Il WWF, dati alla mano, torna ad alzare la voce sul tema della deforestazione globale. Infatti, tra il 2000 e il 2018, circa due terzi della deforestazione ha riguardato aree tropicali e sub-tropicali. A confermarlo il nuovo studio del WWF dal titolo: “Fronti di deforestazione: cause e risposte in un mondo che cambia”. Uno scritto che identifica e analizza i 24 principali fronti di deforestazione concentrati in 29 Paesi di Asia, America Latina e Africa. E che custodiscono una superficie forestale di 377 milioni di ettari. Cioè circa un quinto della superficie forestale totale ricompresa nei paesi delle zone tropicale e sub-tropicale.
Il WWF valuta le risposte dei governi
Per ognuno dei 24 fronti, il WWF ha definito e stimato l'andamento delle cause che guidano la cancellazione degli ecosistemi terrestri. E, ha, inoltre, valutato le risposte messe in campo da governi e altri soggetti. Ma ha anche evidenziato come l'influenza dei diversi fattori e attori tende a cambiare nel tempo. Ma anche a variare da una regione all'altra, soprattutto a seconda dei cambiamenti politici e della domanda del mercato.
L’agricoltura è la prima causa di deforestazione
L’agricoltura che soddisfa la domanda del mercato rimane la prima causa di deforestazione, soprattutto in America Latina e in Asia. Mentre aumenta la pressione dei piccoli coltivatori, specialmente in Africa. L’estrazione del legname ha generalmente ridotto la sua importanza come motore primario del degrado e della perdita di foreste. La deforestazione si accompagna spesso alla crescente espansione delle reti stradali. Ma i fronti si espandono anche a causa della pressione delle operazioni minerarie non industriali e dell'aumento degli insediamenti umani all’interno degli ecosistemi naturali. Ulteriori pressioni sulle foreste nascono poi dall'accaparramento di terreni di proprietà pubblica, guidato dalla speculazione, approfittando delle incertezze delle proprietà e di una governance nazionale debole.
L’importanza del ruolo dei cittadini
Il report del WWF “Fronti di deforestazione: cause e risposte in un mondo che cambia”, rileva anche l’importanza del ruolo dei cittadini, che non posso ignorare il rapporto tra i loro comportamenti e la deforestazione. Vanno, difatti, ridotti i consumi di carne e di prodotti contenenti le materie prime incriminate, preferendo quelli che dimostrano in etichetta una provenienza estranea alla deforestazione.
Il WWF chiede…
Infine, il WWF chiede una serie di azioni urgenti da parte dei governi, delle imprese e delle autorità di regolamentazione, tra cui:
Assicurare i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali affinché possano trarre sostentamento dei propri territori e rafforzare il loro ruolo nella gestione delle foreste.
Assicurare la conservazione delle aree ricche di biodiversità.
Garantire che i prodotti provenienti dallo sfruttamento degli ecosistemi forestali siano sostenibili e frutto di attività lecite.
Assicurare che le filiere di approvvigionamento delle aziende siano il più possibile sostenibili e incoraggiare un maggior numero di aziende e istituzioni finanziarie a impegnarsi per un obiettivo “zero deforestation”.
Creare politiche e leggi che garantiscano che tutti i prodotti forestali importati – ma anche gli strumenti finanziari - siano liberi dalla deforestazione e dalla conversione dell'ecosistema, e che rispettino i diritti umani.
In molte aree la deforestazione è un fattore determinante nel provocare un aumento delle temperature, ed è per questo che il WWF chiede che il blocco della deforestazione sia riconosciuto anche come strategia per la lotta al cambiamento climatico.