La Regina dei Sentieri, Maremma toscana scenario di un giallo
Molto di più di una rassegna letteraria, Montagna di Libri è momento di incontro tra autori, giornalisti, intellettuali ed artisti provenienti da tutto il mondo. Il format creato da Francesco Chimulera ha saputo costruire, edizione dopo edizione, un dialogo profondo tra letteratura, attualità e memoria, offrendo al pubblico incontri che celebrano il libro come strumento di confronto e di scoperta. Quest’anno, nel calendario dellaedizione estiva 2025 che come sempre si tiene a Cortina d’Ampezzo, spicca un appuntamento imperdibile per gli amanti del vino. Venerdì 1° Agosto gli scrittori Samantha Bruzzone e Marco Malavaldi presentano il loro ultimo libro “La Regina dei Sentieri”. Un giallo ambientato nel mondo del vino, sullo sfondo della Maremma toscana.
Quando la passione per il vino si mescola a invidie e crudeltà
La scelta di Una Montagna di Libri di aprirsi al mondo del vino non è casuale, nasce dalla consapevolezza che il vino è molto più di una bevanda. È memoria del territorio ed espressione di una identità che affonda le sue radici nel tempo. Un riconoscimento al valore del lavoro artigianale e della cura della terra. Perché il vino, come la letteratura, racconta storie e restituisce emozioni. In questo ambito, Regina dei Sentieri si inserisce in un percorso di approfondimento dei cambiamenti che hanno attraversato il mondo del vino negli ultimi trent’anni. “Si tratta di un giallo – spiega Marco Malavaldi – Il ritrovamento del cadavere di un vinattiere dalle nobili origini nel lago di una tenuta nelle campagne di Bolgheri, di proprietà dei suoi più acerrimi concorrenti (un fondo che nella tenuta ha investito), ci ha dato la possibilità di esplorare le dinamiche di un territorio che negli ultimi decenni è profondamente cambiato. E fare emergere come la passione per il vino si possa mescolare anche a invidie e crudeltà”
Aziende vitivinicole, specchio del cambiamento di un territorio
Le aziende vitivinicole e la loro evoluzione sono quindi lo specchio di queste dinamiche e di questi cambiamenti, messe in evidenza attraverso le trasformazioni di un territorio un tempo depresso. “Fino a pochi decenni fa, la Maremma toscana era solo un insieme di sentieri (da qui il titolo del libro) che collegavano cantine dall’aspetto brullo e poco stimolante. Oggi, questo stesso territorio è un brulicare di tenute progettate e ristrutturate da architetti di fama e meta di celebrità dello spettacolo, come si volesse fare riflettere il bello sul buono. Con il vino divenuto portavoce del territorio” A dare la svolta, l’arrivo dell’autostrada. “Prima del suo arrivo, raggiungere la Maremma significava fare il viaggio della speranza. Con il suo arrivo si è cominciato ad investire su un territorio dove prima non si raccoglieva nemmeno quanto si coltivava, perché non conveniva”
Da luoghi di produzione a meta di celebrità
Le cantine, da semplici luoghi di produzione, sono diventate tutto d’un tratto luogo di attrattiva, meritevoli di essere conosciute e visitate. Ma ecco il rovescio della medaglia. “Le nuove possibilità hanno favorito una spinta allo sfruttamento intensivo, per non dire selvaggio, di ogni unità abitativa. Trasformata, dalla sera alla mattina, in struttura ricettiva o posti di ristorazione da parte di persone spesso improvvisate. E che gioco forza sono durate il periodo di una stagione, schiacciate da una selezione a dir poco darwiniana. Perché la Maremma ti restituisce quello che gli dai”
Maremma tra imprenditoria e nobiltà, Castello del Terriccio l’esempio
I cambiamenti di ultimi trent’anni hanno peraltro evidenziato un confronto tra imprenditoria e nobiltà. Con i fondi di investimento che rilevano le cantine da un lato, le antiche casate che producono vino sin dal Duecento dall’altro. Due modi diversi di fare vino e di concepire gli affari, che inevitabilmente ha creato competizione. Ma anche sviluppo e miglioramento. “Castello del Terriccio- sottolinea l’autore di La Regina dei Sentieri – è uno degli esempi della parte nobile, al contempo esempio di visione imprenditoriale” Una storia che parte da lontano, Castello del Terriccio è azienda che ci riporta indietro nel tempo. A quando, tra il Duecento e il Trecento, il Vescovo di Pisa (nipote di Papa Bonifacio VIII) concesse in enfiteusi la Tenuta ai Conti Gaetani, rimasti proprietari fino alla fine del Settecento.
Una tenuta sterminata, all’interno anche un antico borgo
Negli anni ’70 la vera svolta, con la rifondazione della tenuta da parte dello zio dell’attuale proprietario. Arroccata su una collina dalla quale si vede il mare, la tenuta è dominata dalle vestigia del castello la cui torre, nei secoli scorsi, faceva da punto di avvistamento per proteggere la popolazione circostante dagli attacchi dei pirati saraceni. All’interno, un piccolo borgo al quale si accede dopo aver percorso un viale alberato di quattro chilometri. “Un tempo – spiega l’attuale proprietario Vittorio Piozzo di Rosignano – era un paesino autosufficiente, con la sua scuola, il circolo ricreativo, la fornace, il mulino, il forno, la scuderia e la falegnameria. Fino alla fine degli anni ’70 ha garantito la sopravvivenza di decine di famiglie di mezzadri” Oggi la falegnameria è un moderno punto vendita, dalla antica scuderia è stata ricavata una guest house. Annesso al modernissimo ristorante, lo spazio degustazione aperto sulla terrazza panoramica con vista sui vigneti.
Letteratura e memoria storica, interesse mai sopito
Alla capacità imprenditoriale di trasformare gli spazi un tempo utilizzati dai mezzadri in moderne strutture ricettive e turistico-alberghiere, Vittorio Piozzo affianca anche un mai sopito interesse verso storia e letteratura. “Mio zio era un amante del romanzo storico, tutti gli anni organizzava a Castello del Terriccio un evento ad esso dedicato. Dopo la sua scomparsa, questa attenzione era un poco scemata. Montagna di Libri ci ha dato la possibilità di rinverdirla” Dall’anno scorso partner di Montagna di Libri, quest’anno Castello del Terriccio parteciperà alla presentazione di La Regina dei Sentieri.
Lupicaia, piccola scommessa vinta
In questo contesto, la presenza di Castello del Terriccio assume un significato emblematico. I suoi vini portano con sé il carattere della Maremma toscana e un senso del tempo assolutamente in linea con il format della manifestazione. Tra questi, Lupicaia è uno dei più rappresentativi. Nato nei primi ’90 da un vigneto circondato da filari di eucalipto, composto per il 40% da Cabernet Sauvignon e per il 60% da Petit Verdot, viene affinato in tonneaux per 22 mesi circa. “Nelle prime annate era presente una piccola percentuale di Merlot, da quindici anni lo abbiamo sostituito con il Petit Verdot. Il risultato – conclude Vittorio Piozzo – è un vino elegante e di grande struttura, dai sentori di cuoio e di caffè. Una piccola scommessa vinta”