
Il dibattito sulla mobilità urbana milanese si infiamma attorno a un tema cruciale: il divieto di circolazione per migliaia di motocicli, previsto dalla normativa comunale a partire da ottobre 2025. Un provvedimento che, se applicato integralmente, rischierebbe di estromettere dalle strade circa il 70% del parco moto circolante. Una misura che ha spinto Assomobilità, insieme a cittadini, associazioni di categoria e consiglieri comunali, a promuovere un doppio referendum per revocare e abrogare la delibera del Comune di Milano.
Milano e i divieti ai motocicli, in arrivo il referendum abrogativo
I numeri del provvedimento e le sue conseguenze
Secondo i dati ACI, a Milano circolano circa 193.000 motocicli. Di questi, oltre 71.000 rientrano nelle categorie Euro 0, 1 e 2, destinati a essere fermati dal 1 ottobre 2025. Una prima misura a cui, entro il 2028, seguirà anche il blocco degli Euro 3 a quattro tempi. Il risultato? Un taglio drastico a quasi l’80% delle due ruote attualmente in strada.
Una scelta, questa, che secondo molti esperti e stakeholder del settore rischia di avere un impatto trascurabile sull’inquinamento atmosferico ma effetti disastrosi sulla mobilità cittadina e sul comparto economico legato ai motocicli.
Le parole di Assomobilità e la posizione delle istituzioni
Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità e consigliere di Confcommercio Milano, ha espresso grande preoccupazione: «I divieti colpiscono un mezzo che rappresenta appena l’1,3% delle emissioni cittadine, secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente. Si tratta di un provvedimento ideologico, che non migliora la qualità dell’aria ma aggrava traffico e disagio sociale».
Secondo il report 2025 della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), le emissioni dei motocicli Euro 0-2 a Milano contribuiscono per appena lo 0,11% ai gas serra, lo 0,24% agli ossidi di azoto e lo 0,06% al particolato. Numeri irrisori, che pongono seri dubbi sull’effettiva utilità della misura.
I promotori del referendum e la mobilitazione cittadina
L’iniziativa referendaria è stata presentata dai consiglieri comunali Enrico Marcora e Riccardo Truppo, con il supporto di motoclub, associazioni di settore e oltre 20.000 firmatari di una precedente petizione. La conferenza stampa del 31 marzo 2025 ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, giornalisti e protagonisti del mondo motociclistico come Roberto Parodi e Ivan Bidorini.
Un referendum per difendere il diritto alla mobilità
I promotori sottolineano come i motocicli rappresentino una risposta concreta ai problemi del traffico urbano. Più agili, meno inquinanti delle auto e facilmente parcheggiabili, contribuiscono a una città più fluida e accessibile. L’obiettivo è quello di dare voce a chi utilizza le due ruote per lavoro o per necessità, spesso appartenente alle fasce sociali meno abbienti.
Divieto moto Milano: il percorso referendario secondo lo statuto comunale
Il regolamento del Comune di Milano prevede due fasi per l’indizione di un referendum: la prima, con almeno 1.200 firme per la presentazione del quesito; la seconda, con la raccolta di 15.000 sottoscrizioni per il voto popolare. Attualmente i quesiti sono al vaglio del Collegio dei Garanti. Se giudicati ammissibili, partirà la campagna per la raccolta definitiva.
Divieto moto Milano: le prospettive future e l’appello al dialogo
«Il referendum è uno strumento utile, ma serve anche un confronto costruttivo con l’Amministrazione comunale», afferma Buongiardino. L’auspicio è che si possano trovare soluzioni meno penalizzanti e più aderenti alla realtà, magari incentivando la sostituzione dei mezzi più inquinanti senza ricorrere a divieti generalizzati.
Il confronto è aperto, e nei prossimi mesi sarà al centro del dibattito pubblico cittadino.
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