Lo studio TOLERANT, finanziato dal PNRR, esplora l’effetto preventivo dell’abbinamento di farmaci, dieta e attività fisica contro il tumore al seno.
L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) è il coordinatore del progetto TOLERANT, uno degli studi più innovativi nel campo della prevenzione del tumore al seno. Il progetto, finanziato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), punta a sperimentare per la prima volta l’efficacia dell’abbinamento di farmaci, dieta e attività fisica nel ridurre il rischio di tumore al seno, il tumore femminile più diffuso in Italia, che colpisce una donna su otto.
Tamoxifen e cambiamenti nello stile di vita: la chiave della prevenzione
Lo studio TOLERANT, il cui nome è l’acronimo di Low dose TamOxifen and Lifestyle changes for bReast cANcer prevenTion, mira a valutare l’efficacia preventiva del Tamoxifen a basse dosi, abbinato a modifiche dello stile di vita, su donne con un rischio elevato di sviluppare il tumore al seno. Il Tamoxifen è un farmaco ampiamente studiato e utilizzato nella prevenzione di questo tipo di tumore, ma l’innovazione del progetto risiede nella combinazione con strategie legate a restrizione calorica e attività fisica.
Il dottor Bernardo Bonanni, Direttore della Divisione di Prevenzione e Genetica Oncologica dell’IEO e Principal Investigator dello studio, ha spiegato: «Il Tamoxifen, anche a basse dosi, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di tumore al seno. Questo farmaco influisce positivamente su alcuni biomarcatori di rischio, come l’SHBG, una proteina che lega gli ormoni sessuali e riduce il rischio di sviluppare il tumore».
Un approccio combinato per una maggiore efficacia
Il progetto TOLERANT si differenzia perché non si limita all’utilizzo del farmaco. Oltre al Tamoxifen a basse dosi (5 mg al giorno), lo studio si concentra sulla riduzione del peso corporeo attraverso la dieta e sull’incremento dell’attività fisica, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle partecipanti e potenziare gli effetti preventivi. «L’aumento di peso in età adulta è un fattore di rischio noto per il tumore al seno, e la combinazione di farmaci, alimentazione controllata e attività fisica può rappresentare una svolta nella prevenzione» ha continuato Bonanni.
I centri coinvolti e la multidisciplinarietà del progetto
Lo studio, coordinato dall’IEO, coinvolge altri tre importanti centri oncologici italiani: l’Ospedale Galliera di Genova, l’Istituto Oncologico Veneto di Padova e l’Istituto Nazionale Tumori G. Pascale di Napoli. Ogni centro offre un contributo fondamentale grazie alla partecipazione di specialisti in oncologia, genetica e nutrizione, rendendo TOLERANT un progetto fortemente multidisciplinare.
Il dottor Andrea De Censi di Genova, la dottoressa Stefania Zovato di Padova e la dottoressa Matilde Pensabene di Napoli collaborano insieme al team dell’IEO per offrire alle partecipanti il miglior supporto clinico e scientifico.
Chi può partecipare allo studio?
Lo studio TOLERANT è rivolto a donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni con un elevato rischio di sviluppare il tumore al seno. Tra queste, donne sane portatrici di mutazioni genetiche predisponenti (ad esempio nei geni BRCA), donne con una familiarità per tumore al seno che indica un rischio a 10 anni superiore al 5%, e donne che hanno ricevuto una diagnosi di neoplasia in situ negli ultimi tre anni.
Le partecipanti saranno divise casualmente in quattro gruppi (bracci), ciascuno con un diverso approccio preventivo:
- Tamoxifen a basse dosi (10 mg a giorni alterni);
- Tamoxifen e restrizione calorica intermittente (dieta 2 giorni su 7);
- Solo attività fisica, monitorata tramite contapassi;
- Attività fisica e dieta combinati.
Alla fine dei sei mesi, verranno valutati diversi parametri, come i livelli di SHBG e altri marcatori di rischio, nonché gli effetti sul microbioma intestinale.
Un futuro più sicuro per le donne
«Con TOLERANT miriamo a identificare nuove strategie per la prevenzione del tumore al seno, che potrebbero avere un impatto significativo sulla salute delle donne ad alto rischio» ha concluso Bonanni. Lo studio rappresenta un passo avanti verso una prevenzione più personalizzata, che tenga conto delle singole caratteristiche biologiche e degli stili di vita.