Ottava edizione di Wine & Siena, bellissima manifestazione che si svolge in piazza del Duomo dentro Santa Maria della Scala, un complesso monumentale con all'interno ci sono diversi musei. Tra le bellissime sale a volta ricche di affreschi sui soffitti e dipinti alle pareti si posizionano gli innumerevoli banchi d'assaggio dei circa 160 espositori che si sono ritrovati qui per presentare i loro vini premiati.

The WineHunter Award dà tre diversi premi:

il bollino rosso che giudica i vini dando un punteggio da 90 a 92,99;

il bollino oro che da un punteggio da 93 a 95,99;

il bollino platino che da punteggi che partono da 96 fino a 100.

La manifestazione è gestita sempre dall’organizzazione del Merano Wine Festival ma dal nord Italia si sposta nel centro del nostro bellissimo Paese e quest’anno ha riscontrato un enorme successo, cosa che indica che finalmente il terrore da luoghi affollati sta definitivamente tramontando e che il piacere di condividere torna a brillare.

Possiamo dire che condividere è la classica parola da abbinare al mondo del vino, basato sul regalare emozioni agli altri attraverso un prodotto che arriva dalla terra e che è motivo per molti di intraprendere e di comunicare come attraverso questo amore si salvaguarda anche il pianeta tramite le politiche Green, il basso impatto ambientale e il riequilibrare le emissioni di anitride carbonica con quelle di ossigeno. Quindi ecco perché vedere tutte queste persone che parlano con i produttori, i responsabili marketing e vendite, gli enologi e gli agronomi delle varie cantine per capire fino a fondo cosa c’è nel calice regala una certa serenità e positività per il futuro.

La manifestazione è aperta al pubblico per tre giorni, sabato, domenica e lunedi’ e al suo interno ci sono anche sale dedicate ad incontri che parlano di tematiche importanti come il climate change, come salvare le produzioni vinicole ad alto rischio, il modello di sostenibilità dell’Abruzzo e quello Neo Zelandese messi a confronto, il Farm food festival con la presentazione dell’evento a 360 gradi, le opportunità di Hospitality e Innovazione.

Oltre ai tavoli di confronto per le problematiche reali ci sono altri tavoli più leggeri dove si svolgono le tante masterclass dell’evento che si dividono sui tre giorni e che toccano diversi argomenti: alta langa, champaghe, rossi purosangue, riesling, bianchi del Friuli, il Chianti classico e le microzone.

Insomma questo evento da modo ad appassionati ed operatori di approfondire diversi tipi di vini attraverso il racconto di relatori di grande esperienza come ad esempio la Masterclass sui Rossi Purosangue dove una bravissima Carlotta Salvini ha guidato l’esperienza dando spazio ai produttori di raccontare e raccontarsi mentre lei faceva considerazioni e interventi interessanti che hanno aiutato i presenti a godersi davvero a fondo quest’esperienza.

Girando all’interno di Santa Maria della Scala mi fermo a parlare in molti banchi con i produttori o con chi rappresenta la cantina all’evento e ne escono diversi assaggi molto interessanti abbinati a ragionamenti sul vino davvero di gran formazione. Non c’è modo migliore di confrontarsi con chi questo mondo lo vive giorno dopo giorno sul campo.

Parlando di vino e senza voler far torto a nessuno posso dire che alcuni mi hanno colpito in particolar modo e alcuni assaggi mi hanno affascinato ed entusiasmato tanto da farmi seriamente pensare di passare in cantina da loro per conoscerli meglio. Entrando un po' nel dettaglio mi sento di menzionare questo gruppetto:

Azienda Uvamatris, arriva dal Piemonte, precisamente da Sala Monferrato, non è la prima volta che incontro Gabriele il produttore, qui ha portato un Metodo Classico 100% base Nebbiolo stratosferico con una beva formidabile e un acidità che lo rende unico ed estremamente vivo, porta anche un pasito muffato da uve Savignon Blanc che fa innamorare tutti e ovviamente non si può evitare di menzionare la mitica Barbera del Monferrato Docg che non delude mai.

Azienda La Travaglina dell’Oltrepo Pavese, il banco è capitanato da Stefano, commerciale e tutto fare quando è in azienda, si occupa delle visite e da una mano sia in cantina che in vigna. Si presenta con un Metodo Classico di Pinot Nero Rosè che fa 10 anni sui lieviti prima di essere sboccato, bassissimo residuo zuccherino e una bolla finissima e ancora molto viva, poi mi colpisce la verticale di Cortese che porta 2019-2017-2014 e cosi mi rendo conto del gran potenziale di questo Vitigno. Non manca un Pinot nero dalla spezia intrigante!!

Azienda Claudio Mariotto, qui c’è Simone che è commerciale della cantina ma anche un vero autoctono piemontese, cresciuto li insieme alle vigne di Timorasso, pochi meglio di lui saprebbero parlare dei vini che producono. Assaggio i tre diversi Derthona Timorasso dei tre cru differenti portati in degustazione e rimango piacevolmente sorpreso dalla grande identità e dal potenziale di questo vitigno che era quasi andato perso..

Azienda Mirabella della zona Franciacorta, famosa per le bollicine in tutto il mondo, qui mi fermo a parlare con Marta, la loro Export Manager e una donna molto caparbia e preparata che conosce perfettamente la cantina e i suoi vini e che attraverso lo story telling sa trasmettere le qualità del suo prodotto e invogliare le persone ad assaggiarlo. Provo un loro Franciacorta Rosè che fa 36 mesi sui lieviti, bella bolla, naso intrigante, lascia la bocca pulita e un finale lungo e piacevole.

Azienda I Greppi, siamo in toscana nella zona di Bolgheri, al banco conosco Marco il loro marketing Manager, un uomo che mi colpisce subito per la sua pacatezza, la sua tranquillità e il sorriso di chi sul tavolo invece del vino ha dei lingotti d’oro… mi fermo a fare due chiacchere e ad assaggiare i due vini portati in degustazione. Il Greppicante e il Greppicaia che sono due vini a basa Cabernet Franc e Sauvignon e Merlot. Gli dedico uno spazio in particolare perché è una delle poche aziende che propone un vino perfettamente armonico, dove naso e bocca sono equilibrate e nonostante la potenza del Cabernet è tutto perfettamente integrato, la nota vegetale delicata e non marcante ed il legno non invasivo nonostante le Barriques. Ora il sorriso da lingotto lo capisco pure io.

Azienda Tenuta Casabianca, siamo sempre in Toscana e parlando con i produttori mi rendo conto di che zona meravigliosa sia quella dove è stato piantato il vigneto e di quanto per loro sia importante la salvaguardia del territorio. Si parla di un livello di sostenibilità aziendale molto alto e di vini che solo bevendoli si capisce quanto sia buono un vino non costruito ma solo prodotto col cuore e con tanta esperienza. Assaggio il loro Rosè di Cannaiolo, il loro Cannaiolo rosso in Purezza e capisco che questo vitigno deve assolutamente essere rivalutato.. Poi provo un Chianti colli Senesi davvero di gran qualità e mi innamoro di questa cantina che prima non conoscevo.

Termino elencando questi assaggi che mi hanno colpito e che mi hanno stupito. Torno a casa con una bellissima esperienza sulle spalle e con la conferma che il Wine & Siena è una manifestazione di tutto rispetto che merita più luce e più notorietà. Organizzazione ottima, location da favola, città ben predisposta all’accoglienza e un clima dentro alla manifestazione di serenità e condivisione rendono questo evento un vero successo.

A cura di Merati Luca

merati_wine su instagram