Computer, console “fisse” e “portatili”, smartphone e tablet. Sono i dispositivi principali con cui le persone di tutto il mondo giocano online. Ma quello che oggi sembra scontato e appartiene alla quotidianità è stato frutto di un lungo percorso che ha subito una fortissima accelerata nel nuovo millennio. E quelle che leggeremo tra poche righe sono le tappe principali di un processo che ha trasformato il gaming in un fenomeno economico di portata mondiale.

Una delle più grandi svolte di questo millennio è stata l’arrivo del gioco online. Lo sbarco di internet nelle case di tutti è stato il primo passo, subito seguito dalla “visione” di piattaforme come PokerStars Casino che hanno intuito le potenzialità di “trasportare” le classiche discipline da casinò sugli schermi dei computer. Una visione che ha riscosso un successo planetario se pensiamo che oggi, a quasi 25 anni di distanza, quelle stesse discipline sono sempre nei primi posti delle statistiche annuali relative ai giochi più amati in ogni angolo del pianeta.

L’accessibilità alla rete internet, però, non fu l’unico fattore a rendere il gaming il settore più importante dell’intrattenimento, al pari di musica, cinema e serie tv. Buona parte del merito del boom va fatta risalire all’anno 2007, e più precisamente all’arrivo nei negozi dell’iPhone targato Apple, il primo smartphone della storia.

Dimensioni compatte, telefono, fotocamera, videocamera e programmi scaricabili sotto forma di app. Furono questi gli elementi che decretarono il successo del dispositivo e che diedero vita a una vera e propria febbre da download, spesso indirizzata a programmi di gioco come gli ormai classici Candy Crush e Angry Birds.

Giochi semplici e nulla di incredibile a livello grafico e di game playing, ma giochi accessibili a tutti che trasformarono il gaming da intrattenimento per pochi (giovani, ben istruiti e già a loro agio con le nuove tecnologie) a vero e proprio fenomeno trans-generazionale.

Su un binario parallelo, più o meno negli stessi anni (tra l’inizio del 2000 e il 2005) ci fu un’altra svolta importante: l’arrivo delle console con giochi a 128 bit come PlayStation 2 Xbox. È ufficialmente l’inizio dell’era dei giochi 3D, accompagnata da quella delle console portatili ad alte prestazioni come Game Boy Advance, Advance SP e PlayStation Portable.

La sfida al cinema e al Pc Gaming era ormai lanciata e le console, anche grazie alle migliorie portate dalle successive PS3 e Xbox 360, iniziarono a portarsi ai primi posti delle graduatorie di gradimento e a livello di giro d’affari generato. Nel frattempo Nintendo decise di cambiare ancora una volta le carte in tavola lanciando la Wii, dispositivo magari meno prestante a livello grafico, ma decisamente più trasversale a livello di pubblico di riferimento grazie all’inserimento del motion controller nei giochi, grazie al quale diventava possibile “controllarli” muovendo il proprio corpo.

Il resto è storia recentissima e ci parla di console next-gen come PS4, PS5, Xbox One e Xbox S, capaci di proporre giochi in Full HD, 4K e in realtà virtuale. Proprio grazie a loro il gaming ha superato film e musica nelle preferenze delle persone e ha dato vita a una commistione tra arti le cui potenzialità sono ancora lontane da essere sviluppate appieno. Due esempi su tutti titoli come God of War, videogioco che a livello grafico ha poco da invidiare a una produzione hollywoodiana, e Last of Us da cui è stata tratta una delle serie TV più viste degli ultimi 10 anni.

E il futuro cosa ci riserverà? La risposta non è semplice da dare ma alcune nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud e la realtà virtuale stanno tracciando un possibile percorso di sviluppo. Un percorso in cui i titoli saranno talmente immersivi da trasformarsi in una realtà parallela con cui interagire comodamente dal divano di casa e in cui i personaggi non giocabili avranno risposte e comportamenti perfettamente sovrapponibili a quelli degli esseri umani. Il tutto con un livello di personalizzazione dell’esperienza di gioco davvero senza precedenti.