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Ripensare la mobilità a Milano: il referendum sui divieti alle moto divide la città

Il dibattito sulla mobilità urbana milanese si infiamma attorno a un tema cruciale: il divieto di circolazione per migliaia di motocicli, previsto dalla normativa comunale a partire da ottobre 2025. Un provvedimento che, se applicato integralmente, rischierebbe di estromettere dalle strade circa il 70% del parco moto circolante. Una misura che ha spinto Assomobilità, insieme a cittadini, associazioni di categoria e consiglieri comunali, a promuovere un doppio referendum per revocare e abrogare la delibera del Comune di Milano.

Milano e i divieti ai motocicli, in arrivo il referendum abrogativo

I numeri del provvedimento e le sue conseguenze

Secondo i dati ACI, a Milano circolano circa 193.000 motocicli. Di questi, oltre 71.000 rientrano nelle categorie Euro 0, 1 e 2, destinati a essere fermati dal 1 ottobre 2025. Una prima misura a cui, entro il 2028, seguirà anche il blocco degli Euro 3 a quattro tempi. Il risultato? Un taglio drastico a quasi l’80% delle due ruote attualmente in strada.

Una scelta, questa, che secondo molti esperti e stakeholder del settore rischia di avere un impatto trascurabile sull’inquinamento atmosferico ma effetti disastrosi sulla mobilità cittadina e sul comparto economico legato ai motocicli.

Le parole di Assomobilità e la posizione delle istituzioni

Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità e consigliere di Confcommercio Milano, ha espresso grande preoccupazione: «I divieti colpiscono un mezzo che rappresenta appena l’1,3% delle emissioni cittadine, secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente. Si tratta di un provvedimento ideologico, che non migliora la qualità dell’aria ma aggrava traffico e disagio sociale».

Secondo il report 2025 della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), le emissioni dei motocicli Euro 0-2 a Milano contribuiscono per appena lo 0,11% ai gas serra, lo 0,24% agli ossidi di azoto e lo 0,06% al particolato. Numeri irrisori, che pongono seri dubbi sull’effettiva utilità della misura.

I promotori del referendum e la mobilitazione cittadina

L’iniziativa referendaria è stata presentata dai consiglieri comunali Enrico Marcora e Riccardo Truppo, con il supporto di motoclub, associazioni di settore e oltre 20.000 firmatari di una precedente petizione. La conferenza stampa del 31 marzo 2025 ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, giornalisti e protagonisti del mondo motociclistico come Roberto Parodi e Ivan Bidorini.

Un referendum per difendere il diritto alla mobilità

I promotori sottolineano come i motocicli rappresentino una risposta concreta ai problemi del traffico urbano. Più agili, meno inquinanti delle auto e facilmente parcheggiabili, contribuiscono a una città più fluida e accessibile. L’obiettivo è quello di dare voce a chi utilizza le due ruote per lavoro o per necessità, spesso appartenente alle fasce sociali meno abbienti.

Divieto moto Milano: il percorso referendario secondo lo statuto comunale

Il regolamento del Comune di Milano prevede due fasi per l’indizione di un referendum: la prima, con almeno 1.200 firme per la presentazione del quesito; la seconda, con la raccolta di 15.000 sottoscrizioni per il voto popolare. Attualmente i quesiti sono al vaglio del Collegio dei Garanti. Se giudicati ammissibili, partirà la campagna per la raccolta definitiva.

Divieto moto Milano: le prospettive future e l’appello al dialogo

«Il referendum è uno strumento utile, ma serve anche un confronto costruttivo con l’Amministrazione comunale», afferma Buongiardino. L’auspicio è che si possano trovare soluzioni meno penalizzanti e più aderenti alla realtà, magari incentivando la sostituzione dei mezzi più inquinanti senza ricorrere a divieti generalizzati.

Il confronto è aperto, e nei prossimi mesi sarà al centro del dibattito pubblico cittadino.

Autotorino lancia ATFLOW: un nuovo protagonista per l’importazione automotive in Italia

Nasce ATFLOW, nuova realtà italiana interamente controllata da Autotorino e specializzata nell’importazione e distribuzione di marchi automobilistici internazionali. Con una struttura agile e un team dirigenziale d’eccellenza, ATFLOW punta a ridisegnare il panorama distributivo del settore, offrendo un portafoglio di brand innovativi e una rete in rapida espansione.

Una strategia mirata per affrontare le sfide del mercato

L’industria automobilistica vive oggi una fase di trasformazione profonda. In un contesto segnato dalla transizione energetica, dal progresso tecnologico e dalla pressione normativa, ATFLOW nasce per offrire risposte concrete e innovative alle nuove esigenze del mercato. Come spiega il presidente Mattia Vanini, «abbiamo unito competenza, visione e spirito imprenditoriale per costruire un progetto solido, capace di generare valore per clienti, dealer e stakeholder».

Brand internazionali e gamma completa

Il progetto parte con tre marchi strategicamente selezionati:

  • INEOS Automotive: marchio premium britannico, che unisce estetica iconica e robustezza tecnica, ideale per un pubblico amante del fuoristrada di alta gamma.
  • KGM (KG Mobility): evoluzione di SsangYong, marchio coreano con una gamma completa di SUV e propulsioni tradizionali, elettriche e ibride.
  • XPENG: tra i leader globali nel settore dei veicoli elettrici, si distingue per le soluzioni high-tech e l’approccio pionieristico alla mobilità del futuro.

Una rete di vendita già strutturata

ATFLOW parte con 15 dealer e 35 filiali operative. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere entro fine anno 30 partner e 70 punti vendita e assistenza in tutta Italia. Il modello valorizza il ruolo centrale dei concessionari come punto di contatto fondamentale con il territorio e la clientela.

Governance e know-how di alto livello

A guidare ATFLOW, insieme al presidente Vanini, un board composto da Radek Jelinek, Gian Leonardo Fea e Luca Ronconi: figure con esperienze apicali nei principali gruppi automobilistici e una visione chiara delle dinamiche europee.

Un progetto per il futuro della mobilità

Oltre all’ampliamento della rete, ATFLOW mira a costruire una piattaforma di servizi a supporto dei dealer, garantendo strumenti digitali e soluzioni per un’esperienza cliente evoluta. In un settore in cui tecnologia, sostenibilità e servizio sono le parole chiave, ATFLOW si propone come attore autorevole, credibile e orientato al lungo termine.

Motomorphosis, premiati gli studenti vincitori del concorso “Accendi la mente, usa le mani”

Nella mattinata di Lunedì 31 Marzo 2025 l’Associazione Culturale Motomorphosis e Regione Lombardia, hanno premiato gli studenti vincitori del concorso “Accendi la mente, usa le mani”. La cerimonia si è tenuta al 39esimo piano di Palazzo Lombardia, presso il Belvedere Silvio Berlusconi. A presiedere la cerimonia il Fondatore e Presidente di Motomorphosis Andrea C.C. Ducati e il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

“Accendi la mente, usa le mani” è un concorso artistico organizzato con il patrocinio di Regione Lombardia, ADI, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri, e sostenuto dai tanti partner di Motomorphosis, nato con l’intento di diffondere e sviluppare nei giovani la cultura della sicurezza, dell’educazione e della convivenza, insieme al rispetto del prossimo nell’ambito della condivisione. Gli studenti delle scuole aderenti al progetto educativo hanno progettato e realizzato una veste grafica della silhouette della moto, simbolo istituzionale di Motomorphosis e suo mezzo di comunicazione.

Durante la cerimonia di premiazione sono intervenuti, oltre ad Andrea C.C. Ducati e il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana anche Giorgio Caporaso – Vice Presidente ADI Lombardia, Alessandro D’annibale – General Manager di BigRock Institute, Marco D’aleo Comandante Nucleo Radiomobile Milano e Alberto Navone Presidente ASD Motoclub Motofalchi Milano. I relatori di questo incontro hanno evidenziato l’importanza della sicurezza stradale e di quanto sia virtuoso l’operato di Motomorphosis che con la sua mission porta nelle scuole di ogni genere e grado valori e principi fondamentali nella convivenza in strada e non solo

“È fondamentale – ha affermato il governatore Fontana – che si parta fin da ragazzi a spiegare come le regole debbano essere rispettate in tutti i campi della vita. Nel campo della circolazione stradale, purtroppo, si tratta di regole che, se violate, le conseguenze sono immediate e sotto gli occhi di tutti”. “È importante che ci si renda conto che esista una propria libertà – ha concluso il presidente – ma mai come in questo caso la propria libertà rischia di incidere su quella degli altri. È necessario, dunque, spiegare, discutere, fare riflessioni per convincere i ragazzi affinché queste regole siano sempre rispettate”.

“La presenza presso Regione Lombardia – ha detto Andrea C.C. Ducati, presidente e fondatore di Motomorphosis – sottolinea l’impegno e l’attenzione che le istituzioni hanno nei confronti della nostra mission: trasmettere nelle scuole di ogni genere e grado e quindi alle generazioni future, la cultura della sicurezza e della salute, nonché il rispetto del prossimo nell’ambito della convivenza stradale”.

Aurora Scalese dell’Istituto Comprensivo Scuola Primaria di Cisano Bergamasco, Beatrice Raineri Scuola Media Marconi di Brescia e Giovanni Grosso Scuola Media Craducci di Gavirate hanno realizzato i migliori lavori artistici.

I vincitori hanno ricevuto 3 motoscrivania su cui dovranno riprodurre le loro idee creative, con l’aiuto di un tutor Motomorphosis, e ulteriori premi messi in palio dai partner dell’Associazione. Inoltre avranno la possibilità di trascorrere una giornata all’interno di BigRock Institute di Roncade (TV), eccellenza nel panorama didattico e partner dell’Associazione.

Volvo FH Aero vince il Green Truck 2025: un camion rivoluzionario per efficienza e sostenibilità

Il Volvo FH Aero ha recentemente conquistato il titolo di vincitore del Green Truck 2025, il premio che riconosce l’eccellenza nei consumi e nelle prestazioni ambientali dei veicoli pesanti. Questo successo sottolinea l’impegno di Volvo Trucks verso un futuro di trasporto più sostenibile ed efficiente.

Cos’è il Green Truck test 2025?

Il Green Truck Test è una competizione annuale, organizzata dalle riviste specializzate Trucker e Verkehrs-Rundschau, che ha l’obiettivo di individuare il camion a lungo raggio più efficiente in termini di consumo di carburante. Il test viene svolto su un percorso predefinito e comprende vari parametri, come il consumo medio di carburante e le emissioni di CO2.

Volvo FH Aero: il camion più efficiente di sempre

Si è distinto grazie alla sua combinazione di design aerodinamico e motore altamente efficiente. Con un consumo medio di 21,20 litri per 100 km, il veicolo ha superato la concorrenza, confermandosi il camion più efficiente del test.

Jan Hjelmgren, responsabile gestione prodotti di Volvo Trucks, ha commentato: «Siamo orgogliosi di vedere confermata da un test esterno l’efficienza superiore del nostro veicolo, che aiuta a ridurre i consumi e le emissioni di CO2».

Tecnologie innovative per risparmiare carburante

Il Volvo FH Aero è dotato di un motore D13 da 420 CV e del pacchetto I-Save, che ottimizza i consumi grazie a tecnologie avanzate. Un altro punto di forza è il Camera Monitor System, che migliora l’aerodinamica e consente un risparmio ulteriore di carburante.

Versioni green del Volvo FH Aero

Oltre al modello diesel, il Volvo FH Aero è disponibile anche in versioni electric e a gas, che supportano carburanti rinnovabili come biogas, biodiesel e HVO. Questo rende il Volvo FH Aero una scelta ecologica, in grado di ridurre ulteriormente le emissioni di CO2.

L’impegno di Volvo per la sostenibilità

Volvo Trucks continua a puntare sulla sostenibilità come pilastro fondamentale per il futuro del trasporto pesante. Con soluzioni innovative, l’azienda sta ridefinendo il concetto di efficienza, riducendo i consumi e promuovendo l’adozione di carburanti alternativi.

Il futuro del trasporto pesante

La vittoria al Green Truck 2025 dimostra che il futuro del trasporto pesante è green. Con modelli come il Volvo FH Aero, Volvo Trucks sta aprendo la strada a un trasporto più ecologico ed economico. La combinazione di efficienza, tecnologie avanzate e opzioni di carburante sostenibile segna una vera e propria rivoluzione nel settore.

Reflective: L’auto elettrica del futuro che rivoluzionerà il mercato delle microcar

Innovazione e sostenibilità al centro del progetto che punta a migliorare la sicurezza e la qualità della vita nelle aree urbane.

Il mondo della mobilità urbana sta vivendo una grande trasformazione. Tra le innovazioni più interessanti c’è Reflective, una microcar elettrica progettata per rispondere alle sfide delle città moderne. Questo veicolo nasce dalla collaborazione tra università e centri di ricerca europei,con un investimento di quasi 8 milioni di euro da parte dell’Unione Europea.

Reflective: Un progetto innovativo finanziato dall’UE

Reflective è il frutto di un ampio progetto internazionale, che ha visto il coinvolgimento di università e aziende, come l’Università Niccolò Cusano (Unicusano). L’obiettivo è sviluppare un veicolo tecnologico, sicuro e versatile, in grado di rispondere alle esigenze della mobilità urbana. Con una riconfigurabilità unica, il veicolo può passare facilmente dal trasporto persone a quello merci.

Unicità e innovazione: Le caratteristiche di Reflective

Reflective si distingue per molte caratteristiche innovative. Tra queste, la riconfigurabilità , che consente di adattare l’interno del veicolo alle esigenze del momento.”Reflective è un veicolo che può essere usato sia per il trasporto di persone che di merci”, afferma Daniele Chiappini ,professore dell’Unicusano. In termini di sicurezza, Reflective ha ottenuto un importante risultato: quattro stelle EuroNCAP, il punteggio più alto per una microcar. Questo evidenzia l’impegno verso la sicurezza, sempre più cruciale per i consumatori.

Ricarica wireless: Addio al “panic charge”

Una delle caratteristiche più rivoluzionarie di Reflective è il sistema di ricarica wireless. Non ci sono più cavi per la ricarica, eliminando il problema del “panic charge”, la paura di rimanere senza energia. Il sistema wireless consente ai conducenti di ricaricare facilmente il veicolo senza complicazioni.

Comfort e sostenibilità: Un’auto elettrica per il futuro

Oltre a queste innovazioni, Reflective è progettata per offrire anche comfort . È equipaggiata con un sistema di condizionamento dell’abitacolo , una funzionalità non comune nelle microcar. Questo aumenta il piacere di guida, rendendo l’esperienza di viaggio più piacevole. Reflective è anche un passo importante verso un futuro sostenibile . Con la sua motorizzazione elettrica, il veicolo contribuisce a ridurre il traffico e migliorare la qualità dell’aria nelle città.




Futuro del settore automotive: soluzioni strategiche per rilanciare l’industria Europea

Il settore automotive Europeo: crisi e opportunità

Il settore automotive europeo sta attraversando una fase particolarmente critica. Le sfide legate alla transizione verso l’elettrico, il rallentamento della produzione e l’incertezza sulle politiche industriali stanno mettendo a dura prova uno dei comparti più rilevanti per l’economia continentale. Nel corso della prima giornata di #FORUMAutoMotive, organizzato per celebrare il decimo anniversario del movimento, politici, sindacati e rappresentanti della filiera hanno lanciato un appello urgente per salvaguardare l’industria e proteggerne l’occupazione.

Le sfide del settore automotive

Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ha aperto il dibattito ribadendo che molte delle problematiche sollevate dieci anni fa sono ancora attuali. A partire dalla necessità di un rinnovo del parco circolante, passando per la razionalizzazione della fiscalità e la sostenibilità del settore, fino ad arrivare alla gestione delle politiche europee che sembrano troppo influenzate da approcci ideologici. Bonora ha avvertito della necessità di un piano strategico che non solo affronti la crisi produttiva, ma che sappia anche prevedere soluzioni concrete per garantire la competitività delle imprese e la protezione dei posti di lavoro.

Politica e sindacati: un appello alla responsabilità

L’evento ha visto l’intervento di diversi esponenti politici, tra cui Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), che ha sollevato perplessità riguardo la proposta di una riconversione militare del settore automotive. Fidanza ha spiegato che, prima di pensare a una tale trasformazione, è fondamentale sostenere e proteggere ciò che resta del settore automotive, utilizzando politiche strategiche che mirano a salvaguardare la filiera e l’occupazione.

Marco Rizzo (Democrazia Sovrana Popolare) ha aggiunto che l’approccio della Commissione Europea, troppo centrato sulla transizione ecologica e la “sostenibilità”, non tiene conto delle reali necessità del settore. Rizzo ha dichiarato: «Non è credibile pensare di riconvertire l’industria dell’auto in un’industria bellica. Dobbiamo concentrarci sulla difesa dell’occupazione e su scelte industriali concrete, non ideologiche».

Isabella Tovaglieri, Eurodeputata di Forza Italia, ha condiviso la posizione critica, sostenendo che, pur essendo un passo importante riaprire il dibattito sul futuro dell’auto, le soluzioni proposte finora non sono sufficienti. Tovaglieri ha criticato la continua imposizione di sanzioni sulle case automobilistiche e ha chiesto che i biocarburanti vengano reinseriti nell’agenda politica dell’UE, come soluzione alternativa per la decarbonizzazione del settore.

Sindacati: una transizione equa è possibile

I sindacati hanno avuto un ruolo fondamentale nell’evento, ribadendo l’importanza di politiche industriali che tengano conto della giustizia sociale. Stefano Boschini (FIM-CISL) ha richiesto l’introduzione di misure straordinarie di supporto ai lavoratori, come gli ammortizzatori sociali, durante la transizione verso un’industria più verde. Boschini ha sottolineato che «la transizione ecologica non può avvenire a scapito dei posti di lavoro». Samuele Lodi (FIOM-CGIL) ha messo in guardia contro l’incertezza che regna in Europa riguardo alla transizione verso l’elettrico, sostenendo che le politiche industriali devono partire dalle reali necessità del settore e dai territori, con risorse adeguate e azioni concrete.

Rocco Palombella, Segretario Generale UILM, ha evidenziato come molte scelte politiche, come la promozione del “tutto elettrico”, abbiano avuto effetti negativi sul mercato e sull’occupazione. Ha messo in evidenza che, mentre l’industria automobilistica italiana è in forte crisi, non si vedono azioni adeguate per sostenere il settore e il suo tessuto produttivo.

La filiera automotive: un settore cruciale da rilanciare

Un tema ricorrente emerso nel dibattito è stato quello della perdita di competitività della filiera automotive italiana. Gianmarco Giorda (ANFIA) ha commentato: «In pochi anni, l’Italia ha perso 3 milioni di veicoli venduti e ora, con i progetti dei costruttori cinesi che sono stati messi in pausa, la situazione si fa sempre più critica». Andrea Cardinali (UNRAE) ha sottolineato che le previsioni per le immatricolazioni di auto nel 2025 sono preoccupanti e ha criticato la gestione del Green Deal europeo, ritenendo illogico attribuire tutta la colpa della crisi alla transizione ecologica senza aver messo in atto misure economiche concrete per sostenere la domanda e l’occupazione.

La transizione elettrica: soluzioni realistiche e sostenibili

Fabio Pressi (Motus-E) ha evidenziato che, sebbene la transizione elettrica sia ormai inarrestabile, ci sono ancora molte sfide da affrontare, tra cui l’infrastruttura di ricarica. Secondo Pressi, il calo delle vendite di auto elettriche in Italia è dovuto alla scarsa consapevolezza dei consumatori riguardo l’uso delle colonnine di ricarica. Gianni Murano (UNEM) ha aggiunto che la Commissione Europea sta insistere su un approccio che favorisce una monocrazia tecnologica, senza prendere in considerazione soluzioni alternative che potrebbero rendere la transizione più realistica e meno costosa.

Riconversione bellica: una soluzione inaccettabile

Un tema particolarmente controverso trattato durante #FORUMAutoMotive è stato quello della possibile riconversione del settore automotive in un’industria bellica, una proposta avanzata da alcuni ambienti politici. La maggior parte degli intervenuti, tra cui politici, sindacati e rappresentanti della filiera, ha respinto questa idea, sottolineando che il settore automotive deve rimanere focalizzato sulle sue esigenze civili e industriali. L’incontro ha evidenziato la necessità di puntare su politiche industriali che non solo incentivino l’innovazione tecnologica ma che siano anche economicamente sostenibili, senza cedere a pressioni ideologiche che potrebbero danneggiare l’intero comparto.

Auto elettriche e ibride a confronto: vantaggi e svantaggi

Con la crescente attenzione alla sostenibilità e al risparmio energetico, sempre più automobilisti si trovano a scegliere tra auto elettriche e auto ibride. Entrambe le opzioni offrono soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza nei consumi. Ma quale è la scelta migliore nel 2024? In questo articolo analizziamo le differenze principali tra auto elettriche e ibride, valutando vantaggi, svantaggi e fattori determinanti per una scelta consapevole.

Auto elettriche: caratteristiche e vantaggi

Le auto elettriche sono alimentate esclusivamente da un motore elettrico e da una batteria ricaricabile. I principali vantaggi includono:

  • Zero emissioni: Non producono CO2 o altri gas inquinanti.
  • Costi di gestione ridotti: Meno manutenzione rispetto ai motori termici.
  • Incentivi e agevolazioni: In molti Paesi, sono disponibili bonus all’acquisto e agevolazioni fiscali.
  • Esperienza di guida silenziosa e fluida: Grazie all’assenza di vibrazioni e rumori del motore a combustione.

Tuttavia, presentano alcuni svantaggi:

  • Autonomia limitata: Anche se in crescita, l’autonomia delle batterie è inferiore a quella delle auto tradizionali.
  • Tempi di ricarica: Ricaricare una batteria può richiedere diverse ore, a seconda della colonnina disponibile.
  • Rete di ricarica ancora in espansione: Non sempre ci sono stazioni di ricarica facilmente accessibili.

Auto ibride: caratteristiche e vantaggi

Le auto ibride combinano un motore a combustione interna con un motore elettrico, offrendo un compromesso tra efficienza e praticità. I principali vantaggi sono:

  • Miglior autonomia: L’abbinamento tra motore termico ed elettrico consente di percorrere distanze maggiori senza preoccuparsi della ricarica.
  • Minor consumo di carburante: Soprattutto nei tragitti urbani, grazie all’uso del motore elettrico a basse velocità.
  • Maggiore flessibilità: Non dipendono esclusivamente dalla ricarica elettrica, rendendole più adatte ai lunghi viaggi.

Di contro, presentano alcuni limiti:

  • Emissioni ancora presenti: Sebbene ridotte, le emissioni di CO2 sono comunque superiori a quelle di un’auto elettrica.
  • Costi di manutenzione: Un sistema doppio (motore elettrico e termico) può implicare spese di manutenzione più elevate rispetto a un’auto completamente elettrica.
  • Prestazioni meno ottimizzate: L’efficienza del motore elettrico può essere limitata dall’interazione con quello termico.

Quale scegliere?

La scelta tra auto elettrica e auto ibrida dipende dalle esigenze personali:

  • Se percorri molti chilometri in città e hai accesso a colonnine di ricarica, un’auto elettrica può essere la soluzione ideale.
  • Se fai spesso viaggi lunghi e vuoi maggiore autonomia, un’auto ibrida offre un compromesso migliore.

Conclusioni

Entrambe le soluzioni rappresentano passi importanti verso una mobilità sostenibile. La scelta tra elettrico e ibrido dipende dall’utilizzo quotidiano, dalle infrastrutture disponibili e dal budget. Con il continuo sviluppo tecnologico e gli incentivi statali, il futuro della mobilità sarà sempre più orientato verso soluzioni ecologiche e convenienti.

No alla conversione militare dell’industria automobilistica: politica, sindacati e filiera chiedono strategie mirate per rilanciare il settore automotive

L’industria automobilistica italiana, protagonista di una crisi produttiva sempre più acuta, necessita di misure concrete per il rilancio, lontane da approcci ideologici. La recente discussione organizzata da #FORUMAutoMotive ha visto la partecipazione di esponenti della politica, dei sindacati e dei rappresentanti della filiera automotive, che hanno sollevato il tema della possibile riconversione militare del settore. Il messaggio emerso è chiaro: è necessario un sostegno strategico per il settore, non un orientamento ideologico che metta a rischio il futuro dell’industria.

Il ruolo di #FORUMAutoMotive: un appello alla politica per soluzioni concrete

Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ha ricordato come molte delle problematiche evidenziate dieci anni fa, come il rinnovo del parco circolante e la razionalizzazione della fiscalità, siano ancora lontane da una risoluzione. Bonora ha inoltre sottolineato come la pandemia abbia aggravato la situazione, aggiungendo nuove complessità legate a scelte politiche influenzate da fattori ideologici. In questo contesto, il settore automotive si trova oggi a dover fare i conti con pressioni geopolitiche che spingono verso una riconversione della filiera per la produzione bellica. Il Piano dell’Unione Europea e la revisione del Green Deal sono tra i temi centrali del dibattito, insieme alle difficoltà di un settore che si trova a fronteggiare una competizione globale sempre più feroce.

Le preoccupazioni della politica: un settore in bilico

Il confronto tra i rappresentanti politici ha evidenziato posizioni diverse riguardo il futuro dell’automotive. Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia, ha sottolineato che parlare di riconversione del settore è prematuro, invitando invece a concentrarsi sulla salvaguardia di una filiera cruciale per l’Italia e per l’Europa. Fidanza ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prendere decisioni strategiche per sostenere l’industria automobilistica, evitando soluzioni affrettate che potrebbero danneggiare ulteriormente il settore.

Una crisi economica che può avere conseguenze

Marco Rizzo, coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, ha messo in guardia contro l’inadeguatezza della politica europea nel rispondere ai rapidi cambiamenti in atto. Rizzo ha espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze di un fallimento della proposta Green e per una crisi economica che rischia di compromettere ulteriormente l’industria automobilistica europea. L’intervento di Isabella Tovaglieri, eurodeputata e membro della Commissione Industria, ha evidenziato i progressi parziali ottenuti finora, ma ha ribadito che le sanzioni previste per i produttori di automobili restano un tema caldo da risolvere.

Sindacati e occupazione: difesa dei posti di lavoro e transizione giusta

I sindacati hanno posto al centro del dibattito la protezione dell’occupazione e la necessità di una transizione ecologica che non metta a rischio i posti di lavoro. Stefano Boschini, responsabile del settore automotive FIM-CISL, ha sottolineato che l’economia militare non può sostituire quella civile e che la transizione verso un’economia sostenibile richiede risorse adeguate per garantire la tutela dei lavoratori. Samuele Lodi, segretario nazionale FIOM-CGIL, ha espresso preoccupazione per la sostenibilità sociale ed economica della transizione ecologica, in particolare per quanto riguarda il disimpegno graduale di Stellantis in Italia e l’incertezza sulla realizzazione di progetti strategici come la gigafactory a Termoli.

Promesse disattese nel settore automotive

Rocco Palombella, segretario generale della UILM, ha criticato la reticenza dei politici a prendere una posizione chiara, ricordando come molte delle promesse fatte in passato, come la crescita dell’occupazione nel settore, siano rimaste disattese. Ha anche sottolineato come l’industria italiana stia subendo un grave danno, sacrificando il proprio mercato e la propria componente industriale a favore di produttori stranieri, in particolare cinesi.

La filiera automotive: proposte per un rilancio sostenibile del settore

Il dibattito ha incluso anche le voci della filiera automotive, che hanno avanzato proposte per far fronte alla crisi del settore. Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, ha evidenziato la perdita di tre milioni di veicoli venduti negli ultimi anni, sottolineando come le proposte avanzate per risollevare il settore siano state largamente ignorate. Secondo Giorda, la competitività dell’Italia è in calo rispetto ad altri Paesi dove la produzione automobilistica è ancora forte e in crescita. Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE, ha confermato le previsioni negative per le immatricolazioni nel 2025 e ha sottolineato che la transizione ecologica deve essere accompagnata da politiche concrete che sostengano l’occupazione e la domanda di mercato.

Le posizioni delle aziende: necessità di neutralità tecnologica e flessibilità

Plinio Vanini, vicepresidente di Federauto, ha ribadito la necessità di favorire la neutralità tecnologica nel settore automobilistico. Secondo Vanini, la politica e i sindacati non hanno tenuto conto delle necessità dei consumatori, e le politiche restrittive stanno ostacolando il rinnovo del parco circolante e penalizzando i consumatori. Alberto Viano, presidente di ANIASA, ha fatto riferimento alla crescente difficoltà del mercato del noleggio. Ha sottolineato come le politiche fiscali sulle vetture aziendali stiano frenando il ricambio del parco auto e appesantendo le buste paga dei dipendenti.

Il futuro della mobilità elettrica: tra incertezze e opportunità per il rilancio del settore automotive

Anche il settore della mobilità elettrica è stato al centro della discussione. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha osservato che il calo delle vendite di auto elettriche non dipende dalla tecnologia stessa, ma da fattori legati alla sensibilizzazione degli utenti e alla disponibilità di infrastrutture di ricarica. Tuttavia, ha sottolineato che l’incertezza normativa rischia di frenare gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore.

La neutralità tecnologica: un concetto cruciale

Il Presidente di Confcommercio Mobilità-Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino, ha evidenziato un aspetto fondamentale del dibattito riguardante la transizione energetica nel settore automotive. Buongiardino osserva con favore come tale scetticismo stia raccogliendo consenso. L’industria automobilistica non può ignorare le esigenze dei consumatori, che devono avere la possibilità di scegliere tra diverse opzioni di mobilità, in base alle proprie necessità. Per questo motivo, l’associazione ha lavorato a stretto contatto con il Parlamento Europeo per portare avanti la voce del mercato. Viene sottolineato come ogni decisione deve tener conto di chi, alla fine, acquisterà o noleggerà i veicoli.

L’importanza di una neutralità tecnologica con lo scopo di rilanciare il settore automotive

Anche Michele Moretti, Responsabile del settore Moto di Confindustria ANCMA, ha ribadito l’importanza della neutralità tecnologica per il settore delle due ruote. Il mercato delle due ruote, in crescita da oltre dieci anni, necessita di un approccio politico che sia più aperto e flessibile. Si deve permettere la coesistenza di diverse soluzioni, tra cui quella della mobilità dolce, che sta trovando grande apprezzamento presso le amministrazioni locali per combattere il problema del traffico.

La difesa dei carburanti alternativi

Maria Rosa Baroni, Presidente di NGV, ha portato avanti una posizione importante, rappresentando gli interessi del trasporto con carburanti alternativi. La sua associazione è favorevole alla neutralità tecnologica. Ha evidenziato che è necessario un approccio che non imponga una sola soluzione, ma che consenta alle diverse tecnologie di coesistere. Per questo motivo, NGV ha creato un Osservatorio che parteciperà ai tavoli di confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), con l’obiettivo di sostenere questa visione.

Una varietà di soluzioni per rilanciare il settore automotive

Matteo Cimenti, Presidente di Federchimica-Assogasliquidi, ha sottolineato come i consumatori, quando possono scegliere, prediligano l’opzione più vantaggiosa, come dimostrano i dati sulla diffusione del GPL. La posizione di Federchimica-Assogasliquidi è a favore di una pluralità di soluzioni e contraria agli obblighi di una sola strada, sottolineando che la varietà di opzioni rappresenta un vantaggio per il mercato.

La critica al diktat green deal e la sfida della gomma

Le critiche alla Commissione Europea non sono mancate. Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma, ha evidenziato le difficoltà tecniche legate alle normative che impongono l’utilizzo di materiali riciclati, come la gomma. Secondo Bertolotti, un pneumatico non può contenere il 20% di gomma riciclata, poiché ciò non è tecnicamente possibile. L’industria, dunque, sta lanciando un messaggio chiaro: le scelte future devono essere ponderate, sostenibili sia dal punto di vista tecnico che economico. Tuto ciò senza compromettere la qualità e la sicurezza dei veicoli.

Le difficoltà dell’industria europea

Il settore automotive sta vivendo un periodo di grande incertezza. Mario Verna, manager del settore, ha osservato che gli ultimi dieci anni sono stati particolarmente intensi per l’industria. Le posizioni dei professionisti del settore sono oggi più realistiche, e le performance in termini di riduzione delle emissioni sono fra le più avanzate a livello industriale.

Gestione delle politiche europee per il rilancio del settore automotive

Pier Luigi Del Viscovo, Direttore del Centro Studi Fleet & Mobility, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione delle politiche europee. Secondo Del Viscovo, chi ha preso decisioni sbagliate a livello europeo dovrebbe assumersi la responsabilità. Un accusa alla Commissione di non aver valutato adeguatamente le conseguenze per l’industria. Del Viscovo ha messo in evidenza come le case automobilistiche siano costrette a produrre veicoli con margini sempre più elevati, a causa delle normative vincolanti.

Le principali sfide per il rilancio del settore automotive

Andrea Taschini, Manager e Advisor Automotive, ha sostenuto che il Green Deal europeo è uno dei principali fattori alla base della crisi industriale che sta interessando il continente. Gli Stati Uniti hanno registrato una crescita del 5% negli ultimi cinque anni, mentre l’Europa si trova in stagnazione. La difficoltà di fabbricare batterie in Europa in modo economicamente sostenibile è una delle principali sfide per il settore.

Conclusioni: il rilancio del settore automotive italiano tra sfide e opportunità

Il settore automotive italiano si trova ad affrontare sfide complesse che richiedono una risposta articolata e pragmatica. La transizione ecologica, il rallentamento della produzione e la crescente concorrenza internazionale sono solo alcuni dei fattori che minacciano la sostenibilità del settore. Tuttavia, il dibattito promosso da #FORUMAutoMotive ha evidenziato l’urgenza di una strategia chiara e condivisa, che vada oltre le ideologie e si concentri su soluzioni concrete per rilanciare l’industria automobilistica, tutelare l’occupazione e mantenere alta la competitività.

Electra porta la ricarica ultraveloce a Rimini: energia green per la mobilità

Rimini compie un passo avanti nella mobilità elettrica con l’inaugurazione della nuova stazione di ricarica ultraveloce di Electra, situata in Viale della Repubblica 110. La nuova installazione si colloca in una posizione strategica, vicina a importanti arterie stradali e centri commerciali, per offrire un servizio essenziale sia ai residenti sia ai visitatori della città.

La stazione dispone di tre colonnine ad alta potenza con un totale di sei punti di ricarica, capaci di garantire una ricarica completa in soli 15-20 minuti. Un’infrastruttura progettata per rispondere alla crescente domanda di soluzioni di ricarica rapida ed efficiente, favorendo così la diffusione della mobilità elettrica in Emilia-Romagna.

Electra presente a KEY – The Energy Transition Expo

In occasione dell’apertura della nuova stazione di ricarica, Electra partecipa a KEY – The Energy Transition Expo, evento di riferimento per le tecnologie e soluzioni dedicate all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili, che si tiene presso la Fiera di Rimini dal 5 al 7 marzo 2025. Questa presenza sottolinea l’impegno dell’azienda nel promuovere l’innovazione e la transizione verso una mobilità sostenibile.

Un’infrastruttura a supporto della mobilità urbana e regionale

“La nostra espansione in Italia passa anche da progetti strategici come questa nuova stazione di ricarica di Rimini,” afferma Eugenio Sapora, General Manager di Electra Italia. “Abbiamo scelto questa posizione per rispondere alle esigenze di mobilità locale e regionale, offrendo un servizio essenziale non solo ai visitatori della fiera, ma anche a chi utilizza quotidianamente le infrastrutture di trasporto della zona.”

L’elettrificazione della via adriatica

Situata a pochi minuti dal casello di Rimini Sud e a soli 10 minuti dalla Fiera, la nuova stazione rappresenta un punto chiave per l’elettrificazione della via adriatica. Il progetto si inserisce in un piano più ampio che prevede, grazie ai fondi del PNRR ottenuti da Electra, l’installazione di 76 nuove colonnine in Emilia-Romagna, per un totale di circa 150 punti di ricarica. Un’iniziativa che punta a rendere sempre più capillare l’infrastruttura di ricarica ultraveloce, incentivando un numero crescente di automobilisti a scegliere veicoli elettrici.

Come funzionano gli hub supercharger di Electra

Gli hub supercharger di Electra sono alimentati al 100% da energia rinnovabile e accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Gli automobilisti possono individuare e prenotare in anticipo la colonnina tramite app, visualizzando in tempo reale costi e tempi di ricarica. Il pagamento avviene direttamente tramite l’app, garantendo un’esperienza utente semplice e immediata.

Electra si occupa inoltre dell’intero processo di installazione e gestione delle stazioni di ricarica presso parcheggi pubblici e privati, come quelli di supermercati, centri commerciali e catene alberghiere. La gestione integrata dell’infrastruttura permette ai proprietari di mettere a reddito i propri spazi, mentre i clienti beneficiano di un servizio che ottimizza i tempi di sosta e favorisce la transizione verso una mobilità a zero emissioni.

Premio di laurea ‘Gabriele Borgogni’ 2025: riconoscimento all’eccellenza nella sicurezza stradale

La sicurezza stradale è stata al centro dell’attenzione durante la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio di laurea ‘Gabriele Borgogni’, svoltasi il 6 marzo 2025 presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze. L’evento ha visto la partecipazione di illustri rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico, sottolineando l’importanza di promuovere studi innovativi nel campo della sicurezza stradale.

Riconoscimento all’eccellenza accademica

Il Premio di laurea ‘Gabriele Borgogni’ è stato istituito per valorizzare le tesi di laurea che affrontano tematiche legate alla sicurezza stradale 4.0, con un focus su nuove tecnologie, normative, infrastrutture ed elaborazione del lutto. Rivolto a studenti delle Scuole di Studi Umanistici e della Formazione, di Giurisprudenza, di Ingegneria e di Psicologia dell’Ateneo fiorentino, il premio di 1.000 euro è stato assegnato a Irene Infante, laureata della Scuola di Ingegneria, per la sua tesi intitolata ‘Il rispetto dei limiti di velocità in Italia: studio al simulatore di guida del LaSIS’. 

Partecipazione istituzionale e accademica

La cerimonia ha visto la partecipazione dell’Avv. Benedetta Albanese, Assessora all’Istruzione del Comune di Firenze, del Dott. Marco Pierini, Prorettore dell’Università di Firenze, e dell’Avv. Elisabetta Sarti, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (A.I.G.A.) sezione di Firenze. La Dott.ssa Valentina Borgogni, Presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni, ha consegnato personalmente il premio alla vincitrice, sottolineando l’importanza della ricerca nel migliorare la sicurezza sulle strade.

Tavola rotonda sulle novità del Codice della Strada

A seguire, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo ‘Novità al Codice della Strada e sicurezza stradale: vanno di pari passo?’, organizzata in collaborazione con A.I.G.A. Firenze. Moderata dal Dott. Pierluigi Bonora, giornalista e Direttore Responsabile di ACI RADIO, la discussione ha coinvolto esperti del settore, tra cui il Dott. Pietro Peruzzi, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, e il Dott. Francesco Passaretti, Comandante della Polizia Municipale di Firenze.

Interventi dei relatori

Durante la tavola rotonda, l’Avv. Elisabetta Sarti ha evidenziato come la recente riforma del Codice della Strada rappresenti una svolta significativa, influenzando la vita quotidiana di tutti gli utenti della strada. Ha sottolineato l’importanza di eventi formativi interdisciplinari per promuovere la conoscenza delle nuove normative e l’educazione stradale, elementi fondamentali nella prevenzione degli incidenti.

La Dott.ssa Valentina Borgogni ha espresso la sua emozione per la prima edizione del premio intitolato al fratello Gabriele, ringraziando l’Università di Firenze per la collaborazione. Ha inoltre sottolineato l’importanza di discutere insieme a esperti di diversi settori le novità del Codice della Strada, considerandolo un momento costruttivo per tutti i partecipanti.

L’Associazione Gabriele Borgogni: impegno e missione

Fondata nel 2005 dalla Dott.ssa Valentina Borgogni in memoria del fratello Gabriele, l’Associazione Gabriele Borgogni si dedica alla sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. L’associazione offre supporto psicologico e legale alle famiglie colpite da incidenti mortali e assiste coloro che hanno subito gravi lesioni attraverso l’acquisto di protesi, attività riabilitative e pet therapy. Collaborando con istituzioni locali e nazionali, l’associazione ha contribuito alla redazione della prima bozza della legge sull’omicidio stradale e ha promosso l’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza Stradale in Toscana nel 2015.

Conclusioni

La cerimonia di premiazione del Premio di laurea ‘Gabriele Borgogni’ e la successiva tavola rotonda hanno rappresentato un’importante occasione per riflettere sulle sfide e le opportunità legate alla sicurezza stradale. L’evento ha sottolineato l’importanza della ricerca e della collaborazione tra istituzioni, associazioni e mondo accademico per promuovere una cultura della sicurezza sulle strade italiane.