Quando si pensa al tortellino non può che venire in mente un piatto di brodo fumante, in cui sono immersi questi simpatici anelli di pasta ripiena, gustosi e soffici.

A nessuno, a meno che non sia della zona, verrebbe in mente una ricetta dei tortellini fritti o una frittata di tortellini, ad esempio.

Beh, se quest’ultima è pura invenzione e non sappiamo se da qualche parte nel mondo qualcuno abbia provato a ridurli in frittata, sui tortellini fritti c’è molto da dire, perché appartengono anche loro alla vecchia scuola e vengono consumati sotto forma di aperitivo o street food.

Eppure non è l’unica ricetta che vede l’impiego di tortellini in modo alternativo a quello tradizionale. Quali siano i migliori è difficile dirlo, perché molto dipende dal gusto personale. Certo, i puritani opteranno per la versione classica, mentre i pionieri ne proveranno altre, di ricette.

Il tortellino in brodo, classico intramontabile

È inverno, fuori piove a dirotto, fa freddo e si desidera solo affondare sul divano in attesa di assaporare un buon brodo caldo, il comfort food per eccellenza, magari con dei saporitissimi tortellini.

Non è un sogno, molti ne consumano ogni giorno in grande quantità, soprattutto se ci si affaccia in quel di Bologna e dintorni.

La storia dei tortellini è molto particolare. La versione ufficiale li vuole come piatto povero di riciclo, in cui veniva impiegata la carne avanzata dalle tavole dei nobili bolognesi o modenesi.

La leggenda ci racconta, invece, una versione più romantica, che ha come protagonista un giovane locandiere, innamorato di una sua ospite, al punto da spiarla dal foro della serratura. Pare che avesse trovato l’ombelico della donzella talmente affascinante, da riprodurlo in cucina sotto forma di tortellino.

Quel che è certo è che il tortellino, in quel di Bologna, è un affare serio, al punto da prevede un vero e proprio disciplinare depositato alla Camera di Commercio del capoluogo, che indica, passo dopo passo, la ricetta originale.

I tortellini in versione trasgressiva

Pensare di scostarsi dalla preparazione originale, per dare nuovi sapori a questo involucro di pasta all’uovo ripiena, suona tanto come un’eresia.

Non è solo una questione di legame e attenzione alle tradizioni, quanto di oltraggio a un mostro sacro della cucina italiana. Eppure, a discostarsi dalle ricette tipiche, si possono scoprire gustose sorprese e rendere un piatto rigido, al punto da essere inquadrato in un disciplinare, in una veste più smart e versatile.

Il tortellino fritto ne è un esempio più che lampante, perché ha trasformato il piatto principale del giorno di Natale in un irriverente aperitivo da strada. Certo, la sostanza non cambia granché, il tortellino resta sempre tortellino, quel che cambia è la modalità di cottura.

Immersa in brodo di cappone o manzo, in versione old style, o in olio bollente, in versione moderna. Quale che sia la più gustosa è difficile a dirsi, perché se è vero che fritta è buona anche una ciabatta, riuscire a mantenere inalterata la tradizione, rivisitandola in chiave giovane e moderna, è un lavoro da maestri.