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Tutti vogliono il biologico, ma pochi sanno cos’è davvero: Carrefour svela l’Italia disinformata sul bio

biologico Carrefour

Solo l’11,6% degli italiani sa davvero cosa significa “biologico”: l’indagine Carrefour-Human Highway smaschera falsi miti e sfide culturali, con focus sulle nuove generazioni.

Biologico: più diffuso, meno compreso

Il termine biologico è diventato sinonimo di scelte salutari, sostenibili e consapevoli, ma quanto ne sanno davvero gli italiani? A porsi questa domanda è Carrefour Italia, che in collaborazione con Human Highway ha condotto una ricerca nazionale lanciata in occasione della Festa del Bio.

I risultati sono sorprendenti: solo l’11,6% degli italiani è in grado di definire correttamente cosa rende un prodotto realmente biologico, nonostante oltre la metà del campione (57,5%) dichiari di acquistare alimenti bio almeno due o tre volte al mese.

Un’Italia spaccata tra convinzioni errate e zona grigia informativa

Tra i dati emersi, colpisce il livello di confusione diffuso:

  • Il 30,9% si ritiene moderatamente informato ma confuso,
  • Il 33% ammette una forte incertezza,
  • Il 24,5% dichiara di non sapere nulla sul biologico.

Le fake news più diffuse riguardano l’impiego di sostanze nelle coltivazioni: l’80% crede che il biologico non preveda alcun tipo di pesticida o fertilizzante, ignorando che la normativa consente solo l’uso di sostanze naturali autorizzate.

In ambito zootecnico, quasi 8 italiani su 10 pensano erroneamente che gli animali bio non possano essere curati con farmaci, neanche in caso di necessità.

Generazione Z: la più esposta alla disinformazione

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i più giovani – in particolare la Gen Z – risultano i meno informati. A pesare è una comunicazione poco chiara e la tendenza ad associare il bio ad altri concetti:

  • 1 su 4 lo confonde con il chilometro zero
  • 1 su 5 lo lega esclusivamente a piccole aziende agricole
  • Il 50% crede che un alimento bio sia automaticamente più ricco di vitamine e nutrienti

Cosa guida gli acquisti? Etichetta, eurofoglia e prezzo

Nonostante la disinformazione, l’interesse verso il biologico resta alto. Un italiano su quattro sa identificare correttamente i prodotti biologici e li sceglie in modo consapevole. I principali driver di acquisto sono:

  • la scritta “Bio” sull’etichetta (60%)
  • il logo europeo con la eurofoglia (28,7%)
  • le sigle degli enti certificatori (27,3%)

In cima alla lista dei preferiti ci sono frutta e verdura fresche (63%), uova (56%) e latticini (45%). Tuttavia, il prezzo elevato rappresenta ancora un ostacolo: 7 italiani su 10 affermano di non acquistare bio proprio per una percezione di costo troppo alto.

Carrefour: rendere il bio accessibile è una priorità

È su questo fronte che Carrefour Italia ha deciso di agire concretamente attraverso il programma Act for Food, che promuove una filiera alimentare più sostenibile, equa e locale.

Come spiega Alessandra Grendele, Direttrice Merci, Marketing ed E-commerce di Carrefour Italia:

«Abbiamo voluto indagare a fondo le percezioni degli italiani sul biologico per capire quanto le scelte d’acquisto siano realmente consapevoli. Con questa ricerca vogliamo contribuire a promuovere una cultura del cibo più informata e accessibile: è da qui che parte la nostra visione di transizione alimentare per tutti».

Tra le azioni concrete, Carrefour offre oltre 50 referenze a marchio Carrefour Bio a meno di 1 euro, dimostrando che qualità, sostenibilità e convenienza possono coesistere.

Il valore del biologico, oltre il marketing

Un prodotto può essere definito biologico solo se rispetta i criteri del Regolamento UE 2018/848: agricoltura o allevamento certificati, niente fertilizzanti chimici di sintesi, benessere animale garantito e tracciabilità completa lungo la filiera. La presenza del logo con la “eurofoglia” su sfondo verde è l’unica garanzia di certificazione.

Il cammino verso un consumo consapevole passa dalla chiarezza informativa. E Carrefour sceglie di giocare un ruolo da protagonista in questa trasformazione, non solo commerciale, ma culturale e sociale.

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