilmente a volte non capito. Io e Ale non ci siamo mai incrociati prima e perciò dobbiamo fare un passo alla volta.

La prima cosa che mi colpisce è la sua voglia di raccontarsi, non è il tipico giovane di Langa che eredita vigne di famiglia o prosegue il lavoro della generazione prima bensì un ragazzo intraprendente che ama il vino e che dopo aver studiato molto, girato per farsi una cultura, bevuto per capire cosa gli piace e cosa non apprezza si è confrontato con tanti produttori per intraprendere un percorso chiaro e nitido che ha ben impresso nella sua testa.

L’avventura comincia nel 2019 e il progetto è lampante e illuminato nonché evidente dal primo giorno. Prima di tutto è un nome che gli serve che renda chiare le idee e le aspettative fin da subito. La scelta è efficace e comunicativa allo stesso tempo:

“Drink Wine Not Label” il suo acronimo DWNL diventerà famoso. Le sue etichette riportano scritto in piccolo su l’intera etichetta totalmente bianca la scritta “bevi vino non etichette” in diverse lingue, una lingua per ogni etichetta, francese spagnolo italiano giapponese inglese, un messaggio per tutti dappertutto.

La scelta dal punto visivo è estremamente impattante nella sua semplicità ed è estremamente in linea con il progetto introducendolo alla perfezione.

Stiamo parlando di una protesta fatta nel modo giusto, senza fare dichiarazioni urlate o screditando un concetto con insulti e offese bensì lasciando parlare i fatti o meglio ancora lasciando parlare il vino!!

Da cosa nasce questa rivoluzione? La Langa da sempre vive di confini, se rientri in un comune, in una linea immaginaria, in un territorio deciso più di 40 anni fa, le tue uve e i tuoi vini valgono cinque volte tanto quelli che vengono prodotti 50 metri fuori da questi confini. Questo per un produttore è un limite incredibile che non gli permette investimenti, ammodernamenti e la possibilità di sostenere l’impresa nonostante il suo prodotto possa essere decisamente più di qualità messo a confronto con quello del vicino che però rientra nel disciplinare in questo caso del Barolo Docg.

Alessandro che vive pienamente questa situazione decide attraverso questo progetto di mettere in evidenza la problematica che colpisce lui come tanti altri produttori della stessa zona e di altre zone d’Italia.

Dopo aver trovato un etichetta accattivante per comunicare il suo messaggio i suoi sforzi si concentrano in vigna e in cantina. Nel 2019 comincia con 1000 bottiglie , nel 2020 arriva a 5000, il suo lavoro è sostenuto anche da amici che gli permettono di vinificare e di tenere il vino nel periodo dell’affinamento nelle loro cantine in quanto Alessandro essendo partito da zero non aveva ancora un luogo di proprietà dove fare tutto.

Inizialmente il suo lavoro è molto in stile francese, possiamo dire borgognone, cioè acquista le uve e le lavora con il suo stile per creare vini personali.

Nel 2022 produce 12000 bottiglie e nel 2023 arriva a 22000 , questo percorso indica che il suo lavoro viene notevolmente apprezzato e che vendendo ogni anno totalmente la sua produzione riesce a reinvestire su se stesso arrivando a comprare parte dei vigneti dal quale prendeva le uve e creando la sua cantina dove fare tutte le lavorazioni. In pochi anni riesce a procurarsi tutto ciò che gli serve per far sempre meglio il suo lavoro e per creare un precedente che sia d’esempio per tutti quei giovani talentuosi che pensano di non poter raggiungere i loro sogni solo perché non sono figli di produttori.

Ora abbiamo un etichetta accattivante, un nome per un progetto importante (DWNL), una storia di successo che indica che le difficoltà si possono superare col duro lavoro ma dobbiamo capire cosa ha reso possibile veramente tutto questo.

Spesso ho sentito dire che non ci sono BRUTTE persone che fanno vino BUONO… ora se ci penso capisco tutti quei signori anziani e quei ragazzi più giovani che me lo hanno ripetuto tante volte…

Alessandro una volta che ha capito la mia voglia di conoscerlo e di capirlo si è aperto e la persona che ho scoperto è eccezionale, diretto, schietto, preparato, onesto, innamorato della sua terra, divertente, sognatore, pratico e gentile… sono solo alcuni degli aggettivi che lo descrivono e che riconosco ora dopo ora passata ad ascoltarlo..

Adesso però parliamo dei suoi vini. Con uno sguardo al passato per non perdere ciò che insegnano le tradizioni, un piede nel presente ma la testa già nel futuro quello che propone nel panorama Langarolo sono vini frutto di lavorazioni di uve a grappolo intero, uso di lieviti indigeni, nessun tipo di filtrazione o chiarifica per non togliere l’identità del frutto e dei suoli sul quale nascono le vigne. La scelta dei momenti per vendemmiare sempre nell’ottica di portare in cantina uve mature al punto giusto, salubri e adatte alla lavorazione a grappolo intero che viene fatta su tutti i suoi vini:

-Nebbiolo

-Dolcetto

-Chardonnay

-Pinot nero

pensati per non avere gradi alcolici esageratamente alti, pensati per esaltare il frutto e la freschezza ma con strutture che permettono in alcuni casi anche un lungo invecchiamento. Vini moderni e di gran classe, con finezze tutte da scoprire e che nel calice evolvono e si raccontano parlando di una libertà difficile da trovare in quel territorio.

Non userò il termine “naturale” e lo sostituirò con “artigianale” per evitare inutili polemiche che distolgono dal vero dibattito, cioè fermarsi davanti al calice e pensare se a volte ci facciamo influenzare nel pensiero e nelle aspettative più dall’etichetta che dal vino stesso.

I vini di Alessandro sono diventati molto ricercati, enoteche e ristoranti, distribuzioni e appassionati si rincorrono per poter proporre o assaggiare le sue bottiglie, per poter sedersi con amici e winelover a dibattere sulla provocazione che queste etichette vogliono suscitare.

Il vino ha ricevuto feedback molto positivi e ovunque arrivi termina velocemente, i complimenti sono sempre più frequenti e Ale ci confessa di aver ricevuto giudizi lusinghieri anche da produttori di Langa che fanno un lavoro molto più classico del suo. Questo dimostra che se si slegano i pensieri e i giudizi dal preconcetto si può onestamente apprezzare ciò che è buono e non ciò che deve esserlo per forza.

Ringrazio Alessandro per il tempo che mi ha dedicato, per la sua onestà nel raccontare tutte le difficoltà che ha passato, per la gentilezza con la quale mi ha svelato i suoi sogni e per avermi dato la possibilità di assaggiare i suoi vini in totale libertà. Un consiglio che mi sento di dare a tutti è

quello di provare almeno una volta le sue bottiglie a mente sgombra e senza pregiudizi ma solo con la voglia di scoprire qualcosa di nuovo.

Cambiamento = DWNL

Articolo a cura di:

Sommelier Merati Luca

Doppio Malto a Monza: birra artigianale, buon cibo e atmosfera conviviale in pieno centro

Monza, città simbolo della tradizione sportiva e culturale, celebre per l’Autodromo e la maestosa Villa Reale, è pronta a dare il benvenuto a Doppio Malto. Il 18° locale lombardo del brand ha infatti aperto le porte nel centro storico, in via Bergamo 11Doppio Malto, birrificio artigianale e catena di ristoranti, continua così a crescere portando la propria ricetta della felicità nel cuore della Brianza, con un’offerta unica che annovera birra artigianale prodotta in Sardegnacucina di qualità e un ambiente accogliente e informale. Il ristorante, che si somma agli oltre 50 diffusi in Italia e in Francia, si propone come punto di riferimento per chi è alla ricerca di un luogo in cui godere di momenti spensierati e di un’atmosfera autenticaDoppio Malto è il posto ideale per chi cerca ogni volta un’esperienza diversa: che si tratti di una birra rilassante dopo il lavoro, un aperitivo con amici o colleghi o una cena in famiglia. Come racconta il claim “Un posto felice”, il suo stile accogliente e vivace assicura momenti all’insegna dello svago.

Nei locali Doppio Malto ogni serata diventa un’esperienza completa tra saporirisate e tanto divertimento: con oltre 14 tipologie di birre artigianali di produzione propria e il menù ricco, che prevede carne alla brace, hamburger e pizze. Per i bambini fino a 10 anni uno speciale menu al prezzo di 10 euro. E nella prima domenica di apertura, domenica 13 aprile, una gustosa novità: fuori da locale di via Bergamo 11 sosterà dalle 11 alle 19 uno speciale carretto dei gelati, per far assaggiare gratuitamente a tutti una delle ultime novità di casa Doppio Maltoil gelato alla birra.

Tite, l’Etruria in tavola


Tite, tra bistrot e trattoria

Da fuori ha tutta l’aria di un bistrot, una volta entrati si ha la sensazione di essere in una trattoria di matrice contemporanea. Elegante nella sua semplicità, Tite propone un percorso gustativo a cavallo di tre regioni che prende ispirazione dalle tradizioni del Centro Italia per un viaggio alla scoperta delle nostre radici. “Con la nostra proposta andiamo ad abbracciare la cucina di Umbria, Toscana e Lazio – dice Chef Francesco Zucchi Ricordi, uno dei soci fondatori di Tite – Sempre attingendo ai prodotti dei territori, senza abbandonare la tradizione ma con la voglia di rivisitazione di alcuni classici

Essenziale, nell’arredo come nei piatti

A definire la nascita di Tite (Viale Cassiodoro 5, Milano), l’incontro tra Francesco Zucchi Ricordi (ex Bech ed e Rua) e Alessio Algherini (ex Four Seasons e Trattoria Monluè). Essenziale nelle linee, è un ambiente unico con un dehors chiuso a prolungare la sala di 30 coperti. A destra dell’entrata il bancone bar, alle sue spalle la cucina. Nella parete in fondo, la bottigliera che comprende circa 200 referenze. Il tutto in soli 60 metri quadrati. All’esterno, sul marciapiede, un altro dehors di una ventina d posti. Una essenzialità che si ritrova nei piatti. “Negli anni mi sono appassionato di cucina regionale, in Tite deve costituire il pilastro della nostra offerta. Senza fronzoli

Primi e taglieri, viaggio culinario tra Lazio e Toscana

Si parte con i taglieri di cinta senese, a base di lombo, capocollo e coppa di testa, per proseguire poi con gli antipasti. “Tra i più gettonati – rileva Francesco Zucchi Ricordi – le polpette di bollito con salsa verde che ricordano i mondeghili e i crostini con i fegatini toscani, che costituiscono i piatti cardine della nostra proposta insieme alla amatriciana con cacio e pepe e l’abbacchio alla scottadito. Ma anche il carciofo ripieno, che rimane in carta quasi sei mesi nonostante il menù cambi ogni tre” Tra i primi, i tortelli maremmani. “Molto semplici, sono fatti con ricotta, spinaci e parmigiano. Noi li proponiamo con ragù di cinta senese oppure con burro e salvia

Peposo dell’Impruneta, la continuità

Spicca invece, tra i secondi, il Peposo dell’Impruneta che prende il nome dal piccolo centro sulle colline vicino a Firenze, famoso in tutto il mondo per la produzione di terracotta. “Qui era tradizione che le pentole con la carne venissero messe in un angolo della fornace, in modo da sfruttarne il calore per la lunga cottura Tradizione rispettata anche da Tite, con la sola eccezione, ovviamente, della fornace. “Sostanzialmente è uno spezzatino di manzo che cuoce con vino rosso, aglio e pepe per un paio d’ore a fiamma bassa

Menù di terra e quinto quarto, ma non solo

Un menù essenzialmente di terra, che strizza l’occhio anche al quinto quarto. “Da Tite si trova spesso un piatto come la trippa, declinata alla romana o alla fiorentina. E poi anche una coda alla vaccinara rivisitata, che facciamo bollire con erbe aromatiche e vino bianco per poi piastrarla e servirla con crema di cavolfiore e una salsa ottenuta dalle ossa, bollite e tritate, della coda” Ma una strizzatina d’occhio Tite la riserva anche alla cucina di mare. “Abbiamo avuto per un paio di mesi il caciucco alla livornese, servito rigorosamente senza lische per venire incontro ai gusti dei milanesi – sottolinea lo chef – Le nostre seppie in zimino, cotte con aggiunta di spinaci nel brodo vegetale, hanno riscosso molti apprezzamenti”

Aperitivo, c’è anche quello strutturato

Essenziale la carta dei dolci, con poche proposte rispettose della tradizione. Se non per qualche piccola divagazione, come la panna cotta ai cachi o alla castagna e arance. In continua evoluzione, invece, la carta dei vini. “L’aperitivo è improntato sul mondo vino, ma se qualcuno vuole uno spritz o un gin tonic glielo facciamo. In affiancamento, oltre ai classici stuzzichini, polpette e crostini con fegatini. Tra i salumi proponiamo coppa di testa, capocollo e prosciutto crudo per integrare e fare un aperitivo più strutturato che non sia il semplice benvenuto”

Pranzi a tema regionali e novità in arrivo

Interessanti gli occasionali pranzi domenicali a tema regionale. “Sono pranzi con un menù fisso che prevedono tanti antipasti in condivisione, un piatto principale e un dolce. Pensati per uscire dai nostri territori di riferimento. Sono stati l’occasione per proporre pietanze diverse come panissa e muscoli ripieni, salsiccia di bra e guancia di vitello brasata con purea di patate, sarde a beccafico e mezze maniche con pesce spada, melanzana e menta” Novità, l’apertura a pranzo sia di sabato che di domenica e l’apertura della verandina esterna. “Sposteremo i pranzi a tema nel turno infrasettimanali – conclude Francesco Zucchi Ricordi – Nel weekend ci concentreremo su grigliate e piatti a base di porchetta



Mignon: un nuovo rifugio del gusto in Porta Romana

Pasticceria napoletana incontra la modernità nel cuore pulsante di Milano

L’apertura del nuovo spazio di Mignon in Porta Romana rappresenta un autentico punto di svolta per la tradizione pasticcera napoletana che, da anni, incanta viaggiatori e residenti con la sua arte del dolce. In un ambiente elegante e raffinato, il marchio trasforma la sua identità da realtà dedicata ai transitanti in un vero e proprio luogo d’incontro per chi vive e respira la città. L’iniziativa mira a portare l’energia e il calore partenopeo lontano dai tradizionali binari delle stazioni e dalle sale d’attesa degli aeroporti, entrando a far parte del quotidiano milanese.

La nascita di un’esperienza sensoriale

L’apertura del locale in Corso di Porta Romana segna l’inizio di una nuova era per Mignon, in cui l’attenzione al dettaglio e la passione per la qualità si fondono per creare un’esperienza sensoriale completa. Il locale, curato in ogni particolare, richiama i colori e i profumi della Napoli autentica, con tocchi di blu che ricordano il mare e riferimenti artistici alla figura di Partenope, simbolo indiscusso della città partenopea. Qui ogni elemento è studiato per trasmettere un senso di familiarità ed esclusività, invitando i clienti a godere di momenti di piacere in un ambiente raffinato e accogliente.

Tradizione e innovazione: l’essenza di Mignon

L’arte pasticcera, tramandata di generazione in generazione, si rinnova in questo nuovo spazio grazie a una sapiente combinazione di tradizione e innovazione. La filosofia di Mignon si basa sull’idea di “piccole porzioni e grandi sapori”, un concetto che esalta l’autenticità delle ricette napoletane e la qualità delle materie prime. Le tecniche artigianali si intrecciano con un’attenzione moderna all’estetica e al design, rendendo il locale non solo un luogo dove gustare dolci prelibati, ma anche un vero e proprio spazio culturale in cui l’arte della pasticceria diventa protagonista.

Un viaggio nei sapori partenopei

Il menù proposto dal nuovo punto vendita offre un’ampia gamma di specialità che raccontano il viaggio dei sapori della tradizione partenopea. Tra le proposte spiccano la sfogliatella riccia, celebre per le sue ondulazioni dorate e il ripieno aromatico a base di ricotta, semola e canditi fatti in casa, e la sfogliatella frolla, dalla consistenza più morbida e avvolgente. In maniera innovativa, il locale propone anche una “coda d’aragosta” rivisitata, un’interpretazione creativa della classica sfogliatella, arricchita da farciture che spaziano dalla crema al cioccolato, dalla ricotta al caramello salato e al pistacchio. Queste prelibatezze si affiancano a prodotti simbolo della tradizione, come la pastiera napoletana e il babà mignon, garantendo un’offerta che soddisfa il palato di ogni appassionato.

Accoglienza e atmosfera: un invito a sperimentare

L’esperienza che Mignon offre va ben oltre il semplice atto del mangiare. Il nuovo locale è concepito come un elegante salotto, uno spazio dove ogni cliente può sentirsi a casa e concedersi una pausa dallo stress quotidiano. Il design degli interni, con elementi raffinati e colori che richiamano il Mediterraneo, è studiato per creare un’atmosfera calda e accogliente, ideale per colazioni, spuntini, pranzi e aperitivi. Ogni dettaglio, dalla disposizione dei tavoli all’illuminazione soffusa, contribuisce a rendere l’esperienza unica e memorabile.

«Siamo entusiasti di accogliere i milanesi nella nostra “casa” in Porta Romana – dichiara Maria Acquaviva, fondatrice e CEO di Mignon – Vogliamo regalare a chi entra un sorriso, un profumo che ricordi Napoli e un momento di dolce evasione che renda la giornata più speciale, proprio come accade quando si è a casa di amici», ha affermato la fondatrice, sottolineando l’impegno del brand nel creare un legame emotivo con la propria clientela.

La ricetta del successo

Il percorso di Mignon è iniziato nel maggio del 2016 con l’apertura del primo punto vendita alla Stazione Centrale di Milano. Da allora, il marchio ha saputo espandersi, portando il gusto autentico napoletano in stazioni ferroviarie e aeroporti di città come Torino, Roma e Fiumicino. L’arrivo del nuovo locale in un quartiere così dinamico e vibrante rappresenta il passo decisivo che trasforma l’immagine del marchio, evolvendosi da un punto di riferimento per i viaggiatori a una presenza fissa nel tessuto urbano milanese.

Il menù: dolce e salato per Ogni Momento

L’offerta culinaria spazia da prelibatezze dolci a proposte salate studiate per soddisfare ogni esigenza durante tutta la giornata. Dalla colazione al tè, fino all’aperitivo, ogni piatto è il risultato di un’attenta selezione di ingredienti e di una preparazione artigianale che esalta la genuinità dei sapori. Il locale propone, infatti, un’ampia scelta di lievitati che vanno dal classico cornetto alla crema o al cioccolato, passando per tartellette alla frutta, bignè al cioccolato, cassatine e cannoli. Inoltre, per chi cerca alternative più leggere o intolleranze specifiche, Mignon offre opzioni senza glutine e per vegani, dimostrando un impegno concreto nell’accogliere ogni tipo di esigenza alimentare.

Non mancano le proposte salate: toast, tramezzini, sandwich e insalate sono pensati per un pranzo veloce o per uno spuntino rigenerante durante il pomeriggio. L’attenzione ai dettagli si estende anche alla selezione di confetture, biscotti e altre piccole delizie, capaci di regalare momenti di autentica dolcezza in ogni occasione.

Il ruolo nella vita cittadina

Con l’apertura di questo nuovo spazio, Mignon si inserisce nel tessuto urbano di Milano in maniera innovativa, trasformandosi in un luogo di aggregazione culturale e sociale. Il locale diventa così un punto di riferimento non solo per gli amanti della pasticceria tradizionale, ma anche per coloro che cercano un’oasi di tranquillità e gusto in una città in costante movimento. La presenza di un ambiente che unisce tradizione e modernità favorisce la creazione di una comunità di appassionati, rendendo il locale un vero e proprio fulcro di convivialità e creatività.

Vini di Vignaioli torna a Milano domenica 16 marzo

Torna dopo il grande successo della passata edizione un evento molto interessante sul mondo del vino non convenzionale dove piccoli produttori si raccontano con le loro storie e con i loro prodotti portando qualità e rarità a disposizione di tutti coloro che verranno a trovarli!! Dove? Quando?

Domenica 16 Marzo a Milano – Spazio Mosso, Via Angelo Mosso 3

Orari: Dalle 12 alle 20

Biglietto acquistabile online al costo di 20€ oppure in loco al costo di 25€ al giorno.

Il biglietto è comprensivo di ingresso + calice da degustazione

Per gli operatori del settore (possessori di P.IVA) biglietto ridotto acquistabile online a 10€ oppure in loco a 15€ al giorno. Non sono previsti sconti per Sommelier.

Tutte le info: vinidivignaioli.com

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PERCHÈ ESSERCI:

– Cultura: a Vini di Vignaioli trovi vini di territorio da tutta Italia realizzati senza trucco e senza inganno sia in vigna che in cantina

– Artigianalità: a Vini di Vignaioli entri in contatto con il vino artigianale che è versatile, poliedrico e mai uguale a se stesso, perché la meraviglia è proprio là nella sua diversità.

– Mercato: a Vini di Vignaioli puoi avere un assaggio di tutti i vini a disposizione e decidere di acquistare quelli che hai amato di più, per goderteli comodamente a casa tua. Così se guidi non metti a rischio nessuno, nemmeno la tua patente 😉

Qui la lista (con possibili aggiornamenti in corsa) dei vignaioli partecipanti: vinidivignaioli.com/partecipanti

Per ulteriori informazioni:

Vini di Vignaioli nasce nel 2002 dalla passione per il vino ‘naturale’ di Christine Marzani Cogez, parigina di origine e italiana di adozione, con l’obiettivo di promuovere l’incontro con i vignaioli e l’assaggio dei

loro vini. Da oltre 23 anni, Vini di Vignaioli è il salone che riunisce tutti gli artigiani vignaioli d’Italia e non solo sotto lo stesso capannone.

Articolo a cura di:

Merati Luca Sommelier

Tassoni lancia la Cedrata Zero e le novità per la mixology

Rimini, 12 febbraio 2025 – Tassoni, storica azienda italiana, ha appena presentato le novità della Collezione 2025. La protagonista assoluta è la Cedrata Zero, la nuova versione senza zucchero e calorie. Dopo oltre 75 anni di successi con la classica Cedrata, Tassoni risponde al crescente interesse per le bevande light, ma mantenendo il gusto autentico che ha reso celebre il marchio.

Novità mixology: innovazione e tradizione

Oltre alla Cedrata Zero, Tassoni ha ampliato la sua offerta per la mixology. Sono stati lanciati anche due nuovi prodotti biologici: Limonata La Biologica e Pompelmo Soda La Biologica. Queste novità sono il frutto della continua ricerca del Mastro Erborista Tassoni. Con questi prodotti, il marchio continua a innovare mantenendo la tradizione, puntando sulla qualità e sull’eccellenza degli ingredienti.

Il lancio al Beer&Food attraction di Rimini

Le nuove bevande saranno presentate in anteprima al Beer&Food Attraction di Rimini, un evento di riferimento nel mondo del beverage. La manifestazione si terrà dal 16 al 18 febbraio 2025. Tassoni sarà presente con il proprio stand, il numero 088, nel Padiglione C3. I visitatori avranno l’opportunità di scoprire e degustare le novità in prima assoluta.

Cedrata Zero: gusto autentico, zero calorie

La Cedrata Zero mantiene il caratteristico sapore della Cedrata classica, ma senza zuccheri aggiunti e calorie. L’ingrediente principale rimane il cedro, in particolare la varietà Diamante di Calabria. I cedri vengono raccolti a mano in autunno, quando la buccia è ricca di oli essenziali e antiossidanti. Successivamente, vengono lavorati a mano nello storico stabilimento di Salò, dove avviene la distillazione in antichi alambicchi in rame del 1872.

L’innovazione della linea mixology

Le novità biologiche Limonata La Biologica e Pompelmo Soda La Biologica arricchiscono ulteriormente la linea mixology di Tassoni. Questi prodotti rispondono alla crescente domanda dibevande di alta qualità, ideali per la miscelazione. Grazie all’accurata selezione degli ingredientinaturali, queste due bevande sono perfette per creare cocktail sofisticati, dall’aperitivo al dopocena. La linea mixology di Tassoni conferma l’impegno del brand nella ricerca di nuoveesperienze di gusto.

Il Circolino, una crescita che vale una Stella

Il Circolino, virata verso l’internazionalità

La proposta gastronomica di “Il Circolino” di Monza si divide tra Il Circolino Bistrot, che propone una offerta veloce ispirata alle tapas spagnole, e Il Circolino by Sadler, ristorante gourmet con menù a la carte che segue la stagionalità. Due proposte decisamente diverse, ma accomunate dalla eleganza degli ambienti e dalla cura per il servizio. A goderne è comunque il commensale, che può spaziare dalle croquetas di jamon iberico ed entrecote di manzo con patate fritte e salsa cafè de paris a socarrat de cap i pota, gambero, fave e aioli fino a merluza a la plancha, percebes e patata alla vaniglia oltre a terrina di maiale, verza e salsa cassoeula. Una decisa virata verso l’internazionalità, a dispetto degli esordi.

Locale attrattivo, non solo per i monzesi

Quando abbiamo aperto due anni fa – dice il Resident Chef Lorenzo Sacchi – la proposta era decisamente più semplice. A guidarci era il fortissimo desiderio di piacere alla clientela monzese, tradizionalmente restia alle novità. Ma in realtà non riuscivamo a comunicare al cliente quanto desideravamo, nonostante la bontà della proposta. Proposta che non esprimeva la nostra vera identità, non si sentiva il cuore e la mano del cuoco” Aprile 2024, il cambio di passo. “Ci siamo resi conto che non dovevamo piacere esclusivamente ai monzesi, dovevamo essere attrattivi anche per il cliente che veniva da fuori

Proposte made in Spagna

A rafforzare la scelta, l’internazionalità della brigata. Lorenzo Sacchi è cresciuto professionalmente a Barcellona, la General Manager Maria Sainz è originaria di Madrid. Una atmosfera spagnoleggiante che ha certo influito sulle scelte di Il Circolino. “Abbiamo cambiato totalmente la carta, con il beneplacito di Chef Sadler. Abbiamo fatto un menù degustazione completamente spagnolo con una rivisitazione della paella, la socarrat è una paella molto più fine e caramellizzata. Le chocotes sono invece le gole del baccalà cotte con olio, aglio e peperoncino a fiamma molto bassa, per fare uscire il collagene del quale il baccalà è molto ricco e con con il quale creiamo una emulsione

Metodo e regolarità, il sostegno del personale

Tipicamente spagnola anche una versione di riso e latte. “Cuociamo il riso con il latte e, invece di mangiarlo insieme, lo filtriamo. Abbiamo quindi una latte infusionato al riso che serviamo con un biscotto al pistacchio e gelato agli agrumi” Cambiamenti che hanno trovato sempre piena partecipazione da parte del resto della brigata. “Il Circolino ha avuto la fortuna di non cambiare la brigata di cucina – sottolinea il Resident Chef – La nostra proposta è cresciuta grazie alla costanza del personale, rapido a percepire i cambiamenti. Con metodo e regolarità siamo cresciuti un poco alla volta, ogni passaggio è stato naturale. Ho spinto realmente con la cucina solo quando mi sono reso conto che lo staff era pronto a questo salto. Non puoi iniziare a correre se prima non hai imparato a camminare

Crescita costante

Un gruppo di persone, molte delle quali ignare di cosa fosse il fine dining, arrivato a conseguire, due mesi orsono, il prestigioso riconoscimento della stella Michelin. “Sono davvero felice ed emozionato per questa assegnazione, merito di un duro lavoro portato avanti con costanza e dedizione da tutta la nostra squadra. Ho trasmesso loro quanto ho imparato dai miei maestri, ma ho anche ricevuto molto. Senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile” Con la consapevolezza di avere alle spalle una compagine societaria che gli ha permesso di sviluppare il progetto di un ristorante dove lo scontrino medio si aggira sui 130€,

La Stella Michelin, conferma di un percorso

Voglio ringraziare in particolare il mio sous-chef, Juan José Sanz, e Maria Sainz, che dalla Spagna mi hanno seguito in questo progetto. E ovviamente, Chef Sadler, che mi ha dato fiducia lasciandomi massima libertà nella creazione dei menù e nella gestione della cucina” Un riconoscimento, quello della Stella Michelin, che porta nuovi stimoli nell’ottica di una ulteriore crescita, non solo professionale. “Da monzese mi riempie di orgoglio che Il Circolino sia il primo ristorante di Monza a guadagnarla. E’ un riconoscimento al lavoro fatto e a come è stato fatto, ma anche a ciò che siamo. Ma conclude Lorenzo Sacchi – non ci sentiamo cambiati, siamo solo più consapevoli. Sempre fedeli a noi stessi, il viaggio è appena iniziato”

Il Barolo e il Derthona vanno in scena a Milano

Per il quarto anno consecutivo la Strada de il Barolo e grandi vini di Langa e Terre Derthona – Strada del Vino e dei Sapori dei Colli Tortonesi approdano a Milano per uno straordinario evento di degustazione promosso dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi e I Vini del Piemonte in partnership con Confcommercio Milano e con la collaborazione di Go Wine, associazione che promuove la cultura del vino e l’enoturismo. A ospitare l’iniziativa sarà nuovamente il prestigioso Palazzo Bovara, importante esempio del Neoclassicismo lombardo nel centro di Milano, considerato uno dei fiori all’occhiello della città.

Giovedì 13 marzo 2025 l’ala est di Palazzo Bovara si trasformerà in un percorso ideale attraverso le Langhe e i Colli Tortonesi dove il pubblico di wine lovers e operatori del settore selezionati avrà l’occasione di degustare decine di etichette di Barolo Docg e Timorasso Derthona Doc che i produttori presenteranno di persona nelle loro molteplici sfaccettature, proponendo in degustazione cru e annate differenti. Le aziende agrolimentari associate alla Strada del Barolo e a Terre Derthona proporranno piccoli assaggi di prodotti di eccellenza del territorio piemontese.

Durante l’evento è previsto anche un salotto-degustazione che avrà come protagonisti produttori e produttrici che racconteranno la loro esperienza e proporranno in degustazione vini particolarmente rappresentativi della loro produzione, non presenti ai banchi di assaggio allestiti nelle sale del palazzo. A condurre il salotto Francesco Quarna, DJ e vignaiolo, appassionato di viticoltura e di enogastronomia, che conduce il podcast “Deejay Wine Club” e “Summer Camp” in diretta su Radio Deejay.

Prima dell’apertura al pubblico è in programma una Masterclass di approfondimento su Barolo Docg e Timorasso Derthona Doc riservata (su invito) ai ristoratori e agli operatori del settore, organizzata in collaborazione con Confcommercio Milano ed EPAM – Associazione Provinciale Milanese Pubblici Esercizi, che sarà condotta da Davide Buongiorno, Diplomato Wine & Spirit Education Trust (WSET), Certified Educator WSET e giudice ai Decanter World Wine Awards. Per informazioni scrivere a comunicazione@stradadelbarolo.it

PROGRAMMA:

• 14.00-15.00: Masterclass di approfondimento su Barolo Docg e Timorasso Derthona Doc riservata ai ristoratori e agli operatori del settore

• 15.00-16.30: degustazione riservata agli operatori, con postazioni dei produttori di Barolo Docg e dei produttori di Timorasso Derthona Doc

• 17.00-21.00: degustazione aperta al pubblico, con postazioni dei produttori di Barolo Docg e dei produttori di Timorasso Derthona Doc

• 19.00-20.00: Salotto-degustazione condotto dal DJ e vignaiolo Francesco Quarna

BIGLIETTI:

Il costo del biglietto di ingresso è di 35,00 € a persona (30,00 € per i soci per i soci Confcommercio, Go Wine, AIS, Fisar, Onav*) in prevendita online e include degustazioni illimitate di vino e un piccolo assaggio per ogni produttore food, oltre al calice della Strada del Barolo e la tasca portabicchiere. Il costo del biglietto di ingresso con incluso l’accesso al salotto-degustazione è di 45,00 € a persona. (*) Alle persone in possesso del biglietto scontato sarà chiesto di esibire la tessera Confcommercio, Go Wine, AIS, Fisar o Onav in corso di validità).

Produttori di Barolo Docg:
1. Bel Colle, Verduno (CN)
2. Diego Morra, Verduno (CN)
3. Dosio Vigneti, La Morra (CN)
4. Giacomo Borgogno & Figli, Barolo (CN)
5. Gigi Rosso, Castiglione Falletto (CN)
6. Josetta Saffirio, Monforte d’Alba (CN)
7. L”Astemia, Barolo (CN)
8. Le Strette, Novello (CN)
9. Luigi Vico, Serralunga d’Alba (CN)
10. Poderi Colla, Alba (CN)
11. Sordo Giovanni, Castiglione Falletto (CN)
12. Vietti, Castiglione Falletto (CN)

Produttori di Timorasso Derthona Doc:
1. Cantine Volpi, Tortona (AL)
2. Claudio Mariotto, Tortona (AL)
3. Davico Stefano, Montemarzino (AL)
4. Ezio Poggio, Vignole Borbera (AL)
5. La Colombera, Tortona (AL)
6. La Stellara, Ovada (AL)
7. Paolo Poggio, Brignano Frascata (AL)
8. Sassaia, Capriata d’Orba (AL)
9. Tenute Rade, San Marzano Oliveto (AT)
10. Terre di Sarizzola, Sarizzola (AL)
11. Vietti, Castiglione Falletto (CN)

Produttori agroalimentari:

1. Cascina Boschetto, Stazzano Piemonte (AL)
2. Cascina Roveta, Bubbio (AT)
3. Fork in Travel, Acqui Terme (AL)
4. Mosto Ardente, Castellino Tanaro (CN)
5. Banco di assaggio di prodotti di eccellenza delle Terre Derthona

Una bellissima occasione da non perdere per conoscere vini e territori molto importanti e godersi una bellissima serata all’insegna della condivisione e della qualità!!

Per acquistare i biglietti online, questo è il link

Articolo a cura di:

Sommelier Merati Luca

Marius Dumitru, orgoglio della sommellerie italiana

Quante volte ci è capitato di andare in un ristorante e dopo aver scelto cosa mangiare fermarsi a sfogliare lunghe carte vini senza sapere se e quale vino possa esaltare le nostre scelte gastronomiche?

Abbinare un buon vino ad un buon cibo non è prerogativa solo di ristoranti costosi o stellati ma è una possibilità che abbiamo dalla semplice pizza fino a complessi e affascinanti piatti gourmet.

Spesso però per paura di far brutta impressione o per sfiducia nella figura del sommelier quando siamo seduti al tavolo del ristorante ci facciamo consigliare il piatto del giorno ma tentenniamo nel chiedere consigli sul vino. Questo potrebbe essere un grave errore.

Potremmo essere già esperti o molto appassionati, potremmo non capirne molto e vergognarci, potremmo essere convinti che il vino buono sia solo quello che scegliamo da tanti anni ma avere l’opportunità di chiedere, parlare, confrontarsi con un sommelier che ha studiato, che ha visitato le aziende vitivinicole della quale propone i vini, che ha testato tanti abbinamenti con ogni piatto del suo ristorante per offrire ogni volta la miglior esperienza, è un occasione da non perdere!!

Tutto questo per anticiparvi che oggi faremo un breve botta e risposta con uno dei Sommelier che nell’anno appena finito, il 2024 si è messo in luce.

Marius Dimitru ha fatto un percorso invidiabile:

Diventa Sommelier Ais nel 2019

3° miglior sommelier della Lombardia Ais 2020

2° miglior sommelier della Lombardia Ais 2022

Diventa Sake Sommelier nel 2023

La sua carta vini è premiata nel 2023 e 2024 nella Wine List Italia

Diventa “MIGLIOR SOMMELIER DELLA LOMBARDIA AIS 2024”

Ora in forza come Sommelier e creatore della carta vini al ristorante Ma.Ri.Na di Olgiate Olona dove al fianco dello Chef Giorgio Caimi e con la direzione del proprietario Giorgio stanno regalando ad ogni cliente esperienze incredibili.

Prima di farci dare un po’ di consigli da Marius aggiungo che il vero grande lavoro che sta facendo partendo dal ristorante e passando da ogni singola attività che segue riguardante il vino sul territorio nazionale è quello di abbattere le barriere tra il cliente e l’idea che il sommelier e il vino siano figure istituzionali solo per esperti del settore. Il grande lavoro che svolge è avvicinare le persone al mondo del vino e rendere l’abbinamento enogastronomico accessibile, divertente e interessante. La sua incredibile gentilezza unita a una grande empatia permette a tutte le persone che si relazionano con lui di vivere bellissime esperienze e di rivalutare al meglio la figura del Sommelier!!

Ora però approfittiamone e conosciamolo meglio:

Quali Ristoranti hanno segnato il tuo percorso nel mondo del vino?

“Sicuramente un posto che ora non esiste più di nome La Banca Dei Sapori, un enoteca con all’interno circa 500 etichette di vino dove la mia passione è nata, seguito dal ristorante Il Liberty a Milano di Andrea Provenzani dove ho migliorato tantissimo la capacità di creare straordinari pairing vino-cibo. Un passaggio al Bianca Relais dove ho continuato con la ricerca e sperimentazione fino ad approdare al Ma.Ri.Na di Olgiate Olona dove mi sto mettendo in gioco al 100%”.

Quanto tempo occorre prepararsi per mirare al titolo di miglior Sommelier di Lombardia?

“Avendo provato tre volte prima di riuscirci sono arrivato alla conclusione che mi servivano almeno due ore di studio al giorno unito al lavoro di ricerca per la carta vini del ristorante che è in continua evoluzione e a esperienze sui vari territori italiani direttamente in cantina quando avevo tempo libero”.

Durante la gara per il titolo cosa si impara e che sensazioni rimangono impresse nella mente?

“La gara insegna che bisogna sempre mettersi in gioco cosi da rimanere sempre aggiornati e con la mente allenata sul panorama vitivinicolo mondiale. Poi è un occasione eccezionale per apprendere informazioni e nozioni da altri candidati molto esperti che magari conoscono territori specifici meglio di me ma quello che più conta è la semplicità con la quale nascono nuove amicizie che regalano bellissime emozioni durante la gara e dopo nella vita di tutti i giorni. A me è successo più volte e ne sono felicissimo”.

In questi concorsi hai l’impressione che col passare degli anni il livello si abbassa o si alza?

“In realtà speravo che i miei avversari fossero leggermente più indietro invece è stata una vera e propria battaglia fino alla fine a colpi di nozioni studiate faticosamente e di meticolosità nelle prove pratiche. Il livello è sempre più alto e ne sono felice”.

Sensazioni al momento della premiazione sapendo di aver superato tutte le prove e le interrogazioni e avendo conquistato il primo posto dopo due anni sui gradini più bassi del podio?

“La prima sensazione è stata liberatoria, dopo un anno passato a studiare e a fare sacrifici per raggiungere il gradino più alto, poi è arrivata la gratitudine verso diverse persone che sono state fondamentali in questo lungo e difficile percorso”-

Ora devi fare i nomi: a chi vanno i ringraziamenti?

“Ovviamente per prima c’è la mia compagna Francesca che ha fatto tantissimi sacrifici per supportarmi visto anche la presenza di un bimbo e il mio continuo dedicar tempo allo studio. Senza di lei non so proprio come avrei fatto. Subito dopo il ristorante che mi ha permesso di assentarmi spesso per vari approfondimenti e varie degustazioni e per finire amici e colleghi che mi hanno interrogato per ore settimana dopo settimana”.

Risposta istintiva: cosa sceglieresti tra Bollicina, Rosso, Bianco, Orange o Fortificato?

“Bollicina”.

Perché?

“Perché di solito si aprono in momenti di festa e di condivisione, perché ci vuole pazienza per ottenere quelle bollicine e perché le tecniche per produrle sono davvero tante e affascinanti”.

Quale zona vitivinicola preferisci?

“Mi sono innamorto di tante zone negli anni, ora sono in fissa per il Portogallo”.

Come mai?

“La diversità tra i terreni da un isola all’altra e nel continente permette allo stesso vitigno di esprimersi in maniera completamente diversa. Poi la sapidità dei vini è la linea che li lega tutti. Il Douro, il Dao, il Vinho Verde sono luoghi magici e i loro vini si trovano in poche carte vini italiane”.

Qual è il tuo vitigno preferito?

“Ne ho davvero molti ma se guardo la mia carta vini devo ammettere che lo Chardonnay con la sua versatilità l’ho scelto in tantissime versioni”.

Convenzionali o Naturali bisogna scegliere o possono convivere?

“Quello che posso dire è che l’unico arbitro è il calice, se una volta che ho il mio calice in mano e assaggio il vino e mi piace, riesco a godermelo con le persone a me care vicino e ci fa stare bene allora quel vino è quello giusto indipendentemente dall’etichetta”.

Pesce o carne?

“Lavoro in un ristorante di solo pesce, se esco vado a mangiare carne ma a casa preferisco pesce”.

Abbinamento cibo-vino che ti ha stupito in questi anni fatto da qualcun’altro?

“Brodo di castagne con ostriche con uno Chateau Chalon 1999 al Cambio di Totino”.

Il tuo abbinamento cibo-vino che ti lascia sempre un bel ricordo?

“Gorgonzola accompagnato da un Fico Caramellato (cotto con Rhum, miele e zenzero) con un Rathafia Champenoise”.

Ringrazio Marius per la sua disponibilità e per averci raccontato un po’ in cosa consiste l’ottenere un riconoscimento importante come il premio di Miglior Sommelier di Lombardia Ais 2024, per averci svelato un po’ i suoi gusti e le sue preferenze.

So che uno dei suoi desideri sarebbe quello di rendere il linguaggio del vino più semplice cosi da avvicinare sempre più persone a questo mondo ma una cosa che ripete spesso è: “Per semplificare i concetti bisogna prima studiare bene gli argomenti ecco perché raccomando a tutti i sommelier di non smettere mai di approfondire e migliorarsi. Il mondo del vino è visto ancora troppo come elitario e il sommelier deve rompere queste barriere avvicinando le persone con uno story telling piacevole e accattivante..”.

Articolo a cura di:

Sommelier Merati Luca