Da venerdì 18 febbraio sarà è in radio e in digitale “Che male c’è”, il brano che segna il ritorno in grande stile del cantautore pugliese Gentile.
Che male c’è, il brano
“Che male c’è” rappresenta una riflessione sulla solitudine. La presa di coscienza di Gentile attraversa diversi stadi, partendo da atmosfere oscure sino ad arrivare ad un barlume di speranza finale, grazie ad un climax ascendente di emozioni che porta l’autore a vederci chiaro e ad apprezzare i risvolti positivi di questa condizione. Caratterizzato da sonorità capaci di miscelare alla perfezione l’identità fortemente rock del cantautore e il suo stile che spazia tra cantautorato e pop, “Che male c’è” è un brano spontaneo e trasparente, con cui Gentile dà sfogo ad un flusso di coscienza intimo e personale, che culmina con un’inedita definizione di libertà.
L’intervista
Noi di TimeMagazine abbiamo intervistato Gentile, partendo da un presupposto, scherzoso: Pino Daniele non c’entra. “No, è stato un grandissimo della musica italiana ma la mia “Che male c’è” non c’entra con la sua. Diciamo che ho vissuto tanti anni nella solitudine, ancor prima della pandemia, ed è un qualcosa che spesso viene vissuto male ma io la trovo una condizione per viaggi introspettivi importanti, per conoscersi. Può essere una grande forma di libertà. Da artista ho sfruttato come molti colleghi gli ultimi due anni per dedicarmi alla musica e in particolare alla composizione. E’ un modo per esternare e in qualche modo per purificarsi”.
Il progetto Gentile
“Il progetto “Gentile” dopo tanti anni nelle band mi ha permesso di collaborare con artisti importanti. Parliamo per esempio del chitarrista Mattia Tedesco (Vasco Rossi, Achille Lauro) e del bassista Davide “Dado” Neri (Piero Pelù, Gianna Nannini). L’emozione di far uscire una propria canzone non ha prezzo e posso dire che l’album in uscita a maggio è un punto di arrivo importante. Io sono un ottimista cronico e sogno un giorno di suonare dal vivo su grandi plachi, ma in generale nella vita l’importante è essere felici”.