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DS 3 Crossback E-Tense: un futuro green per DS Automobiles, brand al 100% elettrico dal 2024

DS Automobiles diventerà un brand 100% elettrico e, a partire dal 2024, lancerà nuovi modelli full electric come la versione full electric di DS 4 E-TENSE, e il primo B-SUV premium 100 % elettrico del mercato, DS 3 Crossback E-Tense.

DS 3 Crossback E-Tense propone prestazioni elettrizzanti in un abitacolo raffinato

La catena di trazione elettrica di DS 3 Crossback E-Tense è composta da un motore elettrico da 100 kW e 260 Nm, abbinato a una batteria agli ioni di litio da 50 kWh. Nonché da un sistema di recupero di energia alla decelerazione e in frenata. L’autonomia è di 320 km (ciclo WLTP). Le prestazioni rivoluzionano anche la guida, con accelerazioni da 0 a 50 km/h in soli 3,3 secondi.

Il comfort fissa nuovi standard grazie a un trattamento eccezionale della rumorosità nell’abitacolo e all’assenza di vibrazioni del motore. Il comportamento stradale è migliorato dal posizionamento centrato e abbassato della batteria compatta interamente montata sotto il pianale. La massa della batteria è compensata in parte grazie a un risparmio di 50 chilogrammi su altri elementi rispetto allo stesso modello con motorizzazione termica.

DS 3 Crossback E-Tense: tre modalità di guida

DS 3 Crossback E-Tense, tre le modalità di guida. Eco per massimizzare l’autonomia, normale e sport con un surplus di coppia. A questo si aggiungono due soluzioni di recupero di energia, ereditate dalla Formula E, controllate dal conducente. Ovvero: normale o brake, che applica una decelerazione di 1,2 m/s2 e permette di sfruttare al massimo le tecnologie di rigenerazione dell’energia. L’autonomia è inoltre ottimizzata dalla possibilità di preimpostare la temperatura dell’abitacolo e della batteria prima della partenza. E, dalla presenza di una pompa di calore evoluta che garantisce un rendimento eccezionale con il minimo consumo energetico.

La ricarica rapida: 9 chilometri al minuto

La ricarica rapida da 100 kW offre la possibilità di ricaricare 9 chilometri al minuto e di raggiungere l’80 % di ricarica in 30 minuti. Per effettuare la ricarica della batteria a domicilio, il brand DS propone DS Smart Wallbox connessa, con una versione trifase che consente una ricarica completa in sole 5 ore. Un’altra versione di ricarica monofase permette di ricaricare il 100 % della batteria in 8 ore. Inoltre, i sistemi di bordo permettono di avere tutto sotto controllo. Con l’analisi dei flussi di energia, un grafico esprime in maniera eloquente tanto il flusso di energia, quanto il suo recupero in fase di frenata.

DS 3 Crossback E-Tense: un istogramma blu mostra l’energia consumata

Nel grafico che viene mostrato nell’apposito menù del Touchscreen centrale, un istogramma di colore blu mostra l’energia consumata, proveniente direttamente dalla batteria di trazione. Con il colore verde, un secondo istogramma esprime invece l’energia rigenerata in decelerazione e frenata, con cui viene ricaricata la stessa batteria di trazione. Una valutazione media, espressa in kWh/100 km, ha invece il compito di riassumere l’andamento del viaggio in corso. Questi strumenti di analisi sono fondamentali soprattutto nel caso di pianificazione di un viaggio a lungo tragitto.

Sul design non si scende a compromessi

Per quanto riguarda il design, con questa versione 100% elettrica, DS 3 Crossback E-Tense si distingue per delle cromature satinate e l’integrazione della firma E-TENSE. Non si scende a compromessi neanche sul fronte della raffinatezza degli interni. Grazie a materiali pregiati e lavorazioni artigianali come l’impuntura Point Perle della pelle e la tecnica Guillochage per la lavorazione dei metalli. Anche il paraurti posteriore ha un design specifico. Sono proposti inoltre gli esclusivi cerchi in lega da 18’’ KYOTO e la specifica tinta carrozzeria Grigio Cristallo.

Nissan Qashqai addio: Toro “Benzina e diesel puro, stop alla produzione”

L’intervista all’amministratore delegato di Nissan Italia, Marco Toro, il quale ha annunciato il futuro elettrificato dell’azienda e che il Nissan Qashqai non sarà più solo benzina e diesel.

Marco Toro, l’idea di Nissan è quella nel 2023 di avere il 75 percento delle vendite di auto elettrificate. Da qui al 2023 come si muoverà Nissan? 

«Oggi abbiamo nella nostra gamma, almeno fino al lancio di Nissan Qashqai, avevamo solo versioni elettriche. Il mondo elettrificato, questo 40% del mercato che oggi ormai già si è elettrificato, è fatto semplicemente da un 8% dal mercato elettrico e il 32% dal mercato ibrido. Noi evidentemente dobbiamo essere presenti su tutti e due queste le fette di mercato. Nella parte ibrida lo saremo con Nissan Qashqai mild hybrid che oggi già disponibile alla vendita. Nella parte elettrica lo siamo già con Leaf e lo saremo con due nuovi cross over 100% elettrici. Arya già presentato un cross over di medie dimensioni e un cross over più piccolo che arriverà successivamente. E aggiungiamo una soluzione che è un po’ a metà tra ibrido e elettrico, una soluzione esclusiva Nissan, si chiama EPower. È quello che noi definiamo elettrico senza spina. Auto con due motori, un motore 100% elettrico che è l’unico responsabile della trazione delle ruote, quindi del movimento dell’auto, e uno a benzina, che fa da generatore per ricaricare la batteria dell’auto. Quindi, quando l’autonomia batteria si è esaurita il cliente va dal benzinaio, mette benzina, questa benzina viene convertita dal motore in energia e riparte. Siamo convinti che questa sia la soluzione ponte migliore per traghettare il mercato verso l’elettrico».

Nell’immaginario collettivo questo potrebbe essere l’ostacolo – superato – per avvicinare le persone? 

«Sappiamo che quando un cliente guida un’auto elettrica nel 96% dei casi non torna indietro. L’auto elettrica ha un tale piacere di guida che fa sì che il cliente resti sull’elettrico. Per questo noi diamo la possibilità al cliente di provare l’elettrico gratuitamente per due giorni. Siamo l’unica Casa che lo fa nel mercato perché siamo convinti che questo piacere di guida poi paghi».

L’intervista video all’amministratore delegato di Nissan Italia, Marco Toro

Diverse case si stanno spingendo a produrre batterie proprie. Anche Nissan farà una cosa del genere? 

«Sì lo abbiamo annunciato poco fa la realizzazione di una Gygafactory in prossimità del nostro stabilimento di Sunderland nel Regno Unito. E sarà una Gygafactory oggi da 7,5 Gigawatt con potenziale di ampliarsi fino a 35 Gigawatt. Una fabbrica di batterie per auto autoalimentata, perché sarà alimentata da quelli che sono elementi fotovoltaici, batterie di seconda vita che consentiranno a questa fabbrica di lavorare da sola senza energia». 

Perché un utente dovrebbe che vuole comprare un’auto elettrica dovrebbe avvicinarsi a Nissan? 

«Innanzitutto gli diamo la possibilità di conoscerla, test drive gratuito di due giorni, non c’è nessun altra marca sul mercato che lo offre. Questa è una ragione molto forte. La seconda perché come Nissan noi raddoppiamo gli incentivi governativi, quindi diamo la possibilità al cliente di avere un prezzo di acquisto vicino ad un quello di auto a combustione. La Leaf arriva a costare circa 20mila euro prezzo assolutamente ragionevole. E poi perché al cliente che non sa dove ricaricare regaliamo caricatore l’installazione a casa».

La tecnologia Epower su Nissan quando arriverà sul mercato italiano ed europeo? Ci può dare qualche indicazione di prezzo? 

«Intanto questa tecnologia è già esistente in Giappone. Non è una scommessa, ma una realtà. Oggi più dell’80% delle versioni della Note sono fatte con EPower. E questo dice due cose: uno, abbiamo già gestito la tecnologia e funziona. Due, se l’80% dei clienti acquista questa tecnologia vuol dire che non è cara, altrimenti sarebbe stato 10-20%. Il prezzo sarà più vicino alla tecnologia “diesel”, che è la tecnologia che vuole sostituire piuttosto che a quella di plugin hybrid, che sicuramente è una tecnologia più cara e che per questo abbiamo deciso di scartare. Arriverà all’inizio dell’anno prossimo». 

Il Nissan Qashqai con il motore termico morirà?

«Mah, insomma, abbiamo Mild hybrid che oggi è un ibrido che è una ibridizzazione più leggera ma oggi di sicuro sì, siamo già usciti dalla benzina e dal diesel puro».

Mobilize, missione di grande importanza col suo servizio di car sharing Zity

10 minuti a piedi: questa è la massima “distanza” a cui gli utenti del servizio si aspettano di trovare un veicolo in car sharing. Per rispondere a questa sfida, la soluzione non è moltiplicare il numero dei veicoli. I gestori delle flotte come Zity by Mobilize devono, innanzitutto, riuscire a ridurre i tempi di non utilizzo dei veicoli, che sia per ricaricarli, pulirli, ripararli o farne la manutenzione. Perché se i costi di riparazione si accumulano e le rotazioni dei veicoli sono troppo lente, la gestione della flotta può diventare un vero e proprio problema. Per i gestori delle flotte, il tempo è denaro!

Zity by Mobilize

I tempi morti, che siano per riparare o fare la manutenzione dei veicoli delle flotte di car sharing, è un centro di costo che può lievitare in modo esponenziale, se non è tenuto sotto controllo Per rispondere a questa necessità, Mobilize ha avviato, con Zity by Mobilize, un esperimento nella Re-Factory del Gruppo Renault di Flins. Lo scopo è quello di testare, con un team ristretto e dedicato di operatori professionali, un processo di riparazione e manutenzione ottimale per le flotte di veicoli in car sharing.

Storia

In 70 anni di vita, lo stabilimento di Flins ha visto passare molti modelli iconici e, ancor oggi, dalle sue catene di montaggio escono Zoe per Renault e Micra per Nissan. Trasformandosi in Re-Factory, entra in una nuova era e diventa il primo stabilimento europeo di economia circolare dedicato alla mobilità. Tra i quattro centri di attività di questo progetto di trasformazione, quello chiamato Re-Trofit si occupa di prolungare la durata di vita dei veicoli e dei loro utilizzi. Nel prossimo futuro, la “Factory VO”, che copre oltre 8.500 m2 ed è dedicata al ricondizionamento dei veicoli usati, accoglierà i veicoli provenienti dai gestori delle flotte.

Prove

Ė proprio qui che si stanno svolgendo le prove di Mobilize su scala reale. I team testano tutte le operazioni necessarie per effettuare la manutenzione dei veicoli con la flotta di Zity by Mobilize e cercano di ottimizzare ogni singola fase del percorso: dall’arrivo dei veicoli al lavaggio fino alla rimessa in circolazione, passando per diagnosi, riparazione, eventuale ordinazione di ricambi e prove su strada. Per un servizio di car sharing efficace come Zity by Mobilize è necessario mettere in atto un certo numero di misure, per disporre di veicoli revisionati, puliti e ricaricati in meno di 10 minuti dall’ultimo cliente.

Fondazione Pirelli Educational, al via il nuovo programma didattico digitale

Si è tenuta lunedì 20 settembre 2021 alle ore 17,30, attraverso la piattaforma digitale Teams, la presentazione – per i docenti e per tutte le persone interessate – del nuovo programma di Fondazione Pirelli Educational 2021/2022. Si chiama “Cultura d’impresa per progettare il futuro. Pirelli, un secolo e mezzo di storie e innovazioni”. E’ a cura della Fondazione Pirelli. Dal 2013 organizza laboratori sulla storia e la cultura d’impresa di Pirelli.

Fondazione Pirelli Educational, il programma

Mobilità sostenibile, ricerca sulle materie prime rinnovabili, innovazione e sviluppo tecnologico, creatività e nuovi strumenti di comunicazione e fabbriche del futuro saranno le principali tematiche al centro dei nuovi percorsi per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie.

Laboratori

Dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto il coinvolgimento online di oltre 3.500 studenti provenienti da tutta Italia, anche quest’anno i laboratori saranno svolti interamente in digitale, attraverso virtual tour, podcast, video e attività creative che aiuteranno bambini e ragazzi ad approfondire la storia della cultura d’impresa di Pirelli e costituiranno il punto di partenza per immaginarne il futuro.

Studenti

In particolare, i bambini delle scuole primarie potranno viaggiare tra diversi luoghi ed epoche per scoprire le grandi invenzioni che hanno cambiato la nostra vita quotidiana anche attraverso la nascita e lo sviluppo della prima fabbrica della gomma in Italia. Gli studenti delle scuole secondarie potranno entrare nel mondo dei pneumatici, scoprire le gare più avvincenti su mezzi gommati Pirelli, produrre podcast e ideare manifesti lasciandosi ispirare dai grandi maestri della grafica come Bob Noorda, Lora Lamm e Bruno Munari. O, ancora, sviluppare il progetto di un quartier generale aziendale del futuro rispettando i criteri fondamentali di sostenibilità, a partire dal confronto con i progetti di architetti come Gio Ponti, Vittorio Gregotti e Renzo Piano.

Trapianto di capelli, guida ai prezzi nel 2021: tutte le info utili

Il trapianto di capelli è ormai diventato un’operazione molto in voga in Italia e nel resto del mondo. Sempre più uomini col passare degli anni decidono infatti di non arrendersi ad una stempiatura sempre maggiore o alla calvizie, optando per un nuovo look che restituisce almeno esteticamente gli anni che sembravano ormai persi.

Storia

La tecnologia del trapianto di capelli in questo senso ha fatto passi da gigante e ormai questo tipo di interventi chirurgici sono diventati quasi di routine. I prezzi sono diminuiti e esistono poi possibilità per spendere ancora meno, come vedremo. Ma iniziamo con lo spiegare di che cosa stiamo realmente parlando.

Che cos’è il trapianto di capelli

Il trapianto o per meglio dire autotrapianto di capelli è un vero e proprio intervento. Il chirurgo plastico infatti asporta una parte dei capelli del paziente (radice compresa) dalla parte posteriore del cranio che in questo caso diventa zona donatrice per poi metterli in un’altra ricevente dove i capelli ormai sono un lontano ricordo. Non si tratta quindi di un parrucchino o di una soluzione con capelli veri o finti di altre persone.

Motivazioni

Questo per due motivi molto semplici e fondamentali: si evitando qualsiasi rischio di rigetto e si assicura la ricrescita continua nelle zone dove sono impiantati. Dopo l’operazione quindi i capelli “spostati” si comporteranno come prima, portando ad una chioma uniforme. Tagliarli poi per regolarli non sarà poi un problema, in casa o da un parrucchiere.

Tipologie di intervento

Esistono come detto diversi tipi di trapianti. Un primo metodo si chiama FUT. In questo caso il chirurgo si limita di fatto a spostare un’intera striscia di cuoio capelluto da una parte all’altra del capo. Per intenderci parliamo di porzioni larghe tra i quindici e i trenta centimetri. Ovviamente queste operazioni costano meno ma offrono un risultato meno soddisfacente da un punto di vista del risultato. Con gli anni si è passati al Metodo FUE, più preciso e minuzioso. Parliamo infatti non di intere striscie ma di singole unità follicolari. Parliamo di massimo quatto capelli alla volta. Un lavoro minuzioso ma che garantisce un risultato decisamente migliore.

Il Metodo FUE2

Esiste infine il Metodo FUE2, un’evoluzione del precedente. La principale differenza è che durante l’operazione tramite un sistema di blocco l’estrazione è più precisa e si riduce al minimo la possibilitò di incisioni irregolari. Questo ovviamente è di gran lunga il migliore, sotto ogni punto di vista. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: basta fare un confronto tra diversi pazienti.

Prezzi

Veniamo infine ai costi di operazioni che come detto sono sempre più effettuate. In media, i prezzi partono dai tremila o quattromila euro e, in Italia, possono arrivare fino a novemila. Ovviamente queste differenze dipendono da quale sia la situazione di partenza del paziente. Questo perchè ovviamente ogni singolo innesto ha un costo: più ne servono per arrivare alla soluzione desiderata e più aumenta il costo. Una piccola correzione all’attaccatura o sulla corona, richiede mille innesti. In altri casi però ne servono il doppio e si può arrivare anche a cinque volte tanto. La clinica HairPalace consente in ogni caso di risparmiare fino al 70%.

HairPalace

Come sia possibile un simile prezzo è presto spiegato: l’operazione viene effettuata a Budapest. In Ungheria le spese di soggiorno e gli stipendi sono molto più bassi. Ma i paziente italiani non devono preoccuparsi di nulla, tanto meno del viaggio. HairPalace infatti ha già contato tutto nel suo pacchetto in cui sono inclusi anche i transfer aeroportuali, test molecolari se necessari, due notti di alloggio in appartamento premium e in coordinatore di lingua italiana. Ma non è tutto: parliamo di garanzia scritta, medicinali da assumere dopo l’intervento e cinque controlli.

Perché le webcam 4K sono le migliori per le riunioni su Zoom

Le webcam 4k stanno crescendo di popolarità in questo momento, ma ne hai davvero bisogno? Con un numero crescente di persone che lavorano da casa a causa della pandemia da COVID-19, molti si stanno chiedendo se una webcam 4K sia la scelta migliore per le riunioni su Zoom e le videoconferenze con i colleghi. C’è sicuramente molto da apprezzare delle webcam 4K, e un sacco di ragioni per considerare di averne una per il tuo ufficio a casa. 

Qual è la differenza tra 4K e 1080P?

1080p è spesso considerata una qualità abbastanza alta per l’uso della webcam, ma se vuoi fare un passo avanti, potresti prendere in considerazione l’acquisto di una webcam 4k. Per determinare se questo è il giusto tipo di webcam per te, è importante capire la differenza tra 1080p e 4K. 4K è conosciuto come Ultra High Definition, mentre 1080p come High Definition. 4k ha una risoluzione considerevolmente più alta rispetto a 1080p, il che significa che durante una chiamata su Zoom o Microsoft Teams, si può fare affidamento su una qualità superiore e un’immagine migliore. Alcune delle ragioni principali per considerare l’investimento in una webcam 4K per il lavoro sono:

Fare un’impressione migliore con le webcam 4k

Con un’immagine più chiara sullo schermo grazie alla vostra webcam Ultra High-Definition, potrete fare una migliore impressione sulle persone con cui parlate da casa. Questo è particolarmente importante quando si tratta di interviste e riunioni a distanza, che stanno diventando la norma. La prima impressione che si fa è spesso dall’altra parte di uno schermo. Migliore è la definizione della vostra webcam, più alta sarà la qualità che presenterete nella chiamata o nella riunione, il che può avere un impatto sulle prime impressioni che intervistatori, manager, colleghi o clienti si faranno di voi.

Ridurre i problemi di chiamata

Insieme a una risoluzione e una definizione migliore, le webcam 4K tendono ad avere frame rate più elevati e altre caratteristiche che vi aiuteranno a ridurre i problemi di chiamata. Non c’è niente di peggio che essere in una chiamata di lavoro solo per scoprire che la tua immagine si è congelata e sei bloccato nel tempo con un aspetto davvero poco lusinghiero sullo schermo dell’altra persona. Una webcam 4k con un alto frame rate aiuterà a ridurre questi problemi e a mantenere la chiamata senza intoppi.

Esperienza più realistica

Il 4k ha una capacità decisamente migliore di riprodurre i dettagli più complessi dell’immagine con un contrasto notevolmente superiore rispetto al 1080p. Oltre a questo, permette anche una visione più ravvicinata, consentendo allo spettatore di essere posizionato molto più vicino allo schermo e allo stesso tempo di godere di un’immagine molto più chiara. Per il lavoro a distanza, questo può essere utile per provare un’esperienza più simile alla realtà e avere la sensazione di trovarsi faccia a faccia con la persona con cui si sta facendo una videochiamata e un’intervista, il che può aiutare a costruire più rapporti, ed entrambi si sentono più a loro agio durante la chiamata. 

Con il lavoro a distanza, che è la nuova normalità, investire in una buona webcam è un must per la maggior parte degli uffici domestici. Se stai cercando la migliore webcam per fare un’ottima impressione nelle chiamate su Zoom, vale la pena investire in una 4K.

SIMCRI, un italiano su tre viene colpito da alti livelli di stress

E’ possibile monitorare e combattere lo stress anche attraverso un semplice esame del sangue. Bisogna controllare i livelli delle staminali, quelle cellule che hanno il compito di “riparare” i danni che ogni giorno si verificano nel nostro organismo. In questo modo è possibile contrastare l’esaurimento tipico di questo momento dell’anno. E’ quanto afferma il prof. Eugenio Caradonna, presidente della Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica (SIMCRI).

SIMCRI, le parole del professor Caradonna

“Il cambio di stagione, il Covid e i consueti problemi personali possono trasformare settembre in un mese “nero” per milioni d’italiani. Si calcola infatti che un italiano su tre soffre di alti livelli di stress. Non si tratta quindi di trascurabile e limitato problema di salute in quanto l’esaurimento svolge un’azione molto dannosa sull’intero organismo e sulla nostra capacità di rigenerare i tessuti delle cellule. E’ un fattore di rischio che a lungo andare può anche portare ad invecchiamento precoce oppure a gravi malattie cardio-circolatorie o neurodegenerative”.

Lo stress

E’ stato dimostrato, da numerosi studi scientifici internazionali, come le cellule staminali (situate in diversi organi tra cui muscoli, sistema cardiovascolare o fegato) possano influire in questi processi. “Il loro livello nel sangue andrebbe perciò monitorato regolarmente così come già avviene per la glicemia o i trigliceridi. L’esame non è di per se costoso o difficile da svolgere. Richiede però che i dati siano interpretati da personale medico con una notevole esperienza nel settore. Si tratta di una serie di valori che vanno poi collegati ad altri parametri come lo stato di salute, lo stress, l’età o il peso”.

La ricerca

“La ricerca in questo ambito particolare della medicina prosegue velocemente e in Italia siamo all’avanguardia nel mondo. Per tutti questi motivi la nostra Società Scientifica sta lavorando affinché il controllo delle cellule staminali sia eseguito ad un numero crescente di persone in centri medici specializzati. Sempre come SIMCRI con il Prof. Pietro Formisano, docente di patologia clinica della Federico II di Napoli, e il Dr. Arnolfo Petruzziello, direttore del Dipartimento dei Servizi Sanitari dell’AORN di Caserta, abbiamo anche elaborato una specifica modalità d’analisi e attraverso un complesso sistema di tabelle possiamo correlare la numerosità delle cellule staminali alla presenza dello stress e anche l’incidenza di gravi patologie”.

Porsche Experience Center, il più grande del mondo a meno di un’ora da Milano

Si trova a meno di un’ora dal centro di Milano, a Castrezzato (Bs), il più grande Porsche Experience Center al mondo. Sulla scelta dell’Autodromo di Franciacorta, come sede per costruire un laboratorio unico a livello internazionale, ha indubbiamente influito la posizione strategica dello stesso. E’ la porta d’ingresso di una delle aree turisticamente ed eno-gastronomicamente più importanti del nostro Paese. E’ al centro di un territorio che è collegato facilmente sia a paesi europei come Austria, Svizzera e Germania, sia all’area di Milano con Linate e Malpensa, grazie ad A35 Brebemi.

Che cos’è Porsche Experience Center

I clienti Porsche e tutti gli stakeholder possono da oggi vivere un’esperienza unica raggiungendo l’autodromo in tempi certi e in totale sicurezza con A35 Brebemi, uno degli elementi chiave che l’iconica casa automobilistica tedesca ha messo in primo piano prima di investire oltre 28 milioni di euro nel circuito. Grazie all’autostrada direttissima Brescia-Milano infatti gli appassionati mondiali del brand di Zuffenhausen che vorranno raggiungere il Porsche Experience Center, saranno a solo mezz’ora circa dall’Aeroporto Internazionale di Linate e a meno di un’ora dal centro di Milano. Il Customer Center, il Paddock e il nuovo circuito saranno destinati ai clienti per adrenaliniche esperienze di guida a bordo della gamma Porsche, ma saranno anche aperti a terzi con una notevole quantità e qualità di servizi, sale briefing, ristorante e show room compresi.

Dichiarazioni

“Con questa ulteriore realizzazione di Porsche, A35 Brebemi si conferma un volano per gli investimenti internazionali e un motore di sviluppo per tutto il territorio. Inaugurato proprio vicino al nostro circuito “Arena del Futuro”, che tra qualche settimana ospiterà i test legati alla futuristica mobilità elettrica ad induzione dinamica, il Porsche Experience Center più grande al mondo alle porte di un’area magnifica come la Franciacorta, sarà un ulteriore fattore di richiamo, di attrazione e di crescita del territorio a livello mondiale. A35 Brebemi si conferma anche in questo caso il collegamento migliore, veloce e sicuro, tra il Nord Ovest ed il Nord Est, anche in vista dello sviluppo delle attività su questa tratta che si avrà con le future Olimpiadi Milano-Cortina” – ha affermato il Presidente di A35 Brebemi Francesco Bettoni, presente all’evento tra un selezionato numero di invitati con la moglie Elena Irma.

Fiera Internazionale Fuoristrada, ad ottobre ci sarà anche Motorbye

Ad ottobre alla Fiera Internazionale Fuoristrada ci sarà anche Motorbye. E’ il progetto di vita di Michele Barbato e Valentina Perrella che si definiscono “una coppia di instancabili avventurieri”. Sono accomunati dalla passione per il viaggio. In oltre 7 anni li ha trasportati in giro per il mondo, in sella di una Bmw GS 1200 del 2008, battezzata appunto Motorbye.

Motorbye a Fiera Internazionale Fuoristrada

Hanno macinato oltre 200.000 Km attraverso cinque continenti. Oltre all’Europa, si sono avventurati in Croazia, Slovenia, Gran Bretagna, Scozia, Tunisia, continente Africano, Sud America (lungo le strade di Perù, Bolivia, Cile e Argentina), in Asia e fino all’altro capo del mondo, tra Australia e Nuova Zelanda. Tramite i loro video ci hanno appassionati ad entusiasmanti trasferte “on the road” specie nel globo sud. Ovvero andando incontro all’estate, quando nel vecchio continente è inverno. Michele, infatti, abbandonato da anni il casco di ex pilota professionista di go kart, ha preso in gestione uno stabilimento balneare in Versilia che lo tiene occupato tutta l’estate, consentendogli di viaggiare durante la stagione invernale.

La Fiera Internazionale Fuoristrada

Abituati a viaggiare leggeri e con lo stretto indispensabile, l’affiatata coppia di globe trotter versiliesi oggi persegue il medesimo obiettivo di andare alla scoperta del mondo. Ha deciso di passare dalle due alle quattro ruote motrici. Consentono di viaggiare a lungo e in sicurezza su ogni terreno e permettono di raggiungere ogni località. Il mitico trio (team allargato a Janis, mascotte a quattro zampe della coppia) ha scelto la Fiera Internazionale Fuoristrada di ottobre 2021 per il debutto ufficiale del nuovo compagno di viaggio. E’ un Land Rover Defender 110 motorizzato TD5, battezzato Xena, per buona parte preparato personalmente da Michele, da sempre appassionato di motori.

Caratteristiche

L’officina Mosquito Royale di Reggio Emilia si è occupata della meccanica (sospensioni, ponti motore e ricambi). Michele ha personalmente seguito l’allestimento dell’ospitalità interna da vera e propria casa, dotata di tetto rialzabile. La cellula abitativa progettata per 4 posti letto è provvista di cucina, bagno e impianto elettrico completo Litio Store tramite due batterie al litio in grado di garantire luce, elettricità e acqua calda, grazie al contributo dell’officina Camper Service Bastia by Maker Cold.

Nissan CFL di Lucca vince il Nissan Italia Award

La concessionaria Nissan CFL si aggiudica il Nissan Italia Award. Premio che viene riconosciuto ai partner Nissan che nell’ultimo anno si sono distinti per i risultati di business e la qualità dei processi di vendita e assistenza.

Nissan CFL: 8 volte nella top 3 del Nissan Italia Award

Il Nissan Italia Award è parte di una competizione globale che vede coinvolti circa 4.000 concessionari Nissan in tutto il mondo. Di questi solo una ristrettissima élite vince. Ovvero il 4% del totale, pari a 160 concessionari a livello globale, di cui 3 in Italia. In trentuno anni di presenza nella rete Nissan, per otto volte da quando è stato istituito il premio, Nissan CFL si è classificata nella Top 3 dei concessionari italiani, cosa che gli è valsa fino a oggi 8 Awards. Un record assoluto.

Nissan CFL eccezionali performance

“Nissan CFL si distingue da anni per le sue eccezionali performance molto al di sopra della media nazionale. Ma le sfide continuano e sono certo che il team CFL saprà cogliere tutte le opportunità di una gamma Nissan in profondo rinnovamento. Una trasformazione iniziata nel 2020 con la seconda generazione di Juke, continuato nel 2021 con Micra GPL e il nuovo Qashqai. E che continuerà nel 2022 con Qashqai e-POWER, il nuovo X-Trail e-POWER e Ariya 100% elettrico”. Queste le parole di Marco Toro, Presidente e Amministratore Delegato di Nissan Italia, nel consegnare il Nissan Italia Award al titolare della concessionaria Alessandro Quirini.

I quattro indicatori del premio

Il premio viene assegnato misurando le performance delle concessionarie su quattro indicatori. Ovvero, risultati di vendita, post vendita, penetrazione prodotti finanziari e soddisfazione dei clienti. Il requisito minimo per concorre al premio e che tutti i risultati di performance siano superiori ai rispettivi valori medi nazionali.

Nissan CFL: vendite pari al triplo della media nazionale

Nissan CFL ha vinto grazie a una quota di mercato totale nelle vendite pari al 6%, circa il triplo della media Italia e una quota del 6,4% nel canale privato, pari quasi quattro volte la media nazionale. Nel post vendita, il fatturato ricambi per unità di parco circolante ha superato la media Italia del 70%. I prodotti finanziari hanno un tasso di penetrazione del 75%, circa il 2% superiore rispetto alla media Italia. Infine, i clienti della vendita e del post vendita si dichiarano “totalmente soddisfatti” rispettivamente al 99% e 96%.

Risultati che dimostrano l’eccellenza di CFL, Partner Nissan dal giugno del 2000, che presidia tutta la provincia di Lucca con la sede unica di vendita e assistenza a Pontetetto. Per il 2022, è previsto un ampliamento del territorio di competenza della concessionaria fino alla provincia di Massa Carrara, con un mercato potenziale pari a circa il doppio di quello attuale.