Archivi tag: neutralità tecnologica

Eurotribuna politica al #FORUMAutoMotive: il futuro dell’automotive tra sostenibilità e industria

Un dibattito strategico sul settore automotive europeo

#FORUMAutoMotive ha ospitato la terza Eurotribuna politica, una piattaforma di confronto tra rappresentanti politici, esperti e protagonisti del settore automotive. Al centro dell’evento, la necessità di una visione equilibrata tra sostenibilità ambientale e competitività industriale in Europa. Con la moderazione del giornalista Pierluigi Bonora, promotore dell’iniziativa, l’Eurotribuna ha messo in evidenza le sfide e le opportunità che l’industria automobilistica dovrà affrontare in un contesto di forti trasformazioni.

Bonora ha aperto l’evento con un appello ai parlamentari europei presenti: «Il futuro del settore automotive, così come quello di migliaia di famiglie europee, dipende dalle vostre decisioni. L’Europa deve essere pragmatica e assicurare che la transizione ecologica non si traduca in una crisi industriale».

Le sfide del settore: stagnazione in Europa e pressione dalla Cina

Scenari economici e criticità delle normative

Dario Duse, Country Leader Italia di AlixPartners, ha offerto un’analisi approfondita dello scenario attuale, evidenziando la stagnazione dei mercati europei e nordamericani, in contrasto con una crescita, seppur moderata, della Cina. Duse ha spiegato che gli obiettivi del programma Fit for 55 sono difficili da raggiungere, in particolare per quanto riguarda la transizione verso l’elettrico: «L’industria europea si trova in difficoltà a causa di regolamenti rigidi che potrebbero portare a forti sanzioni per chi non rispetta i target di riduzione della CO₂».

L’esperto ha inoltre osservato che, in questo contesto, le case automobilistiche europee sono costrette a ridurre i costi e ripensare i propri modelli produttivi. Una sfida che, secondo Duse, rischia di compromettere la competitività dell’intero comparto.

La voce dei rappresentanti UE: una necessità di revisione delle normative

Neutralità tecnologica e rimodulazione delle sanzioni

Tra i parlamentari europei presenti, Massimiliano Salini (Forza Italia) ha chiesto una revisione delle normative che regolano la decarbonizzazione, proponendo l’introduzione della neutralità tecnologica per offrire alle imprese più soluzioni per raggiungere gli obiettivi ambientali. «Sospendere le sanzioni fino al 2025 e accelerare la revisione delle normative è essenziale per dare respiro all’industria», ha dichiarato Salini.

A questo si è aggiunto Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), che ha evidenziato come l’approccio attuale della Commissione Europea rischi di far perdere competitività al settore europeo rispetto ai mercati asiatici. Fidanza ha sottolineato che molte aziende europee potrebbero sparire nei prossimi anni se la politica non interviene in maniera pragmatica.

Di diverso avviso, Pierfrancesco Maran (PD-S&D) ha proposto un utilizzo costruttivo delle sanzioni per i produttori non conformi, destinando i proventi alla riconversione industriale e sostenendo così la transizione senza compromettere l’occupazione.

Le reazioni del settore: tra preoccupazioni e richieste di intervento

La filiera automotive italiana e la riduzione dei fondi

I rappresentanti delle associazioni di settore hanno espresso preoccupazione per le sfide che attendono l’automotive nei prossimi anni. Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, ha criticato la recente decisione del Governo italiano di ridurre di 4,6 miliardi di euro il fondo destinato alla transizione del settore. Giorda ha dichiarato che «l’automotive è l’unico comparto obbligato a una trasformazione radicale in tempi così ristretti; senza risorse adeguate, il rischio per l’industria è altissimo».

A sua volta, Michele Crisci, presidente di UNRAE, ha sottolineato come la crescita della competizione cinese stia penalizzando le case automobilistiche europee, già gravate dai costi della transizione green. Crisci ha chiesto misure concrete per sostenere il settore in questa fase critica.

Carburanti alternativi e tecnologie diversificate: una transizione inclusiva

Opportunità per biometano e soluzioni a basse emissioni

Un tema chiave dell’Eurotribuna è stato il ruolo dei carburanti alternativi e delle tecnologie diversificate come strumento di supporto alla transizione. Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, ha evidenziato l’importanza del biometano come opzione sostenibile: «Se integrato nei piani energetici, il biometano potrebbe ridurre notevolmente le emissioni senza richiedere una transizione forzata verso l’elettrico».

Fabio Pressi di Motus-E ha illustrato i vantaggi delle auto elettriche, grazie alla riduzione dei costi delle batterie che rende l’elettrico sempre più accessibile. Tuttavia, Pressi ha avvertito che l’Europa deve tenere in considerazione la crescente competitività dei produttori cinesi, che stanno conquistando una parte sempre più significativa del mercato elettrico.

Alberto Viano, presidente di ANIASA, ha espresso il punto di vista del settore del noleggio e della mobilità pay-per-use, ribadendo la necessità di una stabilità fiscale e normativa per favorire l’adozione delle tecnologie più avanzate.

Una strategia europea per una mobilità sostenibile e competitiva

Conciliare ambiente e crescita industriale

L’Eurotribuna politica al #FORUMAutoMotive ha fatto emergere un punto cruciale: la necessità di una politica che concilia gli obiettivi di sostenibilità ambientale con le esigenze di crescita industriale. I partecipanti hanno proposto un approccio basato sulla neutralità tecnologica, che permetterebbe una transizione ecologica più flessibile e realistica. La diversificazione delle tecnologie, inclusi i biocarburanti e i veicoli elettrici, è stata individuata come la chiave per garantire una mobilità sostenibile e accessibile.

La proposta è quella di puntare su una strategia che non limiti la competitività del settore europeo rispetto ai competitor globali, ma che, al contrario, garantisca un percorso di crescita stabile e sostenibile.

Conclusioni: un futuro sostenibile per il settore automotive

La terza Eurotribuna politica ha confermato come il settore automotive si trovi oggi a un bivio. Da un lato, la necessità di ridurre le emissioni per rispondere alla sfida climatica; dall’altro, il bisogno di sostenere un’industria che rappresenta una parte fondamentale dell’economia europea. La discussione ha sottolineato come sia essenziale una politica europea che protegga il comparto industriale, senza sacrificare gli obiettivi ambientali.

Per raggiungere questo obiettivo, l’adozione di una politica inclusiva e orientata alla neutralità tecnologica potrebbe rappresentare la strada giusta per garantire un futuro sostenibile e competitivo all’industria automobilistica europea.

Link esterno suggerito: #FORUMAutoMotive – Transizione ecologica e futuro dell’automotive

Il ministro Urso anticipa la revisione sullo stop ai motori a combustione al #FORUMAutoMotive

Un passo cruciale per sostenere l’industria automobilistica europea

Al #FORUMAutoMotive, evento annuale sulla mobilità sostenibile e innovazione automobilistica, il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato una svolta importante nelle politiche italiane in materia di sostenibilità e industria: l’anticipo al 2025 della revisione della normativa europea che prevede lo stop ai motori a combustione entro il 2035.

«È tempo di superare i limiti imposti dalle ideologie per adottare un approccio pragmatico che garantisca al contempo sostenibilità ambientale e competitività industriale», ha affermato il ministro Urso, evidenziando come l’Europa debba trovare un nuovo equilibrio tra decarbonizzazione e difesa della sua base produttiva.

La crisi del settore automobilistico e l’urgenza di una revisione

Il rischio di un declino competitivo rispetto ai produttori asiatici

Secondo Urso, le politiche ambientali attualmente in vigore hanno esposto le aziende europee del settore automobilistico a una crisi profonda, creando svantaggi competitivi rispetto ai produttori asiatici. Le case automobilistiche dell’UE, infatti, rischiano di dover affrontare ingenti sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione della CO₂, mentre i produttori cinesi consolidano rapidamente la loro presenza sul mercato europeo grazie a strategie aggressive e investimenti massicci.

«L’Europa si trova a un bivio tra confermare obiettivi irrealizzabili o adottare una politica di transizione più graduale, che permetta alle nostre aziende di prepararsi adeguatamente», ha spiegato Urso. La crisi è palpabile e il rischio di perdere terreno rispetto alla concorrenza è ormai evidente.

Una revisione anticipata per supportare l’industria europea

Con questa proposta di anticipare la revisione al 2025, l’Italia e i Paesi alleati intendono dare respiro al settore automobilistico europeo, consentendo un adattamento graduale e sostenibile alle nuove normative. Posticipare al 2026 la revisione equivarrebbe, secondo Urso, a «una sentenza di ritardo insormontabile» che limiterebbe le possibilità di recuperare il terreno perso.

“Non Paper”: una proposta per una politica realistica

Collaborazione tra Italia e Repubblica Ceca

L’Italia, in collaborazione con la Repubblica Ceca, ha elaborato il “Non Paper”, un documento strategico che propone una revisione anticipata delle normative europee in tema di emissioni. La proposta mira a sostenere il comparto industriale senza compromettere gli obiettivi ambientali, promuovendo una transizione bilanciata e sostenibile.

«Questa iniziativa è nata per garantire che la decarbonizzazione avvenga attraverso una strategia graduale, sostenibile e inclusiva, senza imporre scelte forzate», ha sottolineato Urso. Il Non Paper sarà discusso in Commissione Europea nei prossimi mesi e potrebbe rappresentare un’importante svolta per l’industria europea.

Verso una mobilità a neutralità tecnologica

Tra le proposte avanzate, il ministro Urso ha ribadito l’importanza di una politica di neutralità tecnologica, in cui non solo l’elettrico, ma anche biocarburanti e idrogeno possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici. «Raggiungere la decarbonizzazione richiede flessibilità e innovazione: limitarsi a una sola tecnologia non è la strada migliore», ha affermato Urso, indicando la necessità di un approccio aperto e inclusivo.

#FORUMAutoMotive: il punto d’incontro tra istituzioni e industria

Il valore di un dibattito aperto e costruttivo

Il #FORUMAutoMotive, fondato dal giornalista Pierluigi Bonora, si è confermato anche quest’anno come un’importante piattaforma per il dialogo tra istituzioni, industria e opinione pubblica. Durante l’evento, Urso ha sottolineato come iniziative come il #FORUMAutoMotive siano fondamentali per discutere le politiche future in un contesto che unisce interessi industriali e sostenibilità ecologica.

«È essenziale avere luoghi di confronto come il #FORUMAutoMotive, dove possiamo confrontarci sui temi strategici per il futuro dell’automobile in Europa e non solo», ha dichiarato Urso.

Un equilibrio tra innovazione e sostenibilità

Con la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti dell’industria, il #FORUMAutoMotive ha dato spazio a discussioni approfondite sul futuro della mobilità sostenibile, portando alla luce le sfide della transizione ecologica e l’impatto delle politiche ambientali sul settore.

La visione italiana: decarbonizzazione graduale e realismo

L’Italia guida il dibattito per una politica industriale europea equilibrata

Con la proposta di anticipare la revisione delle normative, il Governo italiano si pone in prima linea nella definizione di una strategia di decarbonizzazione che sia sostenibile non solo per l’ambiente ma anche per l’economia e la società. L’Italia propone quindi una politica che favorisca una transizione equilibrata, capace di mantenere competitività e occupazione in settori chiave come quello automobilistico.

«La nostra industria ha bisogno di un quadro normativo che supporti innovazione e competitività, senza sacrificare posti di lavoro e senza mettere a rischio la sostenibilità del settore», ha ribadito Urso, aggiungendo che l’Italia continuerà a promuovere una politica di sostegno per il comparto produttivo.

Il futuro della mobilità europea

La strada proposta da Urso non si limita a salvaguardare l’industria italiana, ma vuole portare un contributo significativo al dibattito europeo. La decarbonizzazione, secondo il ministro, non è in discussione; piuttosto, l’obiettivo è trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica, tutela ambientale e difesa delle competenze industriali che sono alla base della competitività europea.

Conclusioni: un percorso sostenibile e inclusivo per la mobilità del futuro

Il discorso di Urso al #FORUMAutoMotive ha rappresentato un importante passo avanti nella definizione di una mobilità sostenibile che possa garantire allo stesso tempo stabilità economica e innovazione tecnologica. La proposta di revisione anticipata delle normative è un chiaro segnale di come l’Italia intenda guidare il cambiamento, mantenendo al centro le esigenze della sua economia e della sua società.

Il “Non Paper” presentato dal ministro offre una visione concreta per una transizione ecologica graduale e inclusiva, in grado di sostenere l’industria e proteggere il lavoro, aprendo un nuovo capitolo per la mobilità sostenibile europea.

Link: Ministero delle Imprese e del Made in Italy – Transizione ecologica e industria

Auto Cinesi in Europa e Green Deal: quale futuro per l’automotive europeo?

Il convegno #FORUMAutoMotive ha acceso i riflettori su uno dei temi più caldi dell’automotive europeo: l’ingresso delle auto cinesi sul mercato e le nuove sfide imposte dal Green Deal. Organizzato e moderato dal giornalista Pierluigi Bonora, l’evento ha riunito voci autorevoli e rappresentanti del settore per discutere dell’impatto delle vetture asiatiche in Europa e delle prospettive della neutralità tecnologica promossa dalla Commissione UE.

L’“Invasione” delle Auto Cinesi: Opportunità o Minaccia?

Con il crescente ingresso dei marchi cinesi sul mercato europeo, il settore automotive si trova di fronte a nuove dinamiche. Massimo Artusi, Presidente di Federauto, ha evidenziato come camion e pullman elettrici provenienti dalla Cina stiano già diventando una presenza stabile in Europa, grazie alla qualità e alla sicurezza dei veicoli. Paolo Daniele Cirelli, Presidente della Cirelli Motor Company, ha spiegato: «La nostra azienda importa auto di costruttori cinesi tramite una rete di concessionari che facilita l’introduzione di questi veicoli nel mercato europeo. Le linee dei modelli cinesi sono oggi sempre più simili a quelle europee, offrendo un vantaggio competitivo per il cliente in termini di qualità e prezzo».

Francesco Cremonesi, Direttore Comunicazione di Omoda Jaecoo Italia (Gruppo Chery), ha illustrato l’approccio strategico del gruppo: «Abbiamo iniziato con modelli a benzina, per poi aumentare progressivamente l’offerta elettrica. Anche se i dazi rappresentano un ostacolo, i piani di espansione includono un centro R&D dedicato al design in Italia, consolidando i legami tra l’industria italiana e il marchio cinese». La creazione di una rete di supporto tecnico e ricambi, essenziale per il post-vendita, è una priorità secondo Bruno Giovanni Mafrici, CEO di Car Mobility srl, che ha previsto una crescita fino a 45 concessionari entro fine anno.

Il Green Deal e la Questione della Neutralità Tecnologica

Oltre all’invasione cinese, il convegno ha posto al centro della discussione il Green Deal europeo e la necessità di un approccio più flessibile alla transizione ecologica. Il secondo mandato della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, punta infatti a promuovere una neutralità tecnologica che lasci spazio a soluzioni diversificate.

Camillo Piazza, Presidente di Class Onlus, ha manifestato forti critiche verso la gestione dei fondi del PNRR, concentrati in larga misura sull’acquisto di veicoli elettrici esteri. «Abbiamo perso il nostro vantaggio competitivo con la Cina, e i fondi pubblici sono andati a sostenere veicoli non prodotti in Italia», ha dichiarato Piazza, sollevando dubbi sull’efficacia della politica industriale. Di segno opposto è stato l’intervento di Andrea Taschini, manager ed editorialista, che ha definito il Green Deal «una burla», sottolineando l’elevato costo dell’energia in Europa e la dipendenza dai materiali cinesi come la grafite, essenziale per le batterie.

Geronimo La Russa, Vicepresidente ACI, ha ribadito la posizione dell’Italia a favore di una neutralità tecnologica più inclusiva, che permetta ai consumatori di scegliere tra soluzioni diversificate, dall’elettrico ai biocarburanti. «È tempo di invertire la rotta e fornire chiarezza al consumatore, che oggi è confuso dalle politiche energetiche», ha concluso La Russa.

La Necessità di Standard Tecnologici Comuni

Il dibattito si è esteso alla necessità di standard tecnologici unificati per facilitare l’adozione delle nuove tecnologie in tutto il continente. Fabio Pressi di a2a E-Mobility ha sottolineato come incentivi e agevolazioni siano cruciali per colmare il gap tra i costi dei veicoli elettrici e quelli a combustione interna. Toni Purcaro di DEKRA Italia ha, invece, richiamato l’attenzione sugli ostacoli legati al costo delle auto elettriche, che rendono difficile una diffusione di massa.

Marco Seimandi di Westport Fuel Systems ha proposto l’esempio dell’India, che ha investito nel metano come soluzione di transizione, suggerendo che l’Europa potrebbe seguire un percorso simile senza focalizzarsi esclusivamente sull’elettrico. Anche Stefano Odorici, Presidente UCIF, ha espresso la necessità di investire in infrastrutture e di adottare misure fiscali favorevoli per agevolare la diffusione delle nuove tecnologie di mobilità.

Conclusioni e Prospettive per il Futuro

In conclusione, #FORUMAutoMotive ha delineato un panorama complesso e sfidante per il settore automotive europeo. Da un lato, l’invasione delle auto cinesi offre opportunità di sviluppo e innovazione; dall’altro, il Green Deal e la transizione energetica necessitano di una strategia più pragmatica, che includa diverse tecnologie e promuova standard comuni.

Come ha osservato Andrea Taschini: «L’Europa ha bisogno di valorizzare le risorse interne e di sviluppare una strategia che riduca la dipendenza dai materiali importati, garantendo al contempo competitività e sostenibilità».