Una collina dal potenziale ancora inespresso, un terroir con l’attitudine a produrre vini di grande qualità. Ventiquattro ettari dei quali quattro di vigneto, piantati lungo strette terrazze che si affacciano sulla sponda settentrionale del lago Trasimeno, nel cuore dell’Umbria, con una altitudine che va dai 330 ai 370 metri sul livello del mare. Uno sperone indipendente che guarda a Sud/ Sud -Ovest per la massima esposizione solare, smorzata dalle brezze serali che salgono dal lago. Il terreno è un misto di depositi argillosi lacustri ed arenarie, i frammenti di roccia calcarea conferiscono ai vini carattere e profondità. Viandante del Cielo coniuga valorizzazione delle varietà autoctone a vocazione internazionale. Di seguito l’intervista all’enologo Mauro Castelli ed al manager Joao Almeida.

Un po’ di storia

Molto tempo fa, una comunità di frati cappuccini francescani coltivava viti, ulivi e ortaggi sulla cima della collina appena sopra la città lacustre di Passignano sul Trasimeno dove ha sede Viandante del Cielo. I pendii sotto il monastero venivano coltivati già in epoca romana ed etrusca, la zona era considerata una fertile risorsa agricola già nel primo secolo dopo Cristo. Oggi l’Umbria risulta essere una delle zone italiane più interessanti per la produzione di vini di qualità. La zona del Trasimeno, per secoli crocevia di culture, terra di guerrieri santi e viaggiatori si trova nella condizione ideale per incrociare varietà autoctone con varietà internazionali selezionate per la loro affinità elettiva.

Viandante del Cielo, rispetto della tradizione umbra

Gli enologi Maurizio Castelli e Mery Ferrara sono coloro che, sin dall’inizio, passo dopo passo, hanno seguito l'evoluzione di Viandante del Cielo. Hanno condotto studi approfonditi in loco, dall'analisi del suolo al monitoraggio idrogeologico, prima di stabilire la strategia di impianto ottimale. “E’ stato necessario ricostruire e rimodellare le antiche terrazze della tenuta - spiega Maurizi Castelli - recuperando o sostituendo molti degli ulivi centenari che crescevano ai loro bordi, per restituire stabilità e rispettare la tradizione umbra della coltura promiscua, versione contadina della permacultura

Copertura naturale della vigna, garanzia di biodiversità

Rimasti fedeli alla tradizione, allora come oggi gli ulivi piantati sul bordo di molte delle terrazze sassose assicurano la stabilità del suolo, aumentano la resistenza alle malattie e contribuiscono a proteggere i filari di vite dai forti venti “Molte cantine li avrebbero rimossi – osserva Maurizio Castelli - Invece per noi costituiscono una copertura naturale della vigna, garantiscono la biodiversità

I vigneti, esempio di "viticoltura eroica"

I vigneti di Viandante del Cielo sono piantati su un tratto molto speciale della sponda settentrionale del Lago Trasimeno. Uno sperone di collina dalla pendenza accentuata, che si trova interamente racchiuso entro i confini della tenuta. I filari di vite si snodano lungo i terrazzamenti costruiti secoli fa dai monaci. “Senza stravolgere i terrazzamenti, per renderli più comodi e ampi, abbiamo mantenuto la tradizione di una viticoltura da sempre effettuata a mano su terreni ripidi e difficili da raggiungere. Le viti sane sono quelle che crescono in simbiosi con il resto della natura.” Esempio di quella che si chiama “viticoltura eroica”, qualità prima che quantità.

Viticoltura ad alta densità, ogni vite deve produrre poco per dare il massimo

"E’ una viticoltura ad alta densità, sono circa 11000 piante e 45000 viti - prosegue Mauro Castelli - L’intento è stimolare i nutrienti e rafforzare la struttura delle radici, ogni vite deve produrre poco per dare il massimo" La vendemmia viene effettuata interamente a mano, in un mese o più di tempo a seconda delle condizioni climatiche, della varietà di uva, dell'aspetto e dell'altitudine. "I tratti erbosi tra i filari sono così stretti, e l'accesso a queste zone collinari è così difficile, che la meccanizzazione di qualsiasi tipo è quasi impossibile" L'unica eccezione è un trattore, appositamente modificato, che trasporta casse di uva dalla terrazza alla cantina per trasformarla in vino.

Microclimi diversi, promiscuità delle varietà

Le terrazze delle vigne si elevano da 330 a 370 metri sul livello del mare. “I filari seguono i contorni dello sperone di terra, affacciato sul lago, con i pendii più alti, duri e compatti riservati al Cabernet Sauvignon, mentre il Merlot e le varietà autoctone occupano i pendii più bassi con i loro terreni alluvionali. Le varietà di uva bianca, Chardonnay e Grechetto, crescono in un’area riparata dal vento grazie al convento in cima alla collina. I terreni sabbiosi e ricchi di calcare hanno invece dimostrato di essere la casa ideale per le varietà autoctone umbre come il Ciliegiolo, la Foglia Tonda, il Pugnitello e il Sanforte”

Perfetta maturazione delle uve, prodotte tre tipologie dal lungo affinamento

I terreni ben drenati concentrano tannini di carattere mentre il microclima lacustre, con le sue brezze ventilate, e l'ampia escursione diurna permettono una perfetta maturazione delle uve. “Abbiamo capito che avremmo potuto creare vini in grado di soddisfare i palati più esigenti. Alla fine, dopo lunghe prove, degustazioni e consultazioni, abbiamo scelto di produrre solamente tre tipologie, due rossi e un bianco complesso e dal lungo affinamento

Fermentazione in cemento, per favorire il delestage

Escluso la lavorazione del bianco che viene decantato in acciaio e fermentato in legno, i rossi vengono fermentati in cemento rivestito da tartrato che fa da intercapedine tra il cemento ed il vino” Le vasche, prodotte appositamente per Viandante del Cielo, sono dotate di meccanismi di gestione della temperatura. "Permettono ai vini di fermentare e svilupparsi in un recipiente completamente inerte - precisa Maurizo Castelli - che garantisce l'assoluta purezza del sapore e dell'aroma nella fase precedente l'affinamento in botte. Le vasche, più strette nella parte superiore, fanno affondare di più il vino durante il déléstage che, a differenza del classico rimontaggio, permette una estrazione più ricca”

Vini rossi, blend che valorizzano le varietà autoctone

Il primo, Viandante, è un blend di Cabernet Sauvignon con una proporzione minore di Merlot con un periodo di invecchiamento di diciotto mesi, il secondo, Pristinvm (che in latino significa “antico, originale, tradizionale”) è un blend nel quale la varietà autoctona Ciliegiolo è completata da altre tre varietà rosse a lungo piantate da queste parti. “Abbiamo puntato molto su una varietà come il Ciliegiolo con una bella densità colorante anche se molto instabile. Abbiamo aggiunto quindi varietà come Foglia Tonda, Pulitello e Sanforte che fissano il colore”

Lungolago, bianco complesso che coniuga tradizione del territorio e vocazione internazionale

Il terzo vino è l’unico bianco dell’azienda, a base Chardonnay con aggiunta di Grechetto. E’ un bianco complesso che può evolvere in bottiglia per anni. L’aggiunta di Grechetto consente di mantenere l’acidità dello Chardonnay" Fermentato in botte, viene decantato in acciaio con un passaggio in legno vecchio da sei agli otto mesi. "L’abbiamo battezzato Lungolago, in onore dello specchio d'acqua che ha tanta influenza sulla vita e la salute delle nostre viti"

Sostenibilità e massimo rispetto per l'ambiente, must aziendale

"Mentre studiavamo il terroir - spiega Joao Almeida, manager di Viandante del Cielo con un passato nell'hotellerie - ci immergevamo nella cultura vinicola umbra, ascoltavamo i consigli dei nostri enologi, sperimentando i blend e assaggiando i primi campioni da botte. Piano piano i tre nostri vini hanno cominciato ad emergere” Il vigneto è certificato biologico quindi non vengono utilizzati prodotti chimici sistemici. “Per noi di Viandante del Cielo la sostenibilità e il massimo rispetto per l'ambiente sono essenziali”

Costante ricerca dell'armonia, per produrre vini destinati a palati curiosi

L'impegno e la passione per la sostenibilità che mostriamo nel vigneto si estende anche alla cantina progettata appositamente per la fermentazione, il blending e l'invecchiamento dei tre vini della tenuta. La posizione poi parzialmente interrata della collina la protegge dagli sbalzi di temperatura diurni e aiuta a ridurre il consumo energetico. “A Viandante del Cielo – conclude Joao Almeida - ci siamo voluti assicurare, fin dall’inizio, che vini, vigneti e cantina lavorassero insieme in perfetta armonia. Il risultato è una collezione di vini, disponibile in quantità limitate, destinata ai palati curiosi di esplorare nuove frontiere