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MioDottore, i segreti per avere denti e labbra a prova di sorriso

In occasione della Giornata Mondiale del Sorriso, che si celebra il primo venerdì di ottobre, MioDottore – piattaforma leader nella prenotazione online di visite mediche e parte del gruppo Docplanner – ha coinvolto due delle sue esperte per svelare come avere una bocca bella e sana. Nello specifico, la dottoressa Amira Al Habash, dentista, fornisce consigli pratici circa la corretta routine di benessere per la dentatura, mentre la dottoressa Francesca Palamara, dermatologa, condivide indicazioni efficaci per avere labbra sempre al top anche in autunno e quando “stressate” dalla mascherina.

Denti bianchi, gengive sane e cibi “amici” dello smalto

Spesso si desidera avere un sorriso candido e smagliante, ma è davvero possibile? La dentista di MioDottore spiega: “È bene tener presente che il colore dei denti dipende moltissimo dalla genetica di ciascuno, esistono però diverse cause che possono portare alla discromia: sigarette, vino rosso, caffè e tè tendono a pigmentare la dentatura, poiché lo smalto è permeabile, limitarne l’uso è sicuramente un’ottima arma per avere denti bianchi. Inoltre, è fondamentale eseguire una corretta igiene orale quotidiana ed effettuare ablazioni professionali ogni sei mesi. Anche gli sbiancamenti e i dentifrici abrasivi possono essere opzioni percorribili, ma si tratta di prodotti a base di acidi e dunque è fondamentale confrontarsi con un esperto per identificare il trattamento personalizzato più idoneo”.

Gengive curate

Inoltre, anche le gengive devono essere adeguatamente curate, spesso il loro benessere deriva dalla salute e dalla pulizia dei denti, poiché fanno tutti parte di un sistema chiamato “parodontale”, chiarisce la specialista: “La presenza di placca e tartaro porta a un’infiammazione gengivale che a sua volta può esacerbarsi in un quadro di parodontite, comportando non solo un’infiammazione e detrazione gengivale, ma anche un riassorbimento osseo. Risulta quindi basilare mantenere un’attenta igiene seguita da visite periodiche”.

Salute dentale

Infine, validi alleati della salute dentale arrivano anche dalla tavola, infatti l’esperta ricorda: “Esistono degli alimenti che potremmo definire come ‘amici del sorriso’ e sono latte e derivati, grazie al loro contenuto di calcio; verdure specialmente a foglia larga come spinaci e insalata, che stimolano la salivazione; la frutta ricca di fibre come la mela, che aiuta a pulire la bocca e i frutti di bosco perché ricchi di sostanze antibatteriche”. Diversamente, sarebbe meglio limitare l’assunzione di agrumi, aceto e birra perché abrasivi per lo smalto; le bibite gassate e gli energy drink che hanno un’azione corrosiva; le caramelle e i dolciumi che contengono un alto tasso di zuccheri e possono causare l’insorgenza di carie e infine, sigarette, vino, caffè e tè che tendono a pigmentare lo smalto.

I 3 step per una corretta igiene orale

Per ottenere e mantenere una dentatura sana, è bene tenere a mente e seguire tre passaggi cruciali, come identifica la dentista della piattaforma:

  1. Lavare i denti almeno due volte al giorno (per 2 minuti a sessione) e utilizzare scovolino o filo interdentale almeno una volta al dì;

  2. Effettuare una visita periodica dal dentista per eseguire una pulizia professionale e controllare l’insorgenza di carie o altre patologie;

  3. Evitare cibi e bevande molto zuccherate e limitare l’uso di alimenti e sostanze pigmentanti (vino, sigarette, cioccolata, tè e cola).

Labbra perfette anche nel periodo autunnale

Soprattutto in autunno e inverno, le labbra necessitano di cure e trattamenti specifici perché è in questo momento dell’anno che la pelle perde idratazione e diventa secca e sensibile. Spiega la dottoressa Francesca Palamara, dermatologa di MioDottore: “La zona labiale è particolarmente sensibile al calo delle temperature e spesso, se non vengono adeguatamente protette, le labbra possono arrivare a seccarsi, screpolarsi, fissurarsi o addirittura sovrainfettarsi. Sono estremamente suscettibili alle aggressioni esterne (vento, freddo, radiazioni UV) perché la pelle che le ricopre è molto più sottile rispetto a quella del resto del corpo. Inoltre a livello dell’epidermide labiale, mancano molti degli elementi che proteggono la pelle in altre zone. Infatti, ci sono meno melanociti, non ci sono follicoli piliferi (i peli sono elementi protettivi), mancano le ghiandole sudoripare e quelle sebacee e pertanto lo strato idrolipidico che naturalmente ricopre e protegge la cute si riduce. La pelle secca induce a bagnare ripetutamente le labbra con la saliva, un’abitudine che si traduce in un’ulteriore secchezza della mucosa, con possibili fissurazioni dolorose e antiestetiche.”

Mascherina

Inoltre, se l’uso della mascherina nella stagione fredda può proteggere la zona labiale dalle basse temperature e dagli agenti atmosferici aggressivi, al tempo stesso crea un ambiente umido che nel corso dei giorni potrebbe danneggiarla. Il consiglio dell’esperta è quello di cambiare la mascherina ogni 7/8 ore di utilizzo e portare sempre con sé uno stick specifico iper idratante a base di burri naturali, da applicare quando necessario. In particolare, la dermatologa suggerisce: “E’ bene prevedere quotidianamente una buona idratazione con prodotti specifici a effetto ‘barriera’, a base di burri vegetali (come quello di karité, cacao, murumuru e cupuaçu) e olii (ad esempio quelli di mandorle dolci, avocado, germe di grano, borragine, oliva, lino o olio di ricino) e le cere di jojoba o cera d’api. È importante anche effettuare uno scrub leggero in caso di secchezza e screpolature, procedere al demaquillage con acqua micellare o latte detergente per eliminare tutti i residui di make-up, garantendo un’igiene profonda, e utilizzare solo rossetti o lucidalabbra di elevata qualità.

Scrub

Infine, con ingredienti naturali e facilmente reperibili si possono realizzare diversi tipi di scrub e balsami idratanti, preparabili anche a casa: “Per una buona ‘ricetta’ a prova di autunno, basta mixare un po’ di zucchero semolato, un cucchiaino di olio di argan (o in alternativa olio di jojoba, di oliva o di lino) e un cucchiaino di miele, così da ottenere uno scrub delicato che aiuta a eliminare le pellicine, a levigare e a reidratare la mucosa. Si possono poi facilmente creare balsami nutrienti, mischiando burri e olii naturali, con aggiunta di olii essenziali, per rendere il composto più profumato.”

MioDottore, le 5 indicazioni auree per labbra al top

La dermatologa di MioDottore stila un breve vademecum di consigli pratici per mantenere la zona labiale bella e sana, individuando le azioni da tenere a mente:

  1. Idratare e proteggere la zona labiale;

  2. Struccare sempre con cura, evitando di lasciare residui di make-up;

  3. Effettuare uno scrub delicato e non aggressivo, una volta ogni 7/10 giorni;

  4. Prediligere prodotti a base naturale, senza siliconi;

  5. Evitare di umettare spesso le labbra con la saliva nel tentativo di reidratarle o mordicchiarle per eliminare le pellicine.

Per ricevere consigli relativi all’igiene dentale e circa cure dermatologiche, ma non solo, MioDottore mette a disposizione degli utenti la funzionalità di consulenza online, con circa 7.000 esperti disponibili. Nato per far fronte alle esigenze sorte con l’emergenza sanitaria, il progetto consente di incontrare via video gli specialisti della piattaforma, sia che si tratti di un primo colloquio o di appuntamenti di consueto monitoraggio del proprio benessere. Inoltre all’interno del sito, tramite la sezione “Chiedi al dottore”, è possibile rivolgere le proprie domande su dubbi e preoccupazioni ai medici della piattaforma, ricevendo un riscontro professionale entro un massimo di 48 ore.

Fabbricatorino, inaugurato il primo negozio a Milano del brand di occhiali

Fabbricatorino, brand che dal 1922 realizza occhiali Made in Italy di alta qualità con un mix prefetto tra artigianalità, innovazione tecnologica e sostenibilità, in occasione della Milano Fashion Week ha celebrato l’apertura del suo primo store a Milano. E’ il terzo a livello nazionale.

Fabbricatorino, l’inaugurazione

L’aperitivo di inaugurazione è stato realizzato in collaborazione con Frangente Milano. Si tratta di una nuova realtà di spicco nel panorama della ristorazione milanese, che ha visto il talentuoso founder e chef Federico Sisti esibirsi in uno show cooking dedicato. L’esibizione è stata anche accompagnata dalle note di un DJ set dal vivo.

Storia

La serata è stata anche occasione per conoscere il negozio, nuovo punto di riferimento in città del Made in Italy. Alessandro Monticone, CEO di Fabbricatorino, ha raccontato la storia di una startup che, di fatto, ha quasi 100 anni di storia. Il brand nasce infatti a Torino negli anni Venti e nel 2017 è stato rilevato da Monticone con l’obiettivo di sostenere e preservare la tradizione artigiana italiana e le sue antiche tecniche, affiancando la sostenibilità ambientale: gli occhiali di Fabbricatorino si distinguono infatti per il design ricercato e il largo impiego di materiali ecosostenibili Inoltre, promuove l’innovazione digitale attraverso un’esperienza d’acquisto omnichannel, in grado di coniugare gli aspetti migliori del mondo online e offline. Lo store di Milano è il terzo negozio monomarca del brand e si affianca a quelli di Torino e di Roma; inoltre, Fabbricatorino vanta oltre 140 ottici partner in tutta Italia.

Pietro D’Angeli: “Io, manager marito e papà ultrarunner” l’intervista

Manager di successo, papà e ultrarunner, Pietro D’Angeli. L’ordine delle cose va un po’ cercato, rimescolato nel quotidiano di una persona capace di partecipare e arrivare in fondo all’ultima edizione della Tor des Geants e di tornare, giacca e cravatta, subito dietro la scrivania. «Ho partecipato, non ho vinto niente – esordisce Pietro D’Angeli – ma sono arrivato in fondo alla prova più nota, quella dei 330 km. Che in realtà sono 350 km, con un dislivello indicato di 24mila metri mentre siamo sopra i 27mila. Una manifestazione unica, un vero e proprio tour della Valle d’Aosta. Siamo partiti da Courmayeur e siamo andati fino a Donnas, per poi tornare indietro. Attorno a noi uno scenario unico, con il Gran Paradiso, il Monte Rosa, il Cervino e il Monte Bianco».

Pietro D’Angeli, in primis cosa complimenti, non è una cosa scontata portare a casa un’impresa del genere

«E’ stata un’avventura affascinante, un viaggio con se stessi condiviso con tanti altri compagni di viaggio. In una parola, emozionante». 

L’immagine di Whatsapp del suo telefono tradisce l’amore per lo sport e le maratone estreme: quando è nato il tutto?

«Ho iniziato da vecchio. Oggi ho 59 anni e avevo oltre 50 anni la prima volta che mi sono imbattuto in un’impresa del genere. In generale ho sempre amato lo sport, ma la mia era soprattutto una ricerca, una necessità di evadere dalla vita quotidiana e di camminare per boschi e sentieri. Questo contatto con la natura e la bellezza dei luoghi mi creano una situazione di benessere. Essendo romagnolo vado spesso nel nostro Appennino e nelle foreste casentinesi e la serenità che mi lascia passeggiare tra boschi e sentieri è unica. Certo c’è la fatica fisica, ma il vedere gli scenari, il pensare con se stessi e vedere le cose in un modo diverso dallo stress quotidiano, sono situazioni impareggiabili».

L’immagine del profilo whatsapp di Pietro D’Angeli

Questo aiuta a non pensare al lavoro?

«Certo, bisogna stare attenti a dove metti i piedi nei sentieri, l’attenzione è a non prendere storte o cadere».

Lei nella vita di tutti i giorni fa il manager

«Sono il Direttore generale della cooperativa CLAI. Una bellissima realtà dove, oggettivamente, non so come prendono queste mie pazzie. C’è curiosità, certo. Ricordo il mio primo impegno endurance: era la 100km del Passatore di circa otto anni fa, che su strada conduce da Firenze a Faenza. Quando uscì la notizia della mia partecipazione ci fu un po’ di stupore, anche se poi fu bellissimo quando arrivai a destinazione. Lì dove c’era un piccolo comitato d’accoglienza composto da colleghi della cooperativa. Fu una bellissima sorpresa».

E al Tor des Geants?

«Nessun comitato organizzatore, ma so che molti colleghi si collegavano costantemente al sito per seguire il live e vedere come stessi andando».

E a casa, cosa dicono di queste ultra maratone di Pietro D’Angeli?

«Ho tre figlie grandi, due già sposate e la terza che frequenta l’università. Non devo accudire bambini piccoli, sarebbe impossibile prepararsi. Diciamo che mi assecondano molto tutti quanti. Non erano sorpresi della mia partecipazione al Tor des Geants ma mia moglie era un po’ preoccupata. Del tipo ‘Hai 59 anni, stai sul divano e smettila con queste pazzie’. Ma allo stesso tempo sono tutte contente perché vedono in me serenità e la voglia di provare sempre una nuova sfida. Bisogna vivere di sfide, saper gestire le forze, i pensieri della testa. Ecco, i miei sanno che punto a questo e mi assecondano».

Lei fa tutto da solo o si fa aiutare da qualcuno?

«Tutto da solo, altrimenti diventerebbe troppo impegnativo. Ho qualche amico che si prepara come me e con il quale mi confronto, ma vivo queste avventure con spensieratezza anche se sono sfide abbastanza impegnative. Non mi preparo tabelle orarie, dieta, eccetera, diventerebbe un lavoro. In sostanza vado dove mi porta il cuore, poi se riesco arrivo in fondo. Qualche volta è capitato che mi fermassi prima».

Se volesse dare uno sprono alle persone per unirsi a queste attività ultra, cosa direbbe?

«Queste attività aiutano ad evadere dalla quotidianità, dallo stress lavorativo. Ma bisogna arrivarci preparati, non si può andare in Valle d’Aosta a 3.300 metri senza mai essere stati in alta montagna e non avere, ad esempio, l’abbigliamento giusto. Le precauzioni servono, ma bisogna preparare anche la mente. L’aspetto fisico arriva fino ad un certo punto, ma c’è l’aspetto della sicurezza e dell’abituare la propria testa a preparare l’impresa che sono fondamentali».

Il prossimo Tor des Geants come impresa per fare un po’ di mTeam building in CLAI?

«Ci sono alcuni sportivi in cooperativa, ma credo che come team building la prova da 330km sia un po’ troppo. Magari le distanze più brevi potrebbero essere interessanti, perché no?».

VR|46 e-Mobility, la linea elettrica si amplia con l’uscita del monopattino Up

La linea VR|46 e-Mobility, sviluppata in collaborazione da MT Distribution e VR|46 Racing Apparel S.r.l., si arricchisce con l’arrivo del monopattino elettrico UP!. Dopo le hoverboard e i due monopattini elettrici dedicati ai fan kids e teen di Valentino Rossi, arriva quindi il monopattino elettrico da strada dedicato ad un target più adulto.

Up di VR|46 e-Mobility

Prestazioni e carattere urban non lasciano infatti dubbi: UP! è il monopattino elettrico pensato per gli spostamenti quotidiani in città dei fan più adulti del campione di Tavullia. L’iconico numero 46 spicca con la sua decisa e inconfondibile colorazione giallo fluo sul nero della livrea, conferendo carattere al monopattino. Un vero e proprio mezzo di trasporto, UP! è dotato di motore brushless da 350W e batteria estraibile da 209Wh, e può percorrere fino a 22 chilometri con una sola carica scegliendo fra tre velocità di guida (6-20-25 km/h). La batteria è posizionata nell’asta del manubrio e può essere estratta per una ricarica più comoda in casa o in ufficio.

Guida

L’esperienza di guida è resa più confortevole grazie alla dotazione di ruote a camera d’aria da 8.5”, che in combinazione con la doppia sospensione anteriore e posteriore attenuano le irregolarità del manto stradale. La sicurezza in frenata è garantita dal doppio freno elettronico anteriore e a disco posteriore. La linea di micromobilità sostenibile VR|46 e-Mobility è completata dalla gamma di borracce in acciaio inossidabile con i colori e simboli più iconici di VR|46, per dissetarsi fuori casa rispettando l’ambiente e riducendo l’uso di plastica. Tappo con chiusura leak-free, leggera e naturalmente priva di ftalati, JAR è funzionale per l’estate e l’inverno.

Info utili

UP! è disponibile nei grandi negozi di elettronica di consumo, sul sito www.vr46.com e nei principali store online. Per visitare il portale ufficiale del progetto VR|46 e-Mobility:

Fimer, soluzioni per la “New Energy Era” a Intersolar Europe 2021

Fimer, quarto produttore al mondo di soluzioni di energia rinnovabile e per la mobilità elettrica, ha annunciato la sua partecipazione all’edizione 2021 di Intersolar Europe. E’ una delle più importanti manifestazioni fieristiche al mondo per gli operatori del mercato fotovoltaico, in scena dal 6 all’8 ottobre a Monaco di Baviera.

Lo stand Fimer

Presso lo stand (Hall B5 – stand B5.330) sarà possibile toccare con mano le più recenti soluzioni per il solare e per la mobilità elettrica presentate nel corso del 2021 e scoprire – in anteprima mondiale – le nuove piattaforme per il mercato residenziale che combinano tecnologie di ultima generazione e caratteristiche di design di alto livello.

Soluzioni

Sarà inoltre disponibile l’ultima soluzione, lanciata lo scorso giugno, per il settore Utility, l’inverter di stringa multi-MPPT ad alta potenza PVS-350, oltre agli inverter PVS-10/33 e PVS-100/120 per il segmento Commerciale e Industriale, così come le soluzioni di ricarica per veicoli elettrici FIMER FLEXA Wallbox e FIMER FLEXA Station.

Dichiarazioni

Filippo Carzaniga, Presidente di FIMER, racconta: “Siamo entusiasti di portare in scena a Intersolar Europe 2021 quella che definiamo la ‘New Energy Era’ di FIMER, offrendo a tutti i visitatori l’opportunità di dare un primo sguardo esclusivo alle nostre nuove piattaforme per i settori residenziale e Utility. Nel corso degli ultimi 18 mesi, FIMER ha consolidato la propria posizione di leader con nuove soluzioni innovative nelle nostre quattro principali business unit. Abbiamo concentrato i nostri sforzi nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti, per mantenere la nostra leadership tecnologica un passo avanti, sotto la guida strategica di un team di esperti. Non vediamo l’ora di accogliere gli ospiti nel nostro stand”.

Videogiochi e storytelling: un binomio perfetto relativamente giovane

Dagli anni ’90 si è deciso di puntare (con successo) sull’arte di raccontare i capolavori videoludici

Chiamatela per semplicità narrazione oppure arte del raccontare, quella che oggi gli addetti ai lavori identificano con il termine storytelling. Lo storytelling, scavando in profondità ma non troppo, sarebbe qualcosa in più rispetto al comunicare di tutti i giorni, perché avrebbe a che fare con quelle strategie di marketing che per essere vincenti devono sapere come persuadere il grande pubblico. Persuadere il grande pubblico, grazie soprattutto alla moderna tecnologia che continua inarrestabile il proprio corso (pensate ai social network), è possibile in più ambiti, anche in quello dei videogiochi. Detto banalmente, oggi un videogioco vende (e tanto) non solo se chi lo ha progettato è in grado di raccontarne le meraviglie ma anche se il videogioco stesso è dotato di uno storytelling straordinario. Se grafica e gameplay oggi sono importantissimi, forse lo è ancor di più la storia profonda di un capolavoro ludico raccontata attraverso filmati quasi reali. Il player di turno – ormai è ufficiale – si identifica con il proprio beniamino solo ed esclusivamente quando di lui conosce vita, morte e miracoli. Sapere quale sia il suo passato e verso quale futuro sceglie di tendere è insomma fondamentale. Tuttavia, va precisato prima di proseguire, storytelling e videogiochi formano un binomio perfetto relativamente giovane, nel senso che avrà sì e no una trentina di anni. Questo perché, come vedremo tra pochissimo, console storiche come NES non si sono interessate all’arte del raccontare, mai così in voga come in questi tempi videoludici moderni.

Dai capolavori NES a quelli dei giorni nostri: cosa è cambiato?

Se ci pensate un videogioco datato 1984 come Super Mario Bros in fondo non racconta nulla, se non la breve storia scritta su una paginetta del manuale di istruzioni allegato alla cartuccia 8bit. Questo perché a metà degli anni ’80 la maggior parte dei titoli NES di successo si focalizzava quasi esclusivamente sul gameplay piuttosto che sullo storytelling. Storytelling che iniziò a prendere piede, seppure in forma embrionale, circa 10 anni dopo con i primi GdR targati SNES. I dialoghi del fortunatissimo Chrono Trigger ne sono un esempio, ma anche quelli di capolavori meno conosciuti da parte del grande pubblico come Terranigma e Secret of Evermore non sono da meno. Certo questi primi esperimenti di tipo narrativo di stampo 16bit sono ben poca cosa se paragonati a quelli di colossi del gaming di oggi quali Heavy Rain e Beyond: Two Souls, che fanno della narrazione mediante filmati il loro punto di forza. A dire il vero sono ben poca cosa anche rispetto a quelli che hanno a che fare con le più importanti piattaforme ludiche presenti online, che hanno tanto da raccontare grazie a passatempi studiati al dettaglio e che al tempo stesso mettono a disposizione degli utenti i migliori bonus casinò in circolazione. Precisato questo si capisce meglio come Bioshock sia un successo mondiale (qui l’ambientazione in alta definizione coesiste con un apparato narrativo di notevolissima qualità) così come lo è Red Dead Redemption 2, che alla cura dei dettagli unisce uno storytelling che probabilmente non ha uguali. Giunti a questo punto noi ci chiediamo, e forse anche voi vi chiederete: lo storytelling nei prossimi anni a venire può determinare ancor più di adesso il successo di un prodotto videoludico? E se sì, in che modo?

Storytelling e realtà virtuale

Storytelling e realtà virtuale

Forse è ancora presto, ma tra poco andrà quasi certamente instaurandosi un rapporto duraturo che coinvolgerà storytelling e realtà virtuale. Secondo noi l’utilizzo di quest’ultima aprirà nuovi orizzonti a quella che per semplicità a inizio articolo abbiamo definito arte del raccontare. Indossando i migliori visori VR in commercio, ogni player potrà fruire in prima persona della storia del suo videogioco preferito in un modo totalmente diverso rispetto al passato! Sì perché i protagonisti stavolta saremo noi per davvero, e non più il beniamino o l’eroe che quotidianamente impersoniamo a distanza. Se non siamo riusciti a rendervi l’idea, vi suggeriamo di attendere qualche anno ancora per capire meglio il significato di queste ultime righe conclusive che adesso appaiono alquanto sibilline.

Stellantis, commercio elettronico esteso a tutti i brand in Italia

Stellantis ha lanciato in Italia una piattaforma completamente digitale comune per i suoi marchi. E’ capace di integrare online e offline, seguendo ogni fase della vendita delle auto che compongono le gamme dei singoli brand. Garantisce le peculiarità di ogni brand nella customer journey.

Stellantis, transizione ecologica

Attualmente sono quasi 27 milioni gli e-Shoppers nel nostro Paese, consumatori digitali che hanno dimestichezza con gli acquisti fatti dal proprio computer o da qualsiasi altro device. In base a un’indagine Google per Stellantis Italia, una persona su quattro si dichiara già oggi pronta all’acquisto di un’auto nuova online, con una crescita di 4 punti percentuali rispetto al periodo pre-Covid, e questi numeri trovano riscontro nelle oltre 6.000 iscrizioni alle piattaforme di e-Commerce di Stellantis, con oltre 2.500 clienti che hanno acquistato una nuova vettura del Gruppo. E l’80 percento degli acquisti ha interessato un modello con tecnologia 100 percento elettrica, plug in hybrid o mild hybrid. È evidente dunque l’affinità tra l’innovazione del canale di vendita e l’innovazione tecnologica dei modelli più gettonati.

Pricing e promo dedicate

L’e-Commerce per Stellantis non è solo un nuovo market place da sviluppare, ma una vera e propria startup che vuole offrire un’esperienza diversa seppur coerente con il processo di acquisto tradizionale. Una strategia che entra in una nuova fase con il lancio di una piattaforma di commercio elettronico per i clienti per configurare e acquistare un veicolo “su misura” dai siti web dei marchi in Italia. Gli ordini effettuati on line sono senza vincoli, con recesso gratuito e restituzione immediata della caparra, e possibilità di reso entro i 14 giorni dalla consegna. Non solo: per gli acquisti sono previsti prezzi specifici e promozioni dedicate. Ad esempio chi acquista online una Jeep Compass, riceve in omaggio un buono voucher dal valore di 500€ da poter utilizzare in prodotti e servizi Mopar.

Dichiarazioni

“L’aspetto vincente di questa nuova forma di commercio elettronico – sottolinea Santo Ficili, Country Manager di Stellantis in Italia – è l’integrazione tra gli aspetti virtuali, online, e quelli tradizionali: il dealer mantiene la propria centralità e resta attore protagonista del processo d’acquisto. Acquisisce però un ulteriore punto di contatto con i clienti in modo da intercettare e soddisfare le nuove esigenze di acquisto. La digitalizzazione rappresenta un passo fondamentale per soddisfare pienamente le necessità dei nostri clienti e migliorarne l’esperienza con i nostri brand e i nostri dealer, che restano comunque il perno della strategia operativa”.

Koelliker e Sicily by Car: con Maxus eDeliver 3 la flotta B2B diventa green

Koelliker e Sicily by Car hanno siglato un contratto di fornitura di 50 LCV 100% elettrici Maxus eDeliver 3. L’annuncio è arrivato durante la 7° edizione di Citytech 2021, l’evento B2B dedicato alla mobilità urbana. Un’intesa per soddisfare le esigenze di coloro che desiderano noleggiare furgoni non solo innovativi, ma anche eco-sostenibili.

Maxus eDeliver 3 entrano a far parte di Sicily by Car

I 50 compatti LCV 100% elettrici Maxus eDeliver 3, importati e distribuiti dal Gruppo Koelliker entrano ufficialmente a far parte della flotta Sicily by Car, azienda che per prima ha investito sul noleggio low carbon come elemento fondamentale della mobilità del futuro. Una scelta con cui la Compagnia, presente nelle principali città e in tutti gli aeroporti del Paese, consolida la propria posizione di player lungimirante e attento alle richieste di un mercato sempre più orientato verso la mobilità green.

Un accordo nel segno della continuità

“Siamo onorati che Sicily by Car abbia sposato il nostro progetto di mobilità elettrica, con l’inserimento in flotta dei veicoli commerciali elettrici Maxus. L’innovativo brand noto a livello mondiale, che distribuiamo in esclusiva da pochi mesi in Italia. Gli eDeliver 3 coniugano un sistema di propulsione green e un’elevata autonomia. Un accordo nel segno della continuità, che va ad aggiungersi alle collaborazioni già siglate con Enel X, Microsoft e Santander Consumer Bank. Partner di altissimo profilo con cui condividiamo la stessa visione sulla mobilità”. Il commento di Luca Ronconi, Amministratore Delegato del Gruppo Koelliker.

Dichiara Tommaso Dragotto, Presidente e fondatore di Sicily by Car: “L’accordo con Koelliker per noi è la vera novità di quest’anno. Perché come dice il nostro motto: ‘Quando si crea qualcosa di nuovo, Noi ci siamo’”.

Maxus eDeliver 3 in breve

Maxus eDeliver 3 è disponibile con passo corto (4555x1950x1895h mm) e passo lungo (5145x1780x1895h mm). Entrambe le versioni sono equipaggiate con batterie al litio da 35 e 52,5 kWh fornite da CATL, ricaricabili in corrente continua in 45 minuti oppure 6-8 ore in corrente alternata. Il tutto grazie all’OBC da 7,2 kW. eD3 permette di percorrere fino a 342 km (ciclo urbano) con una sola ricarica e dispone di capacità di carico da 4,8 a 6,3 m3 con 865-990 kg di portata a seconda del passo. Un dato eccellente nella propria categoria. Due i posti a sedere. La gamma MAXUS è composta da eDeliver 3 e da eDeliver 9, rispettivamente uno small e un mid-large LCV.

Milano AutoClassica: grande Asta di Auto e Moto Classiche e Youngtimer

Sabato 2 ottobre appuntamento con tutto il meglio di un secolo dell’automobilismo da collezione all’asta di Milano AutoClassica “Auto e Moto Classiche e Youngtimer”. L’asta vuole essere un omaggio celebrativo dell’automobilismo come simbolo stesso della modernità del XX secolo. Trentanove i lotti che compongono il catalogo uniti dal fil rouge della passione per il bello e dal valore di unicità e divisi da ventotto (28) autovetture, due (2) oggetti di memorabilia, e nove (9) motociclette.

Milano AutoClassica, spicca la Porsche 911 2.7 Carrera del 1973

Tra le auto dell’11° edizione di Milano AutoClassica spicca la Porsche 911 2.7 Carrera del 1973 (lotto 29, stima 190.000 – 270.000 euro). Condizioni da concorso, nel suo colore originale Rosso India e con i suoi originali interni in similpelle di colore nero. L’auto è una delle poche 2.7 Carrera consegnate in Italia nel 1973. Monta il suo motore di primo equipaggiamento il mitico 2.7 da 210 CV a iniezione meccanica del classico 6 cilindri boxer. Esattamente lo stesso motore che montava la mitica 911 Carrera RS del 1972.

Mercedes C55 AMG Performance Pack del 2005

La Mercedes C55 AMG Performance Pack del 2005 presente in catalogo è stata costruita negli stabilimenti AMG di Affalterbach ed è una delle sole 9 prodotte in tutto il mondo. Tra queste 9 solo 3 solo state omologate per uso stradale ed una delle tre è la vettura di Milano AutoClassica. L’esclusivo pacchetto Performance Pack comprende il montaggio di un’unità propulsiva V8 rivista in molti componenti con un upgrade di potenza complessiva fino a 410 CV e di velocità autolimitata fino a 280km/h.

Gli scarichi sono dedicati a questa rarissima versione. Con i collettori separati e saldati a mano e fasciati uno ad uno ed i cerchi da 19’’ sono scomponibili e dedicati per armonizzarsi con lo spoiler anteriore esclusivo con le prese d’aria maggiorate (lotto 23, stima 24.000 – 60.000)

Milano AutoClassica, ecco Alfa Romeo GT Junior 1300 “Scalino” del 1969

Indiscussa icona per il marchio del Biscione, con il fascino intatto degli anni ’60, ecco l’Alfa Romeo GT Junior 1300 “Scalino” del 1969 (lotto 24, stima 25.000 – 45.000 euro). Fu presentata nel 1963 come sostituta della Giulietta Sprint. Realizzata sul pianale della Giulia berlina, da cui però differiva nel passo accorciato a 235 cm, era una elegante coupè 2+2 (due posti anteriori e due più piccoli posteriori) disegnata da Giorgetto Giugiaro per conto di Bertone. L’esemplare proposto in asta è stato immatricolato per la prima volta nel 1969, ma fa parte di un lotto di produzione del 1968. Infatti si tratta di uno degli ultimi esemplari della cosiddetta prima serie.

Fiat 509 S Zagato del 1927, solo 3 esemplari al mondo

Uno degli esemplari più significativi presenti alla Milano AutoClassica è la Fiat 509 S Zagato del 1927 di cui esistono solo 3 esemplari al mondo (lotto 27, stima 100.000 – 150.000 euro). Quello esposto in asta con il telaio 32022673 fu acquistato da Rigoletto Belli, gentleman driver di discreto successo in gare dell’epoca. Dopo gli esordì con successo nella Terni Passo somma, vincendo il primo posto, nel 1927 Rigoletto Belli corse con la 509 S alla Coppa della Perugina (quinto). Alla Terni Passo Somma (primo). Alla Vermicino Rocca di Papa e alla Tolentino Colle Paterno. L’auto fu targata con targa TR1000, che ha mantenuto negli anni fino ad oggi.

Helbiz LAB 2040: il progetto di educazione civica nelle scuole

Helbiz, leader mondiale nella micromobilità, lancia ufficialmente il programma Helbiz LAB 2040, un format sull’educazione civica stradale sviluppato per le scuole italiane.

Dopo ‘Principiante’ l’impegno di Helbiz per la sicurezza continua

Dopo aver lanciato nei giorni scorsi la modalità “Principiante”, continua l’impegno di Helbiz per promuovere la sicurezza, che vede l’azienda coinvolta attivamente in un’attività nazionale di educazione civica stradale che avrà luogo in diversi istituti italiani.

Helbiz Lab 2040, teoria e test drive

L’obiettivo è di offrire un momento di incontro e condivisione, che raccolga la conoscenza degli strumenti e delle regole per un corretto utilizzo dei monopattini nel rispetto del Codice della Strada. E che possa, inoltre, consentire alle nuove generazioni di esprimere il proprio punto di vista sulla mobilità del futuro. Helbiz Lab 2040 coinvolgerà gli studenti di diversi istituti superiori e comprenderà momenti teorici e, ove possibile, anche test drive in totale sicurezza. Il programma Helbiz Lab 2040 è iniziato il 21 settembre, con il primo incontro ufficiale e proseguirà le attività il 23 settembre sempre a Roma, poi il 24 a Pescara e il 26 a Milano.

Matteo Tanzilli: “L’importanza di un uso corretto”

“Con questa attività andremo a parlare direttamente con gli studenti nelle scuole italiane. Ovvero le nuove generazioni con le quali possiamo disegnare il futuro delle nostre città. Helbiz crede nella formazione degli utenti come primo passo necessario per rendere le strade più sicure. Dopo l’iniziativa ‘Principiante’, anche questa attività fa parte di un programma più ampio rivolto ai cittadini, per evidenziare l’importanza di un uso corretto e attento dei nuovi servizi e un ripensamento degli spazi urbani”. Le parole di Matteo Tanzilli, Responsabile delle Relazioni Istituzionali di Helbiz.