Forse non tutti sanno che dietro al mondo del vino ci sono gesti, movimenti, idee e usanze che sono decisamente storici e che con se si portano un alone di romanticismo, poesia e mistero. Intorno alla vite , all’uva e al vino nascono innumerevoli civiltà, in presenza di un calice di vino sono stati stipulati patti importanti e prese decisioni storiche... Insomma riguardo a questa bevanda e a questo frutto ci sono davvero molte cose da dire, molto da comunicare e serve qualcuno che sappia trovare la giusta chiave di lettura per poter liberare il potenziale del racconto e renderlo accessibile a tutti usando la giusta ritmica che faccia appassionare amanti del genere e neofiti che vogliono approcciarsi a questo mondo. E’ proprio riflettendo su queste parole che quando ho conosciuto Pietro Sangiorgio mi sono reso conto di essere difronte alla persona giusta che rappresentava perfettamente quella figura unica e speciale che può attraverso la sua narrativa ammaliante e perspicace arrivare dritto alle persone e coinvolgerle creando in loro un senso di interesse verso il mondo del vino.

Intanto cerchiamo di capire chi è Pietro e che cosa lo caratterizza, a tal riguardo durante la nostra intervista alla mia domanda “chi è Pietro?” la sua risposta è stata: "In realtà non lo so ancora, quello che so è che sono un gran ricercatore di bellezza e intorno ad essa ho sempre incentrato la mia comunicazione. Ho trovato nel vino la forma attraverso la quale si esprime meglio questa mia ricerca e da allora non ho più smesso di comunicarlo".

Pietro fin dal liceo come prima passione ha sempre avuto la letteratura e in particolar modo la poesia che nonostante non sia più in uso come una volta a lui permette di esprimersi in modo vibrante e intenso segnando in particolar modo il suo stile di comunicazione, la ricerca della profondità nel messaggio diventa una priorità. Verso la fine del liceo affronta una crisi caratterizzata dal pensiero che le materie studiate non gli trasmettessero più un messaggio forte e intenso e allora proprio quando sta per decidere di mollare tutto nell’estate della terza superiore viene mandato da Milano in Valle d’Aosta per fare un esperienza nella ristorazione e questo gli cambia la vita. Si accorge che nel servizio e nella comunicazione del cibo si nasconde tantissima poesia e si innamora tanto da farlo tutte le estati fino alla fine del percorso scolastico. Arriva il momento di prendere una decisione importante, il primo passaggio che segnerà in modo impattante il suo futuro: il percorso universitario.

Ovviamente se avesse seguito la logica la scelta sarebbe ricaduta su un percorso di letteratura, ma l’esperienza del ristorante ha acceso in lui la fiamma del dubbio e perciò cercando fra gli indirizzi di agraria trova anche scienza della ristorazione e in particolar modo enologia. Prende allora questa decisione di pancia e si iscrive. Prima di cominciare fa uno stage nel Chianti Classico che al contrario delle aspettative gli fa aprire gli occhi e si rende conto che la facoltà scelta è molto tecnica e un po' slegata dal mondo del vino e per non staccarsi troppo dalla sua passione di comunicatore si iscrive ai corsi AIS per Sommelier portando a termine tutti gli step e superando alla grande l’esame finale, finendo questo percorso in parallelo a quello universitario.

Per la serie la passione ti permette di fare cose impensabili, mentre studia enologia, fa il percorso AIS, non smette di lavorare per i catering cosi da mettere in pratica tutti gli insegnamenti e migliorando sempre di più il suo stile di comunicazione e di presentazione di cibo e vino.

La passione fa si che Pietro si renda conto della grande richiesta di personale per eventi dedicati a cibo e vino nell’area di Milano e crea una sua squadra personale di ragazzi universitari che gestisce e forma al servizio. Con questo percorso le sue doti di comunicatore continuano a migliorare. Poi l’esperienza che cambia tutto, viene invitato a un viaggio in Francia che passa attraverso diverse zone vitivinicole e termina al Wine Expo di Bordeaux con un gruppo di viaggio di gran livello: Giacomo Satta, Paltrinieri, Camillo Favaro e Fabio Motta. Pietro nel gruppo era il più giovane e il meno esperto di vino, ma quest’esperienza gli apre un mondo nuovo, quello dei vini con un po' di anni sulle spalle. Assaggiare vini più vecchi gli fa scoprire come l’evoluzione di una bottiglia sia qualcosa che può stregare, affascinare e nel momento della degustazione sbalordire e commuovere.

Tornato dal viaggio comincia a comprare qualche bottiglia d’annata. La ricerca di quest’ultime lo porta a partecipare ad un evento a Torino alla casa d’aste Bolaffi, dove un incontro fortuito gli permette di ricevere un offerta di lavoro interessantissima. Poco dopo si trasferisce a Torino e comincia a lavorare nel reparto vino della casa d’Aste piemontese. Per tre anni continua a lavorare da loro imparando tantissimo ma a 23 anni quel posto gli stava stretto in quanto si rende conto che stava diventando un esperto di prezzi e non di vini.

Tornato a Milano si iscrive al Master ALMA AIS per aumentare la propria conoscenza e la propria professionalità portando a termine questo percorso dove ha la possibilità di apprendere da importanti figure del mondo del vino e di confrontarsi con esperti, appassionati e professionisti. Alla fine di questo percorso rimane in ottimi rapporti col direttore della scuola col quale tutt’ora mantiene una collaborazione presenziando ad alcune lezioni per i ragazzi della facoltà insieme ad un carissimo amico, Stefano Berzi (miglior Sommelier d’Italia 2022).

Le coincidenze della vita lo portano a rincontrare proprio in quel periodo un amico appassionato di gioielli, monete rare e orologi che gli propone di aprire un azienda insieme incentrata sulla vendita di beni di lusso o meglio dire alla vendita di oggetti che hanno una bellezza specifica e quindi nasce Dives, azienda dedicata alla ricerca di beni esclusivi e di oggettiva bellezza che poi vengono venduti a chiunque ne sappia apprezzare la storicità ed il valore. Ovviamente Pietro gestisce la parte dedicata al mondo del Vino di qualità e di annata. Menziono il vino di annata perché è una sua grande qualità quella di saperlo raccontare e di fare una selezione chirurgica per poter offrire prodotti di alta qualità nonostante non sia facile conservare bottiglie con molti anni sulle spalle. Il suo segreto oltre alla minuziosa osservazione in fase di acquisto è la conservazione che può garantire grazie ad un caveau sotterraneo a temperatura e umidità controllata che permette alle bottiglie di rimanere in splendida forma evolvendo nel giusto modo.

Il concept di Dives è quello di credere che chi ha del buon gusto per monete antiche, orologi di classe, abbigliamento di qualità possa avere l’esigenza anche di una bottiglia di vino perfetta per determinate occasioni, che sia una bottiglia di tiratura limitata, di un annata in particolare, di una zona vitivinicola specifica, la possibilità di trovarla da loro è molto elevata. Per avere un idea o per contattare l’azienda basta andare sul sito www.divesmilano.com dove a disposizione ci sono i vari contatti e un ulteriore spiegazione di chi sono e cosa fanno.

Pietro nonostante i soli 28 anni di età ha già una grande esperienza nel mondo del vino vintage e non, oltre ad una cultura elevata delle varie zone vitivinicole italiane e del resto del mondo. Vanta il titolo di miglior Sommelier AIS della Lombardia 2022 e si è posizionato tra i primi 10 nella competizione Nazionale per miglior Sommelier AIS dello stesso anno. Posso solo aggiungere che conoscendolo non è una persona statica e quindi son sicuro che sentiremo ancora parlar di lui nelle future competizioni.

Pietro mentre parliamo spesso fa riferimenti a cenni storici, momenti culturali, movimenti letterari e anche durante l’intervista le sue doti di grande comunicatore escono e si mettono in bella mostra, la cosa affascinante è che in lui non c’è neanche un accenno di presunzione e ogni suo racconto o aneddoto appassiona e stupisce lui stesso per primo, rendendo il momento unico e speciale, per chi lo ascolta… Ho assistito a delle serate a tema condotte da lui e oltre ai vini bevuti quello che mi è rimasto sempre impresso è che quando chiudo gli occhi rivedo le immagina che Pietro mi ha disegnato nella mente durante la narrazione delle diverse storie che hanno portato ad avere quel determinato vino fatto in quel determinato modo. Questo mi fa capire che la sua comunicazione è veramente tridimensionale e appassiona e coinvolge.

Ci sono anche dei progetti per il futuro non troppo lontano molto interessanti, si parla dell’apertura di un enoteca con una selezione di vini di qualità con un prezzo alla portata di tutti, in modo da poter avvicinare il consumatore medio a vini interessanti e da incentivare l’interesse verso questo mondo che in Italia è ricco di eccellenze.

Per concludere voglio ringraziare Pietro per il tempo che ci ha dedicato e per essersi raccontato onestamente e senza censure. Torno da questa esperienza arricchito da un confronto con una persona di alto livello culturale, un giovane che farà parlare di se e che svecchia un mondo che l’immaginario collettivo limita a persone sopra i 40 anni mentre nell’ultimo periodo sempre più giovani ci si stanno avvicinando. Dobbiamo ringraziare proprio persone o meglio comunicatori con fare da poeti maledetti come Pietro che stanno cambiando le cose passo dopo passo.

A cura di Merati Luca

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