Alessandro de Martino, Amministratore Delegato di Continental Italia, fa il punto sul momento e sul futuro dell’auto elettrica a Timemagazine a margine della terza edizione dell'Osservatorio Continental sulla Mobilità e sulla Sicurezza, che quest'anno ha analizzato gli scenari futuri dell'auto elettrica.

Il percorso di Continental all’interno dell’elaborazione di questo Osservatorio. Per Alessandro de Martino, che novità ha portato per quest’anno?

“Noi abbiamo voluto capire cosa pensano gli italiani delle auto puramente elettriche, visto che appare come un futuro molto vicino per il quale il Paese si sente un po’ impreparato. Ma lo affronta con disponibilità e interesse. Un terzo degli italiani dice no all'elettrico, una piccola parte un 3-4% già la guida, tutti gli altri dicono 'fateci capire'. Quindi, dobbiamo capire che cosa li preoccupa. Abbiamo parlato di dati veri e abbiamo cercato di capire assieme ad una casa automobilistica in questo caso Volkswagen che cosa ci riserva il futuro.

Soprattutto gli italiani hanno bisogno di capire - rimarca Alessandro De Martino - perché un’auto elettrica, quanto costa veramente, quanto ci vuole a ricaricare le batterie e quanto si può viaggiare distante. Ma gli italiani non devono dimenticare che mediamente la loro percorrenza annua è di 11mila chilometri, che corrispondono a 30 chilometri al giorno. Il 70% degli italiani vive fuori dalle grandi città, quindi, spesso, anche se non sempre, vive in abitazioni nelle quali è possibile avere l’auto a disposizione, sotto o dentro casa e quindi può attaccare una Wallbox, può mettere un impianto fotovoltaico o altro. Per cui non è detto che un’auto elettrica costi così tanto, anzi spesso costa molto meno di quanto si possa pensare”.

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Dai dati dell’Osservatorio: c’è una discrepanza di velocità tra gli addetti ai lavori e la popolazione ultima…

“È normale – sottolinea Alessandro de Martino - che quando arriva una novità alcuni la adottino subito, altri non ne vogliano sapere e tutti gli altri siano in mezzo e vogliano essere avvicinati, perché l’auto è sempre stata un piacere e vogliamo che continui a rimanere un piacere. Tra l’altro in Italia l’auto pesa il 10% del PIL e poi l’Italia ha sempre dettato legge nel mondo delle auto, per un secolo. Vogliamo continuare ad avere voce in capitolo. Tanti cinesi oggi stanno determinando come sarà fatta l’auto elettrica del futuro. In Europa ci stiamo lavorando. Non vogliamo essere un vagone, ma continuare ad essere locomotiva”.

In questo contesto si inserisce Continental. Alessandro de Martino ci spiega cosa fa l'azienda per la mobilità elettrica e sostenibile?

“Noi fatturiamo all’anno circa 44 miliardi – rimarca Alessandro de Martino - di cui due terzi sono componentistica. Stiamo veramente progettando, elaborando e producendo le auto del futuro, le auto elettriche, quelle connesse, quelle a guida autonoma, quelle in sharing. Siamo continuamente alla ricerca di nuove soluzioni che proponiamo ai nostri clienti. Tra l’altro quest’anno, anzi in questi giorni, festeggiamo i 150 anni di storia, una storia fatta di innovazioni. Ci aspettiamo almeno altri 150 anni di futuro e innovazione”.

L’Europa si è data delle date: 2025, 2030 e 2050, quest'ultima per la total neutrality carbon. Sono date percorribili secondo Alessandro de Martino e Continental o stiamo bruciando i tempi?

“L’urgenza è grande – sottolinea Alessandro de Martino - l’agenzia europea per l’ambiente dice che la pianura Padana e il Nord Italia sono le zone più inquinate d’Europa. Greta Thunberg spesso ce lo ricorda. E al Nord Europa questa sensibilità è molto sviluppata. Ora, come sarà l’auto del futuro non lo decideremo noi italiani. Lo si decide in contesti molto più ampi. Il problema è: ci cadrà addosso o avremo le infrastrutture e le soluzioni pronte per continuare a godere dei nostri viaggi in auto?”.

Centocinquant’anni con la mobilità endotermica tradizionale, adesso arriva la mobilità elettrica. Ci aspettiamo altri 150 anni con Continental?

“Sì, speriamo anche di più per la verità. Un’azienda che ha già 150 anni di storia non è poco. Però vediamo l’agilità, la determinazione a essere ben presenti nel futuro che ci sono. Noi tra l’altro ci siamo trasformati in un’azienda che ha tantissima informatica al suo interno, perché questo mondo va in quella direzione e quindi non si può che essere digitali perché il futuro è digitale, che lo vogliamo o no”.