Tutti gli articoli di Luca Talotta

#FORUMAutoMotive, no a ideologia e giochi oscuri sulla mobilità green

Sarà un appuntamento da non perdere quello programmato da #FORUMAutoMotive, a Milano, nelle giornate del 25 (i lavori potranno essere seguiti su: Facebook) e 26 ottobre (in presenza e online, valido, per i giornalisti, come corso formativo con i crediti stabiliti dall’Ordine). I massimi esperti del settore automotive e i rappresentanti del Governo, infatti, nella due giornate all’Hotel Melià, analizzeranno il futuro di un settore che ha imboccato una strada che rischia di rivelarsi controproducente, soprattutto se si continua a dare spazio a visioni che non tengono conto della realtà e all’ideologia dilagante.

#FORUMAutoMotive, tavola rotonda

Nel pomeriggio di lunedì 25 ottobre, trasmessa anche in diretta streaming, è in calendario la tavola rotonda, divisa in due parti, collegate tra loro dalla diretta streaming del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sul tema “Troppi blablabla sulla mobilità green, occorrono più realismo e trasparenza. E meno azzardi”. Un argomento decisamente caldo, reso sempre più attuale dall’accelerazione del processo di decarbonizzazione. Il ministro Cingolani risponderà alle domande che arriveranno dalla filiera automotive.

Mobilità e ideologia: la “via elettrica” di Bruxelles

Dalla mattinata del giorno successivo, l’attenzione sarà spostata su “Mobilità e ideologia: la “via elettrica” di Bruxelles”, in particolare sul progetto della Commissione Ue che mira a cancellare inesorabilmente la produzione di auto alimentate a benzina o gasolio a partire dal 2035. Una decisione che parte dalla Germania, tra l’altro responsabile della maggior parte delle emissioni di CO2 di tutto il continente, che basa le sue fondamenta più su pressioni interne e ideologia, che non su basi scientifiche. Non a caso, infatti, è curioso e preoccupante notare che si parli poco o nulla della ricerca e della disponibilità di carburanti low carbon, che avrebbero un ruolo determinante nella transizione.

Talk show

Molto vivaci si annunciano i due talk show previsti, sempre il giorno 26 ottobre, moderati dai giornalisti Umberto Zapelloni e Pierluigi Bonora, destinati ad approfondire temi di assoluta attualità. Il primo, “Produzione boom di auto elettriche, ma poi bisogna venderle”, mira ad andare a fondo a un fenomeno del quale non si conoscono le reali potenzialità, poiché ancora fortemente drogato da incentivi sostanziosi, che non potranno essere garantiti in eterno. Senza dimenticare che la mobilità elettrica avrebbe dovuto contribuire a pulire l’aria e alleggerire il peso del traffico nelle grandi città, mentre ormai l’offerta si rivela molto vivace soprattutto sui modelli premium e oltre, costosi e ad alte prestazioni. Che quindi richiedono massicce dosi di energia elettrica per essere alimentati.

Cosa c’è dietro la “dittatura” della spina?

E sicuramente stuzzicante si preannuncia il secondo incontro sul tema “Cosa c’è dietro la “dittatura” della spina?” Un dibattito che ha l’obiettivo anche di verificare se dietro la corsa sfrenata all’elettrificazione c’è un piano strutturato per formare e ricollocare le migliaia di lavoratori che, non solo in Italia, vedono il posto di lavoro a rischio se non saranno messi nelle condizioni di riconvertirsi. Ma si cercherà anche di capire quali siano i reali obiettivi del progetto “Fit for 55”, di fatto sostenuto con forza dai tedeschi, e quali possano essere i disegni economici e politici non alla luce del sole.

Gilberto Pichetto a #FORUMAutoMotive

A tirare le somme, intervistato da Pierluigi Bonora, sarà alla fine il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto, tra l’altro promotore del Tavolo Automotive. A lui il compito di far chiarezza sull’atteggiamento del governo Draghi rispetto alle difficoltà che la transizione ecologica sta già palesando sul settore, alla luce delle incertezze ancora legate alla pandemia e della crisi dei chip che ha messo in ginocchio industria e mercato.

Osservatorio Continental, terza edizione sugli scenari futuri dell’auto elettrica

E’ stato presentata lunedì 11 ottobre al Magna Pars di Milano la terza edizione dell’Osservatorio Continental sulla Mobilità e sulla Sicurezza Stradale. Si tratta di una ricerca che in particolare quest’anno ha riguardato la nuova mobilità e gli scenari per l’auto elettrica. Se in Italia abbiamo dettato legge per decenni, ora infatti siamo alla svolta. C’è confusione su tanti aspetti e il Paese ha bisogno di chiarezza. Per farla, Continental Italia si è affidata all’istituto di ricerca Euromedia Research, diretto da Alessandra Ghisleri, e Kearney, società globale di consulenza strategica operativa presente in oltre 40 Paesi in tutto il mondo, rappresentato in quest’occasione da Andrea Marinoni. Presente tra i relatori anche Massimo Nordio, Vice President Group Government Relations and Public Affairs Volkswagen Group Italia S.p.A.

Osservatorio Continental, obiettivi

L’Osservatorio Continental come suggerisce il nome stesso osserva e guarda al futuro mentre Continental dal canto suo produce le auto del futuro, ovvero elettiche, connesse e a guida autonoma. In Italia ci sono diversi temi, a partire da quello legato all’offerta, visto che le case stanno investendo tantissimo su nuovi modelli e quasi tutti hanno dichiarato di voler immatricolare solo auto elettiche nei prossimi anni. E’ un grande cambiamento anche per i concessionari che devono ritrovare un ruolo centrale nel futuro del Paese. La filiera deve aiutare i clienti in questa transizione. Infine c’è il tema geografico, visto che siamo tanti Paesi in uno: non solo Nord e Sud ma anche grandi città e provincia.

Osservatorio Continental, numeri

Proprio Alessandra Ghisleri ha illustrato i numeri dell’Osservatorio Continental, per cui sono stati intervistati tremila italiani maggiorenni a rappresentatività nazionale, dividendoli per fasce età. Il 66,1% sarebbe interessato a comprare un’auto elettrica, ma solo il 12,1% ne ha provata una. Il 63,7 si sente informato in materia ma quanso si parla di plug in solo il 47% sa davvero di che cosa stiamo parlando.

Pro e contro

Stando alla ricerca dell’Osservatorio Continental, uno dei problemi è che per il 17,7% (in particolare per i cosiddetti baby boomer, ovvero le persone che oggi hanno dai 57 ai 75 anni) parliamo di beni di lusso. E il 52,4% pensa che si tratta di mezzi adatti solo a viaggi brevi in città. Per l’80,6% bisogna pianificare tutte le soste di un viaggio lungo. In generale, i punti di forza delle auto elettriche sono la silenziosità e il fatto che non inquinano. Per contro, vengono percepite come troppo costose, con un’autonomia limitata e alle prese col problema della scarsa diffusione delle colonnine.

Alessandra Ghisleri

Alessandra Ghisleriha tratto le conclusioni dopo aver illustrato i numeri dell’Osservatorio Continental. “I tempi non saranno brevi perché il salto diretto verso l’elettrico è e sarà molto complicato. Le case automobilistiche e le Istituzioni hanno davanti a sé molte sfide da affrontare; tuttavia, la maggior parte dei consumatori italiani, nonostante alcuni chiaroscuri, sembrano interessati e pronti a far parte dell’ingranaggio che ci porterà ad avere un futuro elettrico… e non solo! Se le istituzioni e le case automobilistiche sono impegnati nel fare la loro parte, i noleggiatori e la rete delle concessionarie, come vetrina di una nuova mobilità sostenibile, hanno oggi la grande opportunità di incidere fortemente sulle scelte dei consumatori e accompagnarli verso l’elettrico”.

Andrea Marinoni

“Ci ritroviamo davanti a un unico Paese, ma frammentato in tante Italie. Dal nostro studio emerge che i fattori di unicità e di complessità che caratterizzano il mercato italiano potrebbero rallentare lo sviluppo della mobilità elettrica nei prossimi anni. L’e-mobility è un ecosistema complesso, costituito da più elementi da sviluppare in modo armonico: intorno a performance dei veicoli, normative chiare e infrastruttura adeguata, vi è anche l’opportunità di introdurre nuovi servizi integrati a valore aggiunto. E’ fondamentale una vera alleanza tra i protagonisti della filiera della mobilità”, ha concluso Andrea Marinoni dopo il suo intervento durante la presentazione dell’Osservatorio Continental.

Singapore, annunciata l’entrata in vigore della Vaccinated Travel Lane

Il governo di Singapore ha annunciato l’allentamento delle restrizioni per i viaggiatori provenienti dall’Italia, a partire dal 19 ottobre. Grazie alla cosiddetta Vaccinated Travel Lane (VTL), i futuri visitatori che hanno completato il ciclo vaccinale contro il Coronavirus potranno entrare a Singapore usufruendo del Vaccinated Travel Pass (VTP). Si tratta di un’apertura cauta e graduale in funzione dell’evolversi della situazione globale.

Singapore, Vaccinated Travel Lane

Il travel pass, valido una sola volta, permetterà l’ingresso nella Città del Leone senza l’obbligo di sottoporsi alla quarantena di 14 giorni. Le richieste per ottenerlo potranno essere fatte a partire dal 12 ottobre 2021 per viaggiare dal 19 ottobre 2021. Al fine di garantire un’esperienza di viaggio in piena sicurezza, i viaggiatori devono rispettare i seguenti requisiti.

Requisiti

I visitatori devono essere completamente vaccinati, cioè devono essere trascorsi almeno 14 giorni dalla somministrazione della dose finale del vaccino Pfizer-BioNTech/Comirnaty, Moderna, AstraZeneca o Johnson&Johnson;

I viaggiatori devono presentare il certificato di avvenuta vaccinazione, rilasciato da qualsiasi paese aderente alla Vaccinated Travel Lane o da Singapore;

I visitatori devono aver soggiornato in uno o più paesi VTL (Brunei, Germania, e dal 19 ottobre Canada, Danimarca, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti e dal 15 novembre Corea del Sud) o a Singapore, negli ultimi 14 giorni prima della partenza;

I viaggiatori dovranno sottoporsi a due test PCR (reazione a catena della polimerasi): uno entro le 48 ore prima della partenza, un secondo all’arrivo a Singapore (sottoponendosi a isolamento in attesa del risultato fino a un massimo di 24 ore);

Coloro che si recano a Singapore usufruendo della Vaccinated Travel Lane dovranno volare solamente tramite voli diretti designati VTL. Per quanto riguarda orari e tariffe dei voli operativi dall’Italia a Singapore si può consultare il sito di Singapore Airlines.

Anche i visitatori a breve termine e i titolari di un permesso di soggiorno a lungo termine che desiderano recarsi a Singapore nell’ambito della Vaccinated Travel Lane dovranno fare richiesta del travel pass. I visitatori a breve termine dovranno inoltre acquistare un’assicurazione di viaggio e utilizzare l’app Trace Together a Singapore per facilitare il monitoraggio dei contatti.

SafeTravel

Qualsiasi modifica relativa alle procedure sarà indicata sul sito SafeTravel. Prima di entrare nel Paese, la destinazione invita i viaggiatori a controllare la pagina dedicata alle condizioni di viaggio, per conoscere tutti gli ultimi aggiornamenti relativi al paese o regione di provenienza. In base all’evolversi della situazione globale, la Città del Leone continuerà ad aggiornare costantemente le condizioni di ingresso, assicurandosi che ogni provvedimento intrapreso sia in linea con le misure messe in atto dalla Città-stato; l’obiettivo è quello di convivere con la pandemia dimostrandosi una destinazione resiliente, e consentendo al tempo stesso una graduale ripresa del turismo.

Dichiarazioni

Carrie Kwik, Executive Director Europe per il Singapore Tourism Board ha commentato: “Siamo lieti di dare il bentornato ai visitatori dall’Italia, un mercato chiave in Europa per il turismo incoming. Dopo mesi di resilienza, preparazione e innovazione, siamo pronti a far scoprire ai visitatori Singapore Reimagine, una città reimmaginata con nuovi hotel, tour e attrazioni turistiche che speriamo ispirino il desiderio di tornare a viaggiare nei visitatori abituali e in quelli che verranno nella Città del Leone per la prima volta. Con oltre 32.000 strutture certificate SG Clean, che assicurano i più alti standard di pulizia e igiene, i visitatori possono vivere Singapore all’insegna della sicurezza e della tranquillità.

Cathay Pacific, 10% di biofuel sul consumo totale di carburante entro il 2030

Cathay Pacific continua a mettere davanti a tutto la sostenibilità. Nel 2014, Cathay Pacific è stata la prima Compagnia area ad investire in Fulcrum BioEnergy, da cui si è impegnata ad acquistare 1,1 milioni di tonnellate di SAF in 10 anni: una quantità sufficiente a coprire circa il 2% del suo fabbisogno annuo di carburante pre-COVID-19. La Compagnia prevede di continuare a portare avanti la collaborazione con Fulcrum prendendo in consegna un quantitativo ulteriore di SAF, per ampliarne l’utilizzo anche sui voli dagli Stati Uniti a partire dal 2024, non appena Fulcrum potrà aumentare la produzione.

Cathay Pacific, storia

Cathay Pacific è stata anche la prima compagnia a collaborare con Airbus utilizzando biocarburante per tutti i voli di consegna di nuovi aeromobili dal suo stabilimento a Tolosa, in Francia. Dal 2016, oltre 40 nuovi velivoli sono stati consegnati utilizzando una miscela di biocarburante.

Dichiarazioni

Augustus Tang, Chief Executive Officer di Cathay Pacific, ha dichiarato: “L’uso di Sustainable Aviation Fuel (SAF) è fondamentale per ridurre le emissioni di anidride carbonica derivate dalle nostre operazioni nei prossimi anni. Cathay Pacific parte avvantaggiata grazie agli investimenti e agli accordi in essere con la Fulcrum BioEnergy. Il nostro nuovo impegno a coprire il 10% del nostro consumo totale con carburante sostenibile per l’aviazione entro il 2030 è un chiaro segnale della nostra determinazione a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, per diventare un leader nella lotta al cambiamento climatico.

Sostenibilità

Da diversi anni Cathay Pacific sta lavorando su più fronti per affermare un modello di aviazione più green, puntando verso l’obiettivo a lungo termine di azzerare le emissioni nette di anidride carbonica. Oltre al maggiore utilizzo di biocarburante, la Compagnia sta dimostrando il suo impegno anche con altre iniziative chiave, come: la modernizzazione della flotta, miglioramenti dell’efficienza operativa, innovazioni tecnologiche e il programma Fly Greener, che consente ai passeggeri di compensare le emissioni di anidride carbonica generate dai loro viaggi e grazie al quale, dal 2007 a oggi, la compagnia è riuscita a neutralizzare oltre 300.000 tonnellate di CO2 prodotte.
Inoltre, Cathay Pacific si sta impegnando nel ridurre le emissioni a terra del 32% rispetto al 2018 entro il 2030, introducendo nuove e più efficaci misure di risparmio energetico e sfruttando fonti di energia rinnovabile nei suoi edifici e nelle operazioni a terra.

Lego, presentato il nuovo store di Milano San Babila con la Minifigure Factory

Ha riaperto i battenti il rinnovato Lego Certified Store di Milano San Babila, da sempre punto di riferimento per tutti gli amanti del brand del capoluogo lombardo. Situato in Corso Monforte 2, lo store tra i più grandi d’Italia si è trasformato grazie ad un incredibile refit ed è pronto ad offrire un’esperienza innovativa, frutto dell’unione tra fisico e digitale.

Lego, Minifigure Factory

Presente per la prima volta in Italia, un’imperdibile novità ideata per celebrare e stimolare la creatività di tutti i costruttori: la Minifigure Factory, che permetterà di personalizzare l’iconica Minifigure Lego. Un’opportunità unica per creare la propria versione in formato Lego, ma non solo! Con la Factory sarà possibile trasformare in Minifigure chiunque si voglia: un’idea perfetta per un regalo originale, in grado di lasciare a bocca aperta amici e parenti. I fan non potranno perdersi l’occasione di “dare vita” al proprio mondo di Minifigure.

Novità

Tra le novità, un tavolo interattivo dedicato alle nuove proposte, capace di “portare in vita” le storie che si celano dietro i set disponibili in negozio. Grazie a questo speciale demo table sarà possibile visionare i primi progetti e prototipi dei prodotti, scoprire i segreti sul processo di sviluppo e “incontrare” virtualmente i designer Lego. A rendere l’esperienza in store ancora più completa, il Pick a Brick Wall, ottimo per selezionare gli elementi speciali per ultimare i propri capolavori; il Launchpad posizionato all’ingresso e dedicato ai prodotti esclusivi; il Lego Play Tables per scatenare la propria fantasia e mettersi subito all’opera; la nuova e immancabile torre Build a Mini per costruire la propria Minifigure.

Dichiarazioni

“Siamo felici di riaprire le porte del LEGO store di San Babila, rinnovato interamente con il nuovo retail concept. Successivamente all’apertura di Rimini, portiamo nel cuore di Milano una nuova esperienza di vendita che offrirà la possibilità di interagire con nuovi elementi fisici e digitali e tra le tante novità, la Minifigure Factory!”. Così commenta Rossana Mastrosimini, Channel Director LEGO Certified Stores West Europe. “Il LEGO Certified Store di Milano San Babila è da sempre uno dei nostri fiori all’occhiello e siamo entusiasti del suo restyling. Per la prima volta in Italia, sarà possibile vivere l’emozione di personalizzazione una Minifigure in pochissimi minuti! Con le esclusive decorazioni, tutti i fan avranno la possibilità di portarsi a casa il ricordo perfetto del loro viaggio a Milano o di creare un regalo unico per i propri cari per un’occasione speciale come il Natale, un anniversario o un compleanno. Sapevate che, se le Minifigure fossero esseri viventi, sarebbero la più grande popolazione mondiale*? La prima è stata creata nel 1978 e da allora ne sono state realizzate circa 4 miliardi. Non vediamo l’ora di realizzare tante Minifigure con tutti i nostri clienti”.

Compleanno Honda Italia: 50 anni e non sentirli

Un 13 ottobre speciale per la Honda Italia Industriale S.p.A. che ha celebrato i 50 anni dalla propria fondazione. Una giornata caratterizzata dalla presenza delle più alte cariche del Management Honda, di autorità governative e parti sociali, che hanno voluto far sentire la loro partecipazione e vicinanza al primo stabilimento produttivo insediatosi in Val di Sangro. Sin dalla prima mattina, in visita allo stabilimento di Honda Italia il Presidente di Honda Motor Europe, Katsuhisa Okuda: “Voglio congratularmi con la Honda Italia per il cinquantesimo anniversario – ha commentato Mr Okuda – e sono molto felice di essere ad Atessa per festeggiare con voi. Ho visitato per la prima volta lo stabilimento produttivo: ho notato subito ordine e organizzazione e visto la grande motivazione di tutti gli Associati verso il proprio lavoro. Nel corso degli anni ci sono stati molti cambiamenti che hanno reso sempre più alto il livello di competitività della Honda Italia, oggi unico sito produttivo due ruote Honda in Europa, e da quest’anno capogruppo degli altri siti produttivi europei, per il raggiungimento di grandi obiettivi. Questo cinquantesimo anniversario è frutto di una forte collaborazione tra Associati italiani, staff giapponesi e territorio. Il mio ringraziamento è per tutti. Continuiamo a portare gioia ai tanti clienti che aspettano i prodotti d’eccellenza made in Honda Italia! Le mie aspettative sulla Honda Italia sono altissime”.

Honda Italia, un SH125 speciale per i 50 anni dell’azienda

Al termine del suo discorso, Mr Okuda ha firmato lo speciale SH125 50° Anniversary personalizzato con livree tricolori. Sabato 16 ottobre Honda Italia festeggerà assieme ad Associati, fornitori e ospiti speciali, il suo mezzo secolo. Inizialmente denominata I.A.P. Industriale (Industria Automotoagricola Produzione), Honda in Italia si occupava di assemblare i motocicli provenienti da oltreoceano e importare direttamente i prodotti con marchio Honda sul territorio nazionale. Pochi anni dopo, nel 1976, inizia la produzione del CB125, il primo esempio di collaborazione italogiapponese in campo motociclistico. Questa moto leggera veniva assemblata nello stabilimento di Atessa dove si impiegavano sia pezzi semilavorati provenienti dal Giappone, che numerosi componenti prodotti in Italia. Vennero realizzati 2.800 esemplari nel primo anno (12 moto al giorno): è il momento in cui inizia il percorso produttivo dell’Azienda, in costante crescita verso lo sviluppo di nuovi modelli sempre più innovativi. Nel 1981 la Casa Madre giapponese ne acquisisce il controllo diretto dell’attività produttiva e commerciale modificando anche la ragione sociale che diventa ufficialmente Honda Italia Industriale S.p.A.

Honda Italia oggi, forza lavoro da 600 dipendenti

Oggi la Honda Italia conta 600 dipendenti (salgono a circa 900 nel periodo di alta stagione) ed ha una linea produttiva da cui possono uscire fino a 500 motocicli al giorno. Hidenobu Nishida, Presidente Honda Italia: “Grazie a coloro che hanno sostenuto Honda Italia nel corso di questi cinquant’anni. A tutti gli Associati che lavorano e che hanno lavorato con noi, ai fornitori e ai clienti che ci hanno dato fiducia. Tutti, in qualche modo, hanno contribuito a far grande il nome di Honda“. Marcello Vinciguerra, Direttore di Stabilimento Honda Italia: “Quello che siamo lo condivido con orgoglio. La Honda Italia è la prima azienda nata nel distretto di Val di Sangro nel 1971 e da sempre viene considerata “l’Azienda”, quella che genera opportunità per la Società, il motore dello sviluppo industriale, che promuove la cultura della integrazione e della collaborazione fra grande azienda globale e imprenditoria locale. Siamo felici di festeggiare cinquant’anni, fatti di successi, di sfide, di qualità, di continue trasformazioni per adeguarsi a un mercato sempre più difficile e competitivo. Cinquant’anni vissuti intensamente, con un grande rispetto per le persone e una spiccata vocazione per il territorio. Con umiltà abbiamo imparato dalle cadute, guidando le innovazioni, anche radicali, e alimentando quotidianamente il miglioramento continuo”.

Leasys, la strategia di elettrificazione, il piano di sviluppo e il Green Bond

Elettrico, flessibile e rispettoso dell’ambiente, questo è il futuro prossimo della mobilità targata Leasys. La società, leader del noleggio a lungo termine in Italia e tra i primi in Europa punta entro il 2024 a portare a compimento il progetto di “rivoluzione della mobilità elettrica” inaugurato più di un anno fa. La società, brand Stellantis e controllata di FCA Bank, annuncia la sua strategia di elettrificazione e il piano di sviluppo per i prossimi anni.

Entro il 2024 la flotta short term di Leasys sarà composta al 75% da vetture elettriche

In particolare, entro il 2024 la flotta short term di Leasys sarà composta al 75% da vetture elettriche e plug-in hybrid, 100% entro il 2027. Nello stesso anno, la società arriverà a contare una flotta complessiva tra long, medium e short term di oltre 500.000 unità. Entro tre anni da oggi saranno inoltre triplicati i 1000 punti di ricarica elettrica fast charge presenti in Europa. Per un totale di oltre 3.000 nei 12 Paesi in cui il brand di Stellantis è attiva: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Spagna.

Le formule di mobilità “da un minuto a una vita intera”

Oltre a coinvolgere la flotta e la rete di ricarica del brand di Stellantis, la strategia di elettrificazione si concretizzerà anche al livello dei servizi, con l’offerta di formule di mobilità “da un minuto a una vita intera”, pensate per favorire la diffusione delle vetture a zero emissioni senza il vincolo della proprietà. Già oggi si va da CarCloud, l’innovativo abbonamento mensile all’auto attivo in Francia, Italia e Spagna, a Miles, il noleggio a lungo termine pay per use, ideale per un uso discontinuo dell’auto, e Unlimited, che racchiude in un’unica formula tutti i servizi necessari per vivere il noleggio senza pensieri, insieme a chilometri illimitati e ricariche presso i Leasys Mobility Store senza limiti.

A questi prodotti, si aggiunge il recente LeasysGO! Il primo servizio di car sharing a zero emissioni che permette di noleggiare una delle Nuove 500 elettriche in modalità free floating.

Un Green Bond sui mercati dei capitali

La “rivoluzione della mobilità” di Leasys ha toccato in maniera significativa anche il fronte finanziario. Nel mese di luglio, la società ha collocato un Green Bond da 500 milioni di euro con scadenza luglio 2024 e cedola a tasso fisso a 0,00 per cento. È la prima volta che il Gruppo FCA Bank e Stellantis effettuano un’operazione così rilevante collocando un Green Bond sui mercati dei capitali. L’operazione è stata caratterizzata da un portafoglio ordini di altissima qualità, con € 2,3 miliardi raccolti da oltre 129 investitori, a conferma della loro fiducia. Il ricavato del Green Bond sarà utilizzato da Leasys per finanziare la propria flotta di veicoli elettrici e ibridi plug-in e la rete di punti di ricarica elettrica fast-charge.

I punti salienti della strategia di elettrificazione

Leasys porterà a compimento il progetto di “rivoluzione della mobilità elettrica” inaugurato nel 2020.

Entro il 2024 la flotta short term sarà 75% elettrica e plug-in hybrid, 100% entro il 2027. Entro tre anni saranno triplicati i 1000 punti di ricarica elettrica fast charge presenti oggi in Europa, per un totale di oltre 3.000.

La strategia della società sarà accompagnata dall’offerta di formule di mobilità “da un minuto a una vita intera”, pensate per favorire la diffusione delle vetture a zero emissioni: CarCloud, Leasys Miles e Unlimited, già presenti nei mercati in cui opera.

LeasysGO! il car sharing a zero emissioni, verrà lanciato entro il 2021 in Francia, e in Spagna nel 2022.

La strategia di elettrificazione ha coinvolto anche il fronte finanziario con il collocamento del primo Green Bond da parte di Leasys, una première per il Gruppo FCA Bank e Stellantis.

Oltrepò-Terra di Pinot Nero, fare squadra per far crescere il territorio

Un vitigno dalla doppia anima. Capace di regalare eleganti bollicine e, al contempo, vini rossi strutturati. Frutto della tecnica, certo, ma anche dell’impegno e della passione di viticoltori che amano il proprio territorio e che attraverso questo elegante vino lo vogliono valorizzare. E’ il Pinot Nero, per celebrarlo venti cantine virtuose dell’Oltrepò Pavese si sono riunite lo scorso lunedì 27 settembre nella settecentesca Tenuta Pegazzera di Casteggio, sotto l’egidia del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, per dare vita alla prima edizione di Oltrepò – Terra di Pinot Nero. Una giornata di approfondimento e di confronto, con operatori di settore e stampa specializzata, per raccontare un vitigno, originario della Borgogna, che, tra le dolci colline dell’Oltrepò Pavese ha trovato la sua terra di elezione. Una terra ricca di storia e di tradizioni, che merita di essere raccontata. E verso la quale nuove generazioni di viticoltori nutrono la stessa e immutata vocazione dei loro padri, con un occhio di riguardo alla tradizione e l’altro verso la ricerca della massima qualità, capace di soddisfare i palati sempre più esigenti dei consumatori. Abbiamo raccolto le riflessioni di alcuni dei viticoltori presenti alla manifestazione.

Pinot Nero e Oltrepò Pavese, la riscoperta di due eccellenze

Un vino per troppo tempo poco considerato. Originario della Borgogna. dove si utilizza per produrre vini rossi, e coltivato anche nello Champagne come base spumante, il Pinot Nero è arrivato in Italia in tempi relativamente recenti. L’Oltrepò Pavese, area collinare compresa tra il fiume Po e l’Appennino costituito da rocce sedimentarie di origine marina, è territorio particolarmente vocato alla coltivazione, se pur difficile, di questa uva tanto raffinata e delicata quanto versatile. La cui vocazione enologica è stata messa a frutto dagli spumantisti piemontesi a partire dal 1800 prima e dai viticoltori locali poi. Decennio dopo decennio, generazioni di viticoltori hanno prestato sempre maggior attenzione alla morfologia del suolo e al microclima di ogni singolo vitigno. Con i suoi 3500 ettari impiantati di Pinot Nero, L’Oltrepò Pavese è il terzo produttore in Europa, dopo le due regioni francesi.

L’orgoglio di appartenere al territorio

La nostra – racconta Beatrice O., responsabile dell’intero ciclo produttivo nell’Azienda Ballabio di Casteggio- è una delle prime azienda spumantistiche italiane. Sin dal 1905, anno della fondazione, abbiamo prodotto spumante classico, con fermentazione in bottiglia, di sole uve di Pinot Nero. Con l’ambizione di confrontarsi con i migliori Champagne dell’epoca. Dei tre vini a base Pinot Nero che oggi produciamo, quello sul quale ci concentriamo di più è lo zero dosage. Ma quello che produciamo maggiormente è l’extra brut, per la sua maggiore bevibilità.” L’orgoglio di appartenere a questo territorio, al quale l’azienda è totalmente vocata, non viene comunque mai meno. “Non ci interessano manifestazioni di grande impatto, per noi è fondamentale il legame con il territorio” Una scelta che paga, considerate le vendite positive anche in un momento difficile come questo a causa della pandemia da Covid19. “Nelle annate migliori viene fuori anche la cuvee privè, una produzione limitata di 5000 bottiglie proposte esclusivamente ad enoteche e ristoranti

Attenzione ai gusti dei consumatori

Settore horeca che per molti dei viticoltori presenti alla manifestazione è il naturale interlocutore al quale rivolgersi “Lavorare con canale horeca e siti e-commerce, nel periodo di lockdown, ci ha permesso di limitare le perdite e ripartire con ottimi risultati nell’anno in corso – conferma Federico Fermini, secondo enologo dell’Azienda Monsupello di Torricella Verzate – Coltiviamo i 50 ettari di proprietà per avere basse rese, inferiori al 55% di uva ad ettaro. Facciamo una vendemmia manuale esclusivamente in cassetta e in vitigno selezioniamo le uve. Con l’obiettivo di ottenere vini strutturati ed armonici Attenti ai gusti dei consumatori, nella loro produzione anche vini giovani affinati in acciaio. “Se il barricato esprime più struttura e i tannini sono più morbidi, l’acciaio ci regala un prodotto più fresco, più acido, più profumato. Anche per il barricato, per il quale utilizziamo botti di rovere francese di media tostatura, facciamo comunque seguire un affinamento in acciaio”

Qualità e territorio, un must

Qualità e territorio, un binomio diventato un must per i viticoltori dell’Oltrepò Pavese. “Amore per il territorio e rispetto per l’ambiente, uniti alla volontà di dare risalto al Pinot Nero, sono da quattro generazioni la nostra filosofia – racconta Flavia Marazzi, figlia del titolare di Cantina Scuropasso di Cantina de Giorgi – Sin dal 1962, quando è stata avviata l’azienda, produciamo Pinot Nero a base spumante. Oggi il Roccapietra è il nostro prodotto di eccellenza” Un metodo classico pas dosè. “La migliore e più sincera espressione di quanto il Pinot Nero può dare in un terreno vocato come il nostro. Il prodotto che riesce a farlo esprimere al meglio. Oggi i consumatori sono più attenti alla qualità, il loro palato si è affinato. E prestano sempre più attenzione ai piccoli produttori che lavorano con il territorio e sul territorio. Una attenzione che è anche la nostra, che ci porta a lavorare in cantina con il massimo rispetto di quanto si è fatto in vigna. Con la massima concentrazione sui prodotti per il quale il territorio è vocato. Perché oggi, più che mai, la ricerca della massima qualità è alla base di tutto

Fedeli alla tradizione, con un occhio a nuove metodologie

Un pensiero condiviso dai titolari della Azienda Cordero San Giorgio. Tre giovani fratelli che nel 2019 hanno acquistato una tenuta che si estende sulla collina di Santa Giulietta, per una estensione di 22 ettari, che loro coltivano con metodo sostenibile. “Siamo originari di Castiglion Falleto, papà ha lavorato il Barolo da quando il Barolo ha iniziato ad essere prodotto – raccontano Caterina e Lorenzo, figli del titolare dell’azienda – Ci ha trasmesso l’amore per il vino, quando è stata venduta l’azienda in Piemonte non ci siamo voluti staccare da questo mondo. E nell’Oltrepò Pavese abbiamo trovato un territorio dalle tante ed enormi potenzialità ancora da esprimereUna influenza, quella piemontese, che si sente ma che è stata bene adattata alla vocazione del territorio. “A gennaio usciremo con la nuova produzione – spiega Lorenzo Cordero – Puntiamo decisamente sull’eleganza, contrariamente all’annata precedente caratterizzata da una decisa austerità e prorompenza. E presto avremo un single vignard, risultato di una unica vigna vinificata separatamente sempre sull’annata 2019. Papà ha sempre creduto nelle vigne singole e nelle singole varietà, un pensiero che continuiamo a volere portare avanti. Ma siamo anche in conversione biologica. Dall’anno prossimo saremo biologici a tutti gli effetti”

Pinot Nero, vino dalle mille sfacettature un nuovo modo di raccontare il territorio e le sue eccellenze

Chi da anni si è convertita alla produzione biologica è l’Azienda Agricola Calatroni, in Valle Versa. Fondata nel 1964, a gestione familiare, è alla terza generazione di produttori ed alla settima di viticoltori. “I miei avi, già nell’800, erano tutti mezzadri – racconta Christian Calatroni – Mio nonno è stato il primo a diventare proprietario, mio padre è colui che è passato dalla produzione alla vinificazione. Mio fratello ed io siamo ci siamo concentrati sull’imbottigliamento con un prodotto a base metodo classico che valorizzi il nostro territorio. Esprimiamo il Pinot Nero in tutte le sue sfaccettature, ma sempre e comunque in purezza. Non abbandoniamo la bollicina classica che sviluppiamo in una versione bianca pas dosè e una cuveè rosè millesimata, anch’essa pas dosè. Senza trascurare la vinificazione in rosso ” Con un occhio di riguardo ai cambiamenti, diversi appezzamenti dell’azienda, che partono da 300mt e salgono fino a 500mt, sono tutti convertiti a produzione biologica. “Una scelta fatta dieci anni fa nel rispetto dell’ambiente e del territorio che noi viviamo con quotidianità. Ci vuole tempo perché una scelta come questa venga recepita dai consumatori. Ma manifestazioni come “Oltrepò – Terra di Pinot Nero” aiutano a fare comprendere scelte come questa. Una ottima occasione per far conoscere al pubblico le grandi potenzialità di questo splendido vino

Oltrepò-Terra di Pinot Nero, primo passo verso un nuovo modo di comunicare il territorio

“Per noi produttori questa è una giornata memorabile, Oltrepò – Terra di Pinot Nero è stato un gran lavoro di squadra”, racconta Ottavia Giorgi di Vistarino che parla a nome di tutto il gruppo delle aziende partecipanti – Finalmente siamo arrivati con questo evento a dare voce a un intento comune e condiviso da molto tempo, che ci ha visti protagonisti di un percorso ambizioso iniziato per la volontà di dare un‘espressione adeguata del territorio, dei nostri vini e delle tante storie che stanno dietro alle etichette. Si tratta sì di un progetto di comunicazione ma anche di innalzamento della qualità, grazie al confronto continuo tra di noi. Un primo passo, ci auguriamo che possa portarci lontano” Comunicare, la parola d’ordine. “L’intento principale è proprio quello di comunicare agli operatori specializzati e ai giornalisti – concludono gli organizzatori – l’unicità, l’eccellenza, e il successo dei nostri vin. Affinché essi possano essere ambasciatori appassionati presso il pubblico di consumatori, in Italia e all’estero”.

Bridgestone presenta Battlecross X31, nato per il massimo divertimento sui terreni difficili

Bridgestone presenta il suo ultimo pneumatico da motocross, Bridgestone Battlecross X31. Sviluppato e progettato utilizzando le più recenti tecnologie dell’azienda giapponese, il pneumatico permette di raggiungere una velocità maggiore e garantisce prestazioni di trazione e aderenza sorprendenti, oltre a una maggiore stabilità e spettro di utilizzo.

Battlecross X31, la tecnologia Castle Block un grip ottimale e miglior aderenza

Per realizzare il nuovo pneumatico è stata applicata la tecnologia Castle Block sui blocchi della spalla dell’anteriore. Nonché su tutti quelli del pneumatico posteriore che, attraverso la parte convessa sui blocchi, consente una maggiore capacità di trazione grazie all’effetto uncino. La tecnologia Castle Block assicura un grip ottimale sui terreni scivolosi, migliora l’aderenza anche su quelli irregolari, e l’effetto uncino garantisce maggiore tenuta in curva e capacità di trazione su diversi tipi di terreno. Inoltre, le alette di raffreddamento sul fianco dello pneumatico, che generano aria attraverso le sporgenze del fianco, garantiscono la dispersione del calore sulla superficie del pneumatico, garantendo minore usura e una prestazione costante a lungo termine.

Battlecross X31 sarà disponibile da gennaio

Bridgestone Battlecross X31 sarà disponibile in sei misure nel primo trimestre del 2022. “Abbiamo voluto creare un prodotto che garantisse maggiore velocità e controllo soprattutto su terreni difficili. Il risultato è Bridgestone Battlecross X31, un pneumatico creato con le nostre ultime tecnologie e progettato per chi cerca versatilità e costanza nelle prestazioni. Vi per metterà davvero di aumentare il vostro divertimento”. Le parole di Nico Thuy, Head of Motorcyc le di Bridgestone EMIA.

Bridgestone porta su strada il nuovo pneumatico moto Battlax Adventure Trail AT41

Non solo Bridgestone Battlecross X31, Bridgestone, annuncia lo pneumatico adventure stradale per il settore moto, Bridgestone Battlax Adventure Trail AT41. Questo pneumatico dal look off-road offre grandi prestazioni sull’asciutto, trazione, aderenza e frenata sul bagnato eccellenti, assicurando un viaggio sicuro e confortevole in qualsiasi condizione atmosferica.

Il nuovo disegno di Battlax Adventure Trail AT41 ha un design ottimizzato delle scanalature per migliorare il drenaggio dell’acqua e raggiungere migliori prestazioni su bagnato, grazie all’aumento del volume medio del volume delle scanalature e ad una loro migliore distribuzione nelle aree di contatto. Inoltre, la mescola touring del Battlax Adventure Trail AT41 – con il 3LC utilizzato per il posteriore – consente anche eccellenti prestazioni su bagnato, asciutto e in termini di resa chilometrica del pneumatico.

Normative delle ferie dei dipendenti, tutto quello che c’è da sapere

Lavorare è fondamentale ma lo sono anche le normative delle ferie dei dipendenti. Partendo da questo presupposto che facilmente trova tutti d’accordo, analizziamo la situazione di un problema che riguarda da vicino la maggior parte degli italiani. Ad esclusione di chi purtroppo non ha un impiego ma anche di chi lavora in proprio, come il cosiddetto popolo delle partite Iva, in costante aumento. Chi però per sua grande fortuna (e bravura) si è guadagnato un posto da dipendente in un’azienda o un ente pubblico sa benissimo quali sono i suoi doveri e i suoi diritti. Tra questi quello appunti delle vacanze, che sono regolamentate dalle normative delle ferie dei dipendenti.

Il lavoro in Italia

Tutto conosciamo a memoria l’articolo 1 della nostra costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Molti meno però sanno a memoria che cosa c’è scritto invece nell’articolo 36, la base da cui partire per parlare di normative delle ferie dei dipendenti. “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro – si legge – e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. E non è tutto, visto che già lì si scende nei dettagli. “La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”.

Normative delle ferie dei dipendenti

Ma scendiamo nei dettagli: chi ha un lavoro da dipendente ha diritto infatti a ben quattro settimane di ferie retribuite. C’è però da fare una distinzione: la metà, ovvero due, devono essere esaurite nell’anno stesso di riferimento, mentre le restanti possono anche essere utilizzate in un secondo momento, non oltre comunque 18 mesi. Una cosa è certa, per evitare fraintendimenti o situazioni in cui i datori di lavoro sfruttino contro la legge i dipendenti: scambiare settimane di ferie non godute con un pagamento in denaro. Anche questo è chiaramente stabilito dalle normative delle ferie dei dipendenti.

Ferie non godute

Le sole eccezioni per fare sì che vengano di fatto pagate delle ferie non godute riguardano le situazioni in cui un lavoratore interrompe il suo impiego in un’azienda. Oppire quando quando per motivi contrattuali un lavoratore ha diritto a un numero di giorni di vacanza che è addirittura più alto rispetto a quelli stabiliti per legge. A quel punto il datore di lavoro è tenuto per legge e pagare. E non una cifra a caso: le ferie infatti devono essere retribuite esattamente come se fossero dei normali giorni di lavoro. Le normative delle ferire dei dipendenti parlano chiaro anche in questo senso.

Buste paga e normative delle ferie dei dipendenti

All’interno di un’azienda, per tutelare i dipendenti ma anche i datori di lavoro, bisogna quindi conteggiare tutto con assoluta precisione e sapere redigere ma soprattutto sapere come leggere busta paga. Non vi sono infatti solo le cifre degli stipendi ma anche indennità, straordinari, dati previdenziali o pensionistici, oltre che appunto tutto quello che riguarda le ferie. Perché va ricordato che il lavoratore non perde mai il diritto alle sue settimane di ferie, nemmeno a quelle non godute entro i famosi 18 mesi.