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“Le Strenne Cariplo 1955-2000”: il gioiello dell’editoria bancaria italiana in mostra a Milano

Una celebrazione dell’arte e della cultura lombarda

La Biblioteca di via Senato ospita una mostra senza precedenti, dedicata a una delle massime espressioni dell’editoria bancaria italiana: “Le Strenne Cariplo 1955-2000”. Curata dal noto libraio antiquario Andrea Tomasetig, l’esposizione raccoglie 96 volumi pubblicati dalla storica Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde (Cariplo) tra il 1955 e il 2000. La mostra, aperta al pubblico dall’8 al 23 novembre, rappresenta un’opportunità unica per esplorare la cultura, la storia e l’arte della Lombardia attraverso una collezione di libri di pregio.

La storia delle Strenne Cariplo: un’eredità culturale inestimabile

La tradizione delle Strenne Cariplo è considerata un capolavoro dell’editoria bancaria italiana, un fenomeno senza eguali nel mondo per qualità grafica e importanza culturale. Pubblicati annualmente come omaggi natalizi per la clientela e le istituzioni, questi volumi rappresentano un modello di cultura d’impresa che unisce estetica e contenuti di altissimo livello.

Le strenne si configurano come una vera e propria enciclopedia dell’arte e della storia lombarde, con testi curati da esperti e immagini di straordinaria bellezza. Attraverso monografie su città come Brescia, Bergamo, Cremona, e con serie tematiche che spaziano dalla pittura alla storia architettonica regionale, le Strenne Cariplo hanno celebrato il patrimonio culturale lombardo, rendendo accessibili anche le sue eccellenze meno conosciute.

Una mostra esclusiva alla Biblioteca di via Senato

In occasione della Settimana della Cultura d’Impresa, la Biblioteca di via Senato mette in mostra l’intera collezione degli 87 titoli in 96 volumi della Cariplo. Accanto alla mostra, verrà pubblicato un catalogo illustrato, disponibile presso la Biblioteca stessa. Come spiega il curatore Andrea Tomasetig, «questa collezione non è soltanto un patrimonio editoriale, ma un vero e proprio tributo alla Lombardia e alla sua ricca tradizione culturale».

L’inaugurazione della mostra si terrà il 7 novembre alle ore 17.00 e sarà aperta al pubblico fino al 23 novembre, dal lunedì al venerdì.

Capolavori editoriali di pregio: dai dipinti medievali alle incisioni antiche

Tra i volumi esposti spiccano alcune opere di particolare rilevanza storica e artistica. Tra queste, la serie sugli affreschi lombardi del Tre e Quattrocento (1963 e 1965), il repertorio dedicato a Milano nelle vecchie stampe (1969-70) e le monografie in due volumi sulle Miniature lombarde (1970). Questi libri rappresentano vere e proprie pietre miliari nella documentazione e valorizzazione del patrimonio artistico lombardo, e per la prima volta vengono esposti al pubblico in un’unica collezione.

Anche i 15 titoli dedicati alla pittura in singoli centri lombardi, come Brescia, Bergamo e Cremona, completano un affresco culturale che va dal Medioevo al Settecento, permettendo di comprendere le radici storiche dell’identità lombarda.

La Biblioteca di via Senato: un faro culturale nel cuore di Milano

Fondata nel 1997, la Biblioteca di via Senato è oggi un’istituzione culturale di rilievo nel panorama milanese. Da sempre impegnata nella promozione del patrimonio librario e archivistico, la Biblioteca ha curato mostre, laboratori e collaborazioni che spaziano dalla letteratura antica al libro d’arte. Ospitata in una storica sede nel centro di Milano, la Biblioteca continua a essere un luogo di ricerca e diffusione della cultura.

Nel corso degli anni, la Biblioteca ha ospitato eventi di prestigio come la Mostra del Libro Antico e il Salone del Libro Usato, oltre a curare numerosi progetti editoriali attraverso BvS Edizioni, la propria casa editrice. Con la mostra “Le Strenne Cariplo 1955-2000”, la Biblioteca riafferma il proprio impegno nella valorizzazione del patrimonio culturale lombardo e italiano.

Un invito alla scoperta della Lombardia

“Le Strenne Cariplo 1955-2000” rappresentano non solo un viaggio nel passato, ma un invito a riscoprire il ricco tessuto culturale lombardo. Attraverso la qualità grafica e scientifica dei suoi volumi, Cariplo ha immortalato luoghi, artisti e opere d’arte che, altrimenti, rischierebbero di cadere nell’oblio. Un’iniziativa editoriale che, dopo più di cinquant’anni, conserva intatta la propria rilevanza e attualità.

La mostra sarà accompagnata da un programma di conferenze e visite guidate, pensato per coinvolgere appassionati d’arte, studiosi e cittadini curiosi di scoprire questo angolo prezioso della cultura italiana.

Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale della Biblioteca di via Senato: www.bibliotecadiviasenato.it

Sostenibilità nel packaging: incentivi e opportunità per il settore del cartone ondulato

Con l’introduzione di nuovi incentivi per la riconversione ecologica, il settore del packaging italiano è al centro di un cambiamento importante, sostenuto anche dall’Associazione Italiana Scatolifici (ACIS).

Incentivi per la transizione ecologica nel packaging

Il Ministero dell’Ambiente ha recentemente approvato un incentivo di dieci milioni di euro per le imprese produttrici di plastica monouso che vogliono riconvertire i propri processi produttivi verso soluzioni più sostenibili. Il decreto direttoriale n. 84, varato il 27 settembre, rappresenta uno dei tanti provvedimenti europei e nazionali a favore della riduzione dei rifiuti in plastica, con l’obiettivo di migliorare l’impatto ambientale dei materiali utilizzati nel settore degli imballaggi, che costituiscono quasi il 40% dei rifiuti solidi urbani.

Andrea Mecarozzi, Presidente dell’Associazione Italiana Scatolifici (ACIS), ha commentato: «Apprezziamo il sostegno del Ministero verso la riconversione ecologica, ma auspichiamo che questo supporto venga esteso anche ai comparti già virtuosi, come il settore del cartone ondulato». Infatti, il cartone rappresenta oggi una delle alternative sostenibili più valide alla plastica, con oltre il 70% delle materie prime derivanti da carta riciclata.

La forza della filiera del cartone ondulato

Il comparto del cartone ondulato, rappresentato da ACIS, ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni grazie alla sua intrinseca sostenibilità. Secondo i dati del Rapporto Annuale di Comieco, il riciclo degli imballaggi cellulosici in Italia ha raggiunto il 92,3%, superando i target fissati dall’Unione Europea per il 2030. Questo tasso di riciclo è possibile grazie a una filiera strutturata e responsabile: oltre il 90% della fibra vergine proviene da foreste certificate FSC o PEFC, in linea con gli standard internazionali di sostenibilità.

In un periodo in cui la sostenibilità è un imperativo, l’industria del cartone ondulato non solo riduce l’impatto ambientale, ma promuove anche un’economia circolare virtuosa.

Una filiera che richiede sostegno per non essere svantaggiata

Il decreto n. 84 si concentra principalmente sulla riconversione delle imprese che lavorano nel settore della plastica monouso, un passo necessario, ma secondo ACIS anche incompleto. «Le filiere virtuose del cartone – sottolinea Mecarozzi – non devono essere penalizzate di fronte a settori concorrenti che ottengono incentivi senza uno storico impegno sostenibile».

L’Associazione Italiana Scatolifici ha evidenziato l’importanza di collaborare con il Ministero dell’Ambiente per garantire che le politiche di incentivo non avvantaggino solo alcuni comparti, ma permettano anche a chi opera con standard di sostenibilità di lungo corso di accedere a nuovi fondi di investimento.

La storia e l’impegno dell’Associazione Italiana Scatolifici

Fondata nel 2011, l’Associazione Italiana Scatolifici ha evoluto il suo ruolo negli anni per diventare una voce autorevole nel settore del packaging sostenibile. Oggi ACIS rappresenta oltre 100 aziende italiane, con più di 2.000 dipendenti. Il passaggio a struttura associativa ha permesso di affrontare in modo più efficace le sfide di mercato e di rappresentare il settore nei tavoli istituzionali.

L’Associazione si impegna a mantenere l’economia circolare come linea guida per il futuro del comparto e a incentivare i propri associati a utilizzare solo materiali provenienti da fonti sostenibili. Questo approccio ha posizionato il cartone ondulato come scelta d’elezione nel packaging, dimostrandosi non solo una valida alternativa alla plastica, ma anche una risorsa chiave nel percorso verso la transizione ecologica dell’economia.

Prospettive future per un settore in crescita

Gli obiettivi per il futuro sono ambiziosi. ACIS, insieme al governo, intende continuare a promuovere la sostenibilità nel packaging e supportare una filiera che possa concorrere su scala internazionale. Il Presidente Mecarozzi ha concluso: «Il cartone ondulato rappresenta una soluzione cruciale per il futuro del packaging, e lavoriamo affinché le nostre aziende siano pronte a cogliere le nuove opportunità offerte dal mercato, senza essere penalizzate da incentivi selettivi».

In un momento storico in cui la sostenibilità non è più solo un’opzione, ma una necessità, il settore del cartone ondulato dimostra che è possibile innovare e competere nel rispetto dell’ambiente. Con il sostegno adeguato e una visione strategica condivisa, il comparto può continuare a crescere, offrendo soluzioni efficaci e sostenibili per l’imballaggio.

IFTS post-diploma: il nuovo percorso di apprendistato per tecnici progettisti a Milano

Iniziato il percorso IFTS in apprendistato di primo livello per formare tecnici progettisti. Gi Group e Lombardini22 offrono una formazione specializzata per rispondere alla carenza di competenze nel real estate.

Un percorso formativo su misura per il settore real estate

Il settore real estate vive una crescente richiesta di professionisti qualificati, in particolare tecnici progettisti specializzati in impianti elettrici, meccanici e computazione. Per rispondere a questa esigenza, è partito a Milano un percorso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) in apprendistato di primo livello per tecnici progettisti, realizzato da Gi Group, la prima agenzia italiana per il lavoro, in collaborazione con Lombardini22, gruppo leader nel campo dell’architettura e dell’ingegneria.

«Ci stiamo confrontando con una grande competizione tra le società di progettazione ingegneristica per l’attrazione di professionisti qualificati. Questo progetto mira a colmare il divario tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dai percorsi formativi tradizionali», spiega Fabio di Nunno, Direttore Risorse Umane di Lombardini22.

800 ore di formazione: il mix perfetto tra aula e lavoro sul campo

Il percorso IFTS prevede 800 ore di formazione complessive, di cui oltre la metà svolte direttamente presso Lombardini22. I 15 candidati selezionati sono stati inseriti da subito con un contratto di apprendistato di primo livello, garantendo loro un apprendimento pratico e un inserimento immediato nel mondo del lavoro.

Il programma formativo include competenze fondamentali come la progettazione di sistemi elettrici a bassa tensione, il cablaggio strutturato, gli impianti speciali e l’uso di software avanzati come CAD e Revit. A completamento del corso, i partecipanti otterranno una Certificazione di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore riconosciuta a livello nazionale ed europeo.

L’importanza dell’apprendistato nel ridurre lo skill mismatch

L’iniziativa nasce dalla volontà di colmare il crescente skill mismatch nel settore della progettazione. «L’IFTS per tecnico progettista è un’opportunità unica per apprendere sul campo, lavorando a fianco di professionisti esperti, e ottenere un titolo riconosciuto a livello europeo» afferma Michele Savani, Corporate Business Development Director Technical Engineering di Gi Group. «Abbiamo creato un programma che integra perfettamente formazione e lavoro, offrendo ai partecipanti le competenze necessarie per affrontare con successo il mercato.»

Il corso rappresenta un importante passo avanti nella formazione tecnica italiana, offrendo una risposta concreta alla domanda di competenze specialistiche, particolarmente rilevanti per settori come edilizia e grandi opere infrastrutturali.

Il valore di una collaborazione tra aziende e istruzione

Questo percorso formativo innovativo è il risultato della collaborazione tra Gi Group e Lombardini22, che hanno unito le forze per offrire un programma su misura per il settore della progettazione. «Abbiamo immaginato una figura professionale in uscita che racchiuda competenze trasversali, dalle basi degli impianti meccanici ed elettrici, fino alla computazione», continua di Nunno. «Si tratta di un esperimento che ci sta avvicinando al mondo degli istituti tecnici con grande entusiasmo.»

L’obiettivo finale è creare una generazione di tecnici progettisti in grado di rispondere alle esigenze sempre più sofisticate del settore real estate e contribuire a ridurre il divario tra le imprese e il mondo della formazione.

IFTS: una risposta alla carenza di competenze tecniche

Il mismatch tra competenze richieste dalle aziende e quelle disponibili sul mercato del lavoro è una delle sfide principali che il settore real estate deve affrontare. L’introduzione di percorsi come l’IFTS in apprendistato rappresenta una risposta concreta a questo problema, permettendo alle aziende di formare giovani con competenze specifiche e di alto valore.

«Il settore dell’edilizia e delle grandi opere infrastrutturali è in continua evoluzione, e con esso le competenze richieste ai tecnici progettisti. Attraverso questo percorso di apprendistato, i partecipanti avranno accesso a una formazione pratica che li preparerà a diventare professionisti capaci di affrontare le sfide future» conclude Savani.

Una certificazione che apre le porte al mondo del lavoro

Il completamento del percorso IFTS permetterà ai partecipanti di ottenere una certificazione valida a livello europeo, aprendo loro numerose opportunità di carriera. Il corso non solo fornisce una formazione tecnica approfondita, ma consente ai giovani di accedere direttamente a un contratto di lavoro.

Per maggiori dettagli sul percorso formativo e le opportunità offerte da Gi Group e Lombardini22, è possibile visitare il sito Gi Group – Percorsi formativi con Lombardini22.

Covivio e Fondazione Francesca Rava insieme per i giovani del Beccaria: inaugurato il nuovo giardino riqualificato

Il progetto “Palla al Centro” trasforma il giardino dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano in un luogo di speranza, bellezza e formazione.

È stato inaugurato il giardino completamente rinnovato dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano. L’iniziativa è parte del più ampio progetto di riqualificazione e inclusione sociale “Palla al Centro”, nato nel 2020 dalla collaborazione tra la Fondazione Francesca Rava – NPH Italia ETS e il Tribunale per i Minorenni di Milano, con il sostegno di Covivio e altre importanti istituzioni.

Il giardino, trasformato in un angolo verde accogliente e simbolico, rappresenta un importante punto di riferimento per i giovani detenuti. Oltre a offrire uno spazio per incontrare le famiglie e partecipare ad attività ricreative, la riqualificazione è il risultato del coinvolgimento attivo dei detenuti, che hanno partecipato a un corso di giardinaggio organizzato da Orticola di Lombardia e Cascina Bollate.

«Questo giardino è un dono simbolico per i ragazzi del Beccaria», ha dichiarato Mariavittoria Rava, Presidente della Fondazione Francesca Rava. «Vogliamo che sia un luogo di speranza e bellezza, un segno concreto di ripartenza e di futuro».

Un progetto di formazione per il reinserimento sociale

Il restyling del giardino non è solo un intervento estetico: è parte di un più ampio progetto formativo pensato per fornire ai giovani detenuti competenze pratiche da utilizzare nel mondo del lavoro. Grazie al supporto della Fondazione Covivio, avviato nel 2022, è stato organizzato un corso teorico-pratico di giardinaggio, guidato da esperti professionisti del settore, come Orticola di Lombardia e alcuni detenuti della Cascina Bollate, con la collaborazione di Enaip Lombardia.

«L’obiettivo di questo corso – spiega Giovanna Ruda, Chief Corporate Officer di Covivio Italia – è offrire ai giovani detenuti l’opportunità di acquisire competenze lavorative, permettendo loro di guardare al futuro con maggiore fiducia e responsabilità. Sostenere progetti come questi, che promuovono l’inclusione sociale e la crescita personale, è parte integrante della nostra mission aziendale».

Un giardino simbolo di speranza e bellezza

Il giardino inaugurato oggi è stato pensato per diventare un luogo di incontro e socializzazione. I ragazzi potranno utilizzarlo non solo come spazio ricreativo, ma anche come area per attività culturali, eventi e concerti. La riqualificazione, infatti, mira a rendere questo spazio un punto di riferimento per la comunità interna dell’Istituto Penale Minorile.

«Abbiamo voluto creare un ambiente che fosse non solo bello, ma anche funzionale», ha dichiarato Mariavittoria Rava. «Il giardino rappresenta un segno tangibile della possibilità di cambiamento, un luogo che i ragazzi potranno vivere e condividere con le loro famiglie. È un simbolo di speranza, ma anche un’opportunità per guardare al futuro con una nuova prospettiva».

La collaborazione tra Covivio e Fondazione Francesca Rava

Il progetto “Palla al Centro” è solo uno dei molti esempi di collaborazione tra Covivio e la Fondazione Francesca Rava. Il rapporto tra queste due realtà ha preso avvio con il supporto a questo progetto, ma si è rapidamente ampliato in una serie di iniziative congiunte. Durante i Socovivio Days dello scorso settembre, i dipendenti di Covivio hanno partecipato attivamente a iniziative di volontariato aziendale, offrendo il proprio contributo per migliorare le condizioni di vita nei carceri minorili.

«La collaborazione con la Fondazione Francesca Rava è per noi motivo di grande orgoglio», ha affermato Giovanna Ruda. «Attraverso iniziative come i Socovivio Days o la campagna “In Farmacia per i Bambini”, abbiamo voluto coinvolgere i nostri dipendenti in progetti che promuovono la solidarietà e il supporto alle comunità più vulnerabili. Questo impegno si inserisce perfettamente nella nostra mission aziendale, che pone al centro il benessere delle comunità locali».

Palla al Centro: un progetto di inclusione e formazione

Nato nel 2020, il progetto Palla al Centro si è sviluppato con l’obiettivo di offrire ai giovani detenuti del Beccaria opportunità formative e di reinserimento sociale. Grazie alla collaborazione con il Tribunale per i Minorenni di Milano, il Centro Giustizia Minorile della Lombardia e l’USSM di Milano, il progetto si propone di fornire ai ragazzi le competenze necessarie per costruire un futuro migliore.

Le attività del progetto comprendono corsi pratici e teorici su diversi ambiti lavorativi, come il giardinaggio, ma anche laboratori creativi e attività culturali. «Il nostro obiettivo è offrire ai ragazzi non solo una formazione tecnica, ma anche un percorso di crescita personale e di responsabilizzazione», spiega Mariavittoria Rava.

La missione sociale di Covivio

Covivio, una delle principali società immobiliari europee, ha da sempre posto il benessere sociale al centro della propria missione. La collaborazione con la Fondazione Francesca Rava rappresenta un esempio concreto di come l’azienda voglia contribuire alla solidarietà sociale attraverso progetti che promuovono l’inclusione e la formazione delle fasce più vulnerabili della società.

«Siamo convinti che il futuro della nostra azienda dipenda anche dal benessere delle comunità in cui operiamo», sottolinea Giovanna Ruda. «Il nostro impegno in progetti come Palla al Centro testimonia la nostra volontà di fare la differenza non solo a livello economico, ma anche sociale, offrendo opportunità concrete di riscatto e reinserimento».

Conclusione

L’inaugurazione del giardino riqualificato all’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano rappresenta un importante passo avanti nel percorso di inclusione e formazione dei giovani detenuti. Grazie alla collaborazione tra Covivio e la Fondazione Francesca Rava, il progetto Palla al Centro offre ai ragazzi un’opportunità per guardare al futuro con speranza, acquisendo competenze pratiche e responsabilità verso l’ambiente.

Il successo di questa iniziativa dimostra come la cooperazione tra aziende, istituzioni e realtà del terzo settore possa generare un impatto positivo non solo sui destinatari diretti, ma su tutta la comunità.

Scopri il progetto Palla al Centro

Coach di Quartiere: il progetto che porta sport e inclusione sociale nei parchi italiani

Nato nel 2020 per reagire alla crisi sociale post-Covid, Coach di Quartiere coinvolge giovani volontari per offrire sport gratuito ai bambini, promuovendo inclusione e cittadinanza attiva.

Nel 2020, in piena crisi sociale dovuta alla pandemia da Covid-19, Claudio Massa ha lanciato Coach di Quartiere, un progetto innovativo che utilizza lo sport come strumento per promuovere l’inclusione sociale e favorire lo sviluppo personale di bambini e giovani. «L’idea nasce dal cuore de L’Orma, un’agenzia educativa attiva dal 2000 nel settore della promozione sociale e dell’educazione attraverso lo sport», spiega Massa, fondatore e Brand Ambassador del progetto.

L’iniziativa è stata concepita per rispondere alla crisi delle relazioni sociali che ha colpito soprattutto adolescenti e bambini dopo il lockdown. «Abbiamo deciso di mettere a disposizione il nostro know-how maturato in vent’anni di esperienza nel campo dell’educazione e della formazione, per creare un valore sociale tangibile», continua Massa.

Claudio Massa

L’obiettivo: sport per tutti i bambini

Il progetto si rivolge a bambini tra i 6 e gli 11 anni, offrendo loro la possibilità di praticare sport gratuitamente nei parchi pubblici, grazie all’impegno di giovani volontari tra i 16 e i 20 anni. «La nostra missione è quella di reclutare giovani, motivarli e formarli per diventare coach di quartiere», spiega Massa. Attraverso un percorso di formazione, i giovani volontari imparano a gestire gruppi di bambini e a promuovere valori come il gioco di squadra, la socialità e la cittadinanza attiva.

«Il nostro approccio è inclusivo: non vogliamo etichette sociali, ma dare a ogni bambino la possibilità di fare sport, indipendentemente dal contesto familiare o sociale di provenienza», sottolinea Massa. Il progetto mira quindi a intercettare quelle famiglie che, per ragioni socio-economiche o organizzative, non riescono a garantire ai propri figli l’accesso allo sport.

Attività e metodologia: il cuore del progetto

Le attività si svolgono principalmente nei parchi pubblici, dove i playmaker territoriali e i volontari accompagnano i bambini direttamente all’uscita da scuola, per un paio d’ore di attività all’aperto. «In primavera e autunno, proponiamo sessioni di sport nei parchi tra le 16.30 e le 18.00, mentre durante l’inverno utilizziamo le palestre messe a disposizione gratuitamente dai Comuni», spiega il fondatore.

Il format non si limita alle sole attività settimanali, ma comprende anche un centro estivo per quei bambini che già partecipano al progetto. «Abbiamo attivato i centri estivi a Lodi, Milano e Dalmine, riuscendo a coinvolgere dai 20 ai 30 bambini per sessione, in base al numero di volontari disponibili», aggiunge Massa.

Nonostante qualche difficoltà organizzativa dovuta al maltempo, Coach di Quartiere ha trovato soluzioni innovative. «Se piove, ci adattiamo: pochi sbatti e si sta insieme lo stesso», dice scherzosamente Massa, sottolineando come il progetto incoraggi una mentalità positiva e resiliente.

Coach di quartiere all’opera

Volontariato giovanile e inclusione sociale

Un altro aspetto centrale di Coach di Quartiere è il coinvolgimento attivo dei giovani volontari, che non solo ricevono una formazione pratica, ma anche un’opportunità di crescita personale e professionale. «Collaboriamo con le scuole superiori per proporre il volontariato sportivo come parte dell’educazione civica e dell’alternanza scuola-lavoro», spiega Massa. Una volta completato il corso di formazione, i giovani volontari diventano parte di un pool guidato da un coordinatore, assumendo il ruolo di veri e propri playmaker.

I numeri parlano chiaro: «In quattro anni abbiamo coinvolto oltre 350 volontari e stiamo raggiungendo circa 700 bambini. Finora, abbiamo regalato più di 1.000 ore di sport ai bambini, e i nostri giovani coach sono entusiasti di far parte di questo cambiamento sociale».

Massa sottolinea l’importanza del percorso di crescita dei volontari: «Abbiamo introdotto un corso per i volontari più esperti, che ora possono diventare aiuto playmaker, assumendo una maggiore responsabilità all’interno del progetto. Siamo convinti che i ragazzi siano la vera leva per il cambiamento sociale».

Un modello di welfare sportivo in espansione

Il progetto ha ottenuto grande successo in diverse città della Lombardia, tra cui Milano, dove opera nei Municipi 7 e 8, e si prepara a espandersi anche in altre città italiane. «A Milano, eroghiamo direttamente il servizio nel Municipio 7, mentre nel Municipio 8 abbiamo attivato un franchising sociale in collaborazione con Terre des Hommes», racconta Massa. Il modello prevede la formazione dei playmaker, il coinvolgimento dei volontari e la raccolta fondi condivisa per garantire la continuità delle attività.

«Il nostro obiettivo è quello di estenderci su altri municipi, con una formula di franchising sociale che ci permetta di replicare il format in altre città italiane», annuncia Massa. Modena, Cagliari e Pesaro sono alcune delle città che potrebbero accogliere il progetto nei prossimi anni, con l’obiettivo di ampliare l’impatto sociale del progetto a livello nazionale entro il 2025.

Sostenibilità economica e sociale

Per garantire la sostenibilità economica del progetto, Coach di Quartiere ha attivato un modello di business sociale che si basa su bandi di fondazioni e contributi pubblici, con l’aggiunta di piccole quote di partecipazione da parte delle famiglie e fundraising aziendale. «Cerchiamo di mantenere i costi bassi per far sì che anche i contributi modesti possano avere un impatto sociale rilevante», spiega Massa.

Inoltre, il progetto ha stretto partnership con aziende impegnate nella responsabilità sociale d’impresa, che sostengono economicamente le attività in cambio di un impatto sociale tangibile.

Conclusioni e prospettive future

Coach di Quartiere rappresenta un progetto di innovazione sociale che, attraverso lo sport e il coinvolgimento dei giovani, promuove l’inclusione sociale e il benessere delle comunità locali. Con il suo approccio inclusivo e la capacità di rispondere ai bisogni delle famiglie più vulnerabili, il progetto si sta espandendo a livello nazionale, portando benefici concreti ai bambini e alle loro famiglie.

Per il futuro, Claudio Massa e il suo team puntano a replicare il format in altre città italiane, ampliando l’impatto sociale e coinvolgendo sempre più volontari e bambini. «Siamo pronti per la sfida del 2025: capire fino a dove possiamo arrivare con questo progetto a livello nazionale», conclude Massa.

Suggerimento link esterno:
Scopri come partecipare a Coach di Quartiere

Comehome: il social network che connette le persone nella vita reale, a tu per tu con Michele Cesario

Nata da un’idea di Michele Cesario e il suo socio durante uno scambio universitario in Argentina, Comehome è una piattaforma che mira a creare connessioni autentiche tra le persone nella vita reale. Lanciata nel 2017, l’app oggi conta oltre 500.000 utenti e organizza circa 1.000 eventi al mese in tutta Italia. Attraverso eventi casalinghi e attività all’aperto, Comehome vuole rivoluzionare il concetto di social network, favorendo incontri reali e autentici, con un focus su fiducia e sicurezza.

Michele Cesario, come nasce Comehome?

«L’idea di Comehome nasce dalla mia esperienza di studente fuorisede a Milano. Volevo creare uno spazio per connettere persone nella vita reale attraverso esperienze condivise. Tutto ha preso forma nel 2010 durante uno scambio universitario in Argentina, dove ho incontrato il mio socio. Abbiamo iniziato organizzando eventi nelle nostre case, ispirati dalla cultura degli eventi domestici tipici di quella regione.»

Come si è evoluta la piattaforma dal suo lancio nel 2017?

«All’inizio, Comehome si basava su eventi casalinghi per rompere il ghiaccio tra sconosciuti. Durante il Covid, abbiamo esteso il concetto includendo eventi all’aperto e attività nei locali, senza perdere di vista il nostro obiettivo di creare connessioni autentiche. Ora organizziamo anche viaggi di gruppo sia in Italia che all’estero.»

Quali sono i numeri attuali di Comehome?

«Dal 2017, la piattaforma è cresciuta enormemente. Oggi contiamo più di 500.000 utenti registrati e organizziamo circa 1.000 eventi al mese nelle principali città italiane, come Milano, Roma e Napoli. Il nostro scopo è avere un impatto positivo sulla vita delle persone, offrendo una vasta gamma di attività che spaziano dal semplice aperitivo alla possibilità di conoscere persone nuove.»

Come funziona il modello di business della piattaforma?

«Comehome opera come un marketplace dove gli utenti possono scegliere di organizzare o partecipare a eventi. Gli organizzatori stabiliscono un numero di posti disponibili e una quota di partecipazione, e noi tratteniamo una commissione su questa quota. Inoltre, abbiamo creato format originali, come il “Secret Bubble”, che facilita l’incontro tra persone con interessi e tratti di personalità simili.»

Come avete finanziato l’espansione dell’app?

«Abbiamo iniziato autofinanziandoci, poi abbiamo organizzato due round di crowdfunding di successo nel 2019 e nel 2022. Questi ci hanno permesso di raccogliere rispettivamente 400.000 e 900.000 euro, oltre al supporto di investitori istituzionali come IAG e Azimut.»

La fiducia è fondamentale per un’app come la vostra. Come la gestite?

«La fiducia è un aspetto centrale. Tutti i profili sulla nostra piattaforma sono verificati e associati a un identificativo fiscale. Inoltre, favoriamo il cosiddetto “effetto community”, dove gli utenti che partecipano agli eventi creano un ambiente positivo e sicuro. In caso di comportamenti indesiderati, gli utenti possono sempre segnalare l’evento o il partecipante, e noi interveniamo rapidamente.»

Quali sono i vostri obiettivi futuri?

«Vogliamo espanderci nelle principali città europee, mantenendo sempre il nostro focus su connessioni autentiche. Ci impegniamo a offrire esperienze che vadano oltre i classici incontri in discoteca, promuovendo uno spazio dove le persone possono sentirsi a proprio agio e creare relazioni significative.»

Qual è l’evento più particolare che avete organizzato su Comehome?

«Uno dei miei preferiti è il “Party Vestito Male”, un evento dove i partecipanti devono presentarsi con l’outfit più improbabile possibile. È un format che facilita il rompighiaccio e rende tutto più divertente, favorendo la socializzazione in un contesto leggero e informale.»

Erin Doom torna con l’atteso finale di Stigma: l’ultimo capitolo della saga di successo

L’8 ottobre 2024 sarà una data importante per i lettori di Erin Doom, la giovane autrice italiana dietro il successo letterario Stigma. Arcadia, l’attesissimo capitolo conclusivo della saga, sarà finalmente disponibile in libreria, portando a termine una storia che ha conquistato un pubblico vasto e appassionato.

Dopo il clamoroso successo del suo romanzo Il fabbricante di lacrime, diventato anche un film, Erin Doom si conferma come una delle voci più importanti nel panorama della letteratura young adult italiana, con più di un milione di copie vendute e una traduzione in ben 18 Paesi.


La trama di Arcadia: l’ultimo viaggio di Mireya e Andras

In Arcadia, i protagonisti Mireya e Andras si trovano ancora una volta a fronteggiare un mondo pieno di ostacoli e dolore. Entrambi segnati dalle difficoltà della vita, non sono certo i personaggi da fiaba: Mireya lotta disperatamente per salvare la madre dalla dipendenza, mentre Andras deve fare i conti con un passato traumatico e con un padre che torna nella sua vita, deciso a distruggerlo. Nel mezzo di queste tempeste, i due si ritrovano a condividere un sentimento tanto fragile quanto inarrestabile.

Il tema centrale della storia è l’amore come forza rigeneratrice, in grado di curare o aggravare le ferite. Riusciranno Mireya e Andras a trovare la loro redenzione o il loro destino è segnato? L’autrice ci regala una storia complessa, capace di toccare le corde più intime del lettore, con una narrazione che alterna momenti di introspezione a intensi colpi di scena.

Erin Doom Arcadia

Un successo nato dal web: il fenomeno Erin Doom

Il percorso di Erin Doom, partita dalla piattaforma Wattpad, è stato segnato da una rapida e inarrestabile ascesa. La giovane autrice ha saputo catturare un pubblico sempre più vasto grazie al suo stile coinvolgente e ai suoi personaggi profondamente umani, facendo della sua produzione un caso letterario internazionale. Come evidenziato dai media, Erin Doom è oggi riconosciuta come una delle autrici italiane più influenti della letteratura young adult.

Secondo Fabio Fazio di Che Tempo Che Fa, «Erin Doom è lo pseudonimo di una scrittrice italiana di straordinario successo tra i giovani», mentre Linus di Radio Deejay la definisce «il caso Erin Doom, nato su Wattpad, è un successo internazionale». A coronare questo trionfo, Erin è stata ribattezzata «la Elena Ferrante dei ragazzi», come sottolineato da Lavinia Capritti di Oggi.


Una storia di emozioni e crescita personale

Uno dei punti di forza della narrativa di Erin Doom è la capacità di far immergere i lettori in storie che mescolano amore, sofferenza e riscatto. In Arcadia, la crescita emotiva dei protagonisti rappresenta un viaggio doloroso ma necessario. Andras, tormentato dai suoi demoni interiori, cerca di trovare un equilibrio tra il male che pensa di portare con sé e la possibilità di un futuro migliore. Mireya, d’altro canto, non si arrende di fronte alle difficoltà, ma lotta strenuamente per costruire una vita che non sia definita dalle cicatrici del passato.

L’ombra della misteriosa Coraline, un personaggio che ha lasciato il segno nelle vite di Mireya e Andras, incombe ancora su di loro, creando tensione e incertezza. Questo intreccio complesso è ciò che rende Stigma una serie in grado di tenere i lettori con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.


Il futuro di Erin Doom: nuovi progetti all’orizzonte?

Mentre Arcadia si appresta a chiudere il capitolo di Stigma, i fan di Erin Doom sono già curiosi di scoprire quali saranno i prossimi passi dell’autrice. Dopo aver conquistato il pubblico con storie avvincenti e personaggi profondi, Erin Doom ha tutte le carte in regola per continuare a sorprendere e affascinare i lettori.

Le voci di un possibile nuovo progetto non sono ancora confermate, ma considerando la velocità con cui l’autrice ha scalato le classifiche letterarie, è probabile che il futuro riservi altre grandi sorprese.


Conclusioni

Con Arcadia, Erin Doom chiude magistralmente una saga che ha tenuto incollati alle pagine migliaia di lettori in Italia e all’estero. Il successo del suo percorso letterario, iniziato su Wattpad e culminato in un fenomeno editoriale globale, rappresenta un esempio di come le storie possano ancora emozionare e toccare profondamente il cuore delle persone. Ora non resta che aspettare e vedere dove la sua penna ci porterà prossimamente.

A2A lancia il corporate ebike sharing: la mobilità sostenibile entra in azienda

A2A, azienda leader nella sostenibilità energetica, continua a investire nella mobilità green con il lancio di un progetto pilota di ebike sharing riservato ai propri dipendenti. L’iniziativa, attualmente in fase di test presso diverse sedi del Gruppo, si propone di ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti quotidiani e di offrire ai lavoratori una comoda alternativa ai mezzi di trasporto tradizionali. Con l’obiettivo di estendere il servizio a livello nazionale nel 2025, il progetto rappresenta un passo significativo nella strategia aziendale verso un futuro più sostenibile.

Mobilità aziendale ecologica: ebike per un futuro più green

Il corporate ebike sharing di A2A si inserisce in un contesto di crescente attenzione alla mobilità sostenibile e alla riduzione delle emissioni di CO2. Le biciclette elettriche messe a disposizione dei dipendenti sono fornite da Unicorn Mobility, una start-up specializzata nella mobilità elettrica leggera. Ogni ebike è equipaggiata con una batteria a lunga durata, capace di garantire un’autonomia di oltre 70 chilometri, ideale per gli spostamenti casa-lavoro e per le attività quotidiane.

Le biciclette sono accessibili tramite un’applicazione mobile dedicata, che consente ai dipendenti di prenotare e utilizzare i mezzi in modo facile e veloce. Questo approccio user-friendly rende il servizio altamente pratico, permettendo ai lavoratori di integrare l’uso delle ebike nella loro routine quotidiana, riducendo l’utilizzo di automobili e favorendo uno stile di vita più sostenibile.

Un progetto in espansione: più ebike e più sedi

Attualmente, il servizio è già attivo presso le sedi A2A di Cremona, Milano e Lodi, con la previsione di estenderlo a breve anche alla sede di Brescia Codignole. Complessivamente, saranno oltre 40 le ebike disponibili per i dipendenti entro la fine del 2024, con un ulteriore aumento della flotta previsto per il 2025.

L’obiettivo di A2A è quello di ampliare il raggio d’azione del progetto, estendendo il servizio a tutte le principali sedi aziendali sul territorio nazionale. Questa espansione consentirà a un numero sempre maggiore di dipendenti di usufruire di un’alternativa sostenibile per gli spostamenti, favorendo così una riduzione delle emissioni e migliorando la qualità dell’aria nelle città in cui A2A è presente.

Misurazione delle performance ambientali: una dashboard dedicata

Per monitorare l’efficacia del progetto, A2A ha implementato una dashboard digitale che consente di misurare il risparmio di emissioni di CO2 generato dall’utilizzo delle biciclette elettriche. Grazie a questo strumento, l’azienda sarà in grado di valutare in tempo reale l’impatto positivo del progetto, raccogliendo dati utili per ottimizzare e migliorare il servizio.

La dashboard rappresenta una componente chiave dell’iniziativa, offrendo la possibilità di tracciare con precisione i progressi verso gli obiettivi ambientali e fornendo un quadro chiaro dei risultati ottenuti in termini di sostenibilità.

A2A e la sostenibilità: una strategia a lungo termine

Il corporate ebike sharing è solo una delle tante iniziative promosse da A2A nell’ambito della sua strategia di sostenibilità. L’azienda, da sempre impegnata nella promozione di soluzioni energetiche innovative e rispettose dell’ambiente, vede nella mobilità green un elemento fondamentale per raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni.

«Il nostro impegno per un futuro più sostenibile non si ferma alle energie rinnovabili. Vogliamo incentivare una mobilità che sia davvero a basso impatto ambientale, partendo dai nostri dipendenti e dalle loro abitudini quotidiane» ha dichiarato Giuseppe Mariano, Responsabile Media Relations di A2A. «L’adozione di ebike è una scelta concreta che dimostra la nostra volontà di cambiare il modo in cui ci muoviamo, contribuendo attivamente alla transizione ecologica».

L’importanza del corporate ebike sharing per il futuro della mobilità

Il progetto pilota di A2A rappresenta un esempio virtuoso di come le aziende possano fare la loro parte nel promuovere una mobilità sostenibile e responsabile. Il corporate ebike sharing non solo contribuisce a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, offrendo loro un’alternativa ecologica e pratica ai mezzi di trasporto tradizionali, ma si inserisce in un più ampio percorso di trasformazione delle città, verso un futuro meno dipendente dalle auto e più orientato a soluzioni green.

Le biciclette elettriche, infatti, rappresentano una soluzione ideale per ridurre l’inquinamento urbano e il traffico cittadino. La scelta di A2A di promuovere il loro utilizzo all’interno delle proprie sedi dimostra un’attenzione crescente verso l’adozione di modelli di mobilità più sostenibili.

Il contributo delle aziende alla mobilità sostenibile

Il corporate ebike sharing di A2A può fungere da modello per altre aziende, invitando il mondo del lavoro a riflettere sulle opportunità offerte da una mobilità più sostenibile. I progetti di sharing aziendale, come questo, sono destinati a giocare un ruolo sempre più centrale nel futuro della mobilità urbana, offrendo soluzioni concrete e a basso impatto per gli spostamenti quotidiani.

Con il supporto della tecnologia e di una rete di infrastrutture dedicate, iniziative come quella di A2A possono contribuire significativamente a ridurre le emissioni di CO2 e a migliorare la qualità dell’aria nelle città. In questo contesto, la mobilità elettrica diventa un alleato indispensabile per affrontare le sfide ambientali dei prossimi anni.

Conclusioni: un passo verso il cambiamento per A2A

Il lancio del corporate ebike sharing da parte di A2A rappresenta un importante passo in avanti verso una mobilità aziendale più green e sostenibile. Grazie all’introduzione di biciclette elettriche per i dipendenti, l’azienda si impegna a ridurre l’impatto ambientale delle attività quotidiane, dimostrando come le soluzioni innovative possano essere integrate efficacemente nelle routine aziendali.

L’espansione del progetto nei prossimi anni, con l’incremento della flotta e l’estensione ad altre sedi, conferma la volontà di A2A di guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile. Questo progetto si inserisce in una visione più ampia, in cui la sostenibilità non è solo un obiettivo aziendale, ma una responsabilità condivisa verso l’ambiente e le generazioni future.

Thermore lancia Invisiloft: calore innovativo e sostenibilità per l’abbigliamento tecnico

Thermore, leader nelle soluzioni di imbottitura termica, ha presentato la sua ultima innovazione: Invisiloft®, una nuova imbottitura ultra-sottile che offre prestazioni termiche elevate senza il volume tradizionale. Questo lancio segna un nuovo passo avanti nel design dei capi tecnici, rendendoli più leggeri e pratici senza sacrificare il calore.

Invisiloft: calore senza compromessi

Invisiloft® è progettata per mantenere un elevato isolamento termico pur riducendo significativamente lo spessore. Perfetta per l’abbigliamento sportivo e funzionale, consente ai capi di essere compatti e facili da riporre. Grazie alla sua leggerezza, è adatta anche per capi d’uso quotidiano, senza rinunciare al comfort. Invisiloft è realizzata al 100% con fibre riciclate, dimostrando l’impegno di Thermore verso la sostenibilità.

Un design sostenibile per l’industria della moda

Thermore ha creato Invisiloft® pensando sia all’innovazione tecnologica che all’ambiente. Certificata GRS (Global Recycled Standard), questa imbottitura utilizza esclusivamente fibre riciclate provenienti da bottiglie PET post-consumo, offrendo una soluzione eco-compatibile per i brand che desiderano combinare prestazioni e sostenibilità nei loro capi. Invisiloft® è disponibile in diverse grammature per adattarsi a vari tipi di clima e design, garantendo versatilità e durata nel tempo.

Il futuro dell’abbigliamento tecnico secondo Thermore

Con oltre 50 anni di esperienza, Thermore continua a essere un pioniere dell’innovazione nel settore delle imbottiture termiche. Invisiloft® rappresenta l’evoluzione delle soluzioni leggere e performanti, in linea con la crescente domanda di materiali sostenibili e ad alte prestazioni da parte dell’industria della moda e dello sport.

Italia protagonista ai DesignEuropa Awards 2024: premiata Chiara Mignani, talento emergente nel design di yacht

L’Italia continua a distinguersi come un’eccellenza nel campo del design internazionale. Lo ha dimostrato anche quest’anno ai DesignEuropa Awards 2024, organizzati dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), che ha visto trionfare la giovane designer italiana Chiara Mignani nella prima edizione del premio Next Generation Design. La cerimonia si è svolta nella suggestiva cornice della Biblioteca nazionale della Lettonia a Riga, un evento che ha messo in luce l’importanza del design come motore di sviluppo sostenibile e innovazione.

Chiara Mignani: una stella nascente nel design di yacht

Il nome di Chiara Mignani, giovane designer italiana specializzata nella progettazione di yacht, ha catturato l’attenzione della giuria internazionale per il suo approccio innovativo e la sua visione sostenibile. Il premio Next Generation Design, introdotto per la prima volta in questa edizione, è riservato ai giovani talenti under 30 che si distinguono nel campo del design industriale. Mignani, con i suoi progetti ispirati all’ambiente e all’alta efficienza, rappresenta una promessa per il futuro del design europeo.

I suoi progetti, tra cui spiccano gli yacht Nero 777 Evolution e Voltara 645, si distinguono per l’uso di tecnologie avanzate e materiali eco-compatibili come la fibra di carbonio. Mignani ha progettato yacht che uniscono prestazioni elevate a un basso impatto ambientale, privilegiando soluzioni innovative come la propulsione elettrica. Con una laurea in design navale e nautico e una carriera già avviata presso rinomati studi di progettazione, Chiara incarna il futuro del design, orientato alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica.

I vincitori delle categorie imprenditoriali e industriali

Non solo l’Italia è stata protagonista ai DesignEuropa Awards 2024. Tra gli altri vincitori, il Transparent Turntable, un giradischi progettato dal designer svedese Per Brickstad, ha conquistato il premio nella categoria Imprenditori e piccole imprese. Il Transparent Turntable è una rivisitazione moderna del giradischi per album in vinile, con una struttura modulare che punta su riparabilità e sostenibilità. Realizzato in vetro temperato e alluminio, questo elegante giradischi è stato apprezzato dalla giuria per il suo design essenziale e per la capacità di coniugare tecnologia avanzata e facilità di manutenzione, confermandosi come un prodotto in linea con i valori di design circolare e longevità.

Nella categoria Industria, il prestigioso premio è stato assegnato al letto ospedaliero Essenza 300 LT della società ceca LINET, progettato in collaborazione con lo studio Divan Design di Praga. Questo letto, frutto di un’accurata progettazione antropocentrica, è stato concepito per migliorare l’esperienza dei pazienti e semplificare il lavoro degli operatori sanitari. Dotato di tecnologie avanzate per la sicurezza e la gestione ergonomica, l’Essenza 300 LT rappresenta una pietra miliare nel settore dell’assistenza sanitaria, ottenendo il plauso della giuria per il suo approccio innovativo e la sua attenzione al benessere umano.

Il premio alla carriera: un tributo a Dieter Rams

Un momento significativo della cerimonia è stato l’assegnazione del premio alla carriera al celebre designer tedesco Dieter Rams, figura iconica nel mondo del design industriale. Con una carriera che abbraccia oltre quattro decenni, Rams ha segnato indelebilmente l’evoluzione del design moderno, grazie alla sua visione pionieristica basata su semplicità, funzionalità e sostenibilità.

Dieter Rams è noto soprattutto per il suo lavoro presso Braun, dove ha creato alcuni dei prodotti più iconici del XX secolo, come la combinazione radiofonica SK4 e l’accendino T2. Rams ha anche elaborato i suoi celebri Dieci principi per una buona progettazione, tra cui la famosa massima «meno, ma meglio». Durante la sua carriera, Rams ha cercato di sviluppare prodotti che fossero funzionali, ma anche rispettosi dell’ambiente, invitando il pubblico e i progettisti a considerare l’impatto a lungo termine del consumismo.

Il riconoscimento a Rams è un tributo alla sua incessante ricerca di un design che coniuga estetica e responsabilità sociale, valori che oggi sono al centro del dibattito sul futuro del design e della produzione industriale.

Italia ai vertici del design europeo

L’Italia ha consolidato la sua posizione di spicco nel panorama del design europeo, come dimostrato dal successo di Chiara Mignani e dai numerosi premi vinti da designer italiani nelle passate edizioni. Nel 2023, ad esempio, il brand SMEG si era aggiudicato un riconoscimento importante per la sua macchina per caffè, disegnata dai celebri designers Bertazzoni, Bazzicalupo e Mangiarotti.

Dal 2003, anno in cui l’EUIPO ha iniziato a registrare disegni e modelli, l’Italia si è affermata come il secondo paese per numero di progetti depositati, con oltre 216.000 disegni registrati su un totale di 1,8 milioni. Questo dato conferma il ruolo chiave del nostro Paese non solo nella creazione di prodotti iconici, ma anche nella protezione della proprietà intellettuale, un fattore determinante per mantenere alta la competitività nel mercato globale.

DesignEuropa Awards: un riconoscimento internazionale

I DesignEuropa Awards, giunti alla quinta edizione, sono ormai un appuntamento fisso per il settore del design industriale europeo. Organizzati dall’EUIPO con l’obiettivo di celebrare l’eccellenza nella protezione della proprietà intellettuale e nell’innovazione, i premi rappresentano un’importante piattaforma per i designer e le aziende che si distinguono per la qualità e l’originalità dei loro progetti.

La giuria, composta da esperti del mondo accademico, imprenditoriale e della proprietà intellettuale, ha selezionato i vincitori tra sei finalisti, evidenziando il forte legame tra creatività, sostenibilità e ingegno industriale. Con categorie dedicate a imprenditori, piccole imprese, industrie e giovani talenti, i DesignEuropa Awards offrono uno spaccato completo del panorama del design europeo, sottolineando come la protezione dei disegni e modelli sia un pilastro per lo sviluppo economico e la crescita del settore.

L’importanza della proprietà intellettuale nel design

L’importanza di proteggere i disegni e modelli industriali è oggi più che mai cruciale per le imprese europee. I settori ad alta intensità di disegni e modelli contribuiscono in maniera significativa all’economia dell’Unione Europea, generando 26,8 milioni di posti di lavoro diretti e rappresentando il 16% del PIL dell’UE. La registrazione di disegni e modelli comunitari presso l’EUIPO permette alle imprese di tutelare l’aspetto dei loro prodotti in tutti gli Stati membri, garantendo un vantaggio competitivo nel mercato internazionale.

Con oltre 100.000 disegni e modelli registrati ogni anno, l’EUIPO è un punto di riferimento per la protezione della proprietà intellettuale in Europa, offrendo alle aziende la possibilità di valorizzare le loro creazioni in un contesto sempre più globalizzato.

Un futuro luminoso per il design europeo

I DesignEuropa Awards 2024 hanno messo in evidenza il ruolo cruciale del design come motore di innovazione e sostenibilità. Progetti come quelli di Chiara Mignani, del Transparent Turntable e dell’Essenza 300 LT dimostrano come il design europeo sia in continua evoluzione, rispondendo alle esigenze del mercato e della società con soluzioni creative e responsabili.

L’industria del design, forte del supporto di enti come l’EUIPO, continuerà a giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo economico e culturale dell’Europa, contribuendo a costruire un futuro in cui l’innovazione sostenibile sarà sempre più centrale.