Home / Cucina / Il Lughino, la creatività incrocia l’artigianalità

Il Lughino, la creatività incrocia l’artigianalità

Il Lughino, tutto é fatto a mano

Nel locale di Chef Paolo Sanvito, tutto è fatto a mano. A testimoniare l’estrema freschezza dei piatti e l’artigianalità che contraddistingue il quotidiano lavoro della cucina, mancano impastatrice e congelatore. Valori fondanti del ristorante, che fa uso esclusivamente di ingredienti vegetali, sono sostenibilità nei confronti dell’ambiente e rapporto diretto con i piccoli produttori certificati biologici. Riso e molti legumi, per esempio, provengono dal Pavese mentre le farine da uno storico mulino a pietra nel cuore delle Langhe. Un locale, Il Lughino di Via Solferino 12 a Milano, nato per essere un posto unico nel suo genere. A cominciare dal nome, inventato per indicare un posto che non esisteva. “Esprime accoglienza e calore. Il Lughino è pensato – sottolinea Paolo Sanvito – per un consumatore attento e consapevole, per il quale l’artigianalità delle lavorazioni, l’impiego delle materie prime biologiche e la sostenibilità ambientale sono elementi particolarmente rilevanti

Menù mai scontato

Il menù cambia spesso nell’arco della stessa giornata (Il Lughino è aperto dalle 11:30 alle 23:00), proponendo cibi sempre freschi. Protagonista è la lasagna, declinata in decine di varianti diverse nel corso dell’anno. Tutte a base vegetale e ispirate alla stagionalità. “Ogni giorno prepariamo tre o quattro tipologie diverse, per un massimo di venti porzioni l’una. Finite, si impasta di nuovo con ciò che la dispensa offre” Nulla è quindi scontato. Per orientarsi, una classica lasagna alla bolognese fatta con un ragù cucinato in maniera tradizionale ma con un ingrediente non convenzionale come il granulare di soia. Oppure quella alle melanzane con aggiunta di pomodoro e mentuccia fresca. Per salire di intensità, quella con la cipolla. “Nel primo strato mettiamo la cipolla bianca cotta a lungo perché resti morbida e delicata. Nel secondo mettiamo il fagiolo nero cotto e frullato, in aggiunta alla besciamella che prepariamo con latte di avena”

Lasagna, piatto cardine

Se finite, nessun problema. Si può trovare la versione con zucca, besciamella vegetale e tofu affumicato o ancora quella con melanzane grigliate, crema di ceci e basilico fresco. Ad accompagnarle, il coperto consistente in pane fatto in casa e impastato a mano con farina integrale e lievito madre. “Lo prepariamo in in tre versioni, semplice, alle olive, alla noci e uvetta” La lasagna rimane quindi a tutti gli effetti il piatto cardine della proposta de Il Lughino. “La lasagna mi ha sempre accompagnato, è la prima immagine che io ho di me in cucina. Una macchinetta al tavolo, mia mamma che tira la pasta, io che la aiuto a mettere il ragù nelle lasagne. Ci definiamo lasagneria artigianale, non per questioni di marketing ma perché la lasagna rappresenta veramente l’essenza di me e della mia cucina.”

Lasagneria artigianale certamente, ma c’è tanto altro

Ma se definire Il Lughino lasagneria artigianale è corretto, può risultare limitativo di una offerta variegata e sempre gustosa. Non si può non menzionare, tra gli antipasti, la delicatissima insalata russa o il cipollotto bianco novello arrosto con purè di fave. “Strizza l’occhio alla tradizione del Sud. Sorprendente, per chi ama i sapori forti “ Se si vuole rimanere tra i primi, si può gustare un raviolo con ripieno di erbette, tofu e anacardi accompagnato da peperoni, zucchine, cipolle e carote serviti alla julienne. Oppure fusilli di grano antico in salsa di noci ma anche una sfogliatina di crespelle di farina di ceci e scarola. Senza dimenticare la millefoglie di melanzane, zucchine, pomodori e tofu, versione alternativa della parmigiana. Melanzane e zucchine vengono prima fritte, poi assemblate insieme al pomodoro. Mentre al posto della mozzarella metto il tofu fatto in casa, mischiato con un poco di anacardi”

Roveja, la particolarità

E’ ora la volta dei secondi, tra i quali non si può non citare il mondeghilo servito con fagiolini cornetti in umido. “Reinventato, lo cucino un ragù bianco con soia e seitan. Quando è insaporito, dopo un’ora di cottura, aggiungo l’impasto. Fatto con verdure, pangrattato, frutta secca, limone, prezzemolo e un poco di farinata di ceci. Morbido e profumato, viene servito su un giardinetto di porri” In alternativa, arrosti di seitan e tofu alla piastra. E soprattutto legumi, che Paolo Sanvito sperimenta in varie forme. “L’Italia è piena di legumi straordinari. Le cicerchie, per esempio, si possono frullare in poco olio evo e un pizzico di aglio che da una marcia in più. A volte le finisco con salvia e pomodoro” Una particolarità, pressoché rara a Milano, la roveja. “Una autentica scoperta, con la farina di roveja preparo un rotolo di spinaci e porri dal gusto veramente intenso”

Tiramisù la sorpresa, semifreddo di castagne l’orgoglio

In conclusione, i dolci. Si spazia dalla torta di mele, con aggiunta di nocciole e farcitura di crema al cocco, al pan di spagna con farcitura di crema di mandorle e frutta fresca messa al momento. Fino alla torta paesana ricoperta di cioccolato caldo e la torta di albicocche con granella di mandorle nell’impasto. Se si cerca freschezza, un gelato alla vaniglia e mandorla con lamponi e mirtilli freschi. Sorprendente il tiramisù. “Ho creato una crema con latte vegetale e frutta secca. Sostituisce validamente il mascarpone e appaga chi cerca la complessità del tiramisù Orgoglio di Paolo Sanvito è però il semifreddo di castagne. “Utilizzo il 70% di castagne, zucchero di canna grezzo, cacao, cioccolato, liquore all’amaretto. E poca margarina fatta con burro di cacao e semi di girasole” Cosa altro dire? Il Lughino è piacere puro, la creatività sposa l’artigianalità più vera. ”Venire da Il Lughino – conclude Paolo Sanvito – deve essere una festa, appagamento non solo del palato

Lascia un commento