Addio a uno dei più autorevoli specialisti del trapianto polmonare: guidava il Centro dell’Azienda Ospedale-Università di Padova
La medicina italiana perde una colonna della chirurgia toracica: si è spento a 68 anni il professor Federico Rea, stimato direttore della Cattedra e della Divisione di Chirurgia Toracica dell’Azienda Ospedale Università di Padova, nonché responsabile del Centro Trapianto di Polmone.
La sua morte ha lasciato un vuoto profondo non solo nel mondo accademico e sanitario veneto, ma in tutta la comunità medica nazionale. Federico Rea era un punto di riferimento assoluto per colleghi, allievi e pazienti. Dal 2002 dirigeva la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica dell’Università di Padova, contribuendo a formare centinaia di chirurghi che oggi operano in Italia e all’estero.
Un riferimento nazionale per la chirurgia toracica
Nato nel 1956, Rea ha costruito una carriera prestigiosa all’interno di una delle strutture sanitarie più importanti d’Italia. Alla guida del Centro Trapianto di Polmone di Padova, ha eseguito migliaia di interventi chirurgici, tra cui centinaia di trapianti polmonari, contribuendo a rendere il centro padovano un’eccellenza europea in questo ambito.
Rigoroso, empatico e mai distante dal letto del paziente, Rea ha rappresentato la figura del medico-umanista: un professionista che univa eccellenza scientifica a una rara sensibilità umana.
Lo ricorda così anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «Con la scomparsa del professor Federico Rea, il Veneto e l’intero mondo della medicina italiana perdono uno dei protagonisti più autorevoli della chirurgia toracica. Un maestro, un riferimento, un uomo che ha dedicato la vita alla cura dei pazienti e alla crescita della sanità pubblica».
Il lascito umano e scientifico
La dedizione del professor Rea alla medicina non si è mai interrotta: ha continuato a lavorare fino all’ultimo giorno, operando e coordinando l’attività del reparto con la consueta passione. Il suo contributo ha permesso di salvare vite, innovare tecniche chirurgiche, formare nuove generazioni e consolidare la reputazione internazionale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova.
«Impossibile non riconoscerne l’autorevolezza, ma anche l’empatia e la capacità di dialogo», ha aggiunto Zaia. «Il suo lavoro e la sua dedizione resteranno punti di riferimento per la sanità del futuro».
Il cordoglio della comunità medica
La notizia della sua scomparsa ha scosso profondamente l’intera comunità scientifica. Innumerevoli i messaggi di cordoglio arrivati da colleghi, ex studenti, pazienti e istituzioni. In molti hanno sottolineato la sua capacità di ascoltare, insegnare, ispirare.
La figura di Rea rimane impressa nella memoria di chi lo ha conosciuto come esempio di rettitudine, passione e dedizione al prossimo. Il suo modo di fare medicina, lontano dai riflettori ma vicino alle persone, lascia un’eredità culturale e morale che continuerà a vivere nei reparti, nelle aule universitarie e nelle sale operatorie dove ha formato e ispirato generazioni di professionisti.
Un simbolo per Padova e per l’Italia
Padova perde una delle sue figure più rappresentative. Ma l’impronta di Rea va oltre i confini della città e del Veneto. È un’eredità nazionale, che parla della capacità italiana di unire alta competenza scientifica e spirito di servizio pubblico. Un’eredità che continuerà a generare valore nel tempo.
«In questo momento di dolore – ha concluso il presidente Zaia – esprimo, a nome di tutta la Regione del Veneto, la più sentita vicinanza alla famiglia, ai colleghi, agli allievi e a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere e collaborare con il professor Rea. Mancherà molto a tutti noi, ma la sua eredità scientifica e umana continuerà a vivere nei luoghi in cui ha operato e in chi ne seguirà l’esempio».