Dici Veronica Perseo e subito pensi alla Sardegna e a Lady Gaga. Ma lei, 26enne bellezza isolana da poco sbarcata a Milano, ha un sogno ancora più grande, riempire uno stadio («Esiste un palco un po’ più piccolo di San Siro?») al ritmo della sua musica.

Veronica, ma lei è tutto musica e basta o fa anche altro nella vita?

«Il mio quotidiano è incentrato su quello, certamente. Pensi che gli amici mi dicono che non riesco a distinguere nemmeno lavoro e passione... ma non posso farci nulla, mi piace e non ne sono mai sazia».

Ma lei è anche una grande chiacchierona...

«Diciamo che sono una persona che ama tantissimo parlare con gli altri. Mi piace interagire e spesso mi capita di parlare con sconosciuti, su una panchina o nella metropolitana, creando subito empatia. Penso che conoscere le storie altrui sia bellissimo e sia fonte d’ispirazione, l’ho fatto anche quando sono stata a New York...».

Altro?

«Amo coccolarmi con disegni, letture, meditazione e viaggi, infatti vivo più in aereo e treno che a casa. Però tutto ruota sempre attorno alla musica».

Dalla Sardegna a Milano, spostamento traumatico? 

«Direi di no. Mi sono trasferita a settembre, perché purtroppo non mi sono sentita nel posto giusto dove poter concretizzare i miei sogni e le mie aspirazioni musicali. Forse non ho scelto il periodo migliore, ma la città mi piace tantissimo, è piena di stimoli, di possibilità. Io abito in zona Navigli, però mi piace tantissimo uscire da sola, andare in Duomo, al Castello Sforzesco... insomma, vivere la città».

Il suo ultimo brano s’intitola ‘Ricomincio da me’: perché questo titolo? 

«L’ho scelto perché descrive in tre parole quello che è un percorso avvenuto dopo una crisi, un momento di down pesante, in cui l’unico modo per ripartire e tornare a galla era ricominciare da qualcosa. Un punto di partenza nuovo, che ho scoperto essere io. E senza farlo apposta mi sono resa conto che di fatto il mio percorso aveva a che fare con quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo ancora oggi, causa pandemia».

La sua è un’opera nata in Sardegna però

«Così come il videoclip. È una canzone arrivata in un momento in cui stavo davanti al mare, in un periodo in cui stavo morendo dentro. Non volevo compiere un gesto brutto, ma avrei voluto entrare in acqua e sparire. Ed è proprio in quel momento che è arrivata la melodia della canzone. Sono tornata a casa ed era lì, in meno di un’ora, velocissima, un accordo dietro l’altro. E lì ho capito: ogni volta che cado, l’unico punto da cui ripartire sono io, dobbiamo amare noi stessi». 

Quanto descrive racconta di una sua fragilità interna

«E’ vero, sono fragile, ma è anche la mia forza; e voglio condividere questo con altre persone. E per concretizzare le mie parole ho sentito la necessità di buttarmi nell’acqua congelata della mia Sardegna per lasciare a questo mare, al quale affido le mie domande e le ferite, la purificazione della mia anima».

Faceva freddo?

«Era il 28 dicembre e sono scesa a cinque metri di profondità, stavo per morire (ride, ndA)».

La Sardegna cosa significa per lei? 

«E’ una terra che ho apprezzato tardi; prima non vedevo l’ora di andarmene. E poi, quando perdi una cosa, ne comprendi il suo valore. Cagliari è piccola ma ha tutto, è una città tranquilla e, in generale, so che sarà sempre il mio porto sicuro. Non ho coltivato come avrei voluto le tradizioni e mentre prima non mi sentivo sarda, ora sono contenta di esserlo, perché sono figlia del mare». 

Cosa le ha lasciato Tale e Quale del 2019? 

«E’ stara un’esperienza della quale ancora oggi, a due anni di distanza, ringrazio. Sono stata travolta da un uragano, l’ho vissuta con paranoia e panico. Però sul palco mi sono sentita a casa, ho trovato il mio posto nel mondo. E lì sono cambiata a livello artistico ma anche personale, perché oggi non ho più dubbi su chi sono, cosa voglio fare e cosa voglio essere. Sapere di poterci tornare è il regalo più bello del 2022».

A quando l’appuntamento?

«Il 29 gennaio. Torno gareggiare contro altri vincitori, sarò sempre Lady Gaga e canterò sempre Shallow. Ma questa volta la vivrò in modo differente, senza paranoie e con più coscienza».

Cosa pensa dei reality: aiutano nella carriera o sono un male? 

«Sono vetrine magnifiche per gli artisti, accedervi è tanto difficile ma serve. Si può fare anche a meno ed io ne sono l’esempio, ma è comunque un’attività incredibile. Arrivasse, non li rifiuterei, hanno un valore inestimabile».

Il sogno nel cassetto di Veronica Perseo?

«Potere un giorno doppiare un film Disney, mi piacerebbe tantissimo. Ma questo è il sogno piccolo, quello grande è riempire un palco e vedere tutto il pubblico che canta una mia canzone; perché sono cresciuta con un vuoto dentro di me che non ha spiegazione e solo quando canto non lo sento».