La presenza dei piccioni in città è sempre più in crescita e con loro anche l’esasperazione dei cittadini che si vedono invasi negli spazi pubblici ma anche nelle proprie abitazioni. Questa convivenza andava quindi regolamentata e le amministrazioni pubbliche si sono trovate a dover fornire ai cittadini delle linee guida per cercare di gestire al meglio la presenza di questi volatili in città. 

Quali problemi causa la presenza dei piccioni in città

I piccioni sono volatili solo apparentemente innocui per l’uomo perché, anche se non aggressivi, tendono a invadere balconi, terrazze e tetti. Tuttavia, oltre a contribuire all’inquinamento acustico e ad eventuali danni strutturali da corrosione, i piccioni veicolano anche molte malattie. Le feci dei piccioni infatti, una volta asciutte, diventano una polvere che se inalata dall’uomo e dagli animali domestici può trasmettere più di 60 malattie. Tra queste troviamo la salmonellosi, la psittacosi e la toxoplasmosi oltre alla candidosi, l’ornitosi e la criptococcosi.

Inoltre, i piccioni sono animali abitudinari che tendono a ritornare nei luoghi che reputano ospitali. Per questo motivo è così difficile mandarli via. L’unico modo per evitare la formazione del guano di piccione e allontanarli è quello di utilizzare degli scaccia piccioni meccanici sicuri per i piccioni e per l’uomo

Posizionare questi dissuasori nei punti di sosta prediletti dai piccioni, quindi su grondaie, cornicioni, tetti e sottotetti, ne preverrà l’intrusione. In questo modo diminuirà anche la mole di materiale fecale che si depositerà sugli edifici e, nel caso si scelgano degli scovolini per grondaie, si manterranno anche le canaline di scolo delle acque pulite da guano, foglie e sporcizia. 

Cosa dice la scienza sui dissuasori visivi

Il neuroscienziato Edward Wasserman ha studiato i superpoteri dei piccioni, focalizzandosi la capacità dei piccioni di creare nella loro mente categorie di oggetti e di immagini, reputandoli così in grado di riconoscere e distinguere volti umani, lettere e persone. Secondo lo scienziato infatti, il piccione sarebbe in grado di ricordare oltre 1800 immagini diverse tra di loro. Da questi studi è emerso che i deterrenti visivi, come ad esempio i volatili fantoccio di dimensioni più grandi dei piccioni, non sono uno strumento efficace per scacciarli. Il piccione infatti avrebbe la facoltà di capire che il fantoccio è inoffensivo e per questo non si sentirebbe minacciato dalla sua presenza. 

Il piccione è una specie selvatica?

La Corte di Cassazione nella sentenza Sez. III^ pen. n. 2598 del 2004 include i piccioni nelle specie selvatiche. Pertanto i piccioni sono tra le specie tutelate dalla legge n. 15792 che determina le norme per salvaguardare la fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio

Piccioni in città: ecco chi si occupa di gestirli

La protezione degli animali selvatici, quindi dei piccioni, rientra sia nelle competenze della Provincia sia in quelle della Città Metropolitana e del Comune. Per salvaguardare il patrimonio zootecnico sono state individuate dalla legge delle azioni per avviare il contenimento della specie. Sono stati quindi redatti dei piani di controllo della diffusione della specie e l’utilizzo di metodi ecologici per contenerne l’espansione nelle città. La legge definisce chiaramente che non si può quindi ricorrere alla caccia o a metodi che danneggino o uccidano la specie. 

Uccidere un piccione è un reato penale

Il codice penale si esprime chiaramente sull’uccisione di animali senza alcuna necessità. Chiunque infatti può essere perseguito penalmente se accusato di crudeltà non necessaria. I piccioni quindi, anche se invadenti, devono essere considerati una specie da proteggere e non da maltrattare, proprio alla stregua degli animali domestici. 

La Corte di Cassazione con la sentenza numero 17691/2019 si è espressa senza lasciare dubbi a riguardo. Ha infatti dichiarato alcuni pescatori di siluri colpevoli di reato penale per avere utilizzato come esche dei piccioni vivi. I volatili venivano infatti legati ancora in vita all’amo e gettati in acqua per attirare i pesci, rimanendo così irrimediabilmente feriti oppure morendo poco dopo. 

La difesa dei pescatori ha dichiarato che i pescatori avrebbero utilizzato i piccioni con lo stesso intento con cui si utilizza un verme poiché anch’essi preda in natura. Inoltre hanno aggiunto che la pesca è un’attività che legittima l’utilizzo di esche vive per catturare i predatori e che quindi è esente dalla normativa sull’uccisione e il maltrattamento degli animali. 

La Cassazione però non ha accolto le obiezioni della difesa e ha ribadito la responsabilità penale dei pescatori per aver sottoposto senza alcuna necessità i volatili a sofferenze immotivate.