È passato qualche decennio da quando il sociologo e scrittore Roger Caillois ha pubblicato una delle sue opere più importanti, I giochi e gli uomini: La maschera e la vertigine. Da allora sembrerebbe che certe idee abbiano messo radice, visto che si sente spesso parlare di attività ludiche in senso positivo. Tuttavia il gioco resta circondato dal discredito in molti ambienti, ancora oggi, in piena epoca digitale. 

I regimi contro il mondo del gioco: cosa è cambiato oggi

Nel 1980 ad esempio, in Iran, Khomeini proibiva il gioco degli scacchi, mentre nell’ex URSS l’anno successivo venne sferrato un altro duro attacco ai giochi di carte, “divertimento di snob e fannulloni d’altri tempi”. Secondo la stampa sovietica dell’epoca, i giocatori non guardano il paesaggio, non osservano il mare, non perdono tempo dietro altre sciocchezze. I giocatori amano solo il gioco delle carte, rinunciando a leggere un buon libro, a visionare un film e ad andare a teatro. Dedicano il loro tempo libero esclusivamente al gioco, invece di pensare, osservare, leggere e farsi una cultura. Ora simili riferimenti ai regimi teocratici e totalitari dell’Iran e dell’Unione Sovietica, potrebbero risultare eccessivi e un po’ volgare, ma tuttavia ci forniscono un chiaro esempio e un documento storico di rilievo che si sposa con la tesi secondo cui il mondo del gioco è circondato dal discredito a livello sociale.

Quali sono gli aspetti che rendono il gioco un Taboo

Questo non riguarda esclusivamente il circuito del gioco d’azzardo come il metodo roulette, ma ogni tipo di ambito e di contesto del gioco, dalla canasta al bridge, ai circoli sociali dove viene organizzato un torneo di briscola, tanto per fare un esempio popolare e di natura pratica. In effetti è circondato dal discredito anche chi si occupa di giochi, fino ad arrivare a chi se ne occupa per studio, a livello accademico, analizzando i giochi esclusivamente sotto un contesto di natura fenomenologica. 

Nel 2022 la critica al mondo del gioco, in ogni forma e stile, è diventata una prassi, come se questo tipo di svago sia alla base del male di vivere della società odierna. Prendendo l’esempio del docente di Oxford, Michael Dummett, professore di logica, si è interessato e occupato anche di tarocchi, fino ad arrivare a scrivere due testi di natura accademica sulla funzionalità delle carte. Naturalmente la realizzazione di questi libri è stata oggetto di critiche severe, dato che lo studio dei tarocchi viene considerato una perdita di tempo in contesti di tipo universitario e accademico. Un pregiudizio che per lungo tempo ha accompagnato anche altri ambiti come la canzone popolare, i videogiochi, il settore della moda, considerati per lungo tempo privi di un’importanza culturale evidente, ma semplici esempi di industria e di mercato funzionale per la richiesta delle masse. 

Il pregiudizio verso il tema del gioco

Il pregiudizio verso il tema del gioco tuttavia ha assunto livelli che non sono paragonabili con altri contesti, dato che attorno all’aspetto ludico c’è un pregiudizio morale, come sostenevano appunto i regimi sovietici e quello iraniano. Si arriva infatti a proibire il gioco, a vietarlo e a ostracizzarlo come pratica da ripudiare. Non è un caso se alcuni giochi abbiano spesso anche nomi che sono discriminanti, si pensi ad esempio al gioco del Ciuccio, con le carte da gioco napoletane, al solitario inglese che si chiama Idiot ’s Delight, fino ad arrivare al russo Durak, che vuol dire appunto scemo, gli esempi si sprecano in una dimensione di giochi di carte e di natura ludica.

Possiamo quindi affermare e sostenere che giocare e interessarsi di giochi significa affrontare deliberatamente, un preciso, persistente discredito, scegliendo di essere scemi “alla russa” o se preferite idioti all’inglese, piuttosto che leggere impegnativi libri o visionare film d’autore. Eppure quando siamo ormai arrivati al 2022 gli studi sul mondo del gioco, dal gambling ai videogames, sono diventati sempre più numerosi, a testimonianza che si tratta di un argomento di indubbio valore e di interesse, perfino in ambito accademico. Si pensi ad esempio a materie come la scienza statistica, la logica, la matematica e più in generale alla sociologia e all’antropologia, tutte discipline dove il tema del gioco è un tratto ricorrente che spesso viene utilizzato come espediente per dimostrare una tesi piuttosto che un’altra. Tuttavia anche se alcuni pregiudizi sembrano essere crollati, ancora oggi ci sono intellettuali e pensatori che sostengono che il mondo del gioco debba essere screditato.