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Vesuvio: come la tecnologia monitora il vulcano più pericoloso d’Europa

a view of a city with a mountain in the background

Sensori intelligenti e intelligenza artificiale per la sicurezza di Napoli: il sistema di monitoraggio del Vesuvio

Il monitoraggio del Vesuvio ha raggiunto livelli di precisione senza precedenti. Trecento sensori, cinquanta stazioni sismiche, droni equipaggiati con termocamere e un sistema di intelligenza artificiale che analizza in tempo reale ogni movimento del sottosuolo: il vulcano Vesuvio, che sovrasta oltre 700mila persone nell’area metropolitana di Napoli, è oggi il vulcano più monitorato al mondo grazie alla rete tecnologica sviluppata dall’Osservatorio Vesuviano INGV.

Osservatorio Vesuviano: dalla previsione alla comprensione

“Non si tratta più solo di prevedere un’eruzione, ma di comprenderla”, spiega la professoressa Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano. “Ogni tremore, ogni variazione di temperatura, ogni millimetro di deformazione del suolo viene registrato e analizzato da algoritmi che imparano continuamente dal comportamento del vulcano”.

La tecnologia al servizio della vulcanologia

Il progetto di monitoraggio tecnologico del Vesuvio, finanziato con 15 milioni di euro dal Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione, rappresenta un salto generazionale nella vulcanologia italiana. I sensori di nuova generazione, installati tra il 2023 e il 2024, sono capaci di rilevare movimenti del terreno inferiori al millimetro e variazioni termiche di pochi decimi di grado.

Ma la vera rivoluzione è nel software: un sistema di machine learning sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano analizza simultaneamente tutti i parametri, cercando pattern che potrebbero sfuggire all’occhio umano.

Intelligenza artificiale per prevedere le eruzioni

“L’intelligenza artificiale ha già individuato correlazioni inedite tra micro-sismicità e degassamento”, racconta il dottor Marco Delle Donne, responsabile del progetto di monitoraggio geochimico dell’INGV Napoli. “Segnali deboli che presi singolarmente non direbbero nulla, ma che insieme potrebbero essere i precursori di fenomeni più importanti”.

Protezione Civile e comunicazione ai cittadini

La tecnologia ha anche un importante risvolto sociale. I dati raccolti alimentano un’app sviluppata dalla Protezione Civile della Campania che informa in tempo reale i cittadini sullo stato del vulcano Napoli. “Trasparenza e comunicazione sono fondamentali per la sicurezza del territorio campano“, sottolinea l’ingegner Claudia Troise, responsabile della sala operativa. “La popolazione deve sapere che il Vesuvio è dormiente ma non spento, e che noi lo stiamo osservando 24 ore su 24”.

Sistema di allerta rapida: il caso dello sciame sismico 2024

Il sistema di monitoraggio ha già dimostrato la sua efficacia durante lo sciame sismico dell’agosto 2024, quando una serie di tremori superficiali ha fatto scattare l’allerta. Nel giro di poche ore, i tecnici hanno potuto escludere l’ipotesi di un’attività magmatica, rassicurando la popolazione. “Senza questa rete di sensori intelligenti, avremmo impiegato giorni per arrivare alle stesse conclusioni”, ammette Bianco.

Il modello napoletano: riferimento internazionale nella vulcanologia

Ma il Vesuvio non è l’unico beneficiario di questa rivoluzione tecnologica. Il modello di monitoraggio vulcanico napoletano sta diventando un punto di riferimento internazionale nella ricerca scientifica sui vulcani. Delegazioni da Indonesia, Giappone e America Latina sono venute a studiare il sistema, e l’INGV ha avviato collaborazioni per esportare la tecnologia in altri contesti vulcanici ad alto rischio.

“Quello che abbiamo costruito qui”, conclude la direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, “è più di un sistema di monitoraggio. È una nuova alleanza tra scienza, tecnologia e società. Il rischio eruzione Vesuvio non può essere eliminato, ma possiamo imparare a conviverci in modo più consapevole e preparato”.

Convivere con il vulcano: vita quotidiana all’ombra del Vesuvio

Intanto, a Ercolano e Torre del Greco, la vita scorre normale sotto l’ombra del gigante. I pescatori riparano le reti al porto, i turisti salgono sul cratere, le scuole insegnano ai bambini cosa fare in caso di emergenza. E trecento sensori, silenziosamente, continuano ad ascoltare il respiro della montagna.

BOX INFORMATIVO: I numeri del monitoraggio

  • 300 sensori distribuiti sul territorio
  • 50 stazioni sismiche attive 24/7
  • 15 milioni di euro di investimento
  • 700.000 persone protette nell’area metropolitana
  • Analisi dati in tempo reale tramite IA

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