Il nuovo paradigma per la misurazione delle emissioni di CO2 delle auto private è finalmente arrivato: sostenibile, equo e inclusivo. Non più basato sulla classe Euro del motore, ma sulla rilevazione del comportamento specifico del singolo veicolo. Questa è la visione del The Urban Mobility Council (TUMC), il Think Tank creato nel 2022 dall'intraprendente Gruppo Unipol. La presentazione è stata fatta in un luogo significativo del potere, il Parlamento Europeo di Bruxelles, da Matteo Laterza, AD di UnipolSai, e Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, e sono stati ospiti dell’On. Giuseppe Ferrandino (Renew Europe).

La presentazione ha visto anche la partecipazione dell’On. Maria Veronica Rossi, membro della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, l’On. Massimiliano Salini, membro della Commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo, l’On. Patrizia Toia membro della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo, e Dario Dubolino Policy Officer, Commissione europea, DG MOVE.

Questa iniziativa del TUMC arriva in un momento cruciale per la politica sulla mobilità, poiché segue l'approvazione delle ultime due proposte legislative del pacchetto “Fit For 55%1”. Una svolta epocale verso una più sana, equa, e sostenibile mobilità. In occasione della COP 28 e della Giornata dei trasporti dell'UE, un'interessante proposta è stata presentata al Parlamento europeo per contribuire al dibattito sulla lotta al cambiamento climatico. La proposta tiene conto degli effetti sociali dell'elettrificazione dei veicoli e si basa sui risultati della ricerca E-Private Mobility Index2, realizzata dal prestigioso Politecnico di Milano. Secondo questa ricerca, circa il 70% delle auto a motore endotermico non potrà essere sostituito da un'auto elettrica nei prossimi anni, a causa di problemi di autonomia, costi di produzione e di vendita, ricariche, etc. Ma c'è ancora molto da fare e il pacchetto legislativo presentato dall'Europa per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 rappresenta un importante primo passo. E voi, siete pronti a fare la vostra parte per proteggere il nostro pianeta?

In questo innovativo contesto di convivenza tra auto elettriche e a motore endotermico, la ricerca "Greenbox: il potere della telematica per un'eco-sostenibilità rivoluzionaria" ha fatto emergere dei risultati sorprendenti. Infatti, non tutte le auto Euro 4 sono destinate alla rottamazione e nemmeno tutte le Euro 6 sono all'altezza delle aspettative.

La ricerca si basa sull'analisi di un campione di 3.000 veicoli immatricolati in tutta Italia nell'anno 2022. I veicoli sono stati divisi in tre classi uguali di 1.000 auto ciascuna, appartenenti ai motori Euro 4, Euro 5 ed Euro 6. Le analisi sono state effettuate su percorrenze medi-alte ( >15.000 km/anno), sia dentro che fuori dalle zone metropolitane per garantire un'analisi significativa.

Dai risultati del campione di 1.000 veicoli Euro 4 e 1.000 Euro 6 (la classe peggiore e quella migliore di questa ricerca), risulta chiaramente che le emissioni medie totali effettive di CO2 per anno degli Euro 4 (4.350 kg) sono superiori del 20% rispetto a quelle degli Euro 6 (3.650 kg). Tuttavia, è importante sottolineare che confrontando le emissioni effettive (e non solo le medie) dei 1.000 veicoli Euro 4 ed Euro 6, i risultati non sono così ovvi. In conclusione, Greenbox dimostra che la sostenibilità non si limita all'età del veicolo o alla classe di emissioni Euro, ma dipende anche dal comportamento del conducente e dall'utilizzo veicolare.

Risultati recenti dimostrano che il 26% dei veicoli Euro 4 emette meno CO2 rispetto ad un gruppo di veicoli Euro 6. Tuttavia, la differenza è ancora più evidente se si considera un confronto tra un veicolo Euro 6 ad “alte emissioni” e uno a “basse emissioni” Euro 4: il primo emette fino a 6 volte più CO2 rispetto al secondo. Ma il problema non si limita a questo. Se analizziamo in dettaglio solo le percorrenze urbane, un veicolo Euro 6 ad “alte emissioni” emette fino a 10 volte di più rispetto ad un veicolo Euro 4 a “basse emissioni” nelle stesse condizioni.

È chiaro che l’impatto ambientale della nostra automobile dipende non solo dal tipo di motore ma anche da come e quanto viene utilizzata. Un modello di valutazione centrato sul tipo di motore non è più sufficiente. Bisogna passare ad un approccio veicolo-centrico in cui il conducente diventa un protagonista attivo e consapevole nella riduzione delle emissioni di CO2. Infatti, lo stile di guida, la velocità media, i chilometri percorsi sono tutte variabili che influenzano in modo significativo le emissioni dell’auto. Soprattutto, una guida troppo veloce o troppo lenta incide negativamente sulle emissioni dell’auto. Detto questo, il guidatore ha un ruolo cruciale nel determinare la quantità di emissioni prodotte dal veicolo.

In un'ottica di parità di condizioni, potrebbe verificarsi una significativa crescita delle emissioni di CO2. Tuttavia, non è necessario limitare la mobilità delle persone basandosi unicamente su una classe di motore Euro. Ciò che invece potrebbe essere possibile è misurare l'effettivo contributo di ogni autovettura alla salvaguardia del pianeta, attraverso uno standard normativo aggiornato.
Ma come si potrebbe raggiungere questo obiettivo? Il segreto è utilizzare le scatole nere, che assumerebbero ora il ruolo di green box. Grazie al loro utilizzo, il modello di valutazione misurerebbe l'impatto ambientale delle singole autovetture (in termini di CO2), non solo in base alle specifiche tecniche del motore, ma anche considerando il tipo di strada, la distanza percorsa, la velocità media e lo stile di guida. Un metodo di misurazione che potrebbe essere facilmente esteso ad altre variabili, come l'inquinamento nelle zone urbane, l'occupazione del suolo pubblico e il rischio per le persone.
In sintesi, la proposta è quella di un nuovo paradigma di valutazione delle emissioni di CO2 delle automobili private, un modello one-to-one che valuta l'impatto ambientale effettivo di ogni singola autovettura, tenendo in considerazione non solo il motore dell'auto, ma anche il conducente.

Si tratta di un approccio innovativo che mira a includere tutti, senza forzare la demolizione di auto in base al tipo di motore, purché i chilometri percorsi siano controllati e la guida sia a basso impatto ambientale. Questa filosofia richiede che ogni veicolo sia dotato di un box dedicato e certificato, strettamente legato al mezzo, e che ogni guidatore accetti di avere i propri chilometri e lo stile di guida monitorati con attenzione. In sintesi, questo modello è pensato per non lasciare indietro nessuno, sulla strada verso un futuro sostenibile e intelligente.