La sensibilità di quest’ultimo periodo verso il cambiamento climatico è indispensabile, l’innalzamento delle temperature e il modificarsi delle stagioni stanno rendendo la vita difficile a chi vive e lavora nel mondo agricolo. Ad esempio i produttori di vino che sono i primi custodi del territorio e che fanno del loro meglio per preservare una natura in continua evoluzione si trovano a combattere per non perdere raccolti a causa di fenomeni atmosferici particolarmente intensi che vanno da grandinate improvvise e violente a periodi prolungati di siccità passando per temperature molto alte che rischiano di bruciare le uve a piogge esuberanti e insistenti in periodi anomali e alla mancanza della neve in inverno che protegge i terreni e crea riserve d’acqua per i periodi estivi.

Insomma essere vignaioli al giorno d’oggi non è facilissimo. Durante la giornata organizzata dal Consorzio tutela del Gavi cominciamo visitando la nuova sede in Via Goffredo Mameli 173 che si presenta in forma smagliante dopo una lunga ristrutturazione, nel piano interrato troviamo un grandissimo torchio d’epoca e dei quadri artistici che raffigurano momenti e paesaggi della denominazione del Gavi Docg oltre al magazzino dove vengono tenute tutte le bottiglie che ogni anno vengono etichettate con l’etichetta del consorzio.

Apro una parentesi proprio sull’iniziativa di etichettare ogni anno una bottiglia con l’etichetta del Consorzio Tutela del Gavi. Su di essa è rappresentata la principessa Gavia, la leggenda narrà che sia stata lei a dare il nome al borgo di Gavi. Nel ritratto l’impressione è quella di un abbraccio da parte della principessa a tutto il territorio come se volesse prendersene cura e proteggerlo. Il messaggio è veramente forte, diretto e dolce.

Ogni anno dal 2015 il Consorzio affida a una commissione AIS la valutazione alla Cieca (senza sapere di chi è il vino) delle campionature di tutti gli associati per valutare quale in quella singola annata rappresenta meglio le caratteristiche del Gavi. Una volta avuta la valutazione il consorzio in gran segreto compra le bottiglie dell’azienda premiata e le veste dell’etichetta del consorzio. La cosa bella è che non viene mai reso pubblico quale sia la cantina scelta ma da 9 anni non è mai stata la medesima questo a conferma che la qualità è molto alta e nessuna azienda prevale sulle altre.

Diamo qualche informazione numerica sul Gavi per toglierci un po' di curiosità:

972 d.c è l’anno al quale far riferimento per parlare della prima testimonianza di viticultura nelle terre del Gavi.

100% uve Cortese sono utilizzate per la produzione di Gavi Docg

95 i quintali di resa massima di uva per ettaro consentiti dal disciplinare

190 circa le aziende associate al Consorzio tra produttori, vinificatori e imbottiglitori

1600 gli ettari della denominazione Gavi

100 e oltre i paesi nel mondo dove viene distribuito

1993 l’anno di fondazione del Consorzio Tutela del Gavi

500 le famiglie impiegate e impegnate nella filiera produttiva

13.000.000 le bottiglie prodotte.

Finita la visita al consorzio, veniamo invitati nella sala panoramica all’ultimo piano per fare una Masterclass condotta da Gianni Fabrizio(Gambero rosso) e dall’agrotecnico Davide Ferrarese incentrata sulla longevità di questo vitigno e su come il clima stia influenzando le decisioni dei viticoltori.

Assaggiamo vini partendo dall’ultima annata (2023) fino a scendere alla 2013, un percorso lungo 10 anni che mette a confronto dei vini che provengono da terre bianche(calcaree) e terre rosse( argille e ossidi di ferro). I vini hanno caratteristiche molto differenti:

i primi sono molto più esili, verticali, freschi con profumi delicati,

i secondi sono più corposi e più complessi.

Parliamo della biodiversità, proprio per fare focus il consorzio ha installato in cinque vigneti stazioni meteo di proprietà e ha cominciato a fare grande monitorano su le fasi di germogliamento, fioritura, invaiatura, vendemmia e caduta foglie con l’aggiunta dal 2024 della raccolta dati del peso del legno di potatura. Cosi avranno informazioni specifiche sul microclima locale, maggior conoscenza del vitigno cortese e consapevolezza di ciò che accade in vigna.

I vini in degustazione sono:

Piccolo Ernesto: Gavi Docg del Comune di Gavi - Rovereto 2023

Tenuta San Lorenzo: Gavi Docg 2022

Marchese Luca Spinola: Gavi Docg del comune di Gavi – Carlo 2021

Produttori del Gavi: Gavi Docg del Comune di Gavi – CC 2020

La Raia: Gavi Docg Riserva - Vigna della Madonnina 2019

Tenuta San Pietro: Gavi Docg del Comune di Tassarolo – Il Mandorlo 2017

La Giustiniana: Gavi Del Comune di Gavi – Montessora 2016

La Mesma: Gavi Docg Riserva – Vigna della Rovere Verde 2015

Villa Sparina: Gavi Docg del comune di Gavi – Monterotondo 2013

Dopo i vari assaggi arriviamo alla conclusione che sicuramente il Cortese è un vino con potenziale di invecchiamento che arriva tranquillamente tra gli 8 e i 12 anni, ma influenza molto l’annata e se in fase di vinificazione e affinamento sono stati seguiti percorsi e tecniche pensate per la longevità, in quanto al giorno d’oggi ancora il 98,9% è prodotto per un consumo nel breve termine.

In oltre possiamo dire dopo il confronto che fortunatamente grazie alla posizione e al fattore territorio per ora la zona del Gavi non ha subito ancora uno sconvolgimento dato dal cambio climatico ma sicuramente i produttori ne sono coscienti e insieme al Consorzio di Tutela del Gavi si stanno adoperando per prevenire futuri bruschi cambiamenti.

Terminata la Masterclass ci spostiamo al ristorante Cantine del Gavi situato all’interno di un palazzo storico con affreschi sui soffitti e un arredamento molto centrato per mantenere un atmosfera elegante e ospitale. La sala dove pranziamo è caratterizzata da un bellissimo lampadario in vetro e cristallo colorato e da un altare presente nella stanza perché originariamente era una cappella dove veniva celebrata la messa per tutta la famiglia. Mi sembra doveroso menzionare questi dettagli perché tutto il paese è ricco di cenni storici e indipendentemente dal vino merita di essere visitato.

Mentre pranziamo è bello provare ad abbinare le diverse portate con i vini vestiti dall’etichetta istituzionale del consorzio. Fra i piatti è impossibile non citare il vitello tonnato, il riso al parmigiano reggiano 40 mesi e Gavi docg, il gelato fatto a mano con caramello salato e la focaccia che accompagna da inizio alla fine tutta l’esperienza. Proviamo le annate 2022 e 2021 e si nota subito come il bello di questo vino sia la sua versatilità a tavola. Apro un’altra parentesi proprio sulla versatilità. Il Gavi è prodotto in 4 versioni:

Tranquillo = 99% della produzione, secco, fermo, volume minimo 10.5%, bevuto giovane, profumato e mediamente intenso.

Spumante = di solito Metodo Classico, bolla fine e persistente, profumi delicati, permanenza minima sui lieviti 6 mesi, minimo 10.5%.

Frizzante = spuma fine ed evanescente, minimo 10.5%, quasi del tutto scomparso.

Riserva = dedicata ai Gavi da invecchiamento, almeno un anno di affinamento di cui almeno 6 mesi in bottiglia, rese più basse, tecniche di vinificazione mirate alla longevità. Naso ampio e corposo in bocca, aromi terziari, tanta freschezza e minimo 11%.

La giornata termina con la visita alla Tenuta La Giustiniana, dove abbiamo l’opportunità di vedere i vigneti e visitare l’interno della cantina storica. Ci accompagnano l’enologo Cristian Pomo e le sales manager dell’azienda. Azienda di proprietà dei viticoltori Magda Pedrini e Stefano Massone dal 2016 è stata portata ad un alto livello grazie al grande lavoro di ristrutturazione e ammodernamento che ha fatto focus sulla produzione di vini sempre più identitari. Dopo aver osservato le varie aree della tenuta abbiamo il piacere di fare un’altra piccola verticale provando le annate 2023-2018-2010 e riconfermando per la seconda volta che la longevità del Cortese non è assolutamente seconda a tanti altri vini più blasonati per questa caratteristica.

In fine mi sento di ringraziare dal profondo del cuore il Consorzio Tutela del Gavi col suo presidente che ci ha accolti e accompagnati per tutta la giornata, ringrazio Selvaggia e Chiara per il grandissimo lavoro di organizzazione e per averci coccolato e riempito di informazioni utili per capire fino in fondo questo bellissimo e in parte sconosciuto territorio ricco di eccellenze eno-gastronomiche. Un grazie a Gianni Fabrizio e Davide Ferrarese per la professionalità e l’accuratezza col quale hanno condotto la masterclass e per finire un grazie a Tenuta la Giustiniana per l’ospitalità e la visita accurata e accrescitiva.

Articolo a cura di Merati Luca

merati_wine su instagram