A tutti gli appassionati del vino allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre viene voglia di stilare una classifica delle migliori bevute fatte durante l’anno appena trascorso. Mi sono preso un po' di giorni per capire se era quello che volevo fare anche io…

Alla fine mi sembrava leggermente banale e riflettendo su questo 2023 appena finito mi è venuto in mente che durante la Milano Wine Week è stata lanciata per la prima volta la Guida: “Wine List Italia” redatta da Vendemmie, nata dall’idea di Paolo Porfidio in collaborazione con Federico Gordini e al suo interno 55 dei migliori Sommelier italiani hanno scelto 10 vini icona che rispecchiassero per loro 10 categorie ben definite e ragionate. La Guida già disponibile da acquistare solo su www.winelistitalia.com mi aveva molto entusiasmato perciò ho deciso di rivisitarla cercando un vino per ognuna di quelle 10 categorie non basandomi sull’esperienza di un sommelier ma sulle interviste fatte, le cantine visitate e i vini assaggiati durante l’anno appena finito.

Menzionerò le dieci categorie scegliendo vini che dopo aver provato personalmente mi sento di consigliare, come mi sento di consigliare una visita nelle rispettive cantine:

1. La Scelta Intelligente: il Derthona Timorasso cru Cavallina di Claudio Mariotto è un vino che mi ha stupito subito, i profumi mi riportavano lungo le vigne visitate poco prima in collina, una nota di camomilla lo rende indimenticabile. La struttura e il corpo lo rendono adatto in ogni occasione. Poliedrico

2. La Scoperta: il Roero Arneis Riserva della cantina Costa Catterina è una chicca nata dalla sperimentazione fatta da Antonio sulla possibile longevità dell’Arneis del Roero, tema sul quale molti hanno studiato e dibattuto. Fermentazione e riposo di 20 mesi in tonneaux di Acacia, batonage per tutto l’affinamento, il risultato è un bianco che tiene testa ai rossi più importanti. Perentorio

3. L’annata Memorabile: non posso non menzionare il Barolo Riserva La Foia 2016 di Nadia Curto, selezione di uve del Cru Arborina, selezione fatta in un anno che già aveva dato grandi uve in generale perciò il risultato è qualcosa di unico. Nadia produttrice con il cuore diviso fra il percorso classico della grande Botte e quello più rock della Barrique, avendo ottenuto grandi risultati in entrambi i metodi di affinamento li porta avanti parallelamente. Geniale

4. Uno sguardo Internazionale: ho avuto la fortuna tramite una distribuzione di vini di Brescia, la Mor.Wine di assaggiare un un piccolo capolavoro francese del Languedoc-Roussillon. Il vino si chiama La Carbonelle, prodotto da Catherine Bernard. Vitigni: Mourvedre, Maselan, Grenache, Cinsault. Età delle vigne quasi 100 anni. Mistico

5. Un Assaggio di Territorio: c’è un barolo molto particolare, si chiama Pichemej, che in Piemontese vuol dire “più che meglio”, lo produce l’ Agricola Marrone, azienda di La Morra. È una selezione delle migliori uve di diversi appezzamenti, come dice il nome quelle più che migliori!! Credo non ci sia miglior modo di rappresentare al meglio quel territorio. Ringrazio Denise per avermelo fatto provare. Avvolgente

6. Le Radici Nel Calice: se si parla di radici non si può non menzionare un bel Pinot Noir, e ce n’è uno in Oltrepò che mi ha davvero colpito piacevolmente... il Casaia dell’azienda La Travaglina. Ogni anno che lo provo migliora. Lo studio che ci hanno fatto e il tempo che dedicano nel perfezionamento della cura di queste uve è incredibile. Potature, vendemmie, affinamento pensati per esaltare al massimo questo vitigno. Performante

7. Etichetta in Rosa: fanno grandi vini, ma fare un lavoro eccezionale su un rosato in Langa è davvero da pochi. Il Langhe Doc Rosè di Dogliani il Generale da uve 100% nebbiolo è stupefacente. Beverino, complesso, appagante, godurioso. Va a ruba e trovarlo non è affatto facile. Magari se andate a trovarli nel nuove Relais con Spa inaugurato quest’anno riuscite a trovare una bottiglia da degustare. Energetico

8. La Scelta Etica: c’è un’ azienda visitata che mi ha colpito molto, 70 ettari dove a vigna ne sono dedicati solo 4, il resto ha diverse culture per mantenere viva la biodiversità e le tradizioni con prodotti come l’aglione e il cece nero tipici di quelle zone. Azienda biologica che produce un Syrah incredibile. Il vino è il Gruccione e l’azienda il Querciolo Val di Chiana. Merita molto anche il loro Agriturismo. Armonioso

9. Il Vino al Calice: sembra la scelta di qualcosa di semplice ma per me rappresenta un vino da goderne tutti i giorni senza paradossi o complicanze. Tre.mos dell’azienda Mo.ka di Pontida è un Merlot con una piccola parte di Cabernet che regala tanto frutto e una beva semplice e piacevole. Agile nel calice, profumato e generoso. Inebriante

10. Un Dolce Sorso: per finire è essenziale un vino Dolce, ma non stucchevole, ecco perché viene naturale menzionare Alea, vino bianco da uve Sauvigno Blanc stramature, pigiate con torchio Manuale e con fermentazione e affinamento in Barrique. La cantina è Uvamatris nel Monferrato e il proprietario Gabriele è molto preparato. Appagante

Spero che da questa selezione si possa trovare qualche spunto interessante per conoscere realtà magari meno famose dei grandi nomi blasonati e raccontati da tutti a volte anche sopravvalutati, spero che la curiosità porti qualcuno in una di queste cantine dove verranno accolti da persone vere, produttori che amano il loro territorio e vini liberi di raccontare la loro storia!!

Articolo a cura di Merati Luca

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