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Da Vittorio firma il catering della presentazione de Le Guide de L’Espresso 2026 al Teatro Arcimboldi

Sarà Da Vittorio, la storica insegna della famiglia Cerea, a curare il catering dell’evento di presentazione de Le Guide de L’Espresso 2026, in programma giovedì 23 ottobre 2025 al Teatro Arcimboldi di Milano.

Un ritorno in grande stile per l’appuntamento che celebra i protagonisti dell’enogastronomia italiana: alle premiazioni si affiancherà l’esperienza di una delle firme più autorevoli della cucina contemporanea, arricchita dal talento di sei giovani chef selezionati come espressione della nuova generazione gastronomica – Luca Adobati, Davide Caranchini, Arianna Gatti, Pasquale Laera, Chiara Pannozzo e Giovanni Ricciardella.

Dopo il successo dello scorso anno, il Teatro Arcimboldi si conferma cornice ideale per una serata capace di intrecciare eccellenza, emozione e creatività. Un palcoscenico dove la cucina dialoga con le altre arti, rivelandosi sempre più come un linguaggio che si fa espressione culturale e artistica.

Giunte alla 46ª edizione, Le Guide de L’Espresso continuano a raccontare e valorizzare i grandi maestri e i nuovi talenti che rendono unica la scena enogastronomica italiana. Il progetto editoriale porta la firma di Luca Gardini, tra i massimi esperti internazionali di ristorazione e prodotti d’eccellenza, riconosciuto dalla World Ranking of Wine Critics come miglior critico di vini italiani al mondo. Con lui, una squadra di ispettori ha percorso l’Italia visitando ristoranti e cantine, restituendo un ritratto autentico e aggiornato delle migliori realtà del panorama nazionale e confermando il ruolo di sentinella che la testata ricopre dal 1979, nella costante ricerca di nuove promesse e protagonisti capaci di arricchire il racconto del gusto.

Come organizzare un aperitivo perfetto a casa con amici

Come organizzare un aperitivo perfetto in casa per i propri amici? L’aperitivo è un’esperienza conviviale che unisce gusto e semplicità. Non serve una pianificazione complicata. Basta, infatti, prestare attenzione ai dettagli. In questo articolo vedremo passo dopo passo come realizzarlo al meglio. Troverai consigli su cibo, drink, atmosfera e tempistiche. Il risultato? Un momento raffinato ma autentico, perfetto per socializzare in modo spontaneo e rilassato.

1. Definire il tema e il mood:  aperitivo perfetto casa amici

Prima di tutto, è importante scegliere un tema coerente per la serata. Per esempio, puoi optare per un aperitivo italiano, mediterraneo oppure internazionale. La scelta del tema guiderà anche la selezione di cibo e bevande.

Inoltre, creare un mood coerente aiuta a rendere l’esperienza più armoniosa. Usa tovagliette coordinate, luci calde e musica di sottofondo. Così facendo, riuscirai a creare un’atmosfera davvero accogliente. Un piccolo sforzo in fase di allestimento può fare una grande differenza.

2. Determinare numero di ospiti e spazio disponibile

Successivamente, valuta con attenzione quanti amici inviterai. È essenziale conoscere il numero esatto. In questo modo potrai gestire cibo, bevande e spazi con efficienza.

Se il gruppo è numeroso, ti consigliamo di organizzare un buffet. Inoltre, crea diverse zone relax. Se invece hai poco spazio, scegli soluzioni intelligenti. Mensole, sgabelli pieghevoli o tavolini modulari sono ideali.

3. Snack e finger food: qualità e semplicità insieme

Un buon aperitivo si riconosce soprattutto dalla qualità del cibo. L’offerta deve essere varia, ma senza complicarti la vita.

Selezione di salumi e formaggi:  aperitivo perfetto casa amici

Un tagliere misto è sempre un’ottima idea. Scegli salumi stagionati e freschi, uniti a formaggi morbidi e stagionati. Aggiungi anche elementi contrastanti. Per esempio, frutta fresca, miele o marmellate. In questo modo bilanci i sapori in modo elegante.

Opzioni vegetariane e sfiziose

Offri anche alternative vegetariane gustose. Crostini con verdure grigliate, hummus, tartine al formaggio o spiedini caprese sono ideali. Inoltre, sono veloci da preparare e accontentano tutti.

Snack caldi: un tocco gourmet

Proporre almeno uno snack caldo arricchisce la proposta. Involtini, quiche monoporzione o pizzette sono perfetti. Puoi cuocerli in anticipo e riscaldarli poco prima dell’arrivo. Così saranno pronti al momento giusto e senza stress.

4. Drink: tra classici e cocktail personalizzati

Le bevande sono parte essenziale dell’aperitivo. Offrire una selezione equilibrata è fondamentale. Prevedi quindi opzioni alcoliche e analcoliche.

Cocktail classici:  aperitivo perfetto casa amici

Tra le scelte più apprezzate troviamo lo Spritz, il Negroni e l’Americano. Questi cocktail sono semplici da realizzare e piacciono a molti. Inoltre, puoi prepararli in anticipo. Conserva i bicchieri in frigo per mantenerli freddi. Infine, guarnisci con scorze di agrumi per un tocco in più.

Cocktail signature

Per rendere l’evento speciale, crea un cocktail signature della serata. Può essere legato al tema scelto o alla stagione. Ad esempio, un drink alla frutta estiva oppure una rivisitazione di un classico. Servilo in caraffa: è pratico e scenografico.

5. Presentazione e mise en place:  aperitivo perfetto casa amici

Anche l’occhio vuole la sua parte. Un buffet curato è il miglior biglietto da visita.

Disponi piatti, bicchieri e posate in modo funzionale. Usa materiali diversi come vetro, legno e ceramica. In questo modo, crei un gioco di volumi interessante. Altezze variabili e colori armoniosi rendono la tavola più dinamica.

6. Atmosfera: luci, musica e piccoli dettagli

L’ambiente deve essere rilassato ma elegante. Per ottenere questo risultato, usa luci calde e soffuse. Candele, faretti regolabili o lucine decorative sono perfette.

Crea anche una playlist in linea con il tema. Deve essere piacevole e mai invadente. Infine, aggiungi piccoli dettagli: cannucce colorate, cucchiaini particolari o tovagliolini decorati. Sono accorgimenti semplici, ma molto apprezzati.

7. Tempistiche: l’importanza della pianificazione

Organizzare un aperitivo perfetto richiede tempismo. Ecco una guida pratica da seguire:

– Prepara i finger food 2-3 ore prima
– Raffredda i drink almeno un’ora prima
– Cuoci gli snack caldi all’ultimo momento
– Sistema bicchieri e posate in anticipo
– Prevedi vassoi per raccogliere piatti usati

In questo modo eviterai ritardi e potrai goderti l’evento con i tuoi ospiti.

8. Consigli pratici per evitare stress:  aperitivo perfetto casa amici

Per concludere, ecco alcuni suggerimenti utili:

– Tieni sempre a portata acqua frizzante e naturale
– Prepara almeno una bevanda analcolica (ad esempio un mocktail)
– Metti a disposizione sacchetti per i rifiuti
– Lascia spazi liberi sul tavolo per facilitare il ricambio dei piatti
– Scegli piatti e bicchieri compostabili per semplificare la pulizia

Con questi accorgimenti, anche l’organizzatore potrà godersi la serata senza pensieri.

Conclusione:  aperitivo perfetto casa amici

In definitiva, organizzare un aperitivo perfetto a casa con amici è più semplice di quanto sembri. Basta definire un tema, selezionare bene cibo e bevande, curare l’allestimento e pianificare le tempistiche. Così facendo, il risultato sarà un momento conviviale elegante e informale allo stesso tempo. Ogni dettaglio contribuirà a creare un’esperienza piacevole per tutti.

Coca-Cola Pizza Village 2025: al Parco di CityLife si celebra la regina della tavola

Settembre a Milano inizia con profumo di pizza. Dal 2 al 7 settembre torna infatti al Parco di CityLife il Coca-Cola Pizza Village, il festival che celebra la regina della tavola e che quest’anno raggiunge la sua terza edizione milanese. Abbiamo avuto la fortuna di essere invitati all’anteprima e vi diciamo subito la verità: la pizza era davvero buonissima!

Tra un assaggio e l’altro ci siamo trovati davanti a veri capolavori: dalla “Diavola alla nonno Enzo” di Vincenzo Capuano alla creativa “Pizza, fichi e culatello” di Modus, fino ai grandi classici di Sorbillo e dell’Antica Pizzeria da Michele. L’impressione è che ogni pizzaiolo abbia portato un pezzo di Napoli (e tanta passione) nel cuore di Milano.

Ma non è solo questione di pizza: il Village è un’esperienza completa. Ci sono i concerti gratuiti ogni sera, il social table dove si condivide il piacere di mangiare insieme, le masterclass di Casa Caputo con i grandi maestri pizzaioli e persino la possibilità di partecipare a lezioni gratuite nel CityLife Shopping District dal 5 al 7 settembre.

Girando tra gli stand si respira un’atmosfera di festa: famiglie, gruppi di amici, curiosi e appassionati si ritrovano tutti con lo stesso obiettivo – mangiare pizza, chiacchierare e divertirsi. E noi ci siamo sentiti subito parte di questa grande community.

Insomma, se amate la pizza (e chi non la ama?) questo è l’evento perfetto: ingresso gratuito, tantissime specialità da provare e un’intera settimana per farlo. Noi ci siamo già innamorati e, dopo l’anteprima, non vediamo l’ora di tornare a tuffarci in questo mare di impasti, profumi e musica.

Settembre 2025: l’Italia del gusto si risveglia tra vendemmie, sagre e tradizioni

Dal sole dell’estate al calore dell’autunno, il cibo resta protagonista

Per chi ama viaggiare con il gusto, ecco una selezione degli eventi gastronomici imperdibili in Italia a settembre 2025. Tra formaggi, vino, salumi, pasta e cucina tradizionale, il Bel Paese si conferma regina del food tourism.

Settembre non è solo il mese in cui si saluta l’estate: è il momento in cui la terra inizia a restituire i frutti più autentici dell’autunno. Le piazze si animano, i mercati si profumano di funghi e tartufi, l’uva matura e le cucine italiane tornano a raccontare storie fatte di sapori, memoria e territorio.

Piemonte: il Re Peperone torna a Carmagnola

Dal 29 agosto al 7 settembre, Carmagnola si veste a festa con una delle fiere agroalimentari più longeve e amate del Nord Italia. Il peperone diventa protagonista di show cooking, degustazioni, rievocazioni e mercatini a km 0, per celebrare la biodiversità piemontese.

Lombardia: funghi, formaggi e sapori d’alpeggio

  • Fungolandia (Altobrembo, 30 ago – 7 sett): escursioni, laboratori, menù a tema e scoperta della Val Brembana, tra boschi e sapori.
  • Valsassina Country Festival (Barzio, 26–28 sett): street food, atmosfera country, spettacoli equestri e prodotti zootecnici locali.
  • Vi.Va – Vini Valtellina (Sondrio, 6–8 sett): il Nebbiolo delle Alpi in degustazione, tra vigneti terrazzati e cultura vitivinicola.

Trentino-Alto Adige: tra Puzzone e speck, l’autunno ha un sapore deciso

  • Festival del Puzzone di Moena DOP (19–21 sett): tre giorni per conoscere il re dei formaggi trentini, tra stalle, degustazioni e showcooking.
  • Festa dello Speck (Plan de Corones, 27–28 sett): sapori affumicati e paesaggi mozzafiato per un weekend altoatesino indimenticabile.
  • Giornate del Graukäse (6–14 sett): celebrazione del formaggio grigio, Presidio Slow Food, tra malghe e cultura casearia locale.

Campania: tra bufala, pasta e vino

  • Bufala Fest (Napoli, 3–7 sett): la mozzarella e i suoi derivati in mille declinazioni, tra burger, dolci e showcooking.
  • Gragnano Città della Pasta (12–14 sett): la pasta diventa diva con eventi, chef stellati e installazioni artistiche.
  • Alta Campania Wine Fest (Castel Campagnano, 5–6 sett): un viaggio tra i borghi e i vitigni autoctoni, con masterclass e ospiti d’eccezione.

Emilia-Romagna: sale, prosciutto e cene da mille e una notte

  • Festival del Prosciutto di Parma (Langhirano, 5–7 e 12–14 sett): visite ai prosciuttifici, eventi, e naturalmente degustazioni del DOP più amato.
  • Sapore di Sale (Cervia, 4–7 sett): celebrazione del celebre sale dolce con rievocazioni storiche e showcooking.
  • Cena dei Mille (Parma, 9 sett): 1.000 commensali, uno chef tristellato e un’esperienza culinaria memorabile nel cuore della città.

Vendemmie & vino: settembre è il mese della vite

  • Vendemmia Solidale (San Pietro di Feletto, 7 sett): uva, musica e beneficenza tra i filari della Tenuta Le Manzane.
  • Festival Franciacorta in Cantina (19–21 sett): tour, picnic e degustazioni nelle colline del metodo classico italiano più elegante.
  • Vi.Va. e Alta Campania Wine Fest: due angoli opposti d’Italia che raccontano il vino come espressione culturale.

Lazio: a Roma si celebra il baccalà

Dal 18 al 21 settembre, Roma Baccalà anima Parco Schuster con assaggi, laboratori, talk e progetti culturali. Un evento che unisce gusto e riflessione, in onore di un ingrediente universale.

Le Sagre da non perdere

Settembre è anche il mese delle sagre autentiche, dove la cucina popolare incontra la convivialità. Eccone alcune tra le più golose:

  • Festa della Cipolla (Cannara, PG)
  • Sagra del Bitto (Val Gerola, SO)
  • Festa del Garganello (Codrignano, BO)
  • Sagra del Salame d’Oca (Mortara, PV)
  • Festa della Pera Angelica (Serrungarina, PU)

Cheese, Cous Cous Fest & Made in Malga: sapori globali, identità locali

  • Cheese (Bra, 19–22 sett): l’evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo, con casari da tutta Europa.
  • Cous Cous Fest (San Vito Lo Capo, 19–28 sett): la cucina mediterranea come ponte tra popoli e culture.
  • Made in Malga (Asiago, 5–7 e 12–14 sett): formaggi di montagna, vini estremi, laboratori e escursioni sull’Altopiano.

Pane Nostrum – Senigallia celebra l’arte bianca

Dal 26 al 28 settembre, il salone nazionale dei lievitati torna con la sua 22ª edizione. Profumo di pane, farine antiche, forni a cielo aperto e incontri con i grandi nomi dell’arte bianca. Per chi cerca l’essenza della cucina italiana.

Conclusione: Settembre è l’inizio del viaggio

Dalle Alpi alle isole, dalle cucine contadine alle tavole stellate, settembre è il mese in cui l’Italia si racconta meglio che mai attraverso il cibo.
Un’occasione unica per scoprire luoghi, persone e sapori che fanno della gastronomia italiana un patrimonio vivente.

Settembre a tavola: i cibi di stagione da riscoprire

L’autunno alle porte, i sapori della terra in primo piano

Settembre segna il passaggio tra l’estate che sfuma lentamente e l’autunno che comincia a farsi sentire. È un mese di abbondanza, di colori caldi e di ritorni: nelle abitudini, nei mercati e nelle cucine. I prodotti di stagione in questo periodo dell’anno offrono gusto, varietà e nutrienti essenziali, perfetti per affrontare il cambio di temperatura e di ritmo.

Consumare frutta e verdura di stagione non è solo una scelta salutare, ma anche un gesto sostenibile. Significa rispettare i cicli naturali della terra, ridurre l’impatto ambientale e valorizzare la filiera locale.

Verdure di settembre: freschezza, colore e nutrimento

Settembre porta con sé una straordinaria varietà di ortaggi. Ecco i principali:

Zucchine, melanzane, peperoni

Ancora protagonisti delle tavole italiane, zucchine, melanzane e peperoni segnano l’ultima fase estiva. Ottimi grigliati, ripieni o come base per sughi e contorni leggeri.

Zucca, porri, cavolfiori

Con l’arrivo delle prime giornate fresche, entrano in scena gli ortaggi autunnali per eccellenza. La zucca, dolce e versatile, è perfetta per zuppe e risotti. I porri aggiungono aroma a minestre e quiche. I cavolfiori, invece, rappresentano una fonte eccellente di fibre e vitamina C.

Fagiolini, bietole, carote

Ottimi sia crudi che cotti, bietole e carote contribuiscono a un’alimentazione equilibrata. I fagiolini, ancora presenti a settembre, sono leggeri e ricchi di sali minerali.

Frutta di stagione: dolcezza naturale a fine estate

Uva, fichi, prugne

Uva e fichi sono tra i frutti simbolo del mese. L’uva, ricca di antiossidanti e polifenoli, è ideale anche per centrifughe e dolci. I fichi, dolcissimi, sono perfetti sia in piatti salati che in dessert. Le prugne, con la loro azione regolatrice, favoriscono la digestione.

Pere, mele, susine

A settembre fanno ritorno le prime mele e pere, frutti che accompagneranno tutto l’autunno e l’inverno. Le susine, invece, concludono la stagione estiva con un tocco aromatico.

Legumi, erbe aromatiche e altre specialità

Fagioli freschi e borlotti

Settembre è il mese perfetto per gustare legumi freschi come fagioli borlotti e cannellini, ottimi nelle zuppe o come contorno.

Erbe di campo

Si possono ancora raccogliere o acquistare erbe spontanee come cicoria e tarassaco, ideali per infusi depurativi o contorni saltati in padella.

I vantaggi del mangiare stagionale

  • Maggiore freschezza: i prodotti stagionali sono raccolti al giusto punto di maturazione.
  • Più gusto: il sapore è più intenso e naturale.
  • Meno impatto ambientale: si riducono trasporti e coltivazioni in serra.
  • Risparmio economico: i prodotti stagionali sono generalmente più economici perché più abbondanti.
  • Più nutrienti: frutta e verdura raccolti in stagione conservano meglio le loro proprietà.

Idee per la tavola di settembre

Antipasto

  • Bruschette con fichi freschi e formaggio di capra
  • Insalata tiepida di fagiolini, patate e tonno

Primo

  • Risotto alla zucca e rosmarino
  • Pasta con melanzane e pomodorini

Secondo

  • Tortino di cavolfiore e parmigiano
  • Frittata di porri e erbe aromatiche

Dolce

  • Crumble di mele e prugne
  • Uva caramellata con yogurt greco

Conclusione: settembre, il mese dei sapori autentici

Tornare a un’alimentazione legata alla stagionalità è un modo per riconnettersi con il ritmo naturale delle cose. Settembre offre una ricchezza straordinaria di sapori, profumi e colori che meritano di essere portati in tavola ogni giorno. Un’occasione per mangiare bene, vivere meglio e sostenere l’ambiente.

Rosa Grand, versatilità all’ombra della Madonnina

Rosa Grand, tre realtà complementari

Ne richiama addirittura i colori, con la sua facciata in marmo bianco e granito rosa. Centralissimo, a pochi metri (nel vero senso della parola) dal Duomo di Milano, Rosa Grand è struttura ricettiva con una offerta gastronomica versatile e completa. Tre realtà diverse ma complementari riunite sotto lo stesso tetto e aperte a tutti. Dal Grand Lounge & Bar, salotto urbano dedicato all’aperitivo ma attivo già dal momento delle colazioni, al Rose Pizza & More, pizzeria contemporanea ma informale. Fino al Ristorante Sfizio, rigorosamente rispettoso della tradizione ma aperto ad una visione contemporanea. Riunite nell’unico obiettivo di accontentare le esigenze di un pubblico variegato.

Tradizione lombarda, con qualche ritocchino

Vogliamo raccontare la tradizione culinaria milanese e lombarda, senza tralasciare i classici della cucina italiana. Con rigorosa osservanza dei canoni di ogni singola ricetta – racconta Chef Bruno Cefalà, da otto anni alla guida della cucina di Ristorante Sfizio di Rosa Grand – Non ha senso reinterpretare un piatto, se la tradizione lo ha fatto arrivare a noi già buono”. Il menù è quindi pensato tanto per il turista quanto per il cliente locale che va alla ricerca, ad esempio, di un risotto alla milanese fatto come si deve. Unica eccezione alla tradizione milanese è la costoletta, rivisitazione comunque della cotoletta. “Il taglio è quello tradizionale, un lombo di vitello alto tre centimetri e servito rosa al cuore. La cottura è rigorosamente nel burro chiarificato. A cambiare è la panatura, fatta con pane panko che limita l’assorbimento dell’olio nella carne e grissini homemade tipo pangrattato. Per creare una panatura croccante“.

Milano nel cuore, ma c’è anche il Raviolo dello Chef

Tutta la proposta di Chef Bruno Cefalà si basa sul concetto di “Km Italia”, riflettente una visione inclusiva della filiera corta. La selezione degli ingredienti privilegia la prossimità geografica, con la maggior parte dei prodotti provenienti da Lombardia e territori limitrofi. Con Milano nel cuore, Ristorante Sfizio non trascura però i piatti che hanno fatto la storia della cucina italiana. Ecco allora che in carta si trova, oltre al classico risotto ai pistilli di zafferano, l’intramontabile tiramisù. “Savoiardi, mascarpone e caffè. Niente di più, niente di meno” Ricerca attenta di ogni ingrediente , spesso condotta personalmente dallo chef. Come dimostra il “Raviolo dello Chef”, proposta che ne tradisce le origini. (Bruno Cefalà è originario di Lamezia Terme, ma ormai milanese di adozione). “Il ripieno è a base di ricotta e n’duja di Spilinga, fichi e battuto di fave. Viene condito con una spuma di baccalà al finocchietto”.

Risotto alla liquirizia, esempio virtuoso di economia circolare

Ogni piatto riflette una cura estrema per il dettaglio, con un approccio che mira ad una sostenibilità concreta. In una proposta creativa come il risotto alla liquirizia e gambero rosso di Mazara del Vallo, ogni elemento viene nobilitato senza sprechi. E diventa un esempio virtuoso di economia circolare. “La polpa del gambero – spiega Chef Cefalà – viene marinata e messa cruda sul risotto mentre il carapace, insieme a sedano, carote e cipolle, viene fatto andare in pentola con acqua e ghiaccio per fare una classica bisque che bagna il risotto. La polpa della bisque che rimane viene messa in forno, seccata e da essa ricavata una polvere con la quale viene cosparso il risotto”.

Mio Inizio, omaggio alle domeniche in famiglia

Tra i piatti signature, il “Mio Inizio”. Un piatto del quale Chef Bruno Cefalà va particolarmente fiero perché trae ispirazione dai ricordi di infanzia legati alla cucina della nonna e alle domeniche passante in famiglia da ragazzo. Un gesto familiare trasformata in una esperienza ricercata. In pratica, si tratta di una melanzana tagliata a metà, bollita e svuotata a mò di barchetta. Riempita con ragù a base di salsiccia fresca e orecchiette fatte a mano e saltate nell’olio, passa in forno a gratinare. Fuori dal forno, viene cosparsa con una colata di provola fusa. “Mio Inizio è un pezzo di cuore che metto nel piatto”. A completare l’offerta di Sfizio, proposte stagionali come le zucchine trombetta marinate con tofu, pomodorini e polvere di olive nere oppure tartare di branzino con mele verdi, pistacchi e salsa alle ostriche. Non mancano opzioni vegetariane e vegane, pensate per coniugare leggerezza e gusto.

Non solo Sfizio

Rosa Grand non è solo Sfizio Ristorante. Si parte con la colazione servita al Grand Lounge & Bar dalle 6:30 alle 10:30, aperta anche agli ospiti esterni su prenotazione. Oltre all’ampia selezione di pasticceria, spiccano yogurt, marmellate, composte e formaggi lombardi. Per un inizio all’insegna del gusto e dell’autenticità. Avete voglia di pizza? Pronto ad accogliervi, c’è il Roses Pizza & More, la pizzeria contemporanea dall’ambiente conviviale e informale affacciato sulla storica Piazza Beccaria. Con sempre tanta attenzione alla leggerezza, gli impasti sono realizzati con farina di soia. Iconica, la “Rosa Grand”. “Infornata con il solo pomodoro. vengono aggiunti a freddo il crudo di Parma DOP, mozzarella di bufala, funghi porcini freschi saltati e rucola. Una delle primissime pizze messe in carta, che portiamo avanti tuttora”. Ma la giornata non finisce qui. Per un cocktail prima di cena, si fa tappa ancora al Grand Lounge Bar.

Grand Lounge Bar, omaggio a Milano

Il menù cocktail è strutturato intorno ad una idea tanto semplice quanto efficace, raccontare Milano attraverso i suoi quartieri. “La drink list è un omaggio a Milano spiega il Bar Manager Alessio Mei – Ognuno dei dieci cocktail prende nome da un quartiere della città”. Accanto a ciascun drink, una breve narrazione introduce il quartiere creando un ponte tra gusto e geografia. Tra le proposte signature più rappresentative, ovviamente “Duomo”. Un cocktail, dal finale deciso e persistente, che ruota attorno ad una base di gin speziato impreziosito da una nota di wasabi. “Di fondo è un Martini shackerato ma al posto del gin classico abbiamo messo gin infuso al wasabi e un bitter al pompelmo. Ideale per aprire lo stomaco, insieme a qualche stuzzichino proposto dal bar come tartellette con tartare di salmone o paninetti alla zucca farciti di formaggio”.

Un viaggio gastronomico che riempie la giornata

Nella drink list, tra gli altri, anche “Sempione” e “Martesana”. Nel primo, le note balsamiche del basilico si fondono a note agrumate e sfumature vegetali. “Utilizziamo una vodka infusa al lemon grass e liquore al sambuco. E’ un cocktail molto fresco che si abbina bene ad una tartare di ricciola e a tutti i crudi di pesce”. Il secondo è una rivisitazione di un Old Fahioned. “Fatto con whisky italiano e bitter alla genziana, si abbina a carni importanti come agnello e selvaggina.” Una particolarità, whisky, vodka e gin sono tutti di provenienza italiana. Per gli amanti del no alcohol la scelta è invece tra sciroppi fatti in casa, cordiali al cetriolo con limone, menta, zucchero e soda. Oppure un succo di curcuma con agave, lime, passion fruit e kombucha. “Negli anni l’aperitivo è cambiato molto – conclude Alessio Mei – Bisogna dare credito al mondo analcolico”. Rosa Grand, tre realtà complementari per un viaggio gastronomico che riempie la giornata.

Stella Michelin Green: la nuova frontiera della gastronomia sostenibile

Negli ultimi anni la sostenibilità è diventata un tema centrale anche nell’alta cucina. La Guida Michelin, simbolo internazionale dell’eccellenza gastronomica, ha deciso di premiare non solo la qualità dei piatti, ma anche l’attenzione all’ambiente, introducendo un riconoscimento speciale: la Stella Michelin Green.

Ma cos’è davvero questa nuova stella “verde”? Chi la riceve e perché? E qual è il panorama in Italia?

Scopriamolo insieme.

Cos’è la Stella Michelin Green?

Introdotta ufficialmente nel 2020, la Green Star premia i ristoranti che si distinguono per un forte impegno nella sostenibilità ambientale. Non è un premio legato solo alla cucina, ma a un insieme di buone pratiche che toccano tutto il sistema di lavoro del ristorante.

Tra i criteri considerati:
Utilizzo di ingredienti locali, biologici e stagionali
Riduzione degli sprechi alimentari
Attenzione a energie rinnovabili e gestione responsabile delle risorse
Collaborazioni con fornitori etici e sostenibili
Educazione e sensibilizzazione del personale e dei clienti
La Green Star non sostituisce le stelle Michelin classiche, ma le affianca come simbolo di un impegno etico e ambientale.

Un po’ di storia: perché è nata la Stella Verde?

L’idea è nata come risposta concreta al crescente desiderio, da parte dei consumatori e degli chef stessi, di coniugare eccellenza gastronomica e responsabilità ambientale.

In un’epoca in cui l’impatto della ristorazione sul pianeta è sotto i riflettori, la Michelin ha voluto premiare quei professionisti che usano la creatività non solo per stupire il palato, ma anche per proteggere il futuro.

Focus Italia: quanti ristoranti Green Michelin ci sono?

L’Italia è tra i Paesi più attivi nella promozione della cucina sostenibile. Secondo l’edizione 2024 della Guida Michelin, ci sono oltre 50 ristoranti italiani insigniti della Stella Verde, distribuiti su tutto il territorio, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.

Alcuni nomi d’eccellenza:
Piazza Duomo (Alba, CN) – Chef Enrico Crippa
Un menu basato su ingredienti provenienti da orti biodinamici e una costante attenzione all’ambiente.
La Madia (Licata, AG) – Chef Pino Cuttaia
Una cucina etica e radicata nel territorio siciliano, tra ricette della memoria e materie prime a km 0.
Joia (Milano) – Chef Pietro Leemann
Il primo ristorante vegetariano stellato d’Europa, fondato su una filosofia olistica che unisce gusto e rispetto per la natura.
Reale (Castel di Sangro, AQ) – Chef Niko Romito
Una rivoluzione gastronomica fondata su semplicità, salute e sostenibilità.
Molti di questi ristoranti portano avanti anche progetti educativi e sociali legati alla sostenibilità.

Cosa cambia per i clienti?

Per chi ama mangiare bene, sapere che un ristorante è anche etico e rispettoso dell’ambiente aggiunge valore all’esperienza. Sempre più clienti, infatti, scelgono ristoranti che:

Supportano l’agricoltura locale
Offrono menu stagionali e trasparenti
Minimizzano plastica e rifiuti
Promuovono una cultura gastronomica consapevole
Mangiare in un ristorante con Stella Green significa godere di un pasto eccellente, sapendo di fare una scelta che fa bene al pianeta.

Conclusione: la Stella del futuro

La Stella Michelin Green rappresenta un ponte tra alta cucina e futuro sostenibile. Premia non solo lo chef, ma una visione del mondo, un modo di stare nella comunità e sulla Terra con maggiore consapevolezza.

In un momento in cui ogni gesto conta, anche il modo in cui scegliamo dove mangiare può contribuire al cambiamento.

5 Ingredienti sostenibili e sani da portare in tavola

Mangiare in modo sano oggi significa anche fare scelte che rispettano il pianeta. La buona notizia? Esistono ingredienti sostenibili che fanno bene al nostro corpo. Sono nutrienti, gustosi e hanno un impatto ambientale ridotto rispetto ad altri cibi comunemente presenti nelle nostre cucine.

Ecco 5 ingredienti salutari e sostenibili da scoprire (o riscoprire), perfetti per una dieta equilibrata e responsabile.

1. Legumi: i super-alimenti a basso impatto

I legumi – come lenticchie, ceci, fagioli e piselli – sono ricchissimi di proteine vegetali, fibre e sali minerali. Dal punto di vista ambientale, richiedono pochissima acqua per la coltivazione e migliorano la fertilità del suolo grazie alla loro capacità di fissare l’azoto.

Perché fanno bene:
Ricchi di proteine vegetali, ottimi sostituti della carne
Favoriscono la salute intestinale
A basso contenuto di grassi
Come usarli:
In zuppe, burger vegetali, hummus e insalate fredde
Scegli legumi italiani da filiera corta per ridurre l’impronta di CO₂.

2. Avena: energia pulita e sostenibile

L’avena è un cereale versatile, nutriente e sostenibile. Richiede meno pesticidi e fertilizzanti rispetto ad altri cereali come il mais o il grano, e si adatta bene a climi diversi, rendendola una scelta resiliente per l’agricoltura.

Benefici nutrizionali:
Fonte di fibre solubili (ottima per il colesterolo)
A lento rilascio energetico
Priva di glutine (se certificata)
Come usarla:
A colazione (porridge o overnight oats)
Per preparare polpette vegetali e crocchette
Come farina per dolci e pancake
Acquista avena integrale biologica per un impatto ancora più ridotto.

3. Cavolo riccio (kale): il re green della salute

Il cavolo riccio è un vero e proprio concentrato di nutrienti: vitamina K, C, ferro e antiossidanti, con pochissime calorie. Coltivarlo ha un impatto ambientale relativamente basso e resiste bene al freddo, senza bisogno di serre energivore.

Perché introdurlo nella dieta:
Aiuta a depurare l’organismo
Rafforza il sistema immunitario
Supporta la salute delle ossa
Come cucinarlo:
Saltato in padella con aglio e olio
In chips croccanti da forno
Frullato in smoothie detox
Perfetto da coltivare anche in balcone per chi vuole essere 100% green.

4. Alga spirulina: proteine e sostenibilità acquatica

La spirulina è una microalga azzurra considerata un superfood per il suo altissimo contenuto proteico e vitaminico. Ha un impatto ambientale tra i più bassi in assoluto: cresce in acqua dolce, senza uso di suolo o pesticidi, e può produrre fino a 20 volte più proteine per ettaro rispetto alla soia.

Proprietà straordinarie:
Ricca di ferro, proteine, vitamine B e antiossidanti
Energizzante naturale
Supporta il sistema immunitario
Come consumarla:
In polvere da aggiungere a frullati o yogurt
In compresse come integratore
In barrette proteiche artigianali
Una scelta innovativa e sostenibile anche per chi segue diete vegane o vegetariane.

5. Funghi: sostenibilità dal bosco al piatto

I funghi sono ingredienti altamente sostenibili: possono crescere su substrati riciclati, come scarti agricoli, e richiedono pochissima acqua. Sono anche un’eccellente fonte di proteine vegetali, fibre e vitamina D.

Perché sono smart:
Saziano senza appesantire
Rafforzano il microbiota intestinale
Possono sostituire la carne in molte ricette
Idee in cucina:
Grigliati o trifolati con erbe aromatiche
In risotti o vellutate
Come “bistecche” di portobello per burger veg
Prediligi funghi locali e di stagione per ridurre trasporti e sprechi.

Conclusione: mangiare bene per sé e per il pianeta

Scegliere ingredienti sani e sostenibili non è solo una moda, ma un vero e proprio atto d’amore verso sé stessi e verso l’ambiente. Inizia con piccoli cambiamenti: un hummus al posto di un affettato, una zuppa d’avena invece della solita pasta.

La cucina del futuro è consapevole, stagionale e sostenibile. E, soprattutto, è deliziosa.

Il Lughino, la creatività incrocia l’artigianalità

Il Lughino, tutto é fatto a mano

Nel locale di Chef Paolo Sanvito, tutto è fatto a mano. A testimoniare l’estrema freschezza dei piatti e l’artigianalità che contraddistingue il quotidiano lavoro della cucina, mancano impastatrice e congelatore. Valori fondanti del ristorante, che fa uso esclusivamente di ingredienti vegetali, sono sostenibilità nei confronti dell’ambiente e rapporto diretto con i piccoli produttori certificati biologici. Riso e molti legumi, per esempio, provengono dal Pavese mentre le farine da uno storico mulino a pietra nel cuore delle Langhe. Un locale, Il Lughino di Via Solferino 12 a Milano, nato per essere un posto unico nel suo genere. A cominciare dal nome, inventato per indicare un posto che non esisteva. “Esprime accoglienza e calore. Il Lughino è pensato – sottolinea Paolo Sanvito – per un consumatore attento e consapevole, per il quale l’artigianalità delle lavorazioni, l’impiego delle materie prime biologiche e la sostenibilità ambientale sono elementi particolarmente rilevanti

Menù mai scontato

Il menù cambia spesso nell’arco della stessa giornata (Il Lughino è aperto dalle 11:30 alle 23:00), proponendo cibi sempre freschi. Protagonista è la lasagna, declinata in decine di varianti diverse nel corso dell’anno. Tutte a base vegetale e ispirate alla stagionalità. “Ogni giorno prepariamo tre o quattro tipologie diverse, per un massimo di venti porzioni l’una. Finite, si impasta di nuovo con ciò che la dispensa offre” Nulla è quindi scontato. Per orientarsi, una classica lasagna alla bolognese fatta con un ragù cucinato in maniera tradizionale ma con un ingrediente non convenzionale come il granulare di soia. Oppure quella alle melanzane con aggiunta di pomodoro e mentuccia fresca. Per salire di intensità, quella con la cipolla. “Nel primo strato mettiamo la cipolla bianca cotta a lungo perché resti morbida e delicata. Nel secondo mettiamo il fagiolo nero cotto e frullato, in aggiunta alla besciamella che prepariamo con latte di avena”

Lasagna, piatto cardine

Se finite, nessun problema. Si può trovare la versione con zucca, besciamella vegetale e tofu affumicato o ancora quella con melanzane grigliate, crema di ceci e basilico fresco. Ad accompagnarle, il coperto consistente in pane fatto in casa e impastato a mano con farina integrale e lievito madre. “Lo prepariamo in in tre versioni, semplice, alle olive, alla noci e uvetta” La lasagna rimane quindi a tutti gli effetti il piatto cardine della proposta de Il Lughino. “La lasagna mi ha sempre accompagnato, è la prima immagine che io ho di me in cucina. Una macchinetta al tavolo, mia mamma che tira la pasta, io che la aiuto a mettere il ragù nelle lasagne. Ci definiamo lasagneria artigianale, non per questioni di marketing ma perché la lasagna rappresenta veramente l’essenza di me e della mia cucina.”

Lasagneria artigianale certamente, ma c’è tanto altro

Ma se definire Il Lughino lasagneria artigianale è corretto, può risultare limitativo di una offerta variegata e sempre gustosa. Non si può non menzionare, tra gli antipasti, la delicatissima insalata russa o il cipollotto bianco novello arrosto con purè di fave. “Strizza l’occhio alla tradizione del Sud. Sorprendente, per chi ama i sapori forti “ Se si vuole rimanere tra i primi, si può gustare un raviolo con ripieno di erbette, tofu e anacardi accompagnato da peperoni, zucchine, cipolle e carote serviti alla julienne. Oppure fusilli di grano antico in salsa di noci ma anche una sfogliatina di crespelle di farina di ceci e scarola. Senza dimenticare la millefoglie di melanzane, zucchine, pomodori e tofu, versione alternativa della parmigiana. Melanzane e zucchine vengono prima fritte, poi assemblate insieme al pomodoro. Mentre al posto della mozzarella metto il tofu fatto in casa, mischiato con un poco di anacardi”

Roveja, la particolarità

E’ ora la volta dei secondi, tra i quali non si può non citare il mondeghilo servito con fagiolini cornetti in umido. “Reinventato, lo cucino un ragù bianco con soia e seitan. Quando è insaporito, dopo un’ora di cottura, aggiungo l’impasto. Fatto con verdure, pangrattato, frutta secca, limone, prezzemolo e un poco di farinata di ceci. Morbido e profumato, viene servito su un giardinetto di porri” In alternativa, arrosti di seitan e tofu alla piastra. E soprattutto legumi, che Paolo Sanvito sperimenta in varie forme. “L’Italia è piena di legumi straordinari. Le cicerchie, per esempio, si possono frullare in poco olio evo e un pizzico di aglio che da una marcia in più. A volte le finisco con salvia e pomodoro” Una particolarità, pressoché rara a Milano, la roveja. “Una autentica scoperta, con la farina di roveja preparo un rotolo di spinaci e porri dal gusto veramente intenso”

Tiramisù la sorpresa, semifreddo di castagne l’orgoglio

In conclusione, i dolci. Si spazia dalla torta di mele, con aggiunta di nocciole e farcitura di crema al cocco, al pan di spagna con farcitura di crema di mandorle e frutta fresca messa al momento. Fino alla torta paesana ricoperta di cioccolato caldo e la torta di albicocche con granella di mandorle nell’impasto. Se si cerca freschezza, un gelato alla vaniglia e mandorla con lamponi e mirtilli freschi. Sorprendente il tiramisù. “Ho creato una crema con latte vegetale e frutta secca. Sostituisce validamente il mascarpone e appaga chi cerca la complessità del tiramisù Orgoglio di Paolo Sanvito è però il semifreddo di castagne. “Utilizzo il 70% di castagne, zucchero di canna grezzo, cacao, cioccolato, liquore all’amaretto. E poca margarina fatta con burro di cacao e semi di girasole” Cosa altro dire? Il Lughino è piacere puro, la creatività sposa l’artigianalità più vera. ”Venire da Il Lughino – conclude Paolo Sanvito – deve essere una festa, appagamento non solo del palato

Mio Lab, drink list tra tradizione e innovazione

Mio Lab, una storia lunga più di venti anni

Una storia lunga, da più di 20 anni Mio Lab porta avanti un discorso di internazionalità basata su capisaldi come Negroni, Americano, Bellini, Bloody Mary. “Siamo da sempre apprezzati per il nostro Bloody Mary, che facciamo anche in versione rivisitata con il pomodorino giallo e la mostarda in grani – afferma Alessandro Iacobucci Vitoni, da sette anni Bar Manager di Mio LabMa anche per la particolarità di impiegare sode realizzate da noi nell’Americano e nel Negroni, quest’ultimo fatto solo con gin italiano” Una storia importante, in linea con il percorso compiuto da Alessandro Iacobucci.

Alessandro Iacobucci, Bar Manager di Mio Lab

Affascinato sin da bambino dalle livree bianche dei barman, intraprende molto presto la strada della mixology. Dopo l’istituto alberghiero e alcune esperienze sulle navi da crociera, approda alla corte di Antonio Beccalli. La location è il Belmond Hotel Splendido di Portofino, dove si ferma quindici anni. “Sono stati – ricorda il responsabile del cocktail bar di Park Hyatt– quindici anni bellissimi, a fianco di un barman che a 70 anni stava ancora dietro il bancone. E dal quale ho imparato tantissimo. Oltre ad avere avuto la possibilità di viaggiare per il mondo, nei quattro mesi di pausa della stagione, e soddisfare così la mia sete di conoscenze” Conoscenze delle quali ha fatto tesoro, trasferendole nella esperienza a Mio Lab.

Bottigliera importante e attualizzata

Mi piace rimanere aggiornato, ho arricchito la bottigliera di 150 etichette” In questo aggiornamento il whisky ha avuto e ha tuttora uno spazio importante. “Al mio arrivo in in Mio Lab, in carta c’era un solo whisky giapponese. Oggi ne abbiamo sei tipi diversi” Complessivamente Mio Lab conta 300 etichette tra whisky, cognac, armagnac, porto, rum, grappe e liquori. E altro, come tequila e mezcal. “Tequila, mezcal e rum stanno avendo un ritorno importante, soprattutto il rum che sta vivendo una seconda vita”

Classic Collection e Contemporary Collection, freschezza prima di tutto

Alessandro Iacobucci e Mio Lab rinfrescano così la drink list. Attraverso l’introduzione nella Classic Collection di due categorie, Mule e Sour, che affiancano Negroni e Americano e un arricchimento della Contemporary Collection con due nuovi drink. A cavallo tra rispetto della tradizione e voglia di innovazione. “Abbiamo rivisitato il classico Mule, sostituendo la vodka con la tequila o con il rum” Tra le novità, George. Composto da tequila infusa al cetriolo, lime, menta e ginger beer. Cetriolo e menta accendono la bevuta di note verdi e balsamiche, il risultato è un cocktail dissetante” Omaggio ad un simbolo del Made In Italy è invece Mule 1525. Gli ingredienti sono Flor de Caña 7 anni, lime, ginger ale e Disaronno. “Rum e Disaronno si fondono in un equilibrio morbido e speziato, inaspettato. Un tributo a Disaronno nell’anno in cui ricorrono i 500 anni dalla nascita”

Mondo Sour, le novità

Il Souer è l’arte del bilanciamento. Anche se si beve tutto l’anno, Mio Lab ha introdotto tre varianti nelle quali alcol, limone ed albume danno vita a cocktail cremosi ed avvolgenti. Il Pulcinella è composto da un gin glass infuso allo zafferano, limoncello, limone, sciroppo di vaniglia e albume. Nel Mayatl protagonista è il mezcal accompagnato da limone, sciroppo di pepe verde, zenzero, basilico e, naturalmente, albume. “Un gioco di contrasti, nel quale l’affumicatura del mezcal dialoga con la freschezza del basilico e la vivacità dello zenzero” Decisamente particolare è lo Zang’s. Un bourbon whiskey aromatizzato al croissant miscelato a limone, miele, lamponi, bitter al cioccolato, albume. “Particolarità dello Zang’s è proprio questo bourbon aromatizzato che lascia un bel retrogusto di croissant. Mentre miele, lamponi e bitter al cioccolato rendono il drink corposo ma molto fresco. Agrumato, aromatico e amaro al punto giusto, è perfetto a ogni ora del giorno”

Gongfu Cha, omaggio alla cerimonia del tè

Nel suo viaggio creativo, Mio Lab prosegue con due nuovi cocktail che arricchiscono di suggerimenti internazionali la Contemporary Collection. Il primo è Flower Moon, composto da Gin Roku infuso al lampone e lemongrass, maraschino, liquore di violetta e pompelmo rosa è un cocktail floreale e fruttato, servito in coppetta con bordo salato. “Una esperienza aromatica che richiama i profumi di un giardino fiorito in primavera” Decisamente da provare, il Gongfu Cha a base rum. Un richiamo ed un omaggio, in versione cocktail, alla cerimonia del tè cinese. Servito, ovviamente, in una tazza da tè di colore verde. “E’ un drink leggermente agrumato con una nota bitter, particolarmente apprezzato dalla clientela internazionale che vuole provare qualcosa di diverso. Oltre al rum, usiamo cartizze, limone, bitter all’arancia e un infuso di tè bianco al lemon grass

Signature e analcolici, punti fermi

Punti fermi della drink list di Mio Lab rimangono comunque i signature. Uno di questi è Mr Smith. Ispirato dal Negroni, è preparato con whisky invecchiato 18 anni, Bitter Campari, vermouth, sherry e soda. “Dedicato al primo proprietario della Distilleria The Glenlivet” Il Negroni è costante fonte di ispirazione, in lista si trovano sovente nella stagione autunnale un Negroni o un Americano in barrique. Non meno importanti sono i drink analcolici a base di pesca, arancia, limone, anguria, mango, lime. Tra i quali, il NR.1 a base di anguria è molto apprezzato dalla clientela. Fresco, con una nota sour data dal bitter analcolico. La preparazione viene fatta al mattino per la giornata, il giorno dopo si fa tutto da capo.Usare solo prodotti freschiconclude Alessandro Iacobucci Vitoni – è una nostra prerogativa, per dare sempre un servizio top all’ospite. Perché la gestione dell’ospite è importante, l’ospite si deve ricordare della esperienza vissuta a Mio Lab”