Il 6 maggio del 1889 la Tour Eiffel apriva le porte al pubblico. Con i primi visitatori che, in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale del 1889 - nel centenario della Rivoluzione Francese e della presa della Bastiglia – salivano su quella che sarebbe diventata il simbolo di Parigi nel mondo.

Tour Eiffel aiutata dalla scienza

Inizialmente il progetto non trovò l’approvazione della gente, che riteneva la Tour Eiffel esteticamente inferire all’architettura parigina. Tant’è che il settimanale L'Illustration tuonò sul progetto, ritenendolo ‘un faro, un chiodo, un candelabro’, la cui costruzione non avrebbe mai dovuto essere permessa. Concordi con il settimanale c’erano gli intellettuali di Parigi irritati da ‘quella torre’. Il rumore era tale, che l’opera ingegneristica fu ad un passo dall’essere rimossa. Non fu così. Anche se, per vero, nel 1909 rischiò di essere demolita. A bloccare le contestazioni del mondo parigino fu l’utilità scientifica. Ovvero, le antenne poste sopra la torre da Eiffel e utilizzate per favorire le prime trasmissioni di telecomunicazioni.

Il primato dell’edificio più alto del mondo terminò nel 1930

La Tour, progettata dall’ingegnere Gustave Eiffel e realizzata in poco più di due anni con i suoi 324 metri è il monumento più alto della Ville Lumiere, ed è visibile da ogni parte della città. L’opera è composta da 18.000 pezzi in ferro, fissati tra loro con circa 5.000.000 di bulloni e il suo peso complessivo è di circa 10.000 tonnellate. Grazie ai suoi 324 metri rimase per anni l’edificio più alto del mondo. Il primato finì quando, nel 1930, fu costruito il Chrysler Building a Manhattan, abbattuto un anno dopo, dal “vicino” Empire State Building.

La Tour Eiffel e i progressi della tecnica

L’ingegner Eiffel con questa costruzione desiderava celebrare i progressi della tecnica. Per questo motivo trova anche delle utilità scientifiche alla sua opera. La quale viene utilizzata come stazione per misurazioni meteorologiche e per l’analisi dell’aria o luogo per esperienze come quella del pendolo di Foucault.