Ambra pesava 105 kg. Oggi, dopo un anno dall’intervento di gastroplastica endoscopica (ESG), ha perso 35 kg. Erano tante le difficoltà quotidiane da sopportare: si sentiva osservata in metropolitana, al centro commerciale e al supermercato, tendeva a nascondersi con l’abbigliamento e pure una semplice passeggiata poteva essere difficoltosa. Soffriva di una obesità patologica fin dall’infanzia che a soli 32 anni aveva già compromesso la sua salute.

“Dopo un bendaggio gastrico non andato a buon fine, due gravidanze e non volendo affrontare un trattamento chirurgico , ho trovato la strada giusta e ho deciso di sottopormi ad un intervento endoscopico e affidarmi ad un gruppo di specialisti. Il mio percorso non è ancora terminato, ma oggi posso andare in giro senza sentirmi gli occhi degli altri puntati addosso, sono più sicura di me anche nelle relazioni interpersonali, non temo più il giudizio. Oggi mi sento più libera, ho ripreso possesso della mia vita", commenta Ambra.

Quella di Ambra prima dell’intervento è la storia che potrebbe raccontare uno tra i milioni di persone che soffrono di obesità e obesità severa (definita da IMC>35 e presenza di comorbidità e IMC>40 rispettivamente). Per l’OMS l’obesità è infatti molto più di una pandemia. Parliamo di una patologia che affligge il pianeta da oltre quarant’anni e non accenna a diminuire. Solo in Europa interessa il 59% della popolazione adulta e ad essa si associano 1.2 milioni di decessi/anno1. La situazione italiana è in linea con quella del Vecchio Continente: il 56% degli adulti presentano sovrappeso o obesità1.

“L’obesità purtroppo sta esplodendo perché si sono modificate le abitudini alimentari, bambini e adulti si muovono meno. È una malattia dietro la quale si celano una serie di problematiche di salute e sociali che solo chi l’ha vissuta da vicino è in grado di comprendere. Occorre agire prontamente una volta riconosciuta la malattia, in modo tale da agevolare i percorsi di cura destinati soprattutto ad i pazienti con obesità di medio grado che purtroppo ad oggi, differentemente dai pazienti con obesità grave, devono sostenere interamente a loro carico tutti i costi associati alle visite mediche e ai farmaci”, dichiara Iris Zani, Presidente di Amici Obesi Onlus.

L’obesità non è il risultato di una cattiva gestione della propria alimentazione e/o di uno scorretto stile di vita, ma una patologia multifattoriale definita da un'eccessiva adiposità a cui sono correlate numerose altre malattie croniche (come ad esempio diabete, insufficienza cardiaca, ipertensione). Alle comorbidità cliniche si aggiungono anche importanti ripercussioni a livello psicologico, come la perdita di autostima e sicurezza, l’auto-isolamento e, nei casi più gravi, la depressione.

L’obesità è una malattia cronica e invalidante che, come tale, dunque va trattata. Solo una presa in carico complessiva del paziente e un approccio multidisciplinare, personalizzato sulle esigenze del singolo, possono migliorare la qualità di vita dell’adulto che soffre di obesità. Ciascun paziente deve quindi essere avviato e seguito lungo un percorso su misura, in relazione alla sua storia clinica e al grado di obesità, ma anche alle sue necessità. L’approccio terapeutico consiste nella riduzione del peso corporeo, da effettuarsi sotto stretto controllo medico, seguendo un’alimentazione corretta, effettuando un regolare programma di attività fisica e adeguato alle proprie possibilità. In alcuni casi può essere raccomandato anche l’approccio chirurgico ed endoscopico. Nonostante l'urgenza del problema, solo l’1% dei pazienti idonei si sottopone all’intervento di chirurgia bariatrica. Tra i motivi indicati dagli stessi pazienti spiccano la paura dell’intervento in sé, delle cicatrici, del complesso decorso post-operatorio.

“Oggi la chirurgia bariatrica in Italia conta più di 30.000 procedure l’anno ed offre la possibilità , se eseguiti seguendo le linee guida, di numerosi interventi efficaci nel ridurre il peso, le complicanze ad esso associate e mantenere nel tempo il calo ponderale raggiunto. – commenta il Dottor Marco Antonio Zappa Direttore U.O.C Chirurgia Generale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano e Presidente Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Mataboliche (SICOB) - Proprio l’evoluzione della tecnica e la ricerca continua da parte dei chirurghi bariatrici di soluzioni sicure ed efficaci vede, ad oggi, anche la possibilità di tecniche endoscopiche come la gastroplastica endoscopica (ESG) che, se eseguita in un contesto di multidisciplinarità e secondo le linee guida SICOB, può rappresentare una valida opzione terapeutica per il paziente obeso, specie nei soggetti che rifiutano l’approccio chirurgico

L’ESG è una procedura endoscopica che utilizza un sistema di sutura endoscopico (OverStitch) per ridurre il volume dello stomaco di circa il 70-80% in modo analogo alla procedura chirurgica, ma senza incisioni e cicatrici. Consente ai pazienti di sentirsi sazi con meno cibo e più a lungo, e di ottenere una perdita di peso clinicamente significativa.

Il sistema di sutura endoscopica OverStitch ha recentemente ottenuto il marchio CE specificamente per la gastroplastica verticale endoscopica (ESG). Si tratta del primo e unico dispositivo autorizzato specificamente per la ESG secondo i nuovi criteri del marchio CE. I risultati dello studio clinico randomizzato MERIT sull'efficacia e la sicurezza della procedura sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet nel luglio 20222.