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Le Guide de L’Espresso 2026, presentate le nuove edizioni Ristoranti e Vini d’Italia

Al Teatro degli Arcimboldi di Milano, davanti a oltre mille ospiti tra chef, produttori di vino, operatori del settore, istituzioni e stampa, Le Guide de L’Espresso hanno celebrato l’Ottava arte e hanno consacrato l’eccellenza italiana a tavola con la presentazione della 46sima edizione delle Guide: “I 1000 Ristoranti d’Italia” e “I 1000 Vini d’Italia”. Dopo le sette arti classiche — architettura, scultura, pittura, musica, poesia, danza e cinema — l’alta cucina e il vino si sono affermati come Ottava arte, per la capacità di parlare a tutti i sensi e di trasformare un gesto quotidiano in esperienza culturale. La serata, condotta da Guido Meda — vicedirettore Sky Sport e responsabile redazione motori — e Federica Masolin — giornalista e conduttrice Sky Sport — ha visto alternarsi sul palco talk, interventi e premiazioni.

Sono 21 i ristoranti che quest’anno hanno ottenuto il massimo riconoscimento dei 5 cappelli, tra cui 3 guidati da chef donne: Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò), Jessica Rosval (Al Gatto Verde) e Nadia Santini (Dal Pescatore). Ben 6ristoranti hanno raggiunto il punteggio massimo di 20/20Osteria Francescana di Massimo BotturaCracco di Carlo CraccoReale di Niko RomitoDuomo di Ciccio Sultano e, per la prima volta, anche Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo e Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni. Sul fronte del vino, 7 cantine hanno ricevuto il “110 cum laude”, il voto più alto conferito dalla Guida: Alta Mora, Castello di Ama, Elvio Cogno, Ferrari Trento, Giovanni Rosso, Podere Forte e Tenuta Sette Ponti.

Accanto ai massimi riconoscimenti, sono stati assegnati anche i premi speciali, pensati per valorizzare talenti capaci di imprimere direzioni inedite alla cucina e al vino italiani. Tra questi, il premio come Miglior Giovane è andato a Luca Adobati (Casa Romano) e il premio Miglior Outsider, un nuovo riconoscimento introdotto quest’anno, è stato consegnato ad Alberto Gipponi (Dina). Per i vini, invece, in primo piano il titolo di Miglior Vino Spumante, assegnato a Ferrari Trento di Matteo Lunelli, e il premio per il Miglior Produttore Under 40, conferito a Casanova di Neri, ritirato da Marianna Neri.

Durante l’evento, spazio a un confronto tra istituzioni e protagonisti della scena culturale italiana. Sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi, Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe — Federazione italiana pubblici esercizi — e Jacopo Veneziani, storico dell’arte e divulgatore. I tre talk tematici — “Sapori d’Italia”, “Fuori Scena. Outsider” e “L’estetica dell’Ottava” — hanno approfondito il ruolo dell’enogastronomia come motore culturale e innovativo dell’Italia.

Dietro a questa edizione 2026, c’è un lavoro che racconta la dimensione di un intero anno di reportage itinerante. Un viaggio lungo 60.000 chilometri, che ha portato Luca Gardini, curatore delle Guide, e tutti gli ispettori a degustare 1.500vini, visitare 1.200 ristoranti e assaggiare più di 5.000 piatti. Un percorso costruito attraverso migliaia di mail e telefonate e una presenza capillare in tutte le 20 regioni italiane. Più di 1.000 persone, tra cui ispettori, curatori, redattori, grafici, fotografi, incontrate lungo il viaggio su e giù per l’Italia, testimoniano la solidità di un racconto che ogni anno ridisegna la mappa enogastronomica del Paese.

Nel corso della serata, è stata presentata in anteprima la versione aggiornata del sito (guidespresso.it) e la nuova app de Le Guide de L’Espresso, progettate per rendere le eccellenze enogastronomiche facilmente fruibili da chiunque, ovunque, con contenuti immediati e sempre aggiornati.

Le novità non sono finite: nel 2025, Le Guide de L’Espresso hanno aperto un nuovo capitolo narrativo, con tre branded content e due progetti editoriali capaci di reinterpretare la cultura enogastronomica italiana in modi più contemporanei. Con Kia, il progetto Outsider sta raccontando i protagonisti che hanno scelto strade non convenzionali, ridefinendo i confini della ristorazione italiana. Con Enilive, una stazione di servizio è diventata un luogo di esperienza culinaria, grazie ad ALT – Stazione del Gusto. Con Elica è stato realizzato “Silenzio, parla il cooking”, una serie di cortometraggi in cui si fondono arte pittorica e gesto gastronomico. A questi, si sono affiancati anche due progetti editoriali: Sapori e Storie di Roma, in collaborazione con American Express e Confesercenti Roma, una guida dedicata alla vitalità delle trattorie della Capitale, e Best Restaurants & Wines of 2025, in partnership con Gruppo Pellegrini, una versione internazionale delle classiche Guide de L’Espresso.

«Questa serata celebra le eccellenze italiane, ma soprattutto dà lustro a una filiera che costruisce cultura e lavoro. La cucina e il vino sono diventati la nostra forma più autentica di diplomazia: parlano al mondo con il linguaggio del gusto— ha dichiarato Emilio Carelli, direttore de L’Espresso — Le Guide continuano a essere una sentinella inquieta, sempre in viaggio per osservare e interpretare i cambiamenti del Paese attraverso la sua tavola».

«Raccontare l’Italia del gusto significa raccontare chi siamo, attraverso tavole e calici che esprimono ogni giorno la nostra identità. Le Guide de L’Espresso valorizzano chi, con talento e passione, trasforma il cibo e il vino in esperienze autentiche, offrendo al lettore una bussola sicura nel panorama enogastronomico italiano», ha commentato Luca Gardini, curatore de Le Guide de L’Espresso.

Mater Bistrot, cucina di contrasti

Mater Bistrot, semplicità e ricercatezza

Intimo ed elegante al punto giusto, ma tutto sommato informale come nello spirito del più classico dei bistrot. Si mangia vicini, tra i ventidue coperti che riempiono la piccola sala. Mentre i quattro sgabelli posti di fronte al bancone della luminosa cucina a vista, a destra dell’ingresso, offrono la possibilità di una intrigante chef table. A fare da cornice alla cucina, bottiglie curiose di una collezione di vini portata avanti con passione. La parete a destra dell’ingresso, volutamente scrostata e tanto semplice quanto calda nella sua ruvidezza, crea una atmosfera familiare. Alla quale fanno da contorno luci morbide, tavoli marmorei e scompagnate poltroncine retrò. Semplicita e cura del dettaglio, in un gioco di contrasti che si riflette nella proposta culinaria di Chef Alessandro Leone. E’ Mater Bistrot, in Via Sottocorno 1 a Milano.

Spazio ai piccoli produttori

La parete scrostata – racconta Chef Alessandro Leone – è nata quando abbiamo tirato giù la boiserie di finto mattone rosso, scoprendo i precedenti intonaci. E l’abbiamo tenuta perché riprende l’idea di materia prima che è il nostro punto di partenza” Una idea che si ripropone anche in cucina, con l’utilizzo di prodotti stagionali di piccoli produttori. “Se utilizziamo prodotti fuori stagione, è perché li abbiamo lavorati in stagione”. Come i cocomeri sottaceto, ingrediente della Cremosa al cioccolato bianco, nocciole caramellate, polveri di capperi e, appunto, cocomeri sottaceto. Proposto nel menù degustazione, a rappresentare perfettamente la filosofia di Mater Bistrot.

Alternanza non uniforme

Non cerco un equilibrio di gusto, dal momento che è impossibile trovare l’equilibrio che accontenti tutti – precisa Alessandro Leone – Piuttosto, quando realizzo un piatto, mi pongo l’obiettivo che gli elementi siano netti, contrastanti ed opposti” Contrasti che nella cremosa sono dati dalla dolcezza del cioccolato bianco e dalla sapidità del cappero disidratato e dai cristalli di sale cosparsi casualmente. “Cerco la rottura, altrimenti cioccolato bianco e cappero disidratato andrebbero di pari passo. Io invece voglio l’alternanza non uniforme della dolcezza dell’uno alla sapidità dell’altro insieme alla acidità della frutta. Per rompere la monotonia del piatto” Alla base, comunque, una propensione limitata ai dolci. “Non ne sono particolarmente amante, per questo motivo prediligo dolci con una spiccata nota sapida

Bon ton, no grazie

Contrasti a parte, la cucina di Mater Bistrot è una cucina divertita, giocosa e irriverente. Sorprende e conforta allo stesso tempo, grazie alla sua capacità di esprimere l’essenza degli ingredienti e creare effetti inattesi. “Le cose strane le facciamo in degustazione. Per esempio, gli spaghetti saltati nel sugo fatto con un soffritto di aglio, basilico e fragole” Nel menù alla carta sono presenti piattini da mangiare con le mani, pensati per essere condivisi tra i commensali. “Vogliamo rompere lo schema del bon ton e del servizio impettito. Le persone che vengono a mangiare da noi devono sentirsi rilassati come se fossero ospiti a casa di qualcuno

Dall’ostrica al mondeghili, dimenticate le posate

Tra i diversi piattini, le intramontabili polpette. Servite con la giusta creatività. Come i materghili, versione alternativa dei mongeghili, preparati con mortadella, lingua di vitello e reale di vitello e sopra una salsa chimichurri. C’é poi una cicoria pan di zucchero cotta sui carboni della brace e completata con una pasta ai semi di zucca. “Sopra ci mettiamo una salsa all’aceto“. Per rimanere in linea con l’ambientazione bistrot, una ostrica fin de claire. “L’acqua dell’ostrica viene sostituita dal grasso di pollo arrosto, con qualche goccia di sriracha” Non ultimo, il tonnetto crudo. “Un taglio sashimi con un pico de gallo fatto di melone e una salsa al lime” E per gli amanti dei funghi, funghi dragoncelli panati e fritti serviti con salsa al dragoncello e maionese al ribes.

Una esperienza lontana dagli schemi

In carta, che cambia ogni 40 giorni, ritorna l’ostrica. Da quella con kiwi e guanciale croccante alle più recenti, fritte o servite con rape sottoaceto e olio estratto dalla n’duja. Il menù prosegue tra paste fresche, paste secche e risotti, questi ultimi sempre presenti. “Recentemente ne abbiamo presentato uno al gorgonzola, barbabietola fermentata e wasabi” Passando ai secondi, troviamo una tartare di fassona servita con salsa olandese al polline ed una ceviche di tonnetto con mosto di fico e salsa di peperoncino habanero fermentato. Particolare attenzione alle pietanze vegetali. “Da sempre serviamo il carciofo alla giudia, che sbollettiamo prima di passare alla frittura a 180°. Lo serviamo con una buccia di limone e pepe di cubebe, dal sentore leggermente mentolato” A chiudere, una cheesecake basca con mosto di fichi. “Il nostro auspicio – conclude Alessandro Leone – è che i clienti di Mater Bistrot provino una esperienza culinaria lontana dagli schemi. Rilassati, in un ambiente altrettanto lontano dagli schemi. Alla ricerca dell’essenziale, perché la vera eleganza è semplice e spontanea. E non ha bisogno di orpelli e artifici

 Pesca di Prato, un viaggio tra passato e presente

Gelato alla Pesca di Prato, il nuovo affianca la tradizione

Un dolce che racconta un territorio, un gelato che ne rinnova la narrazione. A farsene portavoce, la Pasticceria Nuovo Mondo di Paolo e Andrea Sacchetti e Badiani Gelateria di Paolo Pomposi, punto di riferimento per il gelato artigianale sin dal 1932. Dalla collaborazione di queste due eccellenze toscane è nato il gelato alla Pesca di Prato.  “La Pesca di Prato – dichiara Paolo Pomposi – rappresenta un patrimonio gastronomico che merita di essere raccontato anche attraverso il nostro gelato. Ci metto dentro la pesca frullata, per ricrearne il sapore e dare vita ad un gusto che sorprenda”. Novità e tradizione insieme, Pesca di Prato è un nuovo modo di vivere la tradizione.

Pesca di Prato, simbolo di una città

Perché di tradizione si parla, la prima volta che Pesca di Prato è stata servita risale all’Unità d’Italia. “Nel corso di una cena tra massoni per festeggiare la raggiunta Unità racconta Paolo Sacchetti il locandiere ha servito due palline di pane dolce inzuppate in una bagna all’alchermes, con sopra una ciliegia” Un dolce ormai fatto dappertutto in Italia, ma le cui origini sono rigorosamente pratesi. Tornato a nuova vita, oggi è una delle creazioni più rappresentative di Pasticceria Nuovo Mondo. La Pesca di Prato è parte della mia storia personale e del lavoro della mia famiglia. Un simbolo che parla di Prato, della sua gente e delle sue radici. Vederla oggi reinterpretata da un maestro gelatiere come Paolo Pomposi è motivo di grande orgoglio”

Componente alcolica, elemento irrinunciabile

Tanti sono i modi di fare questo dolce, dalla Pescamisù (che prende ovviamente spunto dal tiramisù) alla versione al cioccolato o con lo zabaione oppure all’arancio. Paolo Sacchetti di Pasticceria Nuovo Mondo unisce le due semisfere di 12g di soffice pasta brioche, bagnate in 12g di Alchermes, con una delicata crema pasticcera. “Da anni la pasticceria italiana ha diminuito la componente alcolica. Dovuto al fatto che l’alcol non è più necessario a conservare i dolci come in passato, quando mancavano i frigoriferi. Ma la componente alcolica rimane comunque importante, nei dolci da freschezza e predispone lo stomaco al consumo. Perciò le mie pesche hanno una inzuppitura sui 14°”

Un dolce che travalica i confini

E’ un dolce che ho portato tante volte in televisione – prosegue Paolo Sacchetti – addirittura una volta la televisione britannica è venuta fino a Prato a fare un servizio sulla mia pasticceria” Un dolce, la Pesca di Prato, che ha infatti da tempo travalicato i confini regionali e nazionali. Come ricorda lo stesso pastry chef. “Nel 2008 facemmo una scuola di pasticceria a Prato in collaborazione con il Consorzio Pasticceri Pratesi ed invitammo un grande pasticciere spagnolo. Durante la cena, ogni partecipante presentava un proprio dolce di battaglia, ovviamente io presentai le pesche. E lui disse che le faceva quando era apprendista” Notorietà certamente gratificante, ma Paolo Sacchetti rimane fedelmente ancorato alle sue origini toscane.

Paolo Sacchetti, dal 1989 punto di riferimento a Prato

Classe 59, fiorentino di nascita e pratese di adozione, nel 1976 si diploma perito meccanico per accontentare il papà che lo sogna dipendente della Nuova Pignone. Ma la passione per i dolci, che si trascina sin da bambino, emerge prepotentemente. “Negli anni 80 ho fatto esperienze in diverse pasticcerie fiorentine, diventando anche primo pasticciere alla Pasticceria Barunci che oggi purtroppo non esiste più” Poi, nel 1989, la svolta con l’apertura della sua pasticceria. “A Prato ormai le pasticcerie avevano ridotto la produzione, che nel pomeriggio finiva nel congelatore. Ho portato un nuovo mondo, sono stato il primo a fare la pasticceria mignon. E ho inventato un cremino, che cuocevo a ritmo continuo. E’ stato la mia fortuna

Mai restio alle novità, dal Biscotto del Papa al Panettone a bauletto

Storico Vice Presidente di AMPI, nella associazione fondata nel 1993 da Iginio Massari è cresciuto professionalmente dimostrandosi mai restio alle novità. “Ho ideato un pan di spagna farcito con una specie di crema chantilly, per l’apporto contenuto di panna. Inzuppato con liquore al chassis e fragola frullata, viene farcito di pezzi di frutta fresca e brevemente congelato. Quando si va a mangiarlo, alla cremosità della crema pasticcera si aggiunge la dolcezza del pan di spagna bagnato. Cose oggi normali, ma trent’anni erano una novità” Tra le altre, anche il Biscotto del Papa ideato in occasione della visita di Papa Francesco a Prato. Ma soprattutto un panettone del quale è molto orgoglioso. “Vent’anni fa – conclude Paolo Sacchetti – facevo un panettone a bauletto con i fichi secchi di Carmignano, le noci e sopra una glassa ai pinoli. Lo vendevo tutto l’anno, è stato un mio grande cavallo di battaglia

ONAV entra nel Master IULM: la cultura dell’assaggio per i comunicatori del vino

Una nuova alleanza tra università e Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino porta tecnica sensoriale e cultura del vino nel percorso formativo di IULM.

L’accordo tra ONAV – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino e l’Università IULM inaugura un capitolo significativo per la formazione nel mondo del vino. A partire dall’anno accademico 2025/2026, gli esperti ONAV entreranno in aula per integrare il Master in Food & Wine Communication, offrendo non solo competenze tecniche sensoriali, ma anche una visione culturale profonda del patrimonio enologico italiano.

La partnership tra ONAV e IULM: obiettivi e significato

L’apporto tecnico e sensoriale di ONAV

Con oltre settant’anni di esperienza nella formazione sensoriale, ONAV introduce nei moduli del Master un approccio strutturato all’assaggio: analisi sensoriale, metodi scientifici, comprensione dei profili aromatici. L’obiettivo è che gli studenti sviluppino consapevolezza sensoriale, che diventi strumento efficace per comunicare il vino con rigore e sensibilità.

Verso comunicatori del vino “ibridi”

Secondo Vito Intini, presidente ONAV, la missione è «formare assaggiatori consapevoli» ma anche contribuire a creare **comunicatori capaci di raccontare il vino con competenza e sensibilità». D’altra parte, il professor Vincenzo Russo, direttore del Master, definisce la collaborazione come un passaggio strategico: «gli studenti potranno vivere esperienze dirette con professionisti che incarnano la cultura dell’assaggio, arricchendo le loro capacità comunicative».

Il Master Food & Wine Communication di IULM

Struttura e contenuti

Il Master universitario di I livello in Food & Wine Communication si articola in 8 moduli, tra cui “Il Sistema Enogastronomico”, “Storia e Cultura Enogastronomica”, “Food & Wine Marketing”, “Laboratori”, “Il Mondo del Vino”. Prevede visite aziendali, testimonianze di professionisti, stage o project work finali.  

Si propone come percorso full-time della durata di sei mesi a Milano.  

Costi e modalità di iscrizione

Per gli studenti italiani, la quota di iscrizione è pari a € 11.500,00; per gli studenti internazionali è di € 13.800,00.  

Le modalità di pagamento prevedono più rate e una quota di preiscrizione (€ 100) che viene scontata dalla prima rata.  

Sbocchi professionali e occupazione

Secondo i dati AlmaLaurea relativi al Master Secondo (media 2014-2015 / 2023-2024), l’84,4 % dei diplomati trova occupazione entro sei mesi dal diploma, e il 43,8 % opera in un’azienda differente da quella del tirocinio curriculare.

I profili professionali possibili includono ruoli di marketing, comunicazione, organizzazione eventi per aziende vitivinicole, consorzi, enti internazionali.

Sinergie e prospettive future

ONAV e la sua strategia formativa

Oltre al rapporto con IULM, ONAV ha avviato un piano educativo che vede la SUMAV (Scuola Universitaria Maestri Assaggiatori) e iniziative nelle scuole per diffondere la cultura del vino.

Il contributo del Wine Institute di IULM

All’interno dell’ateneo, il IULM Wine Institute (IWI) si occupa di ricerche e studi sul settore vinicolo: l’integrazione con il Master e ONAV potrà amplificare le sinergie tra formazione, analisi di mercato e comunicazione strategica.  

Rafforzare il racconto internazionale del vino italiano

Unire la scienza dell’assaggio alla capacità di raccontare il vino significa valorizzare il vasto patrimonio enogastronomico italiano su scala globale. I comunicatori formati potranno operare come veri ambasciatori del vino, con linguaggi moderni, tecniche e competenze interdisciplinari.

La partnership tra ONAV e IULM rappresenta un passo rilevante nel mondo della formazione enogastronomica. Portare l’esperienza sensoriale nell’aula accademica arricchisce il percorso del Master Food & Wine Communication e potenzia la preparazione dei futuri comunicatori del vino. Questa sinergia coniuga tecnica, cultura e passione, promuovendo una visione integrata e sofisticata del racconto del vino italiano.

Fileni lancia il nuovo progetto di comunicazione integrata “La casa che abiteremo”

Fileni, uno dei principali operatori nel settore avicunicolo, ha deciso di rafforzare la propria vicinanza ai consumatori con un nuovo e ambizioso progetto di comunicazione integrata, che coinvolge una serie di attività innovative su più canali. Milano è stata scelta come location ideale per il lancio, grazie alla sua centralità e alla varietà di flussi quotidiani che la caratterizzano.

La Domination in Stazione Cadorna: un impatto visivo straordinario

Dal 29 settembre e per due settimane, Fileni avrà una Domination di grande impatto nella stazione Milano Cadorna. La campagna sfrutterà 29 impianti pubblicitari, tra cui avant-garde, entry screens, twin led, skyline, ledwall sincronizzati e skyscraper. L’obbiettivo è quello di raggiungere un ampio pubblico di pendolari con una creatività forte e immediata che veicoli il messaggio del brand in modo visibile e coinvolgente.

Il Temporary Store: un’esperienza diretta con il brand

Contemporaneamente alla Domination pubblicitaria, Fileni inaugura anche un Temporary Store all’interno della stazione, offrendo ai consumatori l’opportunità di scoprire e acquistare i prodotti direttamente sul posto. Questo spazio non è solo un punto vendita, ma anche un’occasione per conoscere i valori del marchio, assistiti da hostess dedicate. Il Temporary Store rappresenta una fusione di comunicazione e engagement diretto con il pubblico.

La campagna TV e radio: ritorno on air con “La casa che abiteremo”

La campagna pubblicitaria “La casa che abiteremo” è tornata on air in TV dal 28 settembre. Questo nuovo flight della campagna, ideato dall’agenzia Ideal, rinnova la sua forza narrativa con il payoff “Scelta Giusta”, che diventa il cuore del nuovo posizionamento del brand. La campagna prevede anche la presenza in metropolitana con spot che saranno trasmessi dal 29 settembre al 12 ottobre, a supporto delle attività promozionali a Milano. Dal 19 ottobre, il brand tornerà anche in radio con la campagna “Scelta Giusta”.

Il Gruppo Fileni: impegno verso la sostenibilità e l’innovazione

Il Gruppo Fileni, fondato nel 1965, è oggi un punto di riferimento nel settore avicunicolo con un fatturato che ha raggiunto i 612 milioni di euro nel 2024. Con i marchi FileniFileni BIO, e Club dei Galli, l’azienda è presente in GDO, Normal Trade e Ho.re.ca. Fileni si impegna quotidianamente verso scelte consapevoli e responsabili, mirando a un futuro sempre più sostenibile, come testimoniato dalle sue campagne di comunicazione e dal lancio di prodotti biologici.

Una strategia vincente per il futuro di Fileni

Il nuovo progetto di Fileni rappresenta una strategia vincente che coniuga innovazionesostenibilità e vicinanza ai consumatori. Con il suo approccio integrato, che unisce pubblicità outdoorTemporary Store e comunicazione TV e radio, il brand si propone di rafforzare la propria immagine e consolidare il legame con il pubblico. Questo progetto è una testimonianza dell’impegno di Fileni nel comunicare non solo il prodotto, ma anche i propri valori fondamentali.

5 nuovi ristoranti a Milano da provare quest’estate

Scopri la nuova scena gastronomica milanese con cinque locali imperdibili: nuovi ristoranti Milano estate 2025

Milano si conferma anche nel 2025 come uno dei principali poli gastronomici italiani. Nonostante il panorama ricco e variegato, sono ben cinque le nuove aperture che riescono a distinguersi per originalità, cura nei dettagli e una proposta gastronomica che fonde innovazione e radici territoriali. Se stai cercando nuove esperienze da vivere durante l’estate, questi ristoranti meritano di essere in cima alla tua lista.

Lubna: listening restaurant bar con anima stellata

Indirizzo: Via Vezza D’Oglio 14 – Zona Fondazione Prada e ICA

Lubna è un locale dallo spirito contemporaneo, nato dall’esperienza del team di Moebius, ristorante stellato. L’ambiente si distingue subito per l’approccio immersivo e per l’unione armoniosa tra cucina, musica e design.

La proposta gastronomica è costruita attorno a tre elementi chiave: fuoco, fumo e brace. I piatti sono preparati davanti agli ospiti, creando un’interazione diretta tra cucina e sala. Inoltre, i cocktail sono studiati per completare l’esperienza, con aromi affumicati che richiamano i sapori del menu.

Il locale ospita anche uno spazio eventi, Magma, e una galleria d’arte contemporanea. Lubna si presenta quindi come un luogo multidimensionale, dove ogni visita diventa un momento unico.

Perché sceglierlo: per un’esperienza multisensoriale che unisce alta cucina e intrattenimento culturale.

Muku Kyoto: raffinato kappo giapponese

Indirizzo: Via Piero della Francesca 52 – Zona Cadorna

Nel cuore di Milano, Muku Kyoto rappresenta un punto di riferimento per la cucina giapponese autentica. È il primo ristorante kappo in Europa, e si distingue per l’estrema attenzione alla gestualità culinaria e al rispetto della stagionalità.

La cucina kappo si basa sul contatto diretto tra chef e commensale. Infatti, i piatti vengono preparati davanti agli ospiti in uno spazio intimo, quasi teatrale. L’ambiente è silenzioso, elegante, privo di fronzoli: ogni elemento è pensato per esaltare la centralità del cibo.

La proposta varia quotidianamente. Ciò permette di valorizzare la freschezza degli ingredienti e di costruire un’esperienza diversa ad ogni visita.

Perché sceglierlo: è perfetto per chi cerca eleganza, precisione tecnica e autenticità giapponese.

Osteria da Fiorella: cucina romana contemporanea

Indirizzo: Largo Corsia dei Servi 11 – Zona Duomo/San Babila

Osteria da Fiorella è la nuova scommessa dello chef Max Mariola. Il locale punta su una cucina fortemente identitaria, ispirata alla tradizione romana. Tuttavia, ogni piatto viene riletto con tecniche moderne e una particolare attenzione alla leggerezza.

Il menu è semplice ma curato: amatriciana, carbonara e coda alla vaccinara sono solo alcuni dei piatti iconici. I prezzi restano accessibili, soprattutto considerando la centralità della posizione e la qualità delle materie prime.

L’atmosfera è conviviale, informale e rilassata. Fiorella è l’ideale per chi desidera sentirsi a casa pur trovandosi nel cuore pulsante della città.

Perché sceglierlo: unisce l’anima della cucina romana alla freschezza dell’approccio contemporaneo.

Banco Popolare Pugliese: cuore salentino in stile industrial

Indirizzo: Via Valtellina 2 – Zona Isola

Banco Popolare Pugliese è un ristorante dal doppio registro estetico e gastronomico. Da un lato, celebra la cucina salentina attraverso piatti iconici; dall’altro, lo fa in un ambiente industriale curato nei dettagli.

Il bancone, elemento centrale, è un richiamo alla storicità del luogo, mentre le pareti grezze e l’arredamento minimalista raccontano una Puglia urbana e contemporanea. Tra le proposte in carta spiccano orecchiette con cime di rapa, fave e cicorie e piatti a base di pesce azzurro.

Il vino gioca un ruolo fondamentale. La carta è incentrata su etichette pugliesi con ampio spazio ai vitigni autoctoni.

Perché sceglierlo: per chi vuole riscoprire i sapori del Sud in un contesto moderno e creativo.

Mogo Hifi Bar and Dining: listening bar e cucina curata

Indirizzo: Via Bernina 1c – Zona Farini

Mogo è un locale che mescola alta fedeltà sonora e raffinatezza gastronomica. Nato dall’estro dello chef Yoshi Tokuyoshi, propone un menu di ispirazione asiatica e internazionale, fortemente influenzato dall’esperienza di Bentoteca.

Il punto di forza del ristorante è il sistema audio, progettato per offrire una qualità d’ascolto superiore. Questo crea un’atmosfera unica, in cui la musica diventa parte dell’esperienza sensoriale, e non solo sottofondo.

Il menu include proposte leggere, ideali per brunch e cene informali. Inoltre, il locale è perfetto per chi cerca un ambiente dinamico e accogliente.

Perché sceglierlo: è un punto d’incontro tra cultura musicale, innovazione gastronomica e design contemporaneo.

Come scegliere il locale giusto: nuovi ristoranti Milano estate 2025

Ami la cucina spettacolare, eseguita davanti ai tuoi occhi?
→ Allora Muku Kyoto è il ristorante che fa per te.

Cerchi una serata elegante, con atmosfere internazionali e cocktail ricercati?
→ Lubna ti sorprenderà con il suo concept innovativo.

Desideri mangiare bene senza spendere troppo, riscoprendo i sapori di una volta?
→ Osteria da Fiorella è la scelta più adatta.

Vuoi una cucina autentica, ma servita in un contesto urbano contemporaneo?
→ Banco Popolare Pugliese è il compromesso perfetto.

Ami la musica e cerchi un’esperienza informale ma ricercata?
→ Mogo Hifi Bar è la risposta giusta per te.

Conclusione: nuovi ristoranti Milano estate 2025

Milano continua a crescere come capitale del gusto, grazie a ristoranti capaci di innovare senza perdere contatto con le proprie radici. I cinque locali presentati non solo rappresentano tendenze diverse, ma offrono anche esperienze pensate per soddisfare ogni tipo di pubblico.

Che tu sia un appassionato gourmet, un viaggiatore curioso o semplicemente alla ricerca di un luogo dove trascorrere una serata diversa, questi ristoranti meritano una visita. L’estate 2025 è il momento perfetto per scoprirli.

Da Vittorio firma il catering della presentazione de Le Guide de L’Espresso 2026 al Teatro Arcimboldi

Sarà Da Vittorio, la storica insegna della famiglia Cerea, a curare il catering dell’evento di presentazione de Le Guide de L’Espresso 2026, in programma giovedì 23 ottobre 2025 al Teatro Arcimboldi di Milano.

Un ritorno in grande stile per l’appuntamento che celebra i protagonisti dell’enogastronomia italiana: alle premiazioni si affiancherà l’esperienza di una delle firme più autorevoli della cucina contemporanea, arricchita dal talento di sei giovani chef selezionati come espressione della nuova generazione gastronomica – Luca Adobati, Davide Caranchini, Arianna Gatti, Pasquale Laera, Chiara Pannozzo e Giovanni Ricciardella.

Dopo il successo dello scorso anno, il Teatro Arcimboldi si conferma cornice ideale per una serata capace di intrecciare eccellenza, emozione e creatività. Un palcoscenico dove la cucina dialoga con le altre arti, rivelandosi sempre più come un linguaggio che si fa espressione culturale e artistica.

Giunte alla 46ª edizione, Le Guide de L’Espresso continuano a raccontare e valorizzare i grandi maestri e i nuovi talenti che rendono unica la scena enogastronomica italiana. Il progetto editoriale porta la firma di Luca Gardini, tra i massimi esperti internazionali di ristorazione e prodotti d’eccellenza, riconosciuto dalla World Ranking of Wine Critics come miglior critico di vini italiani al mondo. Con lui, una squadra di ispettori ha percorso l’Italia visitando ristoranti e cantine, restituendo un ritratto autentico e aggiornato delle migliori realtà del panorama nazionale e confermando il ruolo di sentinella che la testata ricopre dal 1979, nella costante ricerca di nuove promesse e protagonisti capaci di arricchire il racconto del gusto.

Come organizzare un aperitivo perfetto a casa con amici

Come organizzare un aperitivo perfetto in casa per i propri amici? L’aperitivo è un’esperienza conviviale che unisce gusto e semplicità. Non serve una pianificazione complicata. Basta, infatti, prestare attenzione ai dettagli. In questo articolo vedremo passo dopo passo come realizzarlo al meglio. Troverai consigli su cibo, drink, atmosfera e tempistiche. Il risultato? Un momento raffinato ma autentico, perfetto per socializzare in modo spontaneo e rilassato.

1. Definire il tema e il mood:  aperitivo perfetto casa amici

Prima di tutto, è importante scegliere un tema coerente per la serata. Per esempio, puoi optare per un aperitivo italiano, mediterraneo oppure internazionale. La scelta del tema guiderà anche la selezione di cibo e bevande.

Inoltre, creare un mood coerente aiuta a rendere l’esperienza più armoniosa. Usa tovagliette coordinate, luci calde e musica di sottofondo. Così facendo, riuscirai a creare un’atmosfera davvero accogliente. Un piccolo sforzo in fase di allestimento può fare una grande differenza.

2. Determinare numero di ospiti e spazio disponibile

Successivamente, valuta con attenzione quanti amici inviterai. È essenziale conoscere il numero esatto. In questo modo potrai gestire cibo, bevande e spazi con efficienza.

Se il gruppo è numeroso, ti consigliamo di organizzare un buffet. Inoltre, crea diverse zone relax. Se invece hai poco spazio, scegli soluzioni intelligenti. Mensole, sgabelli pieghevoli o tavolini modulari sono ideali.

3. Snack e finger food: qualità e semplicità insieme

Un buon aperitivo si riconosce soprattutto dalla qualità del cibo. L’offerta deve essere varia, ma senza complicarti la vita.

Selezione di salumi e formaggi:  aperitivo perfetto casa amici

Un tagliere misto è sempre un’ottima idea. Scegli salumi stagionati e freschi, uniti a formaggi morbidi e stagionati. Aggiungi anche elementi contrastanti. Per esempio, frutta fresca, miele o marmellate. In questo modo bilanci i sapori in modo elegante.

Opzioni vegetariane e sfiziose

Offri anche alternative vegetariane gustose. Crostini con verdure grigliate, hummus, tartine al formaggio o spiedini caprese sono ideali. Inoltre, sono veloci da preparare e accontentano tutti.

Snack caldi: un tocco gourmet

Proporre almeno uno snack caldo arricchisce la proposta. Involtini, quiche monoporzione o pizzette sono perfetti. Puoi cuocerli in anticipo e riscaldarli poco prima dell’arrivo. Così saranno pronti al momento giusto e senza stress.

4. Drink: tra classici e cocktail personalizzati

Le bevande sono parte essenziale dell’aperitivo. Offrire una selezione equilibrata è fondamentale. Prevedi quindi opzioni alcoliche e analcoliche.

Cocktail classici:  aperitivo perfetto casa amici

Tra le scelte più apprezzate troviamo lo Spritz, il Negroni e l’Americano. Questi cocktail sono semplici da realizzare e piacciono a molti. Inoltre, puoi prepararli in anticipo. Conserva i bicchieri in frigo per mantenerli freddi. Infine, guarnisci con scorze di agrumi per un tocco in più.

Cocktail signature

Per rendere l’evento speciale, crea un cocktail signature della serata. Può essere legato al tema scelto o alla stagione. Ad esempio, un drink alla frutta estiva oppure una rivisitazione di un classico. Servilo in caraffa: è pratico e scenografico.

5. Presentazione e mise en place:  aperitivo perfetto casa amici

Anche l’occhio vuole la sua parte. Un buffet curato è il miglior biglietto da visita.

Disponi piatti, bicchieri e posate in modo funzionale. Usa materiali diversi come vetro, legno e ceramica. In questo modo, crei un gioco di volumi interessante. Altezze variabili e colori armoniosi rendono la tavola più dinamica.

6. Atmosfera: luci, musica e piccoli dettagli

L’ambiente deve essere rilassato ma elegante. Per ottenere questo risultato, usa luci calde e soffuse. Candele, faretti regolabili o lucine decorative sono perfette.

Crea anche una playlist in linea con il tema. Deve essere piacevole e mai invadente. Infine, aggiungi piccoli dettagli: cannucce colorate, cucchiaini particolari o tovagliolini decorati. Sono accorgimenti semplici, ma molto apprezzati.

7. Tempistiche: l’importanza della pianificazione

Organizzare un aperitivo perfetto richiede tempismo. Ecco una guida pratica da seguire:

– Prepara i finger food 2-3 ore prima
– Raffredda i drink almeno un’ora prima
– Cuoci gli snack caldi all’ultimo momento
– Sistema bicchieri e posate in anticipo
– Prevedi vassoi per raccogliere piatti usati

In questo modo eviterai ritardi e potrai goderti l’evento con i tuoi ospiti.

8. Consigli pratici per evitare stress:  aperitivo perfetto casa amici

Per concludere, ecco alcuni suggerimenti utili:

– Tieni sempre a portata acqua frizzante e naturale
– Prepara almeno una bevanda analcolica (ad esempio un mocktail)
– Metti a disposizione sacchetti per i rifiuti
– Lascia spazi liberi sul tavolo per facilitare il ricambio dei piatti
– Scegli piatti e bicchieri compostabili per semplificare la pulizia

Con questi accorgimenti, anche l’organizzatore potrà godersi la serata senza pensieri.

Conclusione:  aperitivo perfetto casa amici

In definitiva, organizzare un aperitivo perfetto a casa con amici è più semplice di quanto sembri. Basta definire un tema, selezionare bene cibo e bevande, curare l’allestimento e pianificare le tempistiche. Così facendo, il risultato sarà un momento conviviale elegante e informale allo stesso tempo. Ogni dettaglio contribuirà a creare un’esperienza piacevole per tutti.

Coca-Cola Pizza Village 2025: al Parco di CityLife si celebra la regina della tavola

Settembre a Milano inizia con profumo di pizza. Dal 2 al 7 settembre torna infatti al Parco di CityLife il Coca-Cola Pizza Village, il festival che celebra la regina della tavola e che quest’anno raggiunge la sua terza edizione milanese. Abbiamo avuto la fortuna di essere invitati all’anteprima e vi diciamo subito la verità: la pizza era davvero buonissima!

Tra un assaggio e l’altro ci siamo trovati davanti a veri capolavori: dalla “Diavola alla nonno Enzo” di Vincenzo Capuano alla creativa “Pizza, fichi e culatello” di Modus, fino ai grandi classici di Sorbillo e dell’Antica Pizzeria da Michele. L’impressione è che ogni pizzaiolo abbia portato un pezzo di Napoli (e tanta passione) nel cuore di Milano.

Ma non è solo questione di pizza: il Village è un’esperienza completa. Ci sono i concerti gratuiti ogni sera, il social table dove si condivide il piacere di mangiare insieme, le masterclass di Casa Caputo con i grandi maestri pizzaioli e persino la possibilità di partecipare a lezioni gratuite nel CityLife Shopping District dal 5 al 7 settembre.

Girando tra gli stand si respira un’atmosfera di festa: famiglie, gruppi di amici, curiosi e appassionati si ritrovano tutti con lo stesso obiettivo – mangiare pizza, chiacchierare e divertirsi. E noi ci siamo sentiti subito parte di questa grande community.

Insomma, se amate la pizza (e chi non la ama?) questo è l’evento perfetto: ingresso gratuito, tantissime specialità da provare e un’intera settimana per farlo. Noi ci siamo già innamorati e, dopo l’anteprima, non vediamo l’ora di tornare a tuffarci in questo mare di impasti, profumi e musica.

Settembre 2025: l’Italia del gusto si risveglia tra vendemmie, sagre e tradizioni

Dal sole dell’estate al calore dell’autunno, il cibo resta protagonista

Per chi ama viaggiare con il gusto, ecco una selezione degli eventi gastronomici imperdibili in Italia a settembre 2025. Tra formaggi, vino, salumi, pasta e cucina tradizionale, il Bel Paese si conferma regina del food tourism.

Settembre non è solo il mese in cui si saluta l’estate: è il momento in cui la terra inizia a restituire i frutti più autentici dell’autunno. Le piazze si animano, i mercati si profumano di funghi e tartufi, l’uva matura e le cucine italiane tornano a raccontare storie fatte di sapori, memoria e territorio.

Piemonte: il Re Peperone torna a Carmagnola

Dal 29 agosto al 7 settembre, Carmagnola si veste a festa con una delle fiere agroalimentari più longeve e amate del Nord Italia. Il peperone diventa protagonista di show cooking, degustazioni, rievocazioni e mercatini a km 0, per celebrare la biodiversità piemontese.

Lombardia: funghi, formaggi e sapori d’alpeggio

  • Fungolandia (Altobrembo, 30 ago – 7 sett): escursioni, laboratori, menù a tema e scoperta della Val Brembana, tra boschi e sapori.
  • Valsassina Country Festival (Barzio, 26–28 sett): street food, atmosfera country, spettacoli equestri e prodotti zootecnici locali.
  • Vi.Va – Vini Valtellina (Sondrio, 6–8 sett): il Nebbiolo delle Alpi in degustazione, tra vigneti terrazzati e cultura vitivinicola.

Trentino-Alto Adige: tra Puzzone e speck, l’autunno ha un sapore deciso

  • Festival del Puzzone di Moena DOP (19–21 sett): tre giorni per conoscere il re dei formaggi trentini, tra stalle, degustazioni e showcooking.
  • Festa dello Speck (Plan de Corones, 27–28 sett): sapori affumicati e paesaggi mozzafiato per un weekend altoatesino indimenticabile.
  • Giornate del Graukäse (6–14 sett): celebrazione del formaggio grigio, Presidio Slow Food, tra malghe e cultura casearia locale.

Campania: tra bufala, pasta e vino

  • Bufala Fest (Napoli, 3–7 sett): la mozzarella e i suoi derivati in mille declinazioni, tra burger, dolci e showcooking.
  • Gragnano Città della Pasta (12–14 sett): la pasta diventa diva con eventi, chef stellati e installazioni artistiche.
  • Alta Campania Wine Fest (Castel Campagnano, 5–6 sett): un viaggio tra i borghi e i vitigni autoctoni, con masterclass e ospiti d’eccezione.

Emilia-Romagna: sale, prosciutto e cene da mille e una notte

  • Festival del Prosciutto di Parma (Langhirano, 5–7 e 12–14 sett): visite ai prosciuttifici, eventi, e naturalmente degustazioni del DOP più amato.
  • Sapore di Sale (Cervia, 4–7 sett): celebrazione del celebre sale dolce con rievocazioni storiche e showcooking.
  • Cena dei Mille (Parma, 9 sett): 1.000 commensali, uno chef tristellato e un’esperienza culinaria memorabile nel cuore della città.

Vendemmie & vino: settembre è il mese della vite

  • Vendemmia Solidale (San Pietro di Feletto, 7 sett): uva, musica e beneficenza tra i filari della Tenuta Le Manzane.
  • Festival Franciacorta in Cantina (19–21 sett): tour, picnic e degustazioni nelle colline del metodo classico italiano più elegante.
  • Vi.Va. e Alta Campania Wine Fest: due angoli opposti d’Italia che raccontano il vino come espressione culturale.

Lazio: a Roma si celebra il baccalà

Dal 18 al 21 settembre, Roma Baccalà anima Parco Schuster con assaggi, laboratori, talk e progetti culturali. Un evento che unisce gusto e riflessione, in onore di un ingrediente universale.

Le Sagre da non perdere

Settembre è anche il mese delle sagre autentiche, dove la cucina popolare incontra la convivialità. Eccone alcune tra le più golose:

  • Festa della Cipolla (Cannara, PG)
  • Sagra del Bitto (Val Gerola, SO)
  • Festa del Garganello (Codrignano, BO)
  • Sagra del Salame d’Oca (Mortara, PV)
  • Festa della Pera Angelica (Serrungarina, PU)

Cheese, Cous Cous Fest & Made in Malga: sapori globali, identità locali

  • Cheese (Bra, 19–22 sett): l’evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo, con casari da tutta Europa.
  • Cous Cous Fest (San Vito Lo Capo, 19–28 sett): la cucina mediterranea come ponte tra popoli e culture.
  • Made in Malga (Asiago, 5–7 e 12–14 sett): formaggi di montagna, vini estremi, laboratori e escursioni sull’Altopiano.

Pane Nostrum – Senigallia celebra l’arte bianca

Dal 26 al 28 settembre, il salone nazionale dei lievitati torna con la sua 22ª edizione. Profumo di pane, farine antiche, forni a cielo aperto e incontri con i grandi nomi dell’arte bianca. Per chi cerca l’essenza della cucina italiana.

Conclusione: Settembre è l’inizio del viaggio

Dalle Alpi alle isole, dalle cucine contadine alle tavole stellate, settembre è il mese in cui l’Italia si racconta meglio che mai attraverso il cibo.
Un’occasione unica per scoprire luoghi, persone e sapori che fanno della gastronomia italiana un patrimonio vivente.