Quando senti parlare del "disco dell'anno" e non hai 20 anni ed è il 2022 non ci credi proprio tanto e ti aspetti qualcosa che hai già sentito o qualcosa che non capirai: delle due, una.

Approdati sulla scena musicale nel 2019, alle porte di un periodo globalmente non proprio felice, con il loro primo singolo Crème Brulée, i King Hannah si sono fatti conoscere nei mesi seguenti con una serie di altri singoli e un EP: "Tell Me Your Mind and I'll Tell You Mine".

Craig Whittle e Hannah Merrick devono la loro conoscenza a una serie fortuita di eventi (serendipity rulez!) che li hanno portati prima a lavorare nello stesso pub di Liverpool (città in cui Craig vive e in cui Hannah si è trasferita per studiare), poi a stringere amicizia e infine a iniziare una proficua collaborazione artistica.

Il disco

Il primo disco "I'm Not Sorry, I Was Just Being Me" è uscito quest'anno, sotto l'etichetta City Slang, ed è stato recentemente protagonista di un tour europeo (due le date italiane, sold out: a Milano, Arci Bellezza e a Genova, La Claque, gli scorsi 12 e 13 aprile).

Ascoltando il disco, già dal primo pezzo si è gentilmente ma inesorabilmente trascinati in un'atmosfera noir a metà tra un film americano, strade buie e fumose stanze di motel, e uno di quei sogni in cui il quotidiano e il perturbante si mescolano senza soluzione di continuità.

Difficile non avvertire un riferimento all'immaginario americano letterario, cinematografico, musicale, con un richiamo al blues che fa sentire con garbo la sua presenza.

Hannah Merrick, Craig Whittle e Olly Gorman @ La Claque, Genova

Il sound è ruvido e ipnotico, crea uno spazio intimo e sognante, in cui si inserisce perfettamente la voce calda e graffiante di Hannah. La struttura è allo stesso tempo essenziale e potente: loop ipnotici, distorsioni, niente più, niente meno di quello che serve; perché se ci piace tanto la formula che recita "less is more" è anche vero che bisogna sapere cosa metterci, in quel "less" altrimenti non funziona, il poco rimane poco e non avviene nessuna magia.

Le influenze, quelle belle (...)

A questo punto sarebbe quasi d'obbligo spendere delle parole sul loro sound anni '90 e le loro influenze, di cui non fanno mistero e sui richiami che potrebbero evocare (e via con Mazzy Star, Portishead, Pj Harvey); sono dell'avviso, tuttavia, che uno dei pregi di questa band e di questo album di debutto sia che al di là di ciò che evocano siano difficili da collocare sia geograficamente che temporalmente.

Ne consegue logicamente che chi non ha più 20 anni come me possa sì ricollegarli, a sensazione, ad altri artisti, ma non senza riconoscere in loro qualcosa di unico e nuovo. Personalmente potrei dire di aver riconosciuto in Hannah, il carisma di Grace Slick, ho ritrovato (in disordine sparso) qualcosa di Neil Young, il primo Beck (All Being Fine), David Lynch col suo "modern blues", il primo Tom McRae (The Moods That I Get In), la seduttività indolente degli Arab Strap (Go-Kart Kid, I'm Not Sorry, I Was Just Being Me), il suono della chitarra di Peter Buck in Monster, ma mentre lo scrivo già vorrei cancellarlo, perché se qualcosa di questo c'è, più che ricordarmi esattamente "quella cosa lì", mi ricorda piuttosto "quel tipo di bellezza lì" e questo mi piace un bel po'.

L->R: Jake Lipiec, Craig Whittle, Hanna Merrick live @ La Claque, Genova

Il live: il tour europeo e le nuove date Italiane.

Siamo al live (pensavate già di esserci? No, parlavo del disco!). Ad aprire il concerto è A Well-Made Woman, il pezzo che apre anche il disco. La prima cosa che si nota (o che ho notato io, del resto state leggendo un mio "film") è che Hanna Merrick ha l'aria di una che non ha tutta questa smania di esibirsi su un palco e che quindi, non si sa come, ti porta a casa sua, ti fa sedere su un divano sdrucito ma comodo e suona qualche suo pezzo, con l'aria di chi, lì, si sente estremamente a suo agio. Si sente così tanto a suo agio che il secondo pezzo è la cover di State Trooper, tratta dall'album Nebraska di Bruce Springsteen, perfettamente nelle loro corde, perfetta per il loro sound lo-fi: personalmente ho apprezzato, a parte la sensuale indolenza della voce di Hannah, l'arrangiamento, comunque minimal, con una batteria e un basso che non fanno rimpiangere male l'originale (chitarra e voce).

I pezzi si susseguono tessendo una maglia in cui ci si fa intrappolare volentieri. Non sto a farne un'analisi perché a questo punto a chi doveva arrivare è già arrivata la curiosità di ascoltare il disco (fine del pericolo spoiler) e magari di andarli a vedere live, perché sono previste tre nuove date italiane per questo tour: a Roma, Prato e Bologna, a giugno (le ultime due in apertura al Thurston Moore group, il che è un bel colpo!). Questo il motivo per cui ne scrivo ora: niente sadismo, siete ancora in tempo per assistere a un live.

In genere ho un rapporto difficile con le voci femminili, ma con Hannah Merrick è stato amore al primo ascolto; grazie al connubio tra voce e personalità, va dritta in posizione alta in una mia ideale classifica che vede, tra le altre, la già citata Grace Slick, Alison Mosshart (The Kills), Juliette Lewis, Meg White, per citarne alcune.

Hannah Merrick live @ La Claque, Genova

Per finire, cercando di deviare dalla mia tendenza a essere prolissa, ecco LO SPIEGONE per chi non ha voglia di rovinarsi la sorpresa/leggere tutto l'articolo/farsi influenzare troppo dai film mentali di una ex-giovane (per quanto...):

Ascoltatevi questo album, giovani e non giovani perché, giurin giuretta, non sarà tempo sprecato e probabilmente avrete voglia di ascoltarvelo ancora e ancora e di andare a vedere il live.

Gli "ASPETTATEVI":

Aspettatevi psichedelia, non studiata ma impegnata noncuranza, testi che parlano di cose normalissime, ti proiettano nel mezzo di un pensiero qualunque di una giornata qualunque di una persona qualunque (dimenticavo che mi han fatto pensare a Carver... e che uno dei loro pezzi, So much water, so much close to drone, rimanda al titolo di un racconto breve di Carver, nonché al titolo di un disco di Paul Kelly, prodotto da Scott Litt, stesso produttore dei R.E.M. aaaaah aiuto!) ... dicevo: pensieri qualunque di giornata qualunque di persona qualunque, che poi però improvvisamente incontra il bianconiglio e quindi da lì tutto diventa assurdo (dunque si può avere una conversazione con un ragno, nel bagno).

Aspettatevi l'accento "esotico" di Hannah Merrick, gli assoli, i loop e le distorsioni di un chitarrista molto interessante, con una voce limpida e pulita che interviene in qualche pezzo (uno su tutti: Ants Crawling on an Apple Stork). Aspettatevi di avere la sensazione di trovarvi in un film di Tarantino mentre un secondo prima eravate seduti nel salotto di casa, aspettatevi testi che parlano di cose semplici, ricordi dell'infanzia, quotidianità, ma facendoli diventare un quadro in cui perdersi, perché non ha realmente importanza ciò di cui si parla, ma ciò che suscita (Carver, l'ho detto? ... )

Craig Whittle live @ La Claque, Genova

I "NON ASPETTATEVI":

Ecco, non aspettatevi una che se la tira da diva.

I "GUARDATEVI":

Guardatevi Uncut Gems, con Adam Sandler. Ecco, questa proprio non ve la spiego. Perché è un film mio, no, non quello, quello è di un certo Safdie, ma tutti i link mentali sono miei. Oh, comunque nel caso vi sarete visti un bel film.

Ho finito. Credo. Giusto un occhio alla chiusura che mi ero scritta in anticipo come chiunque voglia fare un discorso a effetto... niente, ho già scritto tutto nel mezzo, tranne questo: sento un sacco di cose in questo disco e una tra le più importanti per me è la voglia di avere 20 anni e di essere nel 2002, il che, oltre a restituire una simpatica ciclicità a questo articolo, mi fa dire bravi, bel lavoro, fatene ancora.

"Andrà tutto bene"...? Chissà. Intanto abbiamo ricominciato ad andare ai concerti e a scriverne.

So far, All Being Fine.

Prossime date dei King Hannah in Italia:

  • 09 giugno 2022: Largo Venue - Roma

  • 10 giugno 2022: Off Tune Festival 2022 - Prato - ap. Thurstone Moore

  • 11 giugno 2022: Nova Festival 2022 - Bologna - ap. Thurstone Moore

[Promoter: DNA CONCERTI]