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La mobilità urbana tra comportamenti individuali e analisi dei dati

Il 13 maggio 2025, presso Palazzo Wedekind a Roma, si è svolto il convegno intitolato “La mobilità urbana tra comportamenti individuali e analisi dei dati”, organizzato dal Think Tank The Urban Mobility Council, fondato nel 2022 da Unipol. L’iniziativa ha riunito rappresentanti istituzionali, parlamentari, amministratori locali, università e aziende con l’obiettivo di promuovere una piattaforma permanente di confronto e condivisione di idee, ricerche e casi studio per costruire insieme la mobilità sostenibile del futuro.

Il ruolo dei comportamenti individuali nella mobilità urbana

Durante l’incontro sono stati presentati i risultati del sondaggio “La mobilità urbana nelle grandi città” realizzato da YouTrend e illustrato da Lorenzo Pregliasco. L’indagine ha fotografato le abitudini, le necessità e le criticità dei cittadini di 14 tra le principali città italiane, rivelando una forte preferenza per il trasporto privato: il 55% degli intervistati usa l’auto per lavoro o studio, il 13% moto o scooter. Le scelte di mobilità sono influenzate principalmente da criteri di efficienza personale, come il tempo di percorrenza (51%), la convenienza economica (31%) e la flessibilità negli orari (30%), mentre solo il 15% considera prioritaria la sostenibilità ambientale.

Il sondaggio ha inoltre evidenziato che gli italiani dedicano in media oltre un’ora al giorno per gli spostamenti casa-lavoro/studio e che l’86% degli intervistati possiede un’automobile, anche se il 58% non ha intenzione di acquistarne una nuova nell’anno prossimo. Tra i potenziali acquirenti, il 53% valuterebbe un’auto ibrida, il 29% full electric, ma una maggioranza del 58% considera ancora le auto a combustione le migliori.

Tecnologie green e nuove strategie di mobilità

Un importante focus del convegno ha riguardato i dispositivi elettronici “Green Box”, strumenti telematici in grado di misurare in modo preciso le emissioni reali di ogni singolo veicolo, elaborando dati su stile di guida, velocità e chilometraggio. Questa tecnologia, sviluppata dal Politecnico di Milano in collaborazione con UnipolTech e pubblicata sulla rivista Nature, si basa su un vasto database di oltre 11.000 veicoli e 25 milioni di viaggi effettuati in Italia.

Il modello innovativo permette di calcolare le emissioni effettive (CO₂, NOx, consumo carburante) non solo in base alla tecnologia del veicolo, ma anche al comportamento di guida, premia i conducenti virtuosi e apre la strada a politiche ambientali personalizzate, come l’accesso alle zone a traffico limitato (ZTL) basato sulle reali emissioni piuttosto che sull’età del veicolo. Tale approccio favorisce una maggiore equità sociale e incentiva comportamenti sostenibili senza penalizzare chi non può permettersi di acquistare un’auto nuova.

Dibattito istituzionale e prospettive future

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi esponenti istituzionali, tra cui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, parlamentari delle commissioni Ambiente, Trasporti, Finanze e Attività Produttive, assessori regionali e comunali, e rappresentanti di enti di ricerca e aziende. I contributi hanno sottolineato l’importanza di un cambio di paradigma nella mobilità urbana, che deve integrare innovazione tecnologica, analisi dati e sensibilizzazione dei cittadini.

Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Milano, ha sottolineato: «La transizione verso la mobilità elettrica sarà lunga e richiederà un cambio profondo dei modelli di mobilità, accompagnato da una misurazione precisa dell’impatto ambientale individuale per garantire neutralità tecnologica e sostenibilità sociale».

Stefano Genovese di Unipol ha evidenziato come la telematica di bordo e i dati raccolti siano strumenti preziosi per pianificare politiche ambientali più efficaci e socialmente sostenibili, trasformando le scatole nere in strumenti di governance ambientale.

Il prossimo appuntamento

Il Think Tank The Urban Mobility Council prosegue il proprio percorso con il Forum previsto il 7 luglio 2025 presso la Triennale di Milano, momento di ulteriore confronto per avanzare nelle soluzioni verso una mobilità urbana più sostenibile e innovativa.

Futuro del settore automotive: soluzioni strategiche per rilanciare l’industria Europea

Il settore automotive Europeo: crisi e opportunità

Il settore automotive europeo sta attraversando una fase particolarmente critica. Le sfide legate alla transizione verso l’elettrico, il rallentamento della produzione e l’incertezza sulle politiche industriali stanno mettendo a dura prova uno dei comparti più rilevanti per l’economia continentale. Nel corso della prima giornata di #FORUMAutoMotive, organizzato per celebrare il decimo anniversario del movimento, politici, sindacati e rappresentanti della filiera hanno lanciato un appello urgente per salvaguardare l’industria e proteggerne l’occupazione.

Le sfide del settore automotive

Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ha aperto il dibattito ribadendo che molte delle problematiche sollevate dieci anni fa sono ancora attuali. A partire dalla necessità di un rinnovo del parco circolante, passando per la razionalizzazione della fiscalità e la sostenibilità del settore, fino ad arrivare alla gestione delle politiche europee che sembrano troppo influenzate da approcci ideologici. Bonora ha avvertito della necessità di un piano strategico che non solo affronti la crisi produttiva, ma che sappia anche prevedere soluzioni concrete per garantire la competitività delle imprese e la protezione dei posti di lavoro.

Politica e sindacati: un appello alla responsabilità

L’evento ha visto l’intervento di diversi esponenti politici, tra cui Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), che ha sollevato perplessità riguardo la proposta di una riconversione militare del settore automotive. Fidanza ha spiegato che, prima di pensare a una tale trasformazione, è fondamentale sostenere e proteggere ciò che resta del settore automotive, utilizzando politiche strategiche che mirano a salvaguardare la filiera e l’occupazione.

Marco Rizzo (Democrazia Sovrana Popolare) ha aggiunto che l’approccio della Commissione Europea, troppo centrato sulla transizione ecologica e la “sostenibilità”, non tiene conto delle reali necessità del settore. Rizzo ha dichiarato: «Non è credibile pensare di riconvertire l’industria dell’auto in un’industria bellica. Dobbiamo concentrarci sulla difesa dell’occupazione e su scelte industriali concrete, non ideologiche».

Isabella Tovaglieri, Eurodeputata di Forza Italia, ha condiviso la posizione critica, sostenendo che, pur essendo un passo importante riaprire il dibattito sul futuro dell’auto, le soluzioni proposte finora non sono sufficienti. Tovaglieri ha criticato la continua imposizione di sanzioni sulle case automobilistiche e ha chiesto che i biocarburanti vengano reinseriti nell’agenda politica dell’UE, come soluzione alternativa per la decarbonizzazione del settore.

Sindacati: una transizione equa è possibile

I sindacati hanno avuto un ruolo fondamentale nell’evento, ribadendo l’importanza di politiche industriali che tengano conto della giustizia sociale. Stefano Boschini (FIM-CISL) ha richiesto l’introduzione di misure straordinarie di supporto ai lavoratori, come gli ammortizzatori sociali, durante la transizione verso un’industria più verde. Boschini ha sottolineato che «la transizione ecologica non può avvenire a scapito dei posti di lavoro». Samuele Lodi (FIOM-CGIL) ha messo in guardia contro l’incertezza che regna in Europa riguardo alla transizione verso l’elettrico, sostenendo che le politiche industriali devono partire dalle reali necessità del settore e dai territori, con risorse adeguate e azioni concrete.

Rocco Palombella, Segretario Generale UILM, ha evidenziato come molte scelte politiche, come la promozione del “tutto elettrico”, abbiano avuto effetti negativi sul mercato e sull’occupazione. Ha messo in evidenza che, mentre l’industria automobilistica italiana è in forte crisi, non si vedono azioni adeguate per sostenere il settore e il suo tessuto produttivo.

La filiera automotive: un settore cruciale da rilanciare

Un tema ricorrente emerso nel dibattito è stato quello della perdita di competitività della filiera automotive italiana. Gianmarco Giorda (ANFIA) ha commentato: «In pochi anni, l’Italia ha perso 3 milioni di veicoli venduti e ora, con i progetti dei costruttori cinesi che sono stati messi in pausa, la situazione si fa sempre più critica». Andrea Cardinali (UNRAE) ha sottolineato che le previsioni per le immatricolazioni di auto nel 2025 sono preoccupanti e ha criticato la gestione del Green Deal europeo, ritenendo illogico attribuire tutta la colpa della crisi alla transizione ecologica senza aver messo in atto misure economiche concrete per sostenere la domanda e l’occupazione.

La transizione elettrica: soluzioni realistiche e sostenibili

Fabio Pressi (Motus-E) ha evidenziato che, sebbene la transizione elettrica sia ormai inarrestabile, ci sono ancora molte sfide da affrontare, tra cui l’infrastruttura di ricarica. Secondo Pressi, il calo delle vendite di auto elettriche in Italia è dovuto alla scarsa consapevolezza dei consumatori riguardo l’uso delle colonnine di ricarica. Gianni Murano (UNEM) ha aggiunto che la Commissione Europea sta insistere su un approccio che favorisce una monocrazia tecnologica, senza prendere in considerazione soluzioni alternative che potrebbero rendere la transizione più realistica e meno costosa.

Riconversione bellica: una soluzione inaccettabile

Un tema particolarmente controverso trattato durante #FORUMAutoMotive è stato quello della possibile riconversione del settore automotive in un’industria bellica, una proposta avanzata da alcuni ambienti politici. La maggior parte degli intervenuti, tra cui politici, sindacati e rappresentanti della filiera, ha respinto questa idea, sottolineando che il settore automotive deve rimanere focalizzato sulle sue esigenze civili e industriali. L’incontro ha evidenziato la necessità di puntare su politiche industriali che non solo incentivino l’innovazione tecnologica ma che siano anche economicamente sostenibili, senza cedere a pressioni ideologiche che potrebbero danneggiare l’intero comparto.

No alla conversione militare dell’industria automobilistica: politica, sindacati e filiera chiedono strategie mirate per rilanciare il settore automotive

L’industria automobilistica italiana, protagonista di una crisi produttiva sempre più acuta, necessita di misure concrete per il rilancio, lontane da approcci ideologici. La recente discussione organizzata da #FORUMAutoMotive ha visto la partecipazione di esponenti della politica, dei sindacati e dei rappresentanti della filiera automotive, che hanno sollevato il tema della possibile riconversione militare del settore. Il messaggio emerso è chiaro: è necessario un sostegno strategico per il settore, non un orientamento ideologico che metta a rischio il futuro dell’industria.

Il ruolo di #FORUMAutoMotive: un appello alla politica per soluzioni concrete

Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ha ricordato come molte delle problematiche evidenziate dieci anni fa, come il rinnovo del parco circolante e la razionalizzazione della fiscalità, siano ancora lontane da una risoluzione. Bonora ha inoltre sottolineato come la pandemia abbia aggravato la situazione, aggiungendo nuove complessità legate a scelte politiche influenzate da fattori ideologici. In questo contesto, il settore automotive si trova oggi a dover fare i conti con pressioni geopolitiche che spingono verso una riconversione della filiera per la produzione bellica. Il Piano dell’Unione Europea e la revisione del Green Deal sono tra i temi centrali del dibattito, insieme alle difficoltà di un settore che si trova a fronteggiare una competizione globale sempre più feroce.

Le preoccupazioni della politica: un settore in bilico

Il confronto tra i rappresentanti politici ha evidenziato posizioni diverse riguardo il futuro dell’automotive. Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia, ha sottolineato che parlare di riconversione del settore è prematuro, invitando invece a concentrarsi sulla salvaguardia di una filiera cruciale per l’Italia e per l’Europa. Fidanza ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prendere decisioni strategiche per sostenere l’industria automobilistica, evitando soluzioni affrettate che potrebbero danneggiare ulteriormente il settore.

Una crisi economica che può avere conseguenze

Marco Rizzo, coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, ha messo in guardia contro l’inadeguatezza della politica europea nel rispondere ai rapidi cambiamenti in atto. Rizzo ha espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze di un fallimento della proposta Green e per una crisi economica che rischia di compromettere ulteriormente l’industria automobilistica europea. L’intervento di Isabella Tovaglieri, eurodeputata e membro della Commissione Industria, ha evidenziato i progressi parziali ottenuti finora, ma ha ribadito che le sanzioni previste per i produttori di automobili restano un tema caldo da risolvere.

Sindacati e occupazione: difesa dei posti di lavoro e transizione giusta

I sindacati hanno posto al centro del dibattito la protezione dell’occupazione e la necessità di una transizione ecologica che non metta a rischio i posti di lavoro. Stefano Boschini, responsabile del settore automotive FIM-CISL, ha sottolineato che l’economia militare non può sostituire quella civile e che la transizione verso un’economia sostenibile richiede risorse adeguate per garantire la tutela dei lavoratori. Samuele Lodi, segretario nazionale FIOM-CGIL, ha espresso preoccupazione per la sostenibilità sociale ed economica della transizione ecologica, in particolare per quanto riguarda il disimpegno graduale di Stellantis in Italia e l’incertezza sulla realizzazione di progetti strategici come la gigafactory a Termoli.

Promesse disattese nel settore automotive

Rocco Palombella, segretario generale della UILM, ha criticato la reticenza dei politici a prendere una posizione chiara, ricordando come molte delle promesse fatte in passato, come la crescita dell’occupazione nel settore, siano rimaste disattese. Ha anche sottolineato come l’industria italiana stia subendo un grave danno, sacrificando il proprio mercato e la propria componente industriale a favore di produttori stranieri, in particolare cinesi.

La filiera automotive: proposte per un rilancio sostenibile del settore

Il dibattito ha incluso anche le voci della filiera automotive, che hanno avanzato proposte per far fronte alla crisi del settore. Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, ha evidenziato la perdita di tre milioni di veicoli venduti negli ultimi anni, sottolineando come le proposte avanzate per risollevare il settore siano state largamente ignorate. Secondo Giorda, la competitività dell’Italia è in calo rispetto ad altri Paesi dove la produzione automobilistica è ancora forte e in crescita. Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE, ha confermato le previsioni negative per le immatricolazioni nel 2025 e ha sottolineato che la transizione ecologica deve essere accompagnata da politiche concrete che sostengano l’occupazione e la domanda di mercato.

Le posizioni delle aziende: necessità di neutralità tecnologica e flessibilità

Plinio Vanini, vicepresidente di Federauto, ha ribadito la necessità di favorire la neutralità tecnologica nel settore automobilistico. Secondo Vanini, la politica e i sindacati non hanno tenuto conto delle necessità dei consumatori, e le politiche restrittive stanno ostacolando il rinnovo del parco circolante e penalizzando i consumatori. Alberto Viano, presidente di ANIASA, ha fatto riferimento alla crescente difficoltà del mercato del noleggio. Ha sottolineato come le politiche fiscali sulle vetture aziendali stiano frenando il ricambio del parco auto e appesantendo le buste paga dei dipendenti.

Il futuro della mobilità elettrica: tra incertezze e opportunità per il rilancio del settore automotive

Anche il settore della mobilità elettrica è stato al centro della discussione. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha osservato che il calo delle vendite di auto elettriche non dipende dalla tecnologia stessa, ma da fattori legati alla sensibilizzazione degli utenti e alla disponibilità di infrastrutture di ricarica. Tuttavia, ha sottolineato che l’incertezza normativa rischia di frenare gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore.

La neutralità tecnologica: un concetto cruciale

Il Presidente di Confcommercio Mobilità-Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino, ha evidenziato un aspetto fondamentale del dibattito riguardante la transizione energetica nel settore automotive. Buongiardino osserva con favore come tale scetticismo stia raccogliendo consenso. L’industria automobilistica non può ignorare le esigenze dei consumatori, che devono avere la possibilità di scegliere tra diverse opzioni di mobilità, in base alle proprie necessità. Per questo motivo, l’associazione ha lavorato a stretto contatto con il Parlamento Europeo per portare avanti la voce del mercato. Viene sottolineato come ogni decisione deve tener conto di chi, alla fine, acquisterà o noleggerà i veicoli.

L’importanza di una neutralità tecnologica con lo scopo di rilanciare il settore automotive

Anche Michele Moretti, Responsabile del settore Moto di Confindustria ANCMA, ha ribadito l’importanza della neutralità tecnologica per il settore delle due ruote. Il mercato delle due ruote, in crescita da oltre dieci anni, necessita di un approccio politico che sia più aperto e flessibile. Si deve permettere la coesistenza di diverse soluzioni, tra cui quella della mobilità dolce, che sta trovando grande apprezzamento presso le amministrazioni locali per combattere il problema del traffico.

La difesa dei carburanti alternativi

Maria Rosa Baroni, Presidente di NGV, ha portato avanti una posizione importante, rappresentando gli interessi del trasporto con carburanti alternativi. La sua associazione è favorevole alla neutralità tecnologica. Ha evidenziato che è necessario un approccio che non imponga una sola soluzione, ma che consenta alle diverse tecnologie di coesistere. Per questo motivo, NGV ha creato un Osservatorio che parteciperà ai tavoli di confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), con l’obiettivo di sostenere questa visione.

Una varietà di soluzioni per rilanciare il settore automotive

Matteo Cimenti, Presidente di Federchimica-Assogasliquidi, ha sottolineato come i consumatori, quando possono scegliere, prediligano l’opzione più vantaggiosa, come dimostrano i dati sulla diffusione del GPL. La posizione di Federchimica-Assogasliquidi è a favore di una pluralità di soluzioni e contraria agli obblighi di una sola strada, sottolineando che la varietà di opzioni rappresenta un vantaggio per il mercato.

La critica al diktat green deal e la sfida della gomma

Le critiche alla Commissione Europea non sono mancate. Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma, ha evidenziato le difficoltà tecniche legate alle normative che impongono l’utilizzo di materiali riciclati, come la gomma. Secondo Bertolotti, un pneumatico non può contenere il 20% di gomma riciclata, poiché ciò non è tecnicamente possibile. L’industria, dunque, sta lanciando un messaggio chiaro: le scelte future devono essere ponderate, sostenibili sia dal punto di vista tecnico che economico. Tuto ciò senza compromettere la qualità e la sicurezza dei veicoli.

Le difficoltà dell’industria europea

Il settore automotive sta vivendo un periodo di grande incertezza. Mario Verna, manager del settore, ha osservato che gli ultimi dieci anni sono stati particolarmente intensi per l’industria. Le posizioni dei professionisti del settore sono oggi più realistiche, e le performance in termini di riduzione delle emissioni sono fra le più avanzate a livello industriale.

Gestione delle politiche europee per il rilancio del settore automotive

Pier Luigi Del Viscovo, Direttore del Centro Studi Fleet & Mobility, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione delle politiche europee. Secondo Del Viscovo, chi ha preso decisioni sbagliate a livello europeo dovrebbe assumersi la responsabilità. Un accusa alla Commissione di non aver valutato adeguatamente le conseguenze per l’industria. Del Viscovo ha messo in evidenza come le case automobilistiche siano costrette a produrre veicoli con margini sempre più elevati, a causa delle normative vincolanti.

Le principali sfide per il rilancio del settore automotive

Andrea Taschini, Manager e Advisor Automotive, ha sostenuto che il Green Deal europeo è uno dei principali fattori alla base della crisi industriale che sta interessando il continente. Gli Stati Uniti hanno registrato una crescita del 5% negli ultimi cinque anni, mentre l’Europa si trova in stagnazione. La difficoltà di fabbricare batterie in Europa in modo economicamente sostenibile è una delle principali sfide per il settore.

Conclusioni: il rilancio del settore automotive italiano tra sfide e opportunità

Il settore automotive italiano si trova ad affrontare sfide complesse che richiedono una risposta articolata e pragmatica. La transizione ecologica, il rallentamento della produzione e la crescente concorrenza internazionale sono solo alcuni dei fattori che minacciano la sostenibilità del settore. Tuttavia, il dibattito promosso da #FORUMAutoMotive ha evidenziato l’urgenza di una strategia chiara e condivisa, che vada oltre le ideologie e si concentri su soluzioni concrete per rilanciare l’industria automobilistica, tutelare l’occupazione e mantenere alta la competitività.

AsConAuto celebra un 2024 da record: crescita, innovazione e nuove prospettive per il futuro

L’Associazione Consorzi Concessionari Autoveicoli (AsConAuto) chiude il 2024 con numeri da primato, rafforzando la sua posizione di leader nella distribuzione di ricambi originali per il settore automotive. Con un volume d’affari complessivo di 1.158.661.006,02 euro, l’associazione ha registrato una crescita del 15,3% rispetto al 2023, superando dell’8,7% il budget previsto per l’anno.

Un anno di successi per AsConAuto

Il 2024 ha segnato un’importante tappa per AsConAuto, che ha visto crescere il fatturato mensile dei suoi concessionari soci, raggiungendo un massimo storico di 125,5 milioni di euro nel mese di dicembre. Questo risultato è frutto dell’impegno dei 27 distretti e 12 consorzi, che operano in sinergia con una rete composta da 1.028 concessionari e oltre 23.000 autoriparatori, presenti su tutto il territorio nazionale.

«Abbiamo dimostrato ancora una volta la capacità di AsConAuto di evolversi per rispondere alle sfide del settore, consolidando la nostra leadership come punto di riferimento per concessionari e autoriparatori», ha dichiarato il presidente Roberto Scarabel, celebrando i traguardi raggiunti.

Roberto Scarabel, Crescita AsConAuto 2024
Roberto Scarabel, Crescita AsConAuto 2024

Innovazione e sostenibilità: i pilastri della crescita

Tra gli highlights del 2024, spiccano gli investimenti nella digitalizzazione e nell’ottimizzazione dei processi logistici. La rete di AsConAuto ha garantito la consegna di oltre 24.000 colli al giorno, mantenendo un tasso di insolvenza vicino allo zero. Questo risultato testimonia l’efficienza di un sistema che punta all’eccellenza e alla soddisfazione dei propri affiliati.

Parallelamente, l’associazione ha rinnovato il suo impegno verso la transizione ecologica, evidenziando la necessità di politiche strutturali, come la defiscalizzazione delle vetture elettriche per le aziende, per favorire una reale diffusione dei veicoli a basse emissioni.

Service Day 2024 e nuovi orizzonti internazionali

L’evento annuale Service Day, svoltosi a Verona, ha confermato la sua rilevanza strategica per la filiera post-vendita. Il rinnovato accordo per i prossimi tre anni garantirà ulteriori sviluppi e nuove opportunità per la rete associativa.

Il 2025 si apre con la partecipazione di AsConAuto al prestigioso NADA Show di New Orleans, dal 23 al 26 gennaio. Questo evento rappresenta il debutto ufficiale di AsConAuto International, un progetto che punta a esportare le migliori pratiche globali e a promuovere la crescita della rete a livello internazionale. «New Orleans è il palcoscenico ideale per confrontarci con i trend mondiali e portare nuove idee in Italia», ha sottolineato Scarabel.

Un modello di eccellenza per il settore automotive

AsConAuto rappresenta oggi oltre l’80% delle concessionarie italiane, con una copertura che si estende su 102 province21 regioni. Il valore complessivo dei ricambi originali distribuiti supera gli 8 miliardi di euro, un dato che sottolinea l’efficacia di una formula unica, basata su innovazione e cooperazione.

La rete associativa, composta da 560 collaboratori e oltre 600 mezzi, continua a garantire un servizio di altissima qualità. Sostenendo lo sviluppo economico e la professionalità degli operatori del settore.

Crescita AsConAuto 2024
Crescita AsConAuto 2024

Prospettive per il futuro

Con uno sguardo al futuro, AsConAuto si prepara ad affrontare un 2025 ricco di sfide e opportunità. L’obiettivo principale sarà consolidare i risultati raggiunti, promuovendo soluzioni innovative e sostenibili per concessionari e autoriparatori. La partecipazione a eventi internazionali, come il NADA Show, e il continuo investimento in tecnologia e sostenibilità ambientale rappresentano le basi per una crescita continua e solida.

Eurotribuna politica al #FORUMAutoMotive: il futuro dell’automotive tra sostenibilità e industria

Un dibattito strategico sul settore automotive europeo

#FORUMAutoMotive ha ospitato la terza Eurotribuna politica, una piattaforma di confronto tra rappresentanti politici, esperti e protagonisti del settore automotive. Al centro dell’evento, la necessità di una visione equilibrata tra sostenibilità ambientale e competitività industriale in Europa. Con la moderazione del giornalista Pierluigi Bonora, promotore dell’iniziativa, l’Eurotribuna ha messo in evidenza le sfide e le opportunità che l’industria automobilistica dovrà affrontare in un contesto di forti trasformazioni.

Bonora ha aperto l’evento con un appello ai parlamentari europei presenti: «Il futuro del settore automotive, così come quello di migliaia di famiglie europee, dipende dalle vostre decisioni. L’Europa deve essere pragmatica e assicurare che la transizione ecologica non si traduca in una crisi industriale».

Le sfide del settore: stagnazione in Europa e pressione dalla Cina

Scenari economici e criticità delle normative

Dario Duse, Country Leader Italia di AlixPartners, ha offerto un’analisi approfondita dello scenario attuale, evidenziando la stagnazione dei mercati europei e nordamericani, in contrasto con una crescita, seppur moderata, della Cina. Duse ha spiegato che gli obiettivi del programma Fit for 55 sono difficili da raggiungere, in particolare per quanto riguarda la transizione verso l’elettrico: «L’industria europea si trova in difficoltà a causa di regolamenti rigidi che potrebbero portare a forti sanzioni per chi non rispetta i target di riduzione della CO₂».

L’esperto ha inoltre osservato che, in questo contesto, le case automobilistiche europee sono costrette a ridurre i costi e ripensare i propri modelli produttivi. Una sfida che, secondo Duse, rischia di compromettere la competitività dell’intero comparto.

La voce dei rappresentanti UE: una necessità di revisione delle normative

Neutralità tecnologica e rimodulazione delle sanzioni

Tra i parlamentari europei presenti, Massimiliano Salini (Forza Italia) ha chiesto una revisione delle normative che regolano la decarbonizzazione, proponendo l’introduzione della neutralità tecnologica per offrire alle imprese più soluzioni per raggiungere gli obiettivi ambientali. «Sospendere le sanzioni fino al 2025 e accelerare la revisione delle normative è essenziale per dare respiro all’industria», ha dichiarato Salini.

A questo si è aggiunto Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), che ha evidenziato come l’approccio attuale della Commissione Europea rischi di far perdere competitività al settore europeo rispetto ai mercati asiatici. Fidanza ha sottolineato che molte aziende europee potrebbero sparire nei prossimi anni se la politica non interviene in maniera pragmatica.

Di diverso avviso, Pierfrancesco Maran (PD-S&D) ha proposto un utilizzo costruttivo delle sanzioni per i produttori non conformi, destinando i proventi alla riconversione industriale e sostenendo così la transizione senza compromettere l’occupazione.

Le reazioni del settore: tra preoccupazioni e richieste di intervento

La filiera automotive italiana e la riduzione dei fondi

I rappresentanti delle associazioni di settore hanno espresso preoccupazione per le sfide che attendono l’automotive nei prossimi anni. Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, ha criticato la recente decisione del Governo italiano di ridurre di 4,6 miliardi di euro il fondo destinato alla transizione del settore. Giorda ha dichiarato che «l’automotive è l’unico comparto obbligato a una trasformazione radicale in tempi così ristretti; senza risorse adeguate, il rischio per l’industria è altissimo».

A sua volta, Michele Crisci, presidente di UNRAE, ha sottolineato come la crescita della competizione cinese stia penalizzando le case automobilistiche europee, già gravate dai costi della transizione green. Crisci ha chiesto misure concrete per sostenere il settore in questa fase critica.

Carburanti alternativi e tecnologie diversificate: una transizione inclusiva

Opportunità per biometano e soluzioni a basse emissioni

Un tema chiave dell’Eurotribuna è stato il ruolo dei carburanti alternativi e delle tecnologie diversificate come strumento di supporto alla transizione. Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, ha evidenziato l’importanza del biometano come opzione sostenibile: «Se integrato nei piani energetici, il biometano potrebbe ridurre notevolmente le emissioni senza richiedere una transizione forzata verso l’elettrico».

Fabio Pressi di Motus-E ha illustrato i vantaggi delle auto elettriche, grazie alla riduzione dei costi delle batterie che rende l’elettrico sempre più accessibile. Tuttavia, Pressi ha avvertito che l’Europa deve tenere in considerazione la crescente competitività dei produttori cinesi, che stanno conquistando una parte sempre più significativa del mercato elettrico.

Alberto Viano, presidente di ANIASA, ha espresso il punto di vista del settore del noleggio e della mobilità pay-per-use, ribadendo la necessità di una stabilità fiscale e normativa per favorire l’adozione delle tecnologie più avanzate.

Una strategia europea per una mobilità sostenibile e competitiva

Conciliare ambiente e crescita industriale

L’Eurotribuna politica al #FORUMAutoMotive ha fatto emergere un punto cruciale: la necessità di una politica che concilia gli obiettivi di sostenibilità ambientale con le esigenze di crescita industriale. I partecipanti hanno proposto un approccio basato sulla neutralità tecnologica, che permetterebbe una transizione ecologica più flessibile e realistica. La diversificazione delle tecnologie, inclusi i biocarburanti e i veicoli elettrici, è stata individuata come la chiave per garantire una mobilità sostenibile e accessibile.

La proposta è quella di puntare su una strategia che non limiti la competitività del settore europeo rispetto ai competitor globali, ma che, al contrario, garantisca un percorso di crescita stabile e sostenibile.

Conclusioni: un futuro sostenibile per il settore automotive

La terza Eurotribuna politica ha confermato come il settore automotive si trovi oggi a un bivio. Da un lato, la necessità di ridurre le emissioni per rispondere alla sfida climatica; dall’altro, il bisogno di sostenere un’industria che rappresenta una parte fondamentale dell’economia europea. La discussione ha sottolineato come sia essenziale una politica europea che protegga il comparto industriale, senza sacrificare gli obiettivi ambientali.

Per raggiungere questo obiettivo, l’adozione di una politica inclusiva e orientata alla neutralità tecnologica potrebbe rappresentare la strada giusta per garantire un futuro sostenibile e competitivo all’industria automobilistica europea.

Link esterno suggerito: #FORUMAutoMotive – Transizione ecologica e futuro dell’automotive