Secondo anno del Grandi Langhe all’interno dell’OGR di torino, dove il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani insieme al Consorzio Tutela Roero riuniscono circa 240 cantine per offrire una vera e propria panoramica e per dar loro l’opportunità di presentare le nuove annate e alcuni nuovi vini in anteprima.

L’evento quest’anno prende una piega internazionale grazie alla presenza di buyer selezionati che provengono da circa 30 paesi del mondo e nazionale grazie alla presenza dei professionisti del settore ho.re.ca di Piemonte e del resto d’Italia.

Le OGR danno un forte impatto visivo che si completa nel vedere la Mole Antonelliana illuminata con una luce color vino con la scritta gigante Grandi Langhe in bianco. Da questi dettagli si può già immaginare la portata dell’evento che vede nomi internazionali del vino tra i più ricercati al mondo accogliere le persone ai propri banchi d’assaggio dando la possibilità di degustare grandi prodotti e di confrontarsi direttamente con i produttori sulle nuove annate, sui cambiamenti climatici, sulla dura vendemmia 2022 che ha segnato alcuni limiti delle varie aziende e a volte dei vari disciplinari mettendo a dura prova con una forte siccità l’ultimo raccolto.

Girando tra gli stand si respira aria di rinascita, la struttura è piena e tutti sono impegnati: i produttori si raccontano, i commerciali vendono i propri vini, i buyer stringono accordi e collaborazioni, gli operatori del settore Horeca cercano nuovi prodotti per le loro distribuzioni, i giornalisti cercano idee ed ispirazioni da questo momento e lentamente il mondo del vino si avvia verso una nuova crescita, verso un periodo di splendore dove si potrà tornare a condividere con le persone, le regole ora sembrano meno strette e meno soffocanti, la gioia si respira nell’aria qui al centro di una Torino che spinge forte la ripresa del mondo del vino Piemontese.

Ovviamente non potevo evitare di andare a cercare e degustare i vini di certe cantine e buttarmi alla ricerca di nuovi produttori che non conosco e che penso mi stupiranno perciò vi racconto alcuni degli assaggi che più mi hanno colpito.

Cantina Dogliani Il Generale di Monforte d’Alba, qui trovo Eleonora col suo papà a darmi il benvenuto. Li conosco bene e il loro Barolo Bussia bio si conferma profondo e strutturato ma con una beva ritmata ed elegante anche in quest’annata. Presentano il loro nuovo metodo classico da uve 100% nebbiolo per il primo anno e subito rimangono tutti colpiti dalla beva pronta, dalla bollicina fine, e dai profumi suadenti. Mi dicono che in contemporanea uscirà anche la loro nuova Alta Langa tutta da scoprire. Una cantina sempre innovativa e attenta alla salvaguardia del territorio.

Agricola Marrone una cantina di La Morra, qui trovo una delle tre sorelle Marrone, quarta generazione che porta avanti l’azienda. Mi fermo a parlare con Serena e Marco che mi accolgono come sempre facendomi sentire uno di famiglia..Per prima anni fa conobbi la vulcanica Denise che mi fece scoprire per la prima volta i loro vini. Fanno una variegata produzione di vini di langa ma quello che ogni anno mi ammalia,mi colpisce, mi emoziona e mi regala un sorso di infinito piacere è il loro Barolo Pichemej. Di grande qualità c’è anche il loro Barolo Bussia e il Sancarlo blend di uve dolcetto,barbera e nebbiolo.

Cantina Fratelli Casetta di Vezza D’Alba dove come a ogni grande manifestazione incontro il Signor Ernesto uno degli uomini con più esperienza che abbia mai conosciuto sul mondo del vino. Non è più un giovanotto e i molti anni passati a prendersi cura delle sue vigne e a produrre i suoi vini gli si leggono negl’occhi e sulla fronte. Quando comincia a raccontare mi fermerei ad ascoltare per ore o meglio per giorni.Un pozzo di conoscenze tecniche e di capacità nel riconoscere vini di pregio da vini mediocri. Assaggiamo il suo Barolo Case Nere e il suo Roero Riserva e per un attimo perdo la cognizione del tempo e mi ritrovo tra le vigne di nebbiolo con Ernesto e vorrei che quell’istante non finisse mai.Frutto maturo e croccante mai banale, naso salmastro e a momenti si alternano profumi floreali che raccontano il territorio, potenza e controllo.

Cantina Francone di Neive dove incontro la bravissima Valeria, lei in cantina si occupa di accoglienza e di degustazioni, giovane ma cresciuta in azienda e consapevole di tutto ciò che succede in cantina e in vigna. Ha una preparazione su ogni singola annata invidiabile tanto da far pensare che sia il produttore in formato mini a suggerirgli le parole in un orecchio. Assaggiamo i loro Cru di Barbaresco tra i quali gli storici Gallina e Patriarchi e da quest’anno per la prima volta assaggiamo il fantastico Albesani 2020 un vero gioiello. Si confermano sempre grandi e in cantina hanno anche bellissime espressioni di barbera, nebbiolo, nebbiolo in anfora e chardonnay che mi fanno impazzire.

Azienda Curto Marco dove conosco finalmente la famosa Nadia Curto, colei che ultimamente porta avanti l’azienda di famiglia e la cui personalità e caparbietà ha influenze derivanti anche dal rapporto con lo zio Elio Altare con la quale si confronta spesso e dal quale ha imparato molto utilizzando questi insegnamenti per perfezionare la sua tecnica senza aver bisogno di copiare nessuno...La sua produzione e molto bassa e ricercata grazie agli ottimi risultati ottenuti attraverso i suoi due Cru di Barolo “arborina” e “la foja” che vengono vinificati in 2 maniere differenti ma che danno grandi soddisfazioni. Provati entrambi e stupito di come due vini cosi’ differenti hanno in comune la mano magica di Nadia.

Posso dire che anche quest’anno è stato un grande evento questo Grandi Langhe 2023 e che il livello si è ulteriormente alzato. Ringrazio anche i produttori che non ho citato per l’ottimo lavoro che stanno continuando a fare per alzare tutti insieme il livello dei vini piemontesi.

A cura di Merati Luca

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