
Cambiamento = Sostituzione o avvicendamento che riguarda in tutto o in parte la sostanza o l’aspetto di qualcosa o di qualcuno.
E’ proprio la parola cambiamento che mi guida tra le meravigliose colline di Langa e mentre seguo le strade che si affacciano sulle vigne in una giornata soleggiata con un cielo terso e sereno, mi ritrovo davanti alla cantina di Alessandro Salvano. L’accoglienza è un po’ fredda e distaccata tipica di chi spesso è stato giudicato e probabilmente a volte non capito. Io e Ale non ci siamo mai incrociati prima e perciò dobbiamo fare un passo alla volta.
La prima cosa che mi colpisce è la sua voglia di raccontarsi, non è il tipico giovane di Langa che eredita vigne di famiglia o prosegue il lavoro della generazione prima bensì un ragazzo intraprendente che ama il vino e che dopo aver studiato molto, girato per farsi una cultura, bevuto per capire cosa gli piace e cosa non apprezza si è confrontato con tanti produttori per intraprendere un percorso chiaro e nitido che ha ben impresso nella sua testa.

L’avventura comincia nel 2019 e il progetto è lampante e illuminato nonché evidente dal primo giorno. Prima di tutto è un nome che gli serve che renda chiare le idee e le aspettative fin da subito. La scelta è efficace e comunicativa allo stesso tempo:
“Drink Wine Not Label” il suo acronimo DWNL diventerà famoso. Le sue etichette riportano scritto in piccolo su l’intera etichetta totalmente bianca la scritta “bevi vino non etichette” in diverse lingue, una lingua per ogni etichetta, francese spagnolo italiano giapponese inglese, un messaggio per tutti dappertutto.
La scelta dal punto visivo è estremamente impattante nella sua semplicità ed è estremamente in linea con il progetto introducendolo alla perfezione.
Stiamo parlando di una protesta fatta nel modo giusto, senza fare dichiarazioni urlate o screditando un concetto con insulti e offese bensì lasciando parlare i fatti o meglio ancora lasciando parlare il vino!!
Da cosa nasce questa rivoluzione? La Langa da sempre vive di confini, se rientri in un comune, in una linea immaginaria, in un territorio deciso più di 40 anni fa, le tue uve e i tuoi vini valgono cinque volte tanto quelli che vengono prodotti 50 metri fuori da questi confini. Questo per un produttore è un limite incredibile che non gli permette investimenti, ammodernamenti e la possibilità di sostenere l’impresa nonostante il suo prodotto possa essere decisamente più di qualità messo a confronto con quello del vicino che però rientra nel disciplinare in questo caso del Barolo Docg.

Alessandro che vive pienamente questa situazione decide attraverso questo progetto di mettere in evidenza la problematica che colpisce lui come tanti altri produttori della stessa zona e di altre zone d’Italia.
Dopo aver trovato un etichetta accattivante per comunicare il suo messaggio i suoi sforzi si concentrano in vigna e in cantina. Nel 2019 comincia con 1000 bottiglie , nel 2020 arriva a 5000, il suo lavoro è sostenuto anche da amici che gli permettono di vinificare e di tenere il vino nel periodo dell’affinamento nelle loro cantine in quanto Alessandro essendo partito da zero non aveva ancora un luogo di proprietà dove fare tutto.
Inizialmente il suo lavoro è molto in stile francese, possiamo dire borgognone, cioè acquista le uve e le lavora con il suo stile per creare vini personali.
Nel 2022 produce 12000 bottiglie e nel 2023 arriva a 22000 , questo percorso indica che il suo lavoro viene notevolmente apprezzato e che vendendo ogni anno totalmente la sua produzione riesce a reinvestire su se stesso arrivando a comprare parte dei vigneti dal quale prendeva le uve e creando la sua cantina dove fare tutte le lavorazioni. In pochi anni riesce a procurarsi tutto ciò che gli serve per far sempre meglio il suo lavoro e per creare un precedente che sia d’esempio per tutti quei giovani talentuosi che pensano di non poter raggiungere i loro sogni solo perché non sono figli di produttori.
Ora abbiamo un etichetta accattivante, un nome per un progetto importante (DWNL), una storia di successo che indica che le difficoltà si possono superare col duro lavoro ma dobbiamo capire cosa ha reso possibile veramente tutto questo.

Spesso ho sentito dire che non ci sono BRUTTE persone che fanno vino BUONO… ora se ci penso capisco tutti quei signori anziani e quei ragazzi più giovani che me lo hanno ripetuto tante volte…
Alessandro una volta che ha capito la mia voglia di conoscerlo e di capirlo si è aperto e la persona che ho scoperto è eccezionale, diretto, schietto, preparato, onesto, innamorato della sua terra, divertente, sognatore, pratico e gentile… sono solo alcuni degli aggettivi che lo descrivono e che riconosco ora dopo ora passata ad ascoltarlo..
Adesso però parliamo dei suoi vini. Con uno sguardo al passato per non perdere ciò che insegnano le tradizioni, un piede nel presente ma la testa già nel futuro quello che propone nel panorama Langarolo sono vini frutto di lavorazioni di uve a grappolo intero, uso di lieviti indigeni, nessun tipo di filtrazione o chiarifica per non togliere l’identità del frutto e dei suoli sul quale nascono le vigne. La scelta dei momenti per vendemmiare sempre nell’ottica di portare in cantina uve mature al punto giusto, salubri e adatte alla lavorazione a grappolo intero che viene fatta su tutti i suoi vini:
-Nebbiolo
-Dolcetto
-Chardonnay
-Pinot nero
pensati per non avere gradi alcolici esageratamente alti, pensati per esaltare il frutto e la freschezza ma con strutture che permettono in alcuni casi anche un lungo invecchiamento. Vini moderni e di gran classe, con finezze tutte da scoprire e che nel calice evolvono e si raccontano parlando di una libertà difficile da trovare in quel territorio.
Non userò il termine “naturale” e lo sostituirò con “artigianale” per evitare inutili polemiche che distolgono dal vero dibattito, cioè fermarsi davanti al calice e pensare se a volte ci facciamo influenzare nel pensiero e nelle aspettative più dall’etichetta che dal vino stesso.
I vini di Alessandro sono diventati molto ricercati, enoteche e ristoranti, distribuzioni e appassionati si rincorrono per poter proporre o assaggiare le sue bottiglie, per poter sedersi con amici e winelover a dibattere sulla provocazione che queste etichette vogliono suscitare.
Il vino ha ricevuto feedback molto positivi e ovunque arrivi termina velocemente, i complimenti sono sempre più frequenti e Ale ci confessa di aver ricevuto giudizi lusinghieri anche da produttori di Langa che fanno un lavoro molto più classico del suo. Questo dimostra che se si slegano i pensieri e i giudizi dal preconcetto si può onestamente apprezzare ciò che è buono e non ciò che deve esserlo per forza.
Ringrazio Alessandro per il tempo che mi ha dedicato, per la sua onestà nel raccontare tutte le difficoltà che ha passato, per la gentilezza con la quale mi ha svelato i suoi sogni e per avermi dato la possibilità di assaggiare i suoi vini in totale libertà. Un consiglio che mi sento di dare a tutti è
quello di provare almeno una volta le sue bottiglie a mente sgombra e senza pregiudizi ma solo con la voglia di scoprire qualcosa di nuovo.
Cambiamento = DWNL
Articolo a cura di:
Sommelier Merati Luca