Il presidente della Figisc-Confcommercio, Bruno Bearzi non ha mezzi termini nel parlare del caro carburanti: “Noi vittime insieme ai consumatori”. In un’intervista all’agenzia “Adnkronos”, il dirigente fa il punto sul momento tutt’altro che roseo risultato del conflitto tra Russia e Ucraina. “Noi siamo vittime con i consumatori di questo aumenti dei prezzi dei carburanti a tratti ingiustificati”, sbotta il numero uno di Figisc-Confcommercio. Bearzi prosegue e attacca: “Noi ne paghiamo le conseguenze più gravi. L’erogato è in calo da due anni di pandemia, per lo smart working e ora, con la guerra in Ucraina e i prezzi così alti, la gente tende a risparmiare non usando l’auto”.

Il prezzo sarebbe dovuto diminuire

“Il prezzo del Brent prima della guerra in Ucraina era intorno ai 103 dollari al barile, poi è schizzato a 130 dollari, ma nonostante si è capito che le forniture dalla Russia sarebbero continuate come prima, in teoria il prezzo sarebbe dovuto scendere. Invece, ci sono ancora delle speculazioni al rialzo che non fanno bene a nessuno”, aggiunge Bearzi.

Rischio default

“Noi gestori – conclude il presidente - scontiamo anche un prezzo delle bollette energetiche e quindi con tre centesimi e mezzo al litro di margine lordo, le nostre aziende fanno fatica a far quadrare i conti. Tanti dei nostri gestori rischiano il default perché non ce la fanno a sopportare questi costi. Ci sono molti, poi, che non hanno le disponibilità finanziarie per poter acquistare il prodotto. Una autobotte che trasporta 36mila litri oggi costa circa 15-20mila euro in più, c’è un rischio vero di non potersi più approvvigionarsi”.