Il 2021 per Lorenzo Fortunato è stato l’anno dove si è visto più protagonista, con la vittoria al Giro d’Italia e con degli ottimi risultati durante l’anno ciclistico. Un poeta della strada, lo si può definire così, capace di trasmettere la sua passione tramite un gesto, la pedalata che la rende sua. Dopo un 2020 difficile con Eolo è riuscito a riprendere la retta via trovando la motivazione.

Ci racconta come è nata la passione per il ciclismo e come l'ha sviluppata 

Dall'età di 10 anni ho iniziato a pedalare con mio papà per le strade di Bologna e subito mi sono appassionato; prima è iniziato per un gioco e dopo è diventato uno sport e poi una professione.

Il 2021 è stato l'anno del salto di qualità ma cosa pensa sia cambiato 

Innanzitutto ho cambiato squadra e sono andata all’Eolo Kometa con Ivan basso e Alberto Contador. E lì mi hanno fatto crescere, mi hanno insegnato come allenarmi e come fare il ciclista al 100%. E da lì ho tirato fuori il meglio di me

Ci racconta di quella storica vittoria al Giro

Quel giorno sono partito per vincere la tappa e, sotto la guida di Stefano Zanatta, il mio direttore sportivo, e Ivan Basso, il manager, ce l'ho fatta. E non ho pensato niente fino a che non ho tagliato il traguardo mi sentivo fortissimo quel giorno.

Nel 2021 ha puntato più su corse a spessore nazionale, nel 2022 cosa ha programmato?

A grandi linee il mio programma sarà come l'anno scorso io. Il Giro d'Italia e la Tirreno Adriatico sono le corse che mi appassionano di più e correre in Italia mi dà una motivazione in più.

Dopo una stagione intensa come ha pensato di riposarsi?

Sono rimasto a casa con la fidanzata e con la famiglia e mi sono goduto i momenti che non riesco a godermi tutto l'anno. Ho fatto quelle cose che le persone normali fanno tutti giorni.

Quanti watt ha tirato fuori in quelli dello Zoncolan 

Ma non ne ho idea e non guardavo nulla quel giorno. Spingevo più forte che potevo, ma penso di averne tirati fuori tanti, veramente tanti. Poi sai sono leggero e alla fine me ne bastano relativamente pochi per andare forte in salita.

Ma quanto è rinata la passione e come l'aveva persa

Non ho mai perso la passione per il ciclismo ci ho sempre creduto e ci crederò per sempre poi dopo quest'anno ancora di più.

Nel 2016 alla Tinkoff da stagista, cosa le ha fatto capire o intuire per il suo proseguo di carriera 

Li ho capito che sarei potuto diventare un corridore. Alla mia prima esperienza tra i pro ero andata abbastanza forte, al giro della Norvegia ero riuscita a piazzarmi tra i primi dieci, però sai dal piazzamento alla vittoria c'è tanto.

Il Giro d'Italia 2022 sarà impostato per una possibile classifica generale 

Sì, sicuramente il mio obiettivo è la classifica e migliorare quello che ho fatto l'anno scorso.

Intervista di Leonardo Serra