La diplomazia statunitense alza il livello dello scontro con l’ONU. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato l’imposizione di sanzioni contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati. Una decisione che riflette una frattura crescente tra l’amministrazione statunitense e alcuni organi delle Nazioni Unite.
«Oggi impongo sanzioni alla relatrice speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite Francesca Albanese per i suoi sforzi illegittimi e vergognosi di sollecitare un’azione della Corte penale internazionale contro funzionari, aziende e dirigenti statunitensi e israeliani», ha scritto Marco Rubio in un post pubblicato su X (ex Twitter), il 9 luglio alle 22:00.
Le accuse: attacco politico ed economico a Stati Uniti e Israele
Il cuore dell’accusa è la presunta campagna condotta da Albanese contro gli interessi statunitensi e israeliani. Secondo Rubio, si tratterebbe di una vera e propria «guerra politica ed economica» portata avanti attraverso strumenti giudiziari e diplomatici, in particolare con il coinvolgimento della Corte penale internazionale.
«La campagna di guerra politica ed economica di Albanese contro gli Stati Uniti e Israele non sarà più tollerata», ha aggiunto il segretario di Stato, segnalando una linea di tolleranza zero nei confronti di iniziative considerate ostiliverso Washington e i suoi alleati.
Chi è Francesca Albanese e cosa fa all’ONU
Francesca Albanese è un’esperta italiana di diritto internazionale, nominata relatrice speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 2022. Il suo incarico prevede il monitoraggio e la denuncia di eventuali violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi occupati da Israele, secondo il mandato dell’ONU.
Nel corso del suo mandato, Albanese ha spesso assunto posizioni critiche nei confronti delle operazioni israeliane a Gaza e in Cisgiordania, attirando l’attenzione – e le critiche – sia da parte di Tel Aviv che di Washington.
Un caso che divide la comunità internazionale
Le sanzioni contro una relatrice indipendente delle Nazioni Unite rappresentano un precedente significativo. In genere, le figure incaricate da organismi come il Consiglio per i diritti umani godono di una certa immunità politica. La mossa di Washington apre invece uno scenario nuovo, dove anche i rappresentanti ONU possono essere bersaglio diretto di azioni unilaterali da parte degli Stati.
Organizzazioni per i diritti umani e vari osservatori internazionali stanno già analizzando le possibili implicazioni giuridiche e diplomatiche di questa scelta. Sul versante opposto, Israele ha espresso pieno sostegno all’iniziativa statunitense, ritenendo la figura di Albanese «parziale» e «attivamente ostile».
Milano osserva con attenzione: i riflessi globali del conflitto israelo-palestinese
Anche Milano, da sempre attenta ai temi della diplomazia internazionale e città-simbolo dei diritti civili in Italia, osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione. L’attenzione mediatica è alta, e le comunità arabe ed ebraiche presenti sul territorio milanese chiedono rispetto, chiarezza e dialogo.
Questo episodio si inserisce in un contesto geopolitico già teso, in cui il ruolo delle istituzioni internazionali è sempre più sotto scrutinio. Le Nazioni Unite, da parte loro, non hanno ancora rilasciato un commento ufficiale sulla decisione americana, ma ci si attende una replica nelle prossime ore.