Tutto inizia in una piccola radio locale, quando queste si chiamavano "radio libere" Così, quasi per gioco, il giovane Vasco Rossi da Zocca, passa da fare il disc-jokey a fare il cantante. Incide un 45 giri, si barcamena tra porte chiuse in faccia ed etichette minori. Ma Vasco è una novità, nel panorama musicale italiano. Suona musica rock, vuole sdoganare il genere. Per farlo, partecipa al Festival di Sanremo. Un successo incredibile, diventa subito una star. Icona della musica rock italiana, attraversa momenti bui e vicende personali turbolente. Ma il mito persiste ancora oggi, a 70 anni. Un libro ne celebra il percorso, artistico ed umano, attraverso le sue canzoni e i suoi concerti più memorabili. Di seguito l’intervista a Massimo Poggini e Marco Pagliettini, autori di “70 volte Vasco

Gli anni di Punto Radio

Anni 70, nascono le prime radio libere. Vasco Rossi è in prima linea. “Quella di Zocca fu una delle primissime radio, Punto Radio fu un passaggio fondamentale – ricorda Massimo Poggini, uno degli autori del libro – Per i tempi era una cosa assolutamente folle, ma per lui fu l’occasione per incontrare due persone che in un secondo tempo sarebbero state fondamentali per la sua carriera come Massimo Solieri e Gaetano Curreri. E' quest'ultimo, più di ogni altro, a convincerlo ad intraprendere la carriera di cantante, alla quale non aveva mai pensato” Il risultato è un 45 giri, "Jenny è pazza"

Gli inizi della carriera, Albachiara primo grande successo

Ai tempi Vasco suonava canzoni per sé e pochi altri, Curreri lo convinse a fare diventare la canzone una professione - conferma Marco Pagliettini, coautore del libro - Da allora la loro collaborazione non si è mai arrestata” Altra figura importante in questi anni è il chitarrista Massimo Solieri. “Quando arrivò, il suo modo di suonare fece diventare Vasco quello che è. L’assolo di Albachiara né è l’esempio più evidente. Anche se il loro rapporto artistico fu caratterizzato da divorzi e ricongiungimenti, Massimo Solieri rivestì un ruolo essenziale. C’è chi dice no, Canzone, Lo show sono solo alcuni dei brani composti dal chitarrista

Il primo 45 giri, inizia il viaggio tra sotto etichette e piccole case discografiche

Gli esordi furono anni difficili. “Non fu semplice trovare una casa discografica – spiega Massimo Poggini - Alla fine trovò l’accordo con una piccola casa, la Borgatti. Specializzata in liscio, valzer e tanghi, dovette creare una sotto etichetta, Jeans, per dare credibilità ad un emergente sconosciuto al di fuori dei confini dell’Emilia. Stamparono “Jenny è pazza” in poco più di duemila copie, molta strada era ancora da fare” Dopo “Jenny è pazza”, “Che cosa vuoi che sia una canzone”. Ma le cose non cambiarono molto. “Fu il produttore cinematografico Mario Rapallo, con la sotto etichetta Lotus, a dare spazio a Vasco. Siamo solo noi e Colpa d’Alfredo vendettero 20/30mila copie, un passo in avanti ma ancora poco per i tempi

Il primo Sanremo, per farsi conoscere

Uscire dai confini dell’Emilia per diventare una celebrità a livello nazionale era diventato il nuovo pensiero ricorrente nella mente del rocker di Zocca. “Se all’inizio fare il cantante era stato poco più di un gioco, Vasco era deciso ad ampliare i suoi orizzonti – sottolinea Marco Pagliettini - Si avvicinò al Festival di Sanremo dove andò inizialmente per farsi conoscere, in questo senso Vado al massimo colse l’obiettivo. Sempre più convinto che fosse la strada da percorrere, spese tutto se stesso nella musica e nella ricerca del successo

Ritorno a Sanremo, con Vita Spericolata diventa star

Ma fu l’anno successivo (1983) che successe qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la vita di Vasco. Si ripresentò al Festival di Sanremo, nonostante il disappunto di tutto il suo entourage. “Vasco sapeva di avere in mano una canzone strepitosa, di quelle che fanno la differenza” La canzone in questione è “Vita spericolata”, dall’album Bollicine. “E’ la canzone che gli cambia la carriera. E’ una delle canzoni più forti di Vasco, la sua canzone manifesto. Con Vita Spericolata diventa una star

L’esperienza del carcere, cambia la prospettiva di vita

Vasco crea un personaggio border line ed il personaggio gli rimane appiccicato addosso. “Si concretizza una totale identificazione tra persona e personaggio, Vasco si concede tutto – rimarca Marco Pagliettini - La carriera aveva ormai preso il volo, ma qualcosa sembrò porgli fine. 21 aprile 1984, Vasco viene arrestato con l’accusa di consumo di droga. A tirarlo in mezzo fu un pusher, per Vasco si aprirono le porte della prigione. Una esperienza decisiva, per l’uomo e per l’artista .“Ne esce cambiato, il carcere gli cambiò la prospettiva di vita

Un nuovo stile

Cambiò anche il rapporto con i suoi musicisti, da loro pretese un modo diverso di lavorare e confrontarsi con il pubblico. “Lui che aveva cantato e vissuto una vita spericolata, modificò il suo stile di vita e con essa quello musicale - aggiunge Massimo Poggini - Cercava una grande professionalità e la massima concentrazione da parte di tutti, compreso sé stesso

Cosa succede in città e Va bene così, sonorità e scritture più curate

C’è una crescita costante negli anni – osserva Marco Pagliettini - Se Vado al Massimo ha una decisa impronta rock, Bollicine è un disco molto più lavorato. Ma il disco che segnò la svolta è quello pubblicato dopo il carcere, Cosa Succede in Città. Un album con una sonorità ed una scrittura diversa rispetto agli album precedenti. Meno immediato, meno viscerale ma più curato negli arrangiamenti” Un passaggio deciso dal Vasco Rossi ruspante degli esordi ad un Vasco Rossi professionista. A sancire questo passaggio il live “Va bene così”, il suo primo live ufficiale. “Un vero spartiacque

Imola, la nascita del mito e la stagione dei grandi concerti

Il passaggio alla professionalità – prosegue Massimo Poggini - coincide con la progressiva crescita di pubblico” 20 giugno 1988 , il concerto di Imola consacra Vasco definitivamente. “Oltre 100.000 spettatori, sul palco e tra il pubblico l’atmosfera era fantastica. Vasco diede veramente tutto. E nacque il suo mito” Fu il preludio ad una nuova stagione, nella quale la dimensione live divenne sempre più preponderante. “Nonostante ottimi album come Buoni e Cattivi e Stupido Hotel”, precisa Massimo Poggini.

San Siro, feeling speciale

Con lo Stadio di San Siro, il feeling è speciale. “Sarà perché San Siro è un catino con gli spettatori a ridosso, ma presto divenne la sua casa. I suoi concerti erano autentiche messe cantate – sottolineano gli autori - Nonostante più volte abbiano cercato di ostacolarlo, sarebbe arrivato a farne sei nell’arco di un anno, nel 2019. Per un totale, ad oggi, di ben 29 concerti!”

Albachiara e Colpa d'Alfredo, Vasco si racconta tra fantasia e realtà

Oggi Vasco Rossi ha 70 anni, più di quaranta dei quali trascorsi su un palco a raccontare se stesso. “Di autobiografico nelle sue canzoni c’è molto. I suoi amori, le sue delusioni, le sue fantasie”, conferma Massimo Poggini. Come la celeberrima Albachiara. “Una ragazzina che ogni mattina vedeva dalla finestra andare a prendere il bus con i libri sottobraccio per andare a scuola è stata l’ispirazione di una delle sue canzoni più amate. Lo sarebbe stata ancora anni dopo per il brano Una canzone per te” Ma anche tanti momenti di vita realmente vissuti, storie realmente accadute. “Colpa d’Alfredo gira attorno ad una delusione per una serata finita non propriamente come se la sarebbe aspettata

Stupendo, dietro c'è la firma dell'amico Massimo Riva

Vasco non ha mai dimenticato la sua Zocca, seppure un giorno fu all'origine del brano "La noia". Ed oggi passa alcuni mesi dell’anno a Los Angeles, per staccare dalla pressione dei fans. Un legame che ha rivissuto sul palco, per anni, con l'amico Massimo Riva. "Vasco e Massimo erano cresciuti in quel di Zocca, nonostante non si frequentassero per via della differenza di età. In lui, Vasco vedeva in Massimo una sorta di fratellino minore. La sua scomparsa, quel tragico 31 maggio 1999, fu per lui un vero trauma” Umano ed artistico, alcune delle sue canzoni più belle portano la firma del chitarrista. "Stupendo, su tutte"

Vasco, oggi

Oggi Vasco continua a dare il massimo, anche se si concede ampi periodi di riposo, riflessione e letture anche impegnative – mette in evidenza Massimo Poggini – Persona di discreta cultura, fu vicino a conseguire una laurea poi mai presa per i sempre maggiori impegni lavorativi. Non so se, tornando indietro, rifarebbe la vita spericolata di un tempo" Una diversa maturità, attorno a lui la moglie Laura ed i figli. "Anche se di loro non ha mai raccontato granché nelle sue canzoni", aggiunge Marco Pagliettini. Ha trattatoconcludono gli autori - la vita nelle sue mille sfaccettature, ha raccontato il posto dell’uomo in questo mondo