Maison Burtin, debutto sul mercato italiano

Maison Burtin debutta sul mercato italiano. Lo fa con quattro referenze di champagne che mirano a diffondere nel nostro territorio le potenzialità della storica azienda francese. Attiva già nel 1933, ha da sempre nel suo fondatore Burtin un punto di riferimento per l’intero comparto. Di proprietà dello storico gruppo Lanson-BCC, con sede a Épernay in Champagne, Maison Burtin è ad oggi il secondo produttore di champagne più importante, dietro solo a Moet Chandon.

Quattro referenze, tre vitigni storici

In Italia si presenta con Brut, Brut Rosé, Blanc de Blancs 2017 e Brut 2014. Il Brut è un assemblaggio di tre degli storici vitigni dello Champagne (Pinot Meunier, Pinot Nero e Chardonnay), il risultato è una bollicina caratterizzata da note di miele, pasticceria e aromi fruttati. Il Brut Rosé, a base Pinot Meunier, ma con la presenza comunque di Pinot Nero e Chardonnay, è fresco e bilanciato. Con aromi di frutti di bosco e lampone, è ideale da abbinare ai dolci alla frutta. Blanc de Blancs 2017, da sole uve Chardonnay, presenta note di fiori bianchi e agrumi che si mescolano alla mineralità del vino. Mentre Brut Vintage 2014 è un uvaggio derivante in gran parte da cru del terroir che richiama i sentori di fiori bianchi, spezie e aromi fruttati.

Metodo Solera, zero malolattica

La filosofia di vinificazione di Maison Burtin si basa sull’invecchiamento dei vini riserva, tramite il metodo Solera (“invecchiamento dinamico”), adottato dall’azienda nel 2005, caratterizzato dall’assenza della fermentazione malolattica e da un assemblaggio eseguito in un’unica volta per garantire consistenza. Ad occuparsi della commercializzazione dei prodotti, Le Tenute del Leone Alato. “Leone Alato – dichiara Antonella Imborgia - è un progetto composito di aziende produttrici, con focus quasi esclusivamente sull’horeca. Ogni anno portiamo sul mercato una novità, con l’obiettivo di offrire qualità e raccontare il prodotto

L’etichetta, un motivo di orgoglio

Una voglia di raccontare che è anche quella di Maison Burtin, rivelata sin dalle etichette delle bottiglie “Abbiamo deciso di essere completamenti trasparenti nei confronti del consumatore finale - chiosa Frédéric Olivar, CEO di Maison Burtiin - perché riteniamo che la sua consapevolezza abbia primaria importanza. Da qui la scelta di indicare sull’etichetta posteriore di ogni Champagne l’annata di produzione, la percentuale di vini riserva, il dosaggio e il numero di cru che lo compongono. Un motivo di orgoglio”