Lotus Cars ha scelto Milano per la presentazione italiana di Lotus Eletre: il primo Hyper-SUV elettrico al mondo, che unisce l’iconico DNA di Lotus con l’usabilità di un SUV. Eletre segna l’inizio di un nuovo capitolo nella storia del marchio: Lotus è tornata in Italia. Audace e rivoluzionaria, si tratta del primo modello di una nuova generazione di Hyper-SUV completamente elettrici.

Eletre riprende l’anima dell’ultima auto sportiva Lotus – la Emira – e le rivoluzionarie prestazioni aerodinamiche dell’hypercar completamente elettrica Evija, reinterpetandole come un Hyper-SUV. Le tre auto sono state esposte contemporaneamente durante l’evento per mostrare l’intera gamma di un brand iconico. Presente all’evento anche Elisa Artioli, nipote dell’imprenditore Romano Artioli, che ha guidato Il brand inglese negli anni ’90: Elisa si è presentata con l’ultima Lotus Elise prodotta nella fabbrica Lotus di Hethel, il modello che prese il suo nome per volontà del nonno.

"Siamo in fase di rodaggio. E’ tutto nuovo. Eravamo in 12 un anno fa, ora siamo 85. Siamo di fatto una start up in Europa", spiega a margine dell'avento Giuseppe Mele, Director Brand & PR Lotus Cars Europe.

La presentazione a Milano è un primo passo per mettere un piede in Italia con una filiale italiana?

“Assolutamente sì. L’Italia è un mercato che ci interessa, c’è storia tradizione e attenzione per il mondo dell’automotive. Il progetto strategico di Lotus, che durerà fino al 2028, almeno per la prima fase, prevede l’apertura di uffici e showroom in giro per il mondo. Io mi occupo di Europa e in questo momento sto lavorando per determinare le città chiave dove aprire primi uffici. Siamo partiti dai nostri (uffici), che al momento non abbiamo, per ora siamo, infatti, in un ufficio temporaneo ad Amsterdam e ci trasferiremo (a Milano) a ottobre. Poi ci sarà Parigi, Oslo, Monaco, Milano. Adesso a Milano stiamo assumendo. Il prossimo passo sarà il Centro Sud magari a Roma nei prossimi 2 anni”.

Una macchina elettrica la vedete come una necessità legata alla mobilità sostenibile oppure…

“Ci sono diversi motivi sulla scelta dell’elettrico. Ci sono le strategie di un’azienda commerciale, che deve sopravvivere ai tempi. Oggi il mercato chiede auto familiari di grande stazza con un occhio al segmento Premium. Noi come Lotus siamo nel Premium/Premium lusso, non lusso estremo come Rolls Royce. Auto sportive, familiari e lusso. Questi sono i tre assi che si incontrano e che strategicamente alla fine producono questo tipo di vetture. Il Gruppo Geely che ha mostrato già di saperci fare con Volvo, ma anche con i modelli elettrici di Polestar, hanno creduto nel brand Lotus. L’altro motivo è quella di affrontare il futuro, perché comunque la direzione è segnata. Non si torna indietro. Bisogna essere pronti a costruire auto elettriche in un certo modo, quindi, che non sembrino dei grossi telefonini da caricare, che non siano dei giocattoli, perché il rischio è sempre quello. Lotus vuole mantenere le sensazioni di guida, che poi è il punto chiave. Tutta l’azienda è nata intorno a questo (alle sensazioni di guida). Quindi, tutti gli sforzi vanno in questa direzione, ovvero fare l’elettrico, ma in modo che durante la guida resti la connessione tra essere umano e essere meccanico”.

Come sta il mercato delle supercar?

“E’ un mercato che andrà sempre bene finché ci saranno gli appassionati, i collezionisti ci sono… Noi abbiamo presentato Emira, un’auto lanciata 1 anno e mezzo fa, l’ultima auto con il motore endotermico. E’ un’auto che ha venduto più di tutte le precedenti. E’ un mercato che va bene e resterà finché ci saranno gli appassionati e la generazione di chi ha vissuto il piacere del motore, dell’odore dell’olio, di quello della benzina. Tutte le aziende continueranno a fare un po’ di questo tipo di auto (con motore endotermico). I mercati sono ciclici. Per il vinile è la stessa storia, così come il cd, l’mp3. Oggi si vendono più vinili di cd. Perché certe cose resteranno, come resterà una piccola produzione di auto a combustione”.

Eletra può essere considerata una supercar?

“Da un punto di prestazioni sì, perché ha performance imbarazzanti. Ha un’accelerazione da elettrico di alta fascia, una potenza di 1000 cavalli, diciamo che le prestazioni che Lotus ha voluto mettere all’interno di questa auto la rendono una supercar. Anche il look è molto particolare, come le prese d’aria un po’ ovunque”.

Quanto è stato importante il connubio della presenza di Volvo, Polestar, vi ha aiutato nella componentistica?

“No, in realtà Geely vuole mantenere l’identità dei brand che fanno parte del gruppo. Volvo era famosa per sicurezza ed è rimasta così. Nessuno dice Volvo è cinese e non la compro. Volvo sa fare automobili, come noi in Lotus sappiamo fare automobili. Non ci sono piattaforme condivise. Lotus è in cima alla scala di Geely. Abbiamo una factory esclusiva solo per Lotus. La piattaforma di Eletre è unica”.

Con Eletra vi siete spinti in un segmento che Lotus non aveva mai esplorato. Può essere l’ingresso del mercato fleet?

“Sì, c’è un team che se ne occupa. Non c’è un competitor che guardiamo perché possiamo fare delle scelte diverse. Abbiamo delle restrizioni ma anche delle opportunità. E’ difficile fare una previsione. Non stiamo guardando i nostri competitor”.