
Quante volte ci è capitato di andare in un ristorante e dopo aver scelto cosa mangiare fermarsi a sfogliare lunghe carte vini senza sapere se e quale vino possa esaltare le nostre scelte gastronomiche?
Abbinare un buon vino ad un buon cibo non è prerogativa solo di ristoranti costosi o stellati ma è una possibilità che abbiamo dalla semplice pizza fino a complessi e affascinanti piatti gourmet.
Spesso però per paura di far brutta impressione o per sfiducia nella figura del sommelier quando siamo seduti al tavolo del ristorante ci facciamo consigliare il piatto del giorno ma tentenniamo nel chiedere consigli sul vino. Questo potrebbe essere un grave errore.
Potremmo essere già esperti o molto appassionati, potremmo non capirne molto e vergognarci, potremmo essere convinti che il vino buono sia solo quello che scegliamo da tanti anni ma avere l’opportunità di chiedere, parlare, confrontarsi con un sommelier che ha studiato, che ha visitato le aziende vitivinicole della quale propone i vini, che ha testato tanti abbinamenti con ogni piatto del suo ristorante per offrire ogni volta la miglior esperienza, è un occasione da non perdere!!
Tutto questo per anticiparvi che oggi faremo un breve botta e risposta con uno dei Sommelier che nell’anno appena finito, il 2024 si è messo in luce.

Marius Dimitru ha fatto un percorso invidiabile:
Diventa Sommelier Ais nel 2019
3° miglior sommelier della Lombardia Ais 2020
2° miglior sommelier della Lombardia Ais 2022
Diventa Sake Sommelier nel 2023
La sua carta vini è premiata nel 2023 e 2024 nella Wine List Italia
Diventa “MIGLIOR SOMMELIER DELLA LOMBARDIA AIS 2024”
Ora in forza come Sommelier e creatore della carta vini al ristorante Ma.Ri.Na di Olgiate Olona dove al fianco dello Chef Giorgio Caimi e con la direzione del proprietario Giorgio stanno regalando ad ogni cliente esperienze incredibili.
Prima di farci dare un po’ di consigli da Marius aggiungo che il vero grande lavoro che sta facendo partendo dal ristorante e passando da ogni singola attività che segue riguardante il vino sul territorio nazionale è quello di abbattere le barriere tra il cliente e l’idea che il sommelier e il vino siano figure istituzionali solo per esperti del settore. Il grande lavoro che svolge è avvicinare le persone al mondo del vino e rendere l’abbinamento enogastronomico accessibile, divertente e interessante. La sua incredibile gentilezza unita a una grande empatia permette a tutte le persone che si relazionano con lui di vivere bellissime esperienze e di rivalutare al meglio la figura del Sommelier!!
Ora però approfittiamone e conosciamolo meglio:
Quali Ristoranti hanno segnato il tuo percorso nel mondo del vino?
“Sicuramente un posto che ora non esiste più di nome La Banca Dei Sapori, un enoteca con all’interno circa 500 etichette di vino dove la mia passione è nata, seguito dal ristorante Il Liberty a Milano di Andrea Provenzani dove ho migliorato tantissimo la capacità di creare straordinari pairing vino-cibo. Un passaggio al Bianca Relais dove ho continuato con la ricerca e sperimentazione fino ad approdare al Ma.Ri.Na di Olgiate Olona dove mi sto mettendo in gioco al 100%”.
Quanto tempo occorre prepararsi per mirare al titolo di miglior Sommelier di Lombardia?
“Avendo provato tre volte prima di riuscirci sono arrivato alla conclusione che mi servivano almeno due ore di studio al giorno unito al lavoro di ricerca per la carta vini del ristorante che è in continua evoluzione e a esperienze sui vari territori italiani direttamente in cantina quando avevo tempo libero”.
Durante la gara per il titolo cosa si impara e che sensazioni rimangono impresse nella mente?
“La gara insegna che bisogna sempre mettersi in gioco cosi da rimanere sempre aggiornati e con la mente allenata sul panorama vitivinicolo mondiale. Poi è un occasione eccezionale per apprendere informazioni e nozioni da altri candidati molto esperti che magari conoscono territori specifici meglio di me ma quello che più conta è la semplicità con la quale nascono nuove amicizie che regalano bellissime emozioni durante la gara e dopo nella vita di tutti i giorni. A me è successo più volte e ne sono felicissimo”.
In questi concorsi hai l’impressione che col passare degli anni il livello si abbassa o si alza?
“In realtà speravo che i miei avversari fossero leggermente più indietro invece è stata una vera e propria battaglia fino alla fine a colpi di nozioni studiate faticosamente e di meticolosità nelle prove pratiche. Il livello è sempre più alto e ne sono felice”.
Sensazioni al momento della premiazione sapendo di aver superato tutte le prove e le interrogazioni e avendo conquistato il primo posto dopo due anni sui gradini più bassi del podio?
“La prima sensazione è stata liberatoria, dopo un anno passato a studiare e a fare sacrifici per raggiungere il gradino più alto, poi è arrivata la gratitudine verso diverse persone che sono state fondamentali in questo lungo e difficile percorso”-
Ora devi fare i nomi: a chi vanno i ringraziamenti?
“Ovviamente per prima c’è la mia compagna Francesca che ha fatto tantissimi sacrifici per supportarmi visto anche la presenza di un bimbo e il mio continuo dedicar tempo allo studio. Senza di lei non so proprio come avrei fatto. Subito dopo il ristorante che mi ha permesso di assentarmi spesso per vari approfondimenti e varie degustazioni e per finire amici e colleghi che mi hanno interrogato per ore settimana dopo settimana”.

Risposta istintiva: cosa sceglieresti tra Bollicina, Rosso, Bianco, Orange o Fortificato?
“Bollicina”.
Perché?
“Perché di solito si aprono in momenti di festa e di condivisione, perché ci vuole pazienza per ottenere quelle bollicine e perché le tecniche per produrle sono davvero tante e affascinanti”.
Quale zona vitivinicola preferisci?
“Mi sono innamorto di tante zone negli anni, ora sono in fissa per il Portogallo”.
Come mai?
“La diversità tra i terreni da un isola all’altra e nel continente permette allo stesso vitigno di esprimersi in maniera completamente diversa. Poi la sapidità dei vini è la linea che li lega tutti. Il Douro, il Dao, il Vinho Verde sono luoghi magici e i loro vini si trovano in poche carte vini italiane”.
Qual è il tuo vitigno preferito?
“Ne ho davvero molti ma se guardo la mia carta vini devo ammettere che lo Chardonnay con la sua versatilità l’ho scelto in tantissime versioni”.
Convenzionali o Naturali bisogna scegliere o possono convivere?
“Quello che posso dire è che l’unico arbitro è il calice, se una volta che ho il mio calice in mano e assaggio il vino e mi piace, riesco a godermelo con le persone a me care vicino e ci fa stare bene allora quel vino è quello giusto indipendentemente dall’etichetta”.
Pesce o carne?
“Lavoro in un ristorante di solo pesce, se esco vado a mangiare carne ma a casa preferisco pesce”.
Abbinamento cibo-vino che ti ha stupito in questi anni fatto da qualcun’altro?
“Brodo di castagne con ostriche con uno Chateau Chalon 1999 al Cambio di Totino”.
Il tuo abbinamento cibo-vino che ti lascia sempre un bel ricordo?
“Gorgonzola accompagnato da un Fico Caramellato (cotto con Rhum, miele e zenzero) con un Rathafia Champenoise”.
Ringrazio Marius per la sua disponibilità e per averci raccontato un po’ in cosa consiste l’ottenere un riconoscimento importante come il premio di Miglior Sommelier di Lombardia Ais 2024, per averci svelato un po’ i suoi gusti e le sue preferenze.
So che uno dei suoi desideri sarebbe quello di rendere il linguaggio del vino più semplice cosi da avvicinare sempre più persone a questo mondo ma una cosa che ripete spesso è: “Per semplificare i concetti bisogna prima studiare bene gli argomenti ecco perché raccomando a tutti i sommelier di non smettere mai di approfondire e migliorarsi. Il mondo del vino è visto ancora troppo come elitario e il sommelier deve rompere queste barriere avvicinando le persone con uno story telling piacevole e accattivante..”.
Articolo a cura di:
Sommelier Merati Luca